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Roma: La Disoccupazione e le Naspi per le Badanti

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (Badante a Ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (Badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (Badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento della disoccupazione e della richiesta della Naspi.

Spieghiamo che il governo, con decreto legislativo del 4 marzo 2015, n.22, ha previsto l’entrata in vigore della nuova assicurazione sociale per l’impiego chiamata NASPI, che è operativa per gli eventi di disoccupazione che si verificano a decorrere dal 1° maggio.

Vediamo come deve essere presentata la domanda di disoccupazione:

il collaboratore domestico appena licenziato dovrebbe subito rivolgersi al centro per l’impiego per sottoscrivere il DID ovvero la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

Di conseguenza chi ha diritto a ricevere la Naspi sono i badanti che hanno perduto involontariamente il lavoro  e che presentano questi tutti questi requisiti:

  • Stato di disoccupazione involontaria (licenziamento), se un lavoratore si dimette o risolve il rapporto consensualmente non può ricevere l’indennità di disoccupazione
  • Almeno 13 settimane di contributi nei ultimi 4 anni precedenti alla disoccupazione
  • 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi prima della disoccupazione (come da circolari inps num 142 e 194 del 2015)

La Naspi sarà rapportata alla retribuzione imponibile previdenziale degli ultimi 4 anni di impiego (anche non consecutivi).

L’importo verrà calcolato dividendo tale retribuzione per le settimane contributive e moltiplicate per 4.33 con questi limiti:

  • se la retribuzione non supera i 1.195 euro mensili, l’indennità mensile sarà uguale al 75% della retribuzione
  • se la retribuzione supera i 1.195 euro mensili, l’indennità mensile sarà uguale al 75% della retribuzione + il 25% della differenza tra retribuzione e 1.195
  • l’ importo massimo è comunque di 1300 euro (per il 2015)

Per i collaboratori domestici la retribuzione su cui si basa il calcolo della Naspi non è quella percepita mensilmente ma la retribuzione convenzionale che si basa sui contributi versati che, solitamente, risulta più bassa rispetto alla retribuzione totale percepita.

 

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Roma, Aesdomicilio Informa: l’Assegno di Accompagnamento

Benvenuti alla nostra società, un’organizzazione dedicata alla selezione delle migliori badanti a Roma per assistere gli anziani.

Abbiamo una missione chiara: garantire una vita di alta qualità per gli anziani, fornendo loro assistenza e compagnia di alta qualità.

Ci impegniamo a garantire che ogni badante selezionato soddisfi i nostri alti standard di professionalità, competenza, gentilezza e rispetto.

La nostra società è composta da un team di esperti nel campo dell’assistenza agli anziani, che lavora instancabilmente per assicurarsi che ogni badante sia in grado di fornire un’assistenza adeguata e personalizzata.

  • Capire le esigenze specifiche di ogni individuo è fondamentale per noi.
  • Crediamo che ogni anziano meriti di ricevere un’assistenza che rispetti la sua dignità, la sua indipendenza e le sue preferenze personali.
  • Offriamo presenza continua e di supporto sia alle famiglie che alle badanti.
  • Siamo consapevoli che affidare l’assistenza di un amato anziano a un estraneo può essere una decisione difficile, e per questo ci impegniamo a fornire un servizio trasparente, rispettoso e di fiducia.

Per questo motivo vediamo di cosa si tratta e come si può chiedere l’assegno di accompagnamento.

L’assegno di accompagnamento per gli anziani è un beneficio economico erogato in Italia a favore di persone anziane che si trovano in condizioni di non autosufficienza e che necessitano di assistenza continua nella vita quotidiana.

È finalizzato a garantire un sostegno finanziario per coprire i costi legati all’assistenza e all’accompagnamento di queste persone.

  1. Destinatari: L’assegno di accompagnamento è rivolto agli anziani di età pari o superiore a 65 anni che si trovano in condizioni di non autosufficienza grave o totale. Questo significa che devono essere affetti da patologie o disabilità che li rendono dipendenti dall’assistenza di terzi per svolgere le attività quotidiane.
  2. Requisiti: Per poter accedere all’assegno di accompagnamento, è necessario rispettare alcuni requisiti, come la residenza in Italia, la cittadinanza italiana o l’iscrizione regolare al Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, occorre dimostrare di avere un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%.
  3. Importo: L’importo dell’assegno di accompagnamento varia in base al grado di non autosufficienza dell’anziano. Attualmente, esistono tre livelli di riconoscimento: terzo livello (non autosufficienza grave), secondo livello (non autosufficienza grave con necessità di assistenza anche notturna) e primo livello (non autosufficienza totale). Gli importi sono stabiliti annualmente e possono essere soggetti a variazioni.
  4. Domanda e procedura: Per ottenere l’assegno di accompagnamento, è necessario presentare una specifica domanda all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) o ad altri enti preposti, come i Patronati. È importante fornire tutta la documentazione richiesta per dimostrare le condizioni di non autosufficienza.
  5. Verifiche periodiche: L’INPS può effettuare verifiche periodiche sullo stato di non autosufficienza dell’anziano per valutare se sussistono ancora i requisiti per il mantenimento dell’assegno di accompagnamento. Pertanto, è importante fornire eventuali aggiornamenti sulla situazione di salute e sottoporsi a visite mediche di controllo, se richiesto.

