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Il Lavoro di Badante a Roma e il Momento della Pensione

L’assistenza domiciliare, il lavoro di badante a Roma è un mestiere che richiede un impegno notevole sia fisicamente che emotivamente.

Le badanti si occupano di assistere le persone anziane, malate o disabili nelle loro attività quotidiane, come mangiare, fare il bagno, vestirsi e prendere i medicinali.

Inoltre, possono essere responsabili di lavori di casa come cucinare, pulire e fare la spesa.

Questo lavoro può essere usurante e può richiedere molte ore, spesso con pochi o nessun giorno di riposo.

In diversi Paesi del mondo, il lavoro di badante è riconosciuto come lavoro usurante , il che può dare diritto a determinate forme di pensionamento anticipato.

Tuttavia, i criteri specifici per la pensione anticipata possono variare da paese a paese e possono dipendere da vari fattori, come l’età, il numero di anni di contribuzione, la natura dettagliata del lavoro e le condizioni di salute del lavoratore.

In Italia, ad esempio, esistono regolamenti che permettono il pensionamento anticipato per lavori usuranti, ma non è chiaro se la badante ne faccia parte.

La pensione è un momento importante nella vita di una persona, è un periodo di cambiamento che può comportare sia sfide che opportunità.

La badante può decidere di ritornare al suo paese di origine oppure rimanere in Italia dove nel frattempo ha costruito la sua vita.

Abbiamo riportato la storia di una badante a cui daremo un nome fittizio, che ha raggiunto l’età pensionabile.

Maria, 60 anni, ha lavorato come badante per 35 anni.

Ha iniziato il suo lavoro in giovane età, assistendo persone anziane e con disabilità nel loro quotidiano.

Il suo lavoro includeva tutto, dall’assistenza personale come aiutare a vestirsi e a mangiare, fino a compiti domestici come pulire, cucinare e fare la spesa.

Ha lavorato lunghe ore, spesso senza pause e il lavoro fisico ed emotivo era intenso.

Col passare degli anni, Maria ha iniziato a sentire il peso del suo lavoro; quindi decide di cercare un consulente del lavoro per capire le sue opzioni per il pensionamento.

Il consulente esamina la sua situazione e conferma che vista la sua età, i suoi anni di contributi e la natura del suo lavoro, Maria ha diritto al pensionamento anticipato.

Dopo aver preso questa decisione, Maria inizia a pianificare la sua pensione.

Decide di trascorrere più tempo con la sua famiglia e di coltivare i suoi hobby, come la giardinaggio e la lettura.

Inoltre, decide di dedicare parte del suo tempo a fare volontariato in una cucina comunitaria, così da mantenere un senso di scopo e connessione con la comunità.

 

Per leggere altri approfondimenti sulle agenzie di badanti, oppure se vuoi scoprire come mettere in regola la tua badante e quali sono tutti i passaggi burocratici da rispettare, contattaci! Con Aes Domicilio siamo attivi in tutta la Regione Lombardia, in Lazio ed in particolare nelle province di Milano e Roma se cerchi Badanti a Milano, Badante a Monza, Badante a ComoBadante a Lecco .

 

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Roma, Cosa Fare per la Badante in Aspettativa

Aes Domicilio ha come obiettivo quello di fornire professionisti dell’assistenza familiare con caratteristiche e competenze specifiche che rispettino le esigenze di ogni singola famiglia di Roma che ci contatta, per avere un servizio efficace, dare alla badante un buon lavoro adeguato alle sue competenze , dare garanzia di alta affidabilità del lavoro alle famiglie.

Per questo Aes Domicilio è attenta alle esigenze delle famiglie, dispone di un ampio portfolio di badanti con esperienza, con referenze, con conoscenze dell’italiano scritto e parlato, con i documenti in regola di qualsiasi nazionalità .

In genere l’aspettativa viene richiesta quando la badante ha già usufruito dei giorni di ferie ma ha bisogno di un altro periodo di astensione dal lavoro per delle questioni personali.

