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Roma, aggiornamenti INPS su ‘ferie non godute’ e ‘pagamento contributi’

Per le ferie non godute e relativo pagamento dei contributi da parte del datore di lavoro arrivano dei chiarimenti da INPS, anche per quanto riguarda i periodi di mancato preavviso, con il messaggio n.2330 del 17 giugno 2021.

Dall’INPS arrivano dei chiarimenti per i datori di lavoro dei lavoratori domestici regolarmente assunti, quindi colf e badanti per esempio, in seguito a quesiti giunti allo stesso Istituto.

INPS ricorda di aver rilasciato con un messaggio del 2013, il n.13156 del 14 agosto, nell’ambito del “Portale dei Pagamenti”, la funzione per il versamento dei contributi relativi a periodi di ferie non godute o mancato preavviso per colf e badanti in caso di licenziamento o comunque di rapporto di lavoro cessato. INPS specifica che per i periodi di ferie non godute di colf e badanti, e per il mancato preavviso, cui corrispondono le rispettive indennità, il datore di lavoro deve procedere al pagamento dei rispettivi contributi fino all’effettiva cessazione del rapporto di lavoro, e procede con un esempio. Vediamo nel dettaglio.

Per le colf e badanti, e in particolare per le ferie non godute e il mancato preavviso, al termine del rapporto del lavoro deve essere corrisposta un’indennità sostitutiva specifica di carattere retributivo che prevede il pagamento dei contributi da parte del datore di lavoro. A specificarlo nuovamente è INPS nel messaggio del 17 giugno.

INPS ricorda che nel “Portale dei Pagamenti” sul sito dell’Istituto è stata rilasciata la funzione per il versamento dei contributi relativi a periodi di ferie non godute o mancato preavviso. L’Istituto specifica che quella funzionalità tiene conto di una duplice data di cessazione del rapporto di lavoro di colf e badanti valida ai fini giuridici e nel dettaglio:

  1. la data di cessazione del rapporto di lavoro per colf e badanti valida ai fini giuridici (quella in cui effettivamente è terminata la prestazione lavorativa);
  2. la data di fine dell’obbligo contributivo, che coincide con il termine dei giorni di mancato preavviso che hanno dato luogo alla relativa indennità sostitutiva.

Ricorda INPS in merito all’indennità sostitutiva del preavviso che lo stesso Istituto con la circolare n. 263 del 24 dicembre 1997, emanata in seguito alla entrata in vigore del D.lgs 2 settembre 1997, n. 314, ha precisato che le somme erogate come indennità sostitutiva devono essere aggiunte, ai fini del calcolo dei contributi, alla retribuzione dell’ultimo periodo di paga. Le stesse somme per l’indennità sostitutiva del preavviso devono essere però attribuite, ai fini dell’accredito dei contributi assicurativi a favore del lavoratore, al periodo cui esse si riferiscono (delibera del Consiglio di Amministrazione n. 63 del 4 maggio 1973 e circolare n. 365 C. e V. del 19 agosto 1974).

Per quanto riguarda le ferie non godute di colf e badanti INPS ricorda che, come stabilito anche dal CCNL di categoria, le stesse non possono essere monetizzate fatto salvo quelle che residuano alla cessazione del rapporto di lavoro. L’indennità sostitutiva delle ferie non godute di colf e badanti, ma vale per tutti, ha carattere retributivo. Ricorda INPS in merito la sentenza n. 11462 del 9 luglio 2012 e la successiva ordinanza n. 6189 del 26 marzo 2015 della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro.

Nella sentenza viene affermato il principio secondo il quale, specifica INPS “le ferie, che godono di rigorosa tutela di rilievo costituzionale, sono irrinunciabili e, conseguentemente, le somme erogate a tale titolo costituiscono un’erogazione di natura retributiva, giacché strettamente correlate al rapporto di lavoro. Si precisa, pertanto, che il pagamento della contribuzione previdenziale relativa alle somme imponibili corrispondenti al periodo (settimane/ore) di ferie maturate e non godute deve essere effettuato insieme all’ultimo periodo lavorato, fino alla data di effettiva cessazione del rapporto di lavoro.”