È importante sottolineare che le informazioni fornite possono essere soggette a modifiche nel tempo.

Per ottenere informazioni aggiornate e precise sull’assegno di accompagnamento per gli anziani, è consigliabile consultare direttamente il sito ufficiale dell’INPS o rivolgersi a un Patronato o a un professionista esperto in materia previdenziale.

 

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Le Storie dei Nostri Nonni a Roma

Quando ascoltiamo le storie dei nostri nonni a Roma, veniamo trasportati in un tempo e in un luogo diversi, un mondo che non esiste più ma che continua a vivere nelle loro parole.

Storie di guerre e di pace, di gioia e di sofferenza, di amore e di perdita.

Storie che ci mostrano come la vita può essere dura, ma anche come si possa trovare la forza per superare le difficoltà e proseguire.

Ci mostrano come le società cambiano nel tempo, come le persone si adattano alle nuove circostanze e come le scelte che facciamo possono avere conseguenze a lungo termine.

Ma le storie raccontate dei nonni non sono solo lezioni di storia.

Sono anche fonte di ispirazione e di guida.

  • Ci insegnano l’importanza di mantenere vive le tradizioni e i legami familiari, di rispettare la natura e l’ambiente, di lavorare duro per realizzare i propri sogni.
  • Ci fanno apprezzare le cose che abbiamo, ci fanno capire quanto siamo fortunati a vivere in un’epoca di pace e prosperità.
  • Ci insegnano a non dare nulla per scontato e a valorizzare ogni momento della nostra vita.
  • Ci mostrano che ogni generazione ha la possibilità di fare la differenza, di cambiare il mondo in meglio.
  • Ci insegnano che ogni scelta che facciamo, ogni azione che intraprendiamo, ha un impatto sul mondo e sulle generazioni future.

Quando un nonno ci racconta la sua vita, ci sta dando la possibilità di mantenere viva la loro memoria e di onorare il loro contributo alla nostra vita; quando condividiamo le loro storie con le generazioni future, ci assicuriamo che il loro spirito, la loro saggezza e i loro insegnamenti continuino a vivere e a ispirare le persone.

In conclusione, le storie del tempo passato dei nostri nonni sono un regalo prezioso che arricchisce la nostra vita e ci aiuta a costruire un futuro migliore.

Sono un tesoro di saggezza, di esperienze e di insegnamenti che ci guida, ci ispira e ci dà la forza di affrontare le sfide della vita.

Dobbiamo apprezzare e conservare queste storie, perché sono una parte fondamentale del nostro patrimonio e della nostra identità.

 

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L’Inizio dell’Autunno e le Attività della Badante con l’Anziano a Roma

L’autunno è una stagione di transizione, un periodo che ci permette di passare dal calore dell’estate al clima più freddo dell’inverno.

Si tratta di un periodo di cambiamento non solo per la natura, ma anche per la nostra routine quotidiana.

Le sfide e opportunità che si trovano di fronte le badanti a Roma possono variare da piccoli cambiamenti nella routine quotidiana, come l’adattamento ai cambiamenti di luce naturale e temperatura, fino a possibili problemi di salute legati al cambiamento stagionale.

Una sfida comune che le badanti conviventi affrontano durante l’autunno è il cambiamento della temperatura.

Per gli anziani questo può significare un rischio maggiore di raffreddori e influenze, è importante per le badanti assicurarsi che gli anziani siano adeguatamente vestiti e protetti dal freddo, come assicurarsi che indossino strati di abbigliamento, che la casa sia adeguatamente riscaldata .

L’autunno è anche il periodo in cui la luce del giorno inizia a diminuire.

È naturale che bisogna assicurare agli anziani di vederci bene , quindi le badanti possono aiutare adattando l’illuminazione della casa per assicurarsi che sia adeguata durante le ore di luce più brevi.

Ma l’autunno non porta solo sfide, porta anche opportunità.

Ad esempio, è un’ottima stagione per godere delle bellezze della natura.

Le foglie che cambiano colore, la freschezza dell’aria, i frutti autunnali come le mele e le pere possono essere un vero piacere.

Le badanti possono organizzare passeggiate all’aperto o attività di giardinaggio con gli anziani.