Nel corso del rapporto, le parti possono concordare un periodo di aspettativa o sospensione del contratto, nel caso, ad esempio, le ferie siano già state tutte godute oppure nel caso il collaboratore voglia assentarsi per motivi personali per un determinato periodo.

Durante il periodo di aspettativa il datore conserva il posto di lavoro al collaboratore che quindi non può essere licenziato fino al termine dell’aspettativa richiesta.

Come procedere in caso di assenza non retribuita o sospensione:

  • La collaboratrice dovrebbe fare al datore richiesta scritta per il periodo di aspettativa in modo che, nel caso di controlli Inps, il datore possa giustificare il mancato pagamento dei contributi per quel periodo
  • In seguito é necessario indicare l’assenza in busta paga

La causale da indicare é diversa in base ai seguenti casi:

  •  Assenza per aspettativa richiesta dal collaboratore oppure dovuta ad assenza ingiustificata
    Nell’inserimento mensile va indicato il codice AD di aspettativa per sospensione (senza alcuna specifica di ore), per tutti i giorni consecutivi anche non lavorativi. Tale codice non prevede il pagamento della retribuzione e dei contributi e ,se segnato per più di metà mese all’interno dello stesso mese, non prevede nemmeno la maturazione dei ratei tfr, ferie e 13esima.
  • Assenza temporanea. Non si tratta di un vero e proprio periodo di aspettativa ma solo di un’assenza prolungata. Per quanto riguarda la comunicazione all’Inps rispetto ai contributi, per i periodi di assenza, non vengano pagati.
     Solo se il collaboratore rimane in aspettativa per un intero trimestre contributivo l’Inps richiede una comunicazione preventiva di sospensione contributiva.

Rispetto alle festività che cadono durante il periodo di aspettativa AD,  non vanno pagate.

 

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Roma, Controlli Inail sullo Stato di Salute delle Badanti : Stop al Lavoro In Nero!

Riportiamo anche a Roma che, pur se ancora poco chiaro, all’interno del nuovo Decreto Lavoro per tutto il 2023 ci saranno maggiori sgravi contributivi dedicati alle badanti.

Le novità emergono dalla bozza del nuovo testo, che comprende per l’appunto un aumento degli sgravi contributivi e previdenziali dedicato ai collaboratori domestici.

L’obiettivo è quello di tentare di contrastare il lavoro in nero incrementando la quota di costi previdenziali e assistenziali che i datori di lavoro possono dedurre dal reddito complessivo ai fini Irpef.

Nello specifico all’articolo 34 del nuovo testo (anticipato da Il Sole 24 Ore), che affronta il capitolo dei lavoratori domestici, si parla di aumento del tetto dello sconto fiscale per chi paga i contributi alle badanti, ma anche dell’estensione della sorveglianza sanitaria.

Il tetto alla deduzione Irpef dal reddito complessivo del costo pagato nel corso dell’anno dalle famiglie per i contributi previdenziali versati in relazione agli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale o familiare sale dagli attuali 1.549,37 a 3.000 euro.

La legge prevede già che le badanti abbiano diritto a indennità relative all’assicurazione per malattie professionali e infortuni.

Una quota dei contributi versati all’Inps riguarda anche l’assicurazione Inail.

Ma cambia poiché verrà estesa a tutti i lavoratori domestici: anche per questi dipendenti pertanto l’Inail potrà procedere con una visita medica preventiva.

La periodicità di questi accertamenti, qualora non prevista, viene stabilita, di norma, in una volta l’anno.

La visita medica, inoltre potrà essere richiesta anche dal lavoratore per valutare le condizioni di salute e se queste sono suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta.

Non ci sarà nessun onere per le famiglie: alle visite mediche provvede, come detto, l’Istituto nazionale per l’assicurazione sul lavoro attingendo dalle proprie risorse.