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L’attuale condizione dei lavoratori domestici a Roma ed il rapporto OIL

Dieci anni dopo l’adozione della storica Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) che ha riaffermato i loro diritti, colf e badanti lottano ancora per essere riconosciuti come lavoratori e prestatori di servizi essenziali. Secondo un nuovo rapporto dell’OIL, per molti di loro inoltre le condizioni sono peggiorate a causa della pandemia da COVID-19.

Durante la fase più critica della crisi, la perdita di lavoro tra i lavoratori domestici si attestava tra il 5 e il 20 per cento nella maggior parte dei paesi europei, così come in Canada e in Sudafrica. Nelle Americhe, la situazione e’ stata addirittura peggiore, con perdite di lavoro comprese tra il 25 e il 50 per cento.

Nello stesso periodo, le perdite di lavoro per gli altri lavoratori sono state inferiori al 15 per cento nella maggior parte dei paesi. Il rapporto evidenzia che circa 75,6 milioni di lavoratrici e lavoratori domestici nel mondo (il 4,5% dei lavoratori dipendenti in tutto il mondo) sono stati particolarmente colpiti dagli effetti della crisi, così come le famiglie che si affidano a questi lavoratori per soddisfare le esigenze quotidiane di assistenza e di cura.

“La crisi ha evidenziato la necessità di formalizzare il lavoro domestico e mettere in regola le badanti per garantire un lavoro dignitoso a questi lavoratori e lavoratrici, a partire dall’estensione a tutte le lavoratrici e i lavoratori domestici della legislazione sul lavoro e della sicurezza sociale e dalla loro effettiva applicazione”, ha affermato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder. In Italia l’Osservatorio nazionale DOMINA sul lavoro domestico ha riscontrato che negli ultimi vent’anni la presenza di stranieri, soprattutto donne, ha rappresentato un bacino molto importante per il settore. In particolare, la componente più numerosa è quella dell’Est Europa, tanto che ad oggi i lavoratori di quell’area rappresentano il 30,4% tra i collaboratori familiari (colf conviventi) e il 52,2% tra gli assistenti familiari (badanti conviventi).

Oltre a rappresentare un fenomeno economico (per molti Paesi le rimesse rappresentano una fonte importante: sfiora il 16% del PIL la Moldavia, mentre superano il 10% Georgia, Senegal e Ucraina), la vasta presenza di lavoratori domestici stranieri in Italia ha importanti ricadute sociali. DOMINA punta i riflettori sull’emigrazione di donne sole, disponibili a lavorare presso l’abitazione di anziani e non autosufficienti che ha determinato nei Paesi d’origine il fenomeno dei cosiddetti “orfani bianchi” – sarebbero almeno 350mila in Romania e 100mila in Moldavia – oltre che sugli effetti sulla psiche delle lavoratrici, lontane dai propri affetti e a stretto contatto con situazioni di malattia e sofferenza.

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Orfani bianchi e sindrome italia a Roma: l’impatto del fenomeno badanti

La presenza di lavoratori stranieri (soprattutto lavoratrici) ha rappresentato un bacino molto importante per il settore. In particolare, la componente più numerosa è quella dell’Est Europa, tanto che ad oggi i lavoratori di quell’area rappresentano il 30,4% tra i collaboratori familiari (colf) e il 52,2% tra gli assistenti familiari (badanti). Se dal punto di vista del Paese di destinazione conosciamo bene l’impatto socio-economico di questa presenza, sono spesso sottovalutate le conseguenze per i Paesi d’origine.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che si tratta di una presenza prevalentemente femminile: le donne rappresentano il 90,7% tra gli italiani e l’87,9% tra gli stranieri, con punte del 96,6% tra i domestici dell’Est Europa. Essendo il fenomeno dovuto principalmente alla necessità economica della famiglia, il primo effetto è il trasferimento di denaro dall’Italia verso i Paesi d’origine. Tali trasferimenti, registrati sotto il nome di “rimesse”, rappresentano per molti Paesi una fonte significativa di reddito. Le rimesse hanno la caratteristica di andare ad incidere direttamente sui bisogni primari delle famiglie (consumi, spese sanitarie, istruzione), mentre si traducono in misura molto marginale in risparmio o investimenti.