Questo non solo fornisce stimolazione fisica e mentale, ma può anche essere un’ottima occasione per trascorrere del tempo di qualità insieme.

Un altro aspetto da considerare durante l’autunno è la nutrizione degli anziani.

Con l’arrivo della stagione autunnale, cambia anche la disponibilità di alcuni alimenti.

Le badanti possono sfruttare l’abbondanza di verdure autunnali come zucche, cavoli, melanzane, e frutti come mele e fichi per preparare pasti nutrienti e gustosi.

Al giorno d’oggi i mesi autunnali diventano un momento in cui molte famiglie si riuniscono per celebrare le festività come Ognissanti e ricordare i propri cari defunti.

Queste possono essere ottime opportunità per gli anziani di trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici, che può contribuire a migliorare il loro benessere emotivo.

È importante ricordarci anche per le badanti l’autunno è un periodo di cambiamento, quindi che le badanti si prendano cura anche di sé stesse .

Il cambio di stagione può essere un momento stressante, quindi è essenziale che le badanti prestino attenzione alla propria salute fisica e mentale.

 

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Roma, la Storia di Nonno Giovanni e il Ricordo della Guerra

Purtroppo i nostri giorni sono ricchi di notizie terribili da tutto il mondo, in particolare dalle zone di guerra.

I nostri nonni a Roma hanno vissuto periodi simili e ascoltarli può esserci di aiuto per cercare di evitare nel futuro guerre.

Bisogna saper ascoltare gli anziani.

Intervistatore:

«Signor Rossi, potrebbe raccontarci alcuni dettagli specifici su come la guerra ha cambiato la sua vita?»

Nonno Giovanni:

«Certamente. La guerra ha avuto un impatto molto profondo su di me, sia a livello fisico che emotivo.

Durante il conflitto, ho visto la distruzione, la violenza e la morte in modi che non avrei mai potuto immaginare. Ho vissuto in trincee fangose, ho combattuto in battaglie brutali e ho assistito alla sofferenza umana in prima persona. Ho dovuto fare i conti con la paura costante e con la consapevolezza che la mia vita poteva finire da un momento all’altro.
Queste esperienze hanno lasciato un segno indelebile sulla mia psiche. Dopo la guerra, ho sofferto di disturbi post-traumatici da stress. Avevo incubi ricorrenti e mi svegliavo spesso di soprassalto, rivivendo gli orrori della guerra. Era difficile per me adattarmi alla quotidianità e alle cose normali della vita. Ho perso molta fiducia nell’umanità e ho avuto difficoltà a fidarmi degli altri.

Il mio rientro a casa è stato difficile. Inizialmente, ero tormentato dai ricordi della guerra e mi sentivo alienato dalla vita civile. La società sembrava continuare come se niente fosse successo, mentre io portavo ancora addosso le cicatrici fisiche e mentali della guerra. Era difficile comunicare con la mia famiglia e gli amici che non avevano vissuto le stesse esperienze. Mi sentivo isolato e spesso mi ritrovavo a evitare le situazioni sociali.

Tuttavia, nel corso del tempo, ho iniziato a guarire lentamente. Ho trovato conforto nella mia famiglia e ho cercato di ricostruire la mia vita. Ho incontrato altri veterani di guerra con cui potevo condividere le mie esperienze e che mi hanno aiutato a superare i traumi. Ho cercato di trovare uno scopo nella pace, impegnandomi in attività che promuovessero la riconciliazione e la comprensione tra le persone.»

Continua poi Nonno Giovanni:

« Ora, guardando indietro alla guerra, provo ancora tristezza e dolore per tutto ciò che è successo. La guerra è una cosa terribile e distruttiva, che sconvolge la vita di milioni di persone. Tuttavia, ho imparato molte lezioni preziose da quella esperienza. Ho imparato a valorizzare la pace e la libertà, a non dare mai per scontato la vita e a cercare di risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la diplomazia. Sono grato di essere sopravvissuto e di poter raccontare la mia storia.»

Intervistatore:

“Spero che le generazioni future possano imparare dagli errori del passato e lavorare per un mondo migliore, in cui la guerra sia solo un ricordo triste. Mi preoccupa che in un’epoca di conflitti e tensioni globali, sia fondamentale preservare la memoria storica delle persone che hanno vissuto la guerra e trasmettere le loro testimonianze alle generazioni future.”

Nonno Giovanni ribatte:

«Penso che sia importante riflettere sulla guerra e sulle sue conseguenze, affinché non venga dimenticato l’enorme costo umano e l’impatto devastante che ha sulle persone, sulle comunità e sulle nazioni. Attraverso la conoscenza della storia, possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza dell’importanza della pace, della tolleranza e del rispetto reciproco.»