Il che significa che per i datori di lavoro e dunque per le famiglie non ci saranno costi nello gestire le visite mediche preventive o quelle periodiche di controllo sulla verifica dell’idoneità alla prestazione di lavoro del collaboratore domestico.
Da questo deduciamo un interessamento al lavoro in nero, poiché recandosi all’interno delle famiglie sarà sempre più difficile poter operare in maniere illegale; e questo non solo per la singola badante che si offre alla famiglia, ma anche per le cooperative/associazioni che prendono personale con contratti irregolari e li mandano dalle famiglie ignare che ciò che firmano non è il contratto nazionale dei collaboratori domestici.

Aes Domicilio insiste molto sull’argomento, perché soltanto il lavoro regolare permette una sicurezza sia alla badante che alla famiglia.

 

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Roma, cosa cambia nel Contratto Nazionale delle Badanti

Anche a Roma il lavoro di badante regolarmente tracciato segue le direttive del CNNL dei collaboratori domestici.

C’è chi ha sempre lavorato in regola e quindi molte famiglie e associazioni hanno assunto in regola, ma per tutelare al meglio le badanti il 13 agosto 2022 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 104 del 27 giugno 2022, denominato decreto Trasparenza, che recepisce la direttiva Ue 2019/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 in tema di trasparenza dei contratti di lavoro.
L’articolo 1 al comma 3 estende l’ambito di applicazione del Decreto ai lavoratori domestici.

Nella lettera di assunzione di colf e badanti, nonché degli altri lavoratori domestici, andranno indicati in base a quanto previsto dall’articolo 4 del Decreto:

  • Identità delle parti
  • Luogo di lavoro
  • Titolo, livello, natura o categoria dell’impiego attribuito al lavoratore ovvero una breve descrizione del lavoro
  • Data di inizio del rapporto e, se trattasi di rapporto a tempo determinato, la data di fine o la durata prevista dello stesso
  • Durata e condizioni del periodo di prova, se previsto
  • Diritto alla formazione erogata dal datore di lavoro, se previsto
  • Durata delle ferie, nonché degli altri congedi retribuiti cui ha diritto il lavoratore
  • Procedura e preavviso in caso di dimissioni e di licenziamento
  • Retribuzione iniziale (precisando minimo tabellare, superminimo, indennità ed altri elementi costitutivi)
  • Modalità di pagamento
  • Programmazione dell’orario di lavoro, come la durata normale della giornata o della settimana lavorativa
  • Contratti collettivi che disciplinano il rapporto di lavoro
  • Identità delle istituzioni che si occupano di sicurezza sociale
  • Retribuzione

Una delle principali novità riguarda la retribuzione atteso che il datore di lavoro non dovrà più solo indicare il compenso pattuito, ma bisognerà indicare anche i suoi elementi costitutivi, quindi il minimo tabellare, il superminimo, le indennità, oltre alle modalità di versamento (contanti o bonifico) e il periodo di pagamento.

 

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Roma: certificazioni dei Compensi Badanti

Roma: le badanti che percepiscono redditi  in Italia, sono chiamate a presentare la propria dichiarazione redditi nel nostro Paese.

 

Per farlo, però, hanno bisogno che il datore di lavoro rilasci la certificazione unica per gli stipendi pagati nell’anno di riferimento.

Senza questo documento, tali soggetti non possono conoscere di preciso l’importo da dichiarare al fisco, e di conseguenze le imposte da pagare.

 

Il datore di lavoro di colf e badanti non svolge il ruolo di sostituto d’imposta. Quindi, non effettua, nell’anno d’imposta, trattenute Irpef sulla retribuzione pagata.

Non è tenuto ad inviare all’Agenzia delle Entrate il modello di Certificazione Unica.
Non c’è un temine preciso entro cui rilasciarla.

Tuttavia, è necessario che sia rilasciata almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi e/o in occasione della cessazione del rapporto di lavoro.

La dichiarazione sostitutiva del modello di Certificazione Unica da rilasciare a colf e badanti può essere consegnata anche a mano o con raccomandata postale.