Osservando i dati 2020 sui flussi di denaro inviati dall’Italia, le prime destinazioni sono il Bangladesh (707 milioni, 10,5% del totale rimesse), la Romania (604,47 milioni, 8,9% del totale) e le Filippine (449,29 milioni, 6,6%).

Inoltre, a partire dai dati Istat Rcfl, per ciascuna nazionalità, l’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati.

Mediamente i lavoratori domestici (badanti conviventi o colf ad ore, ma anche babysitter) rappresentano quasi un quarto di tutti gli occupati stranieri. Tra alcune nazionalità, addirittura, i lavoratori domestici rappresentano oltre il 50% degli occupati: è il caso di Ucraina (59,0%), Georgia (64,5%), Filippine (58,9%) e Sri Lanka (54,3%). Per altre comunità, invece, la componente di lavoratori domestici è più bassa.

Sulla base di questi dati è possibile stimare, infine, la quota parte di rimesse riconducibile ai lavoratori domestici per ciascun Paese. Complessivamente, dunque, possiamo stimare che le rimesse inviate in patria dai lavoratori domestici italiani siano oltre 1,6 miliardi, pari a quasi un quarto delle rimesse complessive.

Oltre al dato economico, è opportuno considerare le ricadute (negative) dell’emigrazione di donne sole, disponibili a lavorare presso l’abitazione di anziani e non autosufficienti. Questo processo ha determinato nei Paesi d’origine il fenomeno dei cosiddetti “orfani bianchi”, ben raccontato dall’omonimo romanzo di Antonio Manzini e da numerosi reportage.

Bisogna considerare gli effetti sulla psiche delle lavoratrici, lontane dai propri affetti e a stretto contatto con situazioni di malattia e sofferenza. Lo stress e la privazione di relazioni affettive contribuiscono a sviluppare una forma di depressione nota col nome di “Sindrome Italia”, che si traduce in disturbi d’ansia, attacchi di panico, insonnia e depressione.

Orfani bianchi e Sindrome Italia sono due facce della stessa medaglia, il prodotto di un’emigrazione dettata da una crisi economica e da una mancanza di welfare che obbliga le famiglie a dividersi per garantire una vita dignitosa ai figli. Con ciò è bene riportare alla mente le parole del segretario generale della DOMINA, Lorenzo Gasparrini: la presenza di lavoratrici e lavoratori stranieri nelle case delle famiglie italiane è divenuta fondamentale per la cura di bambini e anziani e per la gestione della casa. È importante che i lavoratori e le lavoratrici mantengano un legame con la propria famiglia d’origine e soprattutto con i propri figli, anche attraverso le nuove tecnologie”.

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La tessera sanitaria e le badanti straniere a Roma

Gli italiani da qualche anno stanno facendo fatica a star dietro alle innumerevoli adempienze burocratiche: letteralmente sommersi da pec, spid, identità digitale, e quant’altro – sta diventando davvero impossibile poter dire “come ci chiamiamo” e “dove siamo nati”.

Sembra che la digitalizzazione anziché facilitare questi processi, abbia solo creato dei nuovi problemi, problemi di altro tipo, ma pur sempre problemi.

E proprio nelle ultime ore si sta discutendo dell’ingorgo burocratico creatosi a seguito della «tessera sanitaria»; infatti per accedere alla vaccinazione è necessario possederne una; e se il/la badante convivente è straniero/a il tutto può creare un intoppo di non poco conto. Eppure loro, i badanti extracomunitari, si prendono cura delle persone più fragili, anche rispetto al Covid.