Intervistatore:

«Il mio desiderio è che le nuove generazioni possano lavorare insieme per risolvere i conflitti attraverso mezzi pacifici e per costruire una società basata sulla giustizia, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani. Spero che il ricordo delle sofferenze causate dalla guerra possa fungere da motivazione per promuovere la pace e per evitare che tragedie simili accadano in futuro.»

Nonno Giovanni:

«Sono d’accordo con te. È fondamentale che le generazioni future siano consapevoli delle atrocità della guerra e dei suoi effetti distruttivi. Spero che le testimonianze di coloro che hanno vissuto la guerra possano essere tramandate e ascoltate, perché solo attraverso la conoscenza e la comprensione della storia possiamo evitare di ripetere gli stessi errori.
Mi auguro che le nuove generazioni siano impegnate nella costruzione di un mondo più pacifico, in cui le differenze vengano affrontate con dialogo e rispetto anziché con la violenza. Sono ottimista sul fatto che le lezioni apprese dalla storia possano ispirare un cambiamento positivo e un impegno per la pace in tutto il mondo.»

Intervistatore:

«Grazie ancora, signor Rossi, per la sua testimonianza preziosa. Le sue parole sono un monito importante per tutti noi. Spero che la sua storia continui a ispirare riflessioni profonde e a promuovere la pace nella nostra società.»
 

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La Vecchiaia a Roma: una Fase di Vita Ricca di Saggezza, Esperienze e Opportunità

La vecchiaia è una fase della vita che suscita emozioni e reazioni diverse nelle persone.

Mentre alcuni anziani a Roma possono percepire la vecchiaia come un periodo di declino e fragilità, è importante riconoscere che questa fase può essere anche un momento di saggezza, esperienze significative e nuove opportunità.

Una delle caratteristiche distintive della vecchiaia è l’accumulo di saggezza.

Nel corso degli anni, le persone anziane hanno vissuto una miriade di esperienze e hanno affrontato una vasta gamma di situazioni.

Queste esperienze permettono di sviluppare una prospettiva unica sulla vita e di offrire consigli preziosi alle generazioni più giovani.

La saggezza può derivare dall’aver superato sfide, aver fatto scelte difficili e aver imparato dagli errori commessi lungo il percorso. La capacità di riflettere sulle proprie esperienze e di condividerle con gli altri può portare a un senso di realizzazione e di significato nella vecchiaia.

Allo stesso tempo, la vecchiaia può presentare delle sfide significative.

  • La salute fisica può deteriorarsi e possono sorgere problemi di mobilità e di salute mentale.
  • La perdita di amici e familiari può essere una realtà comune, portando a sentimenti di solitudine e tristezza.
  • La consapevolezza della propria mortalità può diventare più acuta.

Tuttavia, molte persone anziane affrontano queste sfide con una straordinaria resilienza.

La resilienza è la capacità di adattarsi e di recuperare dalle avversità, ed è un tratto che molte persone anziane dimostrano di possedere.

La capacità di affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione può aiutare a superare le sfide della vecchiaia e a mantenere una qualità di vita soddisfacente.

La cura e il sostegno adeguati sono essenziali per garantire il benessere delle persone anziane.

È importante che la società fornisca servizi sanitari di qualità, accessibili e adattati alle esigenze specifiche degli anziani.

Ciò può includere l’accesso a medici specialistici, programmi di riabilitazione e servizi di assistenza domiciliare.

Inoltre, l’accessibilità degli spazi pubblici e delle abitazioni è fondamentale per garantire che le persone anziane possano vivere in modo sicuro e indipendente.

L’impegno sociale e l’attività fisica sono anche elementi cruciali per promuovere una buona salute e un senso di appartenenza nella vecchiaia.

Un altro aspetto importante della vecchiaia è il ruolo delle relazioni intergenerazionali.

L’interazione con le generazioni più giovani può essere benefica per entrambe le parti.

Le persone anziane possono condividere la loro saggezza e le loro esperienze di vita, mentre le generazioni più giovani possono offrire nuove prospettive e energia.

Questi scambi possono aiutare a contrastare la discriminazione legata all’età e a promuovere un senso di comunità e connessione intergenerazionale.

Nell’era digitale, le persone anziane possono anche trarre vantaggio dall’apprendimento delle nuove tecnologie.

L’uso di smartphone, tablet e computer può aiutare le persone anziane a rimanere connesse con familiari e amici, a accedere a servizi online e a partecipare a attività di apprendimento online.

Allo stesso tempo, le persone più giovani possono imparare dai loro anziani l’importanza della comunicazione faccia a faccia e della connessione umana.

Tuttavia, non dobbiamo ignorare le difficoltà che le persone anziane possono incontrare nel navigare nel mondo digitale.