 

Deve contenere le seguenti informazioni:

  • dati anagrafici e codice fiscale delle parti (datore di lavoro e lavoratore)
  • l’anno d’imposta di riferimento (es. 2021)
  • ll numero di giorni lavorati nel periodo, (si devono in ogni caso comprendere le festività, i riposi settimanali e gli altri giorni
  • non lavorativi, mentre vanno sottratti i giorni per i quali non spetta alcuna retribuzione)
  • la retribuzione lorda corrisposta al dipendente nell’anno di riferimento precedente (comprensiva di tredicesima e contributi previdenziali ed assistenziali);
  • la parte di contributi previdenziali a carico del lavoratore
  • la retribuzione annua netta corrisposto;
  • Da riportare anche l’eventuale TFR corrisposto o anticipi di TFR.

 

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Roma: Sanatoria per le Badanti Ucraine

Roma: Sanatoria per le Badanti Ucraine

Con il solito italiano ritardo, eccoci qui a parlare di regolarizzazione delle badanti e delle colf straniere.

Anche a Roma, le domande per quella che a tutti gli effetti doveva essere una sanatoria, sono scadute da oltre 18 mesi. E non tutte le istanze sono arrivate a compimento.

Tanto è vero che adesso che c’è il conflitto in Ucraina, ecco che esce fuori la necessità di fare subito dando priorità alle badanti e colf ucraine.

Sono circa 18.000 le domande di regolarizzazione di lavoratrici provenienti dall’Ucraina in attesa di essere completate dopo il via alla sanatoria di un anno e mezzo fa. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha prodotto una circolare attraverso la quale stabilisce proprio la priorità appannaggio di queste lavoratrici.

“È necessario garantire una risposta più celere alle lavoratrici e ai lavoratori che arrivano dai territori colpiti dalla guerra”, questo è  ciò che si legge nella circolare con cui l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha aperto a questa problematica.

Con una circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro si è stabilito un canale prioritario per i lavoratori in arrivo dalle zone di guerra. Questo perché la situazione di grande emergenza ha reso necessario garantire una risposta più celere alle domande che ancora sono rimaste ancora incerte. “Tenuto conto dell’emergenza umanitaria in atto, avuto riguardo alle residue pratiche ancora in trattazione, si raccomanda agli Uffici di assicurare priorità a quelle riferite a cittadine/i di nazionalità ucraina, anche al fine di agevolarne la mobilità territoriale e le eventuali ricongiunzioni familiari”. Si legge. Da oggi quindi tutte le domande ancora rimaste sospese che riguardano cittadini ucraini avranno assoluta priorità.
Spesso inoltre le persone affette da demenza bevono troppo poco o seguono una dieta squilibrata o inadeguata e dunque possono attraversare momenti di confusione. Non è facile per il profano distinguere tra stato di confusione e illusioni sensoriali. Il medico saprà distinguerli e trattarli correttamente.

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La Telemedicina a Roma Potrà Aiutare Anziani E Badanti?

La Telemedicina a Roma Potrà Aiutare Anziani E Badanti?

In un periodo in cui l’accesso alle prestazioni sanitarie in presenza era reso difficile dalla pandemia, la telemedicina ha offerto un contributo essenziale per garantire il diritto alla salute.

Ha permesso ai malati, infatti, di dialogare da remoto con i medici, di ricevere diagnosi e cure, di monitorare i propri parametri clinici senza muoversi da casa.

Dopo il boom della pandemia, che ne ha aumentato la diffusione e il gradimento, la telemedicina in Italia appare dunque un’opportunità su cui continuare a investire. L’obiettivo è migliorare l’assistenza sanitaria e renderla sempre più capillare, equa e accessibile grazie al digitale.

Si tratta di un insieme di tecniche mediche e informatiche che permette di fornire servizi di assistenza sanitaria a distanza, ovvero in situazioni in cui il medico e il paziente, oppure due medici, non si trovano nello stesso luogo.

Gioca quindi un ruolo di cruciale importanza per portare l’assistenza sanitaria fuori dalle strutture tradizionali, in particolare a casa dei pazienti, insieme alla presenza della badante.