Contro cui fanno fatica a difendersi, considerato che moltissime badanti ad ore o badanti di condominio, ma anche colf, ancora non riescono a prenotarsi per le vaccinazioni. Perché tanti sono sprovvisti di tessera sanitaria, fondamentale per poter accedere alle prenotazioni anche nel portale della Regione Lazio, che richiede, oltre al codice fiscale, anche «le ultime 13 cifre del codice numerico (Team) posto sul retro della tessera sanitaria».

Anche se in tutta Italia gli oltre 700mila immigrati da Paesi extra Ue è rilasciato il tesserino “Stranieri temporaneamente presenti” (Stp), che dovrebbe garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie urgenti o essenziali, proprio come le vaccinazioni. «L’Stp – come ha spiegato l’Istituto Nazionale salute, migrazioni e povertà (Inmp) – viene infatti rilasciato agli immigrati irregolari con più di tre mesi di presenza in Italia ma anche a chi ha fatto richiesta di asilo ma non ha ancora i documenti, come le badanti in attesa di regolarizzazione. Però le piattaforme regionali per le prenotazioni del vaccino Covid non prevedono l’accesso in assenza del codice fiscale e del numero di tessera sanitaria. Dunque, pur avendo diritto alla vaccinazione, in pratica queste persone non possono accedervi.

Al momento, solo la piattaforma informatica dell’Emilia-Romagna prevede l’inserimento dei codici Stp, Eni e permessi di soggiorno temporanei – ha rimarcato l’Inmp – È presente, quindi, un elemento di iniquità nell’accesso al servizio vaccinale. Il rischio è quello che si crei una bolla di persone non raggiungibili dai servizi sanitari pubblici e questo è un problema. Infatti se escludiamo fasce importanti di popolazione che vivono in Italia dalla possibilità di potersi vaccinare, da un lato esponiamo a maggior rischio la loro salute e dall’altro creiamo un rallentamento nel raggiungimento dell’immunità di comunità. Tale situazione – ha concluso l’Istituto – è stata segnalata al Ministero della Salute, che ha inviato una nota alle Regioni, ma la situazione resta al momento irrisolta».

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Miss badante, una iniziativa tutta romana

AES DOMICILIO ha sempre messo in luce anche gli aspetti più positivi del mondo delle badanti; le iniziative più “simpatiche” e “divertenti”, anche la presenza delle badanti conviventi all’interno di un contesto letterario o artistico. Qui parleremo di una iniziativa, per così dire, “estetica” in cui le badanti si ritrovano a gareggiare come in un vero e proprio concorso di bellezza dedicato solo a collaboratrici domestiche (colf e babysitter).

Il 20 giugno 2021 si svolgerà a Roma la 7° Edizione del Concorso “Miss Badante 2021”, dedicato alle donne – in maggioranza romene – che operano in Italia nel campo dell’assistenza alle famiglie e agli anziani. L’organizzatore dell’evento è l’Associazione “Lika Eventi”, presidente Elena Rodica Rotaru, designer e organizzatrice di eventi.

Per la prima volta, il concorso è aperto a partecipanti di tutte le nazionalità. Sono invitate a partecipare donne provenienti da Bulgaria, Polonia, Ucraina, Filippine ecc. che lavorano nel campo dell’assistenza alle famiglie.

Il concorso, giunto alla sua settima edizione, si è consolidato negli ultimi anni come un evento di successo, pensato per valorizzare le donne, romene e di altre nazionalità, che in Italia si prendono cura di anziani, bambini o persone con disabilità, chiamate, magari impropriamente, badanti. Attraverso il loro lavoro nelle famiglie italiane, riescono a svolgere un ruolo fondamentale nel contesto della società, nel suo insieme.