La mancanza di familiarità con la tecnologia può portare a sentimenti di isolamento e frustrazione. Pertanto, è importante fornire formazione e assistenza nell’uso della tecnologia per le persone anziane.

Un altro aspetto fondamentale della vecchiaia è il contributo che le persone anziane possono dare alla società.

Molti anziani sono attivi come volontari, mentori, consulenti e leader nella loro comunità.

Questo contributo non solo arricchisce la società, ma offre anche alle persone anziane opportunità di impegnarsi in attività significative.

Come società, abbiamo la responsabilità di garantire che le persone anziane siano rispettate, sostenute e valutate per il loro contributo.

Dobbiamo anche lavorare per creare comunità che accolgano e valorizzino le persone di tutte le età, promuovendo un ambiente in cui la vecchiaia possa essere vista non come un periodo di declino, ma come un’opportunità per continuare a crescere, apprendere e contribuire alla vita di coloro che ci circondano.

 

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Roma, la Storia della Badante Eva e la Dedizione al Lavoro

Raccontiamo la storia di Eva una badante a Roma.

Eva era una donna di mezza età, di origine marocchina, con un cuore gentile e mani laboriose.

Proveniente da una famiglia modesta, aveva imparato a lavorare duramente fin da giovane e a prendersi cura degli altri con grande affetto.

Quando la crisi economica colpì il Marocco, Eva decise di cercare opportunità all’estero per garantire un futuro migliore ai suoi figli.

Dopo molte ricerche e colloqui, ottenne un lavoro come badante convivente in Italia.

Il suo incarico era quello di prendersi cura di una signora anziana, Maria, che viveva su una sedia a rotelle a causa di una malattia degenerativa.

Maria era una donna forte e indipendente, ma la malattia aveva limitato la sua mobilità e aveva quindi bisogno di assistenza quotidiana.

Nei primi giorni, Eva si trovò di fronte a molte sfide.

Non solo doveva adattarsi a un nuovo paese e a una nuova cultura, ma doveva anche imparare a comunicare con Maria, che parlava solo italiano. Eva parlava un po’ d’italiano, ma non abbastanza da avere conversazioni fluide.

Tuttavia, con il tempo, imparò a capire meglio Maria e riuscì a comunicare con lei in modo più efficace.

Eva si prese cura di Maria con grande dedizione, aiutandola nelle attività quotidiane come cucinare, pulire, fare la spesa e assicurarsi che prendesse i suoi farmaci.

Oltre a ciò, Eva era lì per Maria in momenti di bisogno, ascoltava le sue paure e le sue preoccupazioni, le raccontava storie del Marocco e la faceva ridere con i suoi aneddoti.

Col passare del tempo, Eva e Maria svilupparono un legame profondo.

Maria iniziò a vedere Eva non solo come una badante, ma come un’amica e una confidente. Eva, a sua volta, vedeva Maria come una seconda madre.

La loro storia è anche un promemoria dell’importanza del lavoro delle badanti, che spesso sono dimenticate o non apprezzate abbastanza. Eva, come molte altre badanti, ha lasciato il suo paese e la sua famiglia per prendersi cura di qualcun altro, dimostrando una grande forza e un grande spirito di sacrificio.

Infine, la storia di Eva e Maria ci mostra che non importa da dove veniamo o quale lingua parliamo, tutti abbiamo bisogno di amore, cura e compagnia.

E che, nonostante le differenze, possiamo trovare un terreno comune e costruire relazioni significative.

Eva continuò a lavorare per Maria per diversi anni, diventando una figura insostituibile nella sua vita.

Nonostante la sua malattia, Maria sembrava rinvigorita dalla presenza di Eva e dalla loro amicizia. Le risate e le storie che condividevano insieme erano diventate una fonte di comfort e gioia per entrambe.

Anche se Eva sentiva la mancanza della sua famiglia in Marocco, si rallegrava nel sapere che stava facendo la differenza nella vita di Maria.

I soldi che mandava a casa ogni mese aiutavano i suoi figli a frequentare la scuola e a garantire un futuro migliore.

La morte di Maria fu un colpo duro per Eva. Aveva perso non solo la persona di cui si prendeva cura, ma anche una cara amica.

Tuttavia, Eva sapeva che aveva dato a Maria gli ultimi anni di vita migliori possibili e che Maria era grata per la sua assistenza e amicizia.

Dopo la morte di Maria, Eva decise di rimanere in Italia.

Aveva costruito una vita lì e sentiva che poteva fare la differenza nella vita di altre persone anziane.

Continuò a lavorare come badante, portando con sé l’amore e la cura che aveva mostrato a Maria.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”. Guarda anche la nostra pagina dedicata all’Assistenza domiciliare anziani prezzi

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La Badante a Roma, quanto è Importante il Suo Lavoro di Assistenza

Riportiamo anche a Roma  la notizia non recentissima di una campagna, apparentemente pro-anziani, condotta negli Stati Uniti e per la quale sono state investite grosse somme provenienti dalle tasse dei cittadini di New York.