Abbatte le barriere geografiche dell’assistenza sanitaria. Grazie al supporto della tecnologia, anche chi vive in aree remote o con scarsa copertura ospedaliera può accedere a prestazioni qualificate a distanza, senza bisogno di trasferte lunghe e costose.

La casa diventa il principale luogo di cura, lo spazio fisico in cui è possibile godere, virtualmente, di tantissime prestazioni sanitarie, che possono poi essere gestite dalla badante.

In questo modo è più semplice assistere tutti quei pazienti, cronici e fragili, che hanno difficoltà a spostarsi dalla loro abitazione. Tra loro gli anziani, le persone non autosufficienti, i disabili, chi soffre di patologie altamente invalidanti.

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Roma: Licenziare la Badante in Malattia

Anche a Roma, per la badante in malattia (certificata dal medico) vige il divieto di licenziamento da parte del datore.

L’art. 27 del Ccnl colf e badanti stabilisce però un limite a tale divieto indicando che il collaboratore ha diritto alla conservazione del suo posto di lavoro per i seguenti periodi:

a) per anzianità fino a 6 mesi, superato il periodo di prova, 10 giorni di calendario;
b) per anzianità da più di 6 mesi a 2 anni, 45 giorni di calendario;
c) per anzianità oltre i 2 anni, 180 giorni di calendario.

Il co. 6 dell’articolo poi aggiunge che i periodi suddetti vanno aumentati del 50% in caso di malattia oncologica, documentata dalla ASL competente.

Al superamento del periodo di conservazione del posto il datore può scegliere se licenziare la collaboratrice oppure continuare a mantenerle il posto di lavoro magari assumendo nel frattempo una collaboratrice sostitutiva .

Ricordiamo inoltre che, anche se i giorni retribuiti di malattia possono già essere terminati da tempo, i ratei di tfr, ferie e 13esima maturano al 100% all’interno del periodo di conservazione del posto.

Il periodo per la conservazione del posto di lavoro quindi non riparte da capo per ogni inizio di malattia ma va conteggiata nel suo complesso, come somma di più malattie. Il datore perciò dovrebbe contare il numero di giorni di malattia di cui ha usufruito la collaboratrice nei 365 giorni di calendario precedenti alla malattia in corso (non quindi dal 1° gennaio al 31 dicembre).

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Di seguito si propone un fac-simile di lettera di licenziamento che si può utilizzare; é importante indicare il motivo del licenziamento e cioé il superamento del periodo di comporto in quanto é l’unico caso in cui si può validamente licenziare una collaboratrice che si trova ancora in malattia:

Oggetto: SUPERAMENTO COMPORTO DI MALATTIA

Con la presente siamo spiacenti di comunicarle la ns. decisione di interrompere il suo rapporto di lavoro domestico a causa del superamento del periodo di conservazione del posto per malattia, ai sensi e nei modi previsti dalle leggi in vigore e dall’art. 27 co. 4 del contratto collettivo, considerato che negli ultimi 365 giorni ha fatto registrare ________ giorni di malattia.

Per quanto sopra il rapporto si concluderà in data odierna e in luogo del regolare preavviso previsto dal contratto collettivo le verrà corrisposta un’indennità sostitutiva che verrà inserita nell’ultima busta paga.

Le precisiamo che le sue ultime spettanze saranno corrisposte nel normale giorno di pagamento.

Ringraziandola per la collaborazione prestata, Le chiediamo una firma in calce alla presente quale segno di accusa di ricevimento.

Cordiali saluti.

FIRMA DATORE

____________________

                                                                                           
Per ricevuta, il collaboratore

 

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NASPI per le badanti: e a Roma?

La NASPI colf badanti è la nuova assicurazione sociale per la disoccupazione dei lavoratori domestici. Spetta a tutte le badanti e assunte con contratto per badante e badante convivente regolare che perdono il lavoro in modo involontario.

L’indennità di disoccupazione colf e badanti è stata introdotta dalla riforma del lavoro, Jobs Act del governo Renzi e sostituisce ASPI e MINI ASPI della riforma Fornero.