Il concorso si svolgerà seguendo un percorso di tre prove. La giuria, composta da personalità pubbliche, giornalisti, artisti, esperti di moda e hairstyle, italiani e romeni, assegnerà quattro premi. Saranno assegnati 3 premi della 7° edizione, “Miss Badante 2021”. Inoltre, per la prima volta, verrà assegnato il premio“Miss Badante WEB 2021”, al quale potranno partecipare donne che operano nel campo della cura della famiglia, provenienti da tutta Italia. I premi, offerti dagli sponsor, consistono in viaggi, trattamenti estetici, abbigliamento, cosmetici e cibo.

Care badanti – non perdetevi questa occasione!

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Animali domestici a Roma: le badanti devono accudirli?

Cani, gatti e più generali animali domestici: sempre più spesso le famiglie hanno bisogno di trovare una persona che se ne occupi in loro assenza, anche in previsione della programmazione delle vacanze estive. A chi rivolgersi quindi?

Non tutti sono a conoscenza del fatto che il tema dell’assistenza agli animali domestici è affrontato nel Contratto Collettivo Nazionale che regola il lavoro domestico. Nel Ccnl sono, infatti, contemplate ben due figure diverse a cui è attribuita questa mansione. La prima è quella dell’assistente agli animali domestici tout court, ovvero il lavoratore abitualmente definito ‘pet sitter’ nelle sue varie declinazioni, a cominciare da quelle più comuni di dog sitter o cat sitter.

Dal punto di vista dell’inquadramento va chiarito che quello del dog sitter, sebbene molto spesso venga a torto relegato nelle sfera dei ‘lavoretti’ o delle attività occasionali, è un lavoro dipendente a tutti gli effetti e come tale dovrebbe essere gestito: con busta paga, versamento dei contributi previdenziali, tfr, tredicesima mensilità. Il livello A è quello corretto all’interno del quale inquadrarlo. Importante precisare che questo lavoratore dovrà svolgere ‘esclusivamente mansioni di assistenza ad animali domestici’, come recita l’art. 9 del Ccnl, lettera e).

Diverso il caso della colf, la seconda figura deputata all’assistenza degli animali domestici. Al profilo del collaboratore familiare generico polifunzionale (Livello B) corrisponde, infatti, tra le altre cose anche la mansione di ‘assistente ad animali domestici’. Tradotto significa che alla classica colf convivente assunta per svolgere le plurime incombenze relative al normale andamento della vita familiare, dalla pulizia al riassetto, potrà essere chiesto anche di occuparsi degli animali domestici presenti in casa. Assodato che si tratti una delle mansioni stabilite dal contratto, altro tema è quello legato alla specifica competenza a farlo.

Non tutti i domestici, infatti, possono o vogliono occuparsi di questo, motivo per cui consigliamo alle famiglie di stabilire sempre le mansioni direttamente nella lettera di assunzione.

In ogni caso, che si tratti della colf o del pet sitter, è bene sapere che il Ccnl domestico prevede un periodo di 8 giorni di prova per valutare la competenza a svolgere i compiti stabiliti, le capacità e, perché no, anche l’empatia con l’animale domestico. E se sono due o più?

Anche qui, non tutti sono a conoscenza del fatto che il contratto non prevede una retribuzione maggiorata in correlazione al numero di animali da assistere: questo vale sia per la colf che per il pet sitter.

La paga oraria base è, infatti, definita da specifiche tabelle che vengono rivalutate annualmente per effetto dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Stando ai valori definiti per l’anno in corso al pet sitter (Livello A) dovrà essere corrisposta una retribuzione oraria di 4,69 euro, mentre alla colf (Livello B) di 5,86 euro. Parliamo di minimi retributivi, ovvero soglie sotto alle quali non è possibile scendere, tuttavia la retribuzione dei domestici è soggetta a logiche di mercato che possono far salire, e anche di molto, la paga base.

Sei alla ricerca di una badante convivente a Roma?

Con Aes Domicilio ti aiutiamo a cercare e trovare la badante giusta oppure, se hai già individuato la persona di cui ti fidi, ti aiutiamo a mettere in regola la tua badante. Siamo attivi con le nostre badanti in tutta la Regione Lazio e in particolare in provincia di Roma (badante Roma).

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