Il Governo statunitense ha infatti deciso che gli anziani non devono stare da soli e che è dunque necessario provvedere a colmare l’eventuale solitudine.

Fin qui un’ottima notizia naturalmente e ci si chiede immediatamente quale brillante idea abbiano avuto gli americani.

Ebbene, la questione è: agli anziani Alexa non basta, ci vuole qualcosa (qualcosa, si badi bene, non qualcuno) di molto più evoluto ed ecco che la scelta cade su ELLI-Q un robottino di produzione israeliana, pronto per essere distribuito a un campione di soggetti onde aiutarli a sconfiggere l’isolamento sociale.

L’iniziativa parte dai responsabili dell‘Ufficio per l’Invecchiamento, che si sono mostrati entusiasti delle prestazioni del robottino.

Elli-Q sarà in grado di conversare in modo logico e coerente con l’anziano, di metterlo in contatto con i suoi cari, di ricordargli di prendere le medicine, di fare esercizio fisico e monitorare la sua salute.

Il robottino è composto di due parti, fissate su una stessa base: la prima, con microfono e altoparlante, ricorda vagamente una testa priva di faccia che si illumina e si volta verso l’interlocutore o verso la sua seconda parte, un tablet sul quale appaiono i parametri dell’anziano, immagini, videochiamate, e altre funzioni pratiche.

Viene definito “strumento proattivo” in grado di simulare interazioni con persone reali, di ridurre lo stress, favorire il sonno e la corretta idratazione.

Come? Ricordando all’anziano di bere, di prendere le medicine e, forse, cantandogli una ninna nanna.

La ditta produttrice arriva a sottolineare le capacità empatiche della macchina, che modellerebbe il proprio comportamento sulla base di quello dell’assistito.

C’è chi grida alla meraviglia, c’è chi ritiene che questo sia il futuro.

Potrebbe, certo, come negare a prescindere una tale possibilità?

Ma si può pensare che sostituire un figlio, un nipote o anche una semplice badante, con una macchina possa essere davvero di beneficio per una persona anziana, già di per sé estraniata da una società in corsa verso chissà quali obiettivi tecnologici?

Stiamo parlando di qualcuno che passa le sue giornate in una casa vuota, aspettando un figlio, una colf, una badante e il cui unico desiderio è quello di essere con un’altra persona e dunque, quanto è crudele rifilare a questo qualcuno una macchinetta, che non può far altro che simulare il comportamento di un essere vivente?

Questo stratagemma per delegare la responsabilità di un essere umano in modo economico, non servirebbe che a isolare ancora di più qualcuno che già è isolato, per propria o altrui volontà, disumanizzandolo completamente ed estraniandolo dal mondo reale, se ancora reale si può definire il mondo che sta arrivando.

Questo volume è iniziato considerando la differenza del ruolo dell’anziano nelle società arcaiche e quella attuale, sempre più alienante, dal dopoguerra in poi.

In pochi decenni l’anziano, il saggio, è diventato soltanto il vecchio, quello da mettere in un ricovero oppure, per fortuna sempre più spesso, da affidare a un badante.

Oggi il ruolo dell’anziano arriva a forme disumane: pur non volendo fare nomi, si ricordino le parole di una figura di grande spicco della politica europea che auspica ‚neppure troppo velatamente, l’eliminazione dell’anziano, in quanto elemento non più produttivo economicamente e dunque inutile palla al piede.

Considerando che tale personaggio è del ’56, non resta che aspettarsi il buon esempio da parte sua nel giro di pochi anni.

Come visto ripetutamente, e come sottolineato da numerosi studi sulla vecchiaia, proprio il sentirsi un inutile peso favorisce nell’anziano la depressione, il lasciarsi andare al decadimento fisico e mentale, percependo se stesso come inutile alla vita e a una società che mette da parte qualcuno non in grado di stare al passo con una tecnologia sempre più incalzante, troppo veloce perfino per chi ne fa abitualmente uso.

Ci si chiede quindi, come sia possibile pensare sul serio che una delle cause della segregazione dell’anziano possa essere una soluzione al problema da essa stessa creato.

Suona ossimorico o, con un po’ di cinismo in più, una gran presa in giro.

Abbiamo visto ed esaminato come la figura della badante convivente sia sempre più fondamentale per il sostegno delle famiglie nell’assistenza ai propri cari e, spesso, si riveli importante non solo per l’assistito in sé, ma per i congiunti che la prendono come punto di riferimento e confidente.