La NASPI colf badanti offre un sostegno al reddito per i lavoratori domestici che perdono involontariamente il loro posto di lavoro regolare.

Come si effettua il calcolo ore di lavoro per colf e badanti premesso che:

  • 30 giorni di lavoro sono pari a 5 settimane da 6 giorni.
  • Ogni settimana per essere considerata utile ai fini contributivi deve avere almeno 24 ore lavorative.
  • Le ore di lavoro per colf e badanti vanno calcolate così:
    • Somma delle ore dei MAV pagati degli ultimi 4 trimestri: 24 ore = settimane contributive degli ultimi 12 mesi. Il requisito è soddisfatto quando le settimane risultano almeno 5.

Per esempio, se nei MAV risulta un totale di ore degli ultimi 12 mesi di 624 ore, poiché 624:24=26 settimane contributive significa che possiamo richiedere la Naspi.

Come si calcola l’importo NASPI colf badanti?

L’importo mensile NASPI che spetta a colf e badanti è determinato dalla retribuzione degli ultimi 4 anni. L’importo massimo NASPI è 1.335,40 euro al mese.

La durata dell’indennità di disoccupazione colf badanti dipende dal numero di mesi di contributi versati. Infatti, NASPI è corrisposta per la metà delle settimane totali di contribuzione negli ultimi 4 anni, fino a un massimo di 24 mesi.

A partire dal 91^ giorno di disoccupazione in poi, il sussidio di disoccupazione diminuisce del 3 per cento ogni mese.

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Roma: attenzione badanti al lavoro con Partita IVA!

Sei una badante che ha trovato lavoro tramite una Cooperativa che ti ha fatto prendere la Partita IVA e ti ha mandato a lavorare presso una famiglia o un anziano?

Sicuramente avrai capito che lavorando con la partita IVA sei un lavoratore autonomo e non hai diritto al versamento dei contributi, non hai l’assicurazione INAIL, non hai la tredicesima, le ferie, il TFR, la malattia ecc…

Tuttavia se il tuo lavoro consiste nel fare la badante convivente presso una famiglia, in modo continuativo e regolare, allora è molto probabile che in realtà il tuo lavoro sia di tipo subordinato e quindi avresti diritto a tutti questi diritti dei lavoratori dipendenti, anche se sulla carta sei una lavoratrice autonoma. Per questo se cercherai di far riconoscere i tuoi diritti, cercando di far riconoscere un contratto per badante e badante convivente di lavoro subordinato alla cooperativa, rischierai di avere torto in quanto la cooperativa non ti impartisce direttive, non organizza il tuo lavoro e non presti opera presso la cooperativa.

Invece se la famiglia dove lavori ti dice cosa fare, quando farlo e come farlo, allora potresti provare a trasformare il tuo rapporto di lavoro autonomo in un rapporto di lavoro subordinato e regolato dal CCNL domestico chiedendo alla famiglia dove lavori di riqualificare la tua posizione lavorativa, e in questo caso se effettivamente lavori in modo continuativo e regolare e la famiglia ti impartisce le direttive e controlla il tuo operato, allora avrai buone possibilità di farti pagare le differenze retributive dovute a ferie, tredicesime, TFR, assicurazioni e contributi inps ecc…

Quindi i tuoi diritti relativi a queste differenze retributive sono a carico della famiglia dove lavori, che avrebbe fin da subito dovuto assumerti rispettando il CCNL domestico come fanno tutte le famiglie che regolarmente assumono una badante ad ore.

Ma per poter arrivare a questo punto, è necessario prima dimostrare che il lavoro svolto come badante è di tipo subordinato (dipendente) e non autonomo. La Cooperativa che ti ha mandato a lavorare e che ha percepito i compensi, in questa circostanza starebbe operando come agenzia di somministrazione di lavoratori, anche chiamate agenzie interinali. Queste cooperative non hanno autorizzazione ministeriale alla somministrazione di personale, come previsto dalla legge 276/03, e quindi questa somministrazione di lavoro domestico sarebbe abusiva e andrebbe sanzionata pesantemente come previsto da tale legge.

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