Ebbene, una società evoluta probabilmente dovrebbe trovare soluzioni tali da riportare il nonno al centro della famiglia, rendendolo sempre più in salute, sia fisica che mentale, autonomo e vitale ma, in ogni caso, con una figura in grado di sostenerlo, assisterlo e supportarlo in ogni momento della giornata.

 

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Raccomandazioni su Podcast, Libri e Documentari per l’Assistenza Anziani a Roma

Gli anziani di Roma fanno parte della nostra vita, sono i nostri nonni, i nostri genitori, i nostri zii o parenti acquisiti.

L’assistente familiare diventa parte della famiglia nel momento in cui viene ad assistere il nostro caro a Roma.

Il lavoro dell’assistente familiare può essere complicato, bello e stimolante, ma difficile.

Ci sono vari documenti nel quale possiamo trovare delle indicazioni e consigli utili sull’assistenza agli anziani.

Vediamo un po’ alcuni di loro.

Partiamo con i libri:

  1.  “Being Mortal: Medicine and What Matters in the End” di Atul Gawande – In questo libro, il dottor Gawande esplora il modo in cui la medicina moderna ha affrontato la vecchiaia, la morte e la cura degli anziani. Offre una prospettiva illuminante sugli aspetti emotivi e sociali dell’assistenza agli anziani.
  2. Elderhood: Redefining Aging, Transforming Medicine, Reimagining Life” di Louise Aronson – L’autrice, un medico geriatra, esplora l’esperienza dell’invecchiamento e come la società può migliorare l’assistenza agli anziani. Il libro affronta temi come la salute, la cura, la solitudine e l’autonomia.
  3. “The 36-Hour Day: A Family Guide to Caring for People Who Have Alzheimer Disease, Other Dementias, and Memory Loss” di Nancy L. Mace e Peter V. Rabins – Questo libro è una risorsa preziosa per le famiglie che si occupano di persone affette da demenza. Offre consigli pratici, informazioni sulla gestione dei sintomi e sulle risorse disponibili.
  4. “Being My Mom’s Mom” di Loretta Anne Woodward Veney – Questo libro toccante racconta la storia di una donna che si prende cura della madre affetta da demenza. Offre una prospettiva personale e intima sull’esperienza del caregiving.
  5. “Can’t We Talk about Something More Pleasant?” di Roz Chast – Questo memoir grafico affronta in modo umoristico e toccante il tema dell’assistenza agli anziani. La vignettista Roz Chast racconta la storia dei suoi genitori anziani e delle sfide che ha affrontato nel prendersene cura.

Nel mondo di oggi, soprattutto utilizzati dalla fascia più giovane che possono essere i nipoti o i figli delle persone da assistere ci sono i podcast.

Podcast consigliati:

  1. “The Agewyz Podcast” – Condotta da Jana Panarites, questa serie di interviste esplora le esperienze di anziani, caregiver e professionisti nel campo dell’assistenza agli anziani. Copre una vasta gamma di argomenti, tra cui demenza, salute mentale e invecchiamento attivo.
  2. “The Senior Caregiver Podcast” – Questo podcast offre consigli pratici e supporto emotivo per i caregiver che si occupano di anziani. Copre argomenti come la gestione dello stress, la comunicazione efficace e le risorse disponibili.
  3. “Caregiver SOS On Air” – Prodotta dall’Alzheimer’s Association, questa serie radiofonica si concentra sugli aspetti pratici e emotivi dell’assistenza agli anziani. Copre argomenti come la salute del caregiver, la gestione del tempo e la pianificazione a lungo termine.

Non per ultimo di importanza, abbiamo ovviamente i documentari:

  1. “Alive Inside: A Story of Music and Memory” – Questo documentario toccante esplora l’uso della musica per risvegliare i ricordi e la consapevolezza nelle persone affette da demenza. È un’opera emozionante che mette in luce il legame tra musica e memoria.
  2. “The Age of Love” – Questo documentario segue un gruppo di anziani che partecipano a un evento di speed dating, offrendo una prospettiva unica sulla ricerca dell’amore nella vecchiaia.
  3. “Caring for Mom & Dad” – Questo documentario della PBS esplora le sfide che i caregiver familiari affrontano nel prendersi cura dei loro genitori anziani. Offre una visione intima delle difficoltà emotive e finanziarie del caregiving.
  4. “Gen Silent” – Questo film documentario segue la vita di sei anziani LGBT che devono affrontare la possibilità di nascondere la loro sessualità o genere per evitare discriminazioni e pregiudizi nell’assistenza agli anziani.

Naturalmente girovagante per internet si possono trovare dei siti che offrono appoggio e competenze:

  1. “Family Caregiver Alliance” – Questo sito web fornisce una vasta gamma di risorse per i caregiver familiari, tra cui guide, strumenti di valutazione, consigli per la gestione dello stress e informazioni sulla legislazione pertinente.
  2. “National Institute on Aging” – Il sito web dell’Istituto Nazionale sull’Invecchiamento offre numerose risorse, tra cui informazioni sulle malattie e sulle condizioni legate all’età, suggerimenti per il caregiving e consigli per mantenere un invecchiamento sano.
  3. “Alzheimer’s Association” – Questo sito web è una risorsa preziosa per i caregiver di persone affette da Alzheimer. Oltre a fornire informazioni sulla malattia e sulla sua gestione, il sito offre supporto e consigli ai caregiver.

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permesso soggiorno badanti roma

Roma, il Permesso di Soggiorno della Badante

Il lavoro della badante a Roma è prevalentemente composto da persone provenienti da paesi esteri.

Molte figure sono dell’Europa mentre altre provengono da Stati extraeuropei.

Da qui la necessità, per procedere con l’assunzione in regola del contratto nazionale dei collaboratori domestici, di avere tra i documenti in regola anche il permesso di soggiorno.

Vediamo nello specifico proprio di cosa si tratta:

innanzitutto i permessi sono sempre con scadenza, a parte quelli di soggiornante di lungo periodo Ue.

Ma da quest’anno anche le badanti con il permesso illimitato dovranno recarsi presso la Questura per rinnovare il permesso.

Infatti a seguito della legge 238/2021 il permesso UE per soggiornanti di lungo periodo non riporta più la dicitura “durata illimitata”, ma indica la durata di dieci anni (cinque per i minori di anni diciotto). Questa durata è riferita esclusivamente alla validità del documento e non alla regolarità del soggiorno. Nei contenuti invece il permesso attribuisce ancora il diritto permanente al soggiorno.

Occorre tenere a mente però che dal 3 agosto 2023 coloro che abbiano ancora il vecchio modello devono chiederne la sostituzione, ovvero l’aggiornamento.

Infatti a seguito della modifica, il nuovo art. 9 del T.U. Immigrazione prevede espressamente: “il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da oltre dieci anni alla data di entrata in vigore della presente legge non e’ più valido per l’attestazione del regolare soggiorno nel territorio dello Stato”.

I cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo emesso da più di 10 anni devono richiedere l’aggiornamento del titolo recandosi presso gli uffici di Poste Italiane e compilando il kit da inviare in Questura.

La normativa ha introdotto alcune novità anche con riferimento alle carte di soggiorno per i familiari di cittadini dell’Unione Europea:

infatti i documenti di soggiorno cartacei in circolazione cessano di avere validità il 3 agosto 2023 e dovranno essere sostituiti con il nuovo permesso di soggiorno in formato elettronico.

Anche in questo caso si tratta di un semplice aggiornamento del titolo di soggiorno già posseduto, che potrà essere effettuato con due modalità alternative: lo straniero potrà recarsi presso l’ufficio postale e compilare il kit da inviare in Questura.

Vediamo ora come si procede per rinnovare il permesso di soggiorno:

vi sono i kit postali che si trovano presso gli uffici postali, più precisamente presso lo Sportello Amico di Poste Italiane.

È importante tenere presente che non tutti gli uffici postali dispongono dei kit per la richiesta del permesso di soggiorno, ma solo quelli abilitati e contenenti il cd. Sportello Amico. In genere si trovano negli uffici centrali/più grandi di ogni città.

È necessario scrivere in stampatello con penna nera, rigorosamente all’interno degli appositi spazi, seguendo le istruzioni contenute nel kit e sarà inoltre necessario allegare:

  • il passaporto in corso di validità o qualsiasi documento di viaggio equipollente
  • copia dei documenti a supporto della domanda per il tipo di permesso di soggiorno richiesto
  • prova di assicurazione sanitaria. In alcuni casi si ha diritto all’assistenza sanitaria gratuita, mentre in altri è necessario pagare una quota annuale.

Con il kit compilato e i documenti richiesti, è necessario presentarsi allo Sportello Amico, portando con sé anche i documenti originali nel caso sia necessario verificarli.

Assicurati di non firmare la domanda e soprattutto di non chiudere la busta: gli impiegati postali dovranno prima esaminare la tua domanda.

L’ufficio postale rilascerà una ricevuta, che dovrà essere conservata come prova della richiesta del permesso di soggiorno.

La ricevuta, unita all’originale del permesso scaduto o al visto d’ingresso (se si tratta di primo rilascio), deve essere conservata accuratamente.

Infatti, i tempi di attesa di rilascio del permesso di soggiorno sono molto lunghi e la ricevuta costituisce prova di inoltro della domanda, dimostrando quindi di essere legalmente soggiornanti nel territorio italiano.

Successivamente l’interessato riceverà una comunicazione di convocazione nella quale sarà indicato il giorno in cui dovrà presentarsi in Questura munito di fotografie, per essere sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici.

 

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