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La Badante a Roma, quanto è Importante il Suo Lavoro di Assistenza

Riportiamo anche a Roma  la notizia non recentissima di una campagna, apparentemente pro-anziani, condotta negli Stati Uniti e per la quale sono state investite grosse somme provenienti dalle tasse dei cittadini di New York.

Il Governo statunitense ha infatti deciso che gli anziani non devono stare da soli e che è dunque necessario provvedere a colmare l’eventuale solitudine.

Fin qui un’ottima notizia naturalmente e ci si chiede immediatamente quale brillante idea abbiano avuto gli americani.

Ebbene, la questione è: agli anziani Alexa non basta, ci vuole qualcosa (qualcosa, si badi bene, non qualcuno) di molto più evoluto ed ecco che la scelta cade su ELLI-Q un robottino di produzione israeliana, pronto per essere distribuito a un campione di soggetti onde aiutarli a sconfiggere l’isolamento sociale.

L’iniziativa parte dai responsabili dell‘Ufficio per l’Invecchiamento, che si sono mostrati entusiasti delle prestazioni del robottino.

Elli-Q sarà in grado di conversare in modo logico e coerente con l’anziano, di metterlo in contatto con i suoi cari, di ricordargli di prendere le medicine, di fare esercizio fisico e monitorare la sua salute.

Il robottino è composto di due parti, fissate su una stessa base: la prima, con microfono e altoparlante, ricorda vagamente una testa priva di faccia che si illumina e si volta verso l’interlocutore o verso la sua seconda parte, un tablet sul quale appaiono i parametri dell’anziano, immagini, videochiamate, e altre funzioni pratiche.

Viene definito “strumento proattivo” in grado di simulare interazioni con persone reali, di ridurre lo stress, favorire il sonno e la corretta idratazione.

Come? Ricordando all’anziano di bere, di prendere le medicine e, forse, cantandogli una ninna nanna.

La ditta produttrice arriva a sottolineare le capacità empatiche della macchina, che modellerebbe il proprio comportamento sulla base di quello dell’assistito.

C’è chi grida alla meraviglia, c’è chi ritiene che questo sia il futuro.

Potrebbe, certo, come negare a prescindere una tale possibilità?

Ma si può pensare che sostituire un figlio, un nipote o anche una semplice badante, con una macchina possa essere davvero di beneficio per una persona anziana, già di per sé estraniata da una società in corsa verso chissà quali obiettivi tecnologici?

Stiamo parlando di qualcuno che passa le sue giornate in una casa vuota, aspettando un figlio, una colf, una badante e il cui unico desiderio è quello di essere con un’altra persona e dunque, quanto è crudele rifilare a questo qualcuno una macchinetta, che non può far altro che simulare il comportamento di un essere vivente?

Questo stratagemma per delegare la responsabilità di un essere umano in modo economico, non servirebbe che a isolare ancora di più qualcuno che già è isolato, per propria o altrui volontà, disumanizzandolo completamente ed estraniandolo dal mondo reale, se ancora reale si può definire il mondo che sta arrivando.

Questo volume è iniziato considerando la differenza del ruolo dell’anziano nelle società arcaiche e quella attuale, sempre più alienante, dal dopoguerra in poi.

In pochi decenni l’anziano, il saggio, è diventato soltanto il vecchio, quello da mettere in un ricovero oppure, per fortuna sempre più spesso, da affidare a un badante.

Oggi il ruolo dell’anziano arriva a forme disumane: pur non volendo fare nomi, si ricordino le parole di una figura di grande spicco della politica europea che auspica ‚neppure troppo velatamente, l’eliminazione dell’anziano, in quanto elemento non più produttivo economicamente e dunque inutile palla al piede.

Considerando che tale personaggio è del ’56, non resta che aspettarsi il buon esempio da parte sua nel giro di pochi anni.

Come visto ripetutamente, e come sottolineato da numerosi studi sulla vecchiaia, proprio il sentirsi un inutile peso favorisce nell’anziano la depressione, il lasciarsi andare al decadimento fisico e mentale, percependo se stesso come inutile alla vita e a una società che mette da parte qualcuno non in grado di stare al passo con una tecnologia sempre più incalzante, troppo veloce perfino per chi ne fa abitualmente uso.

Ci si chiede quindi, come sia possibile pensare sul serio che una delle cause della segregazione dell’anziano possa essere una soluzione al problema da essa stessa creato.

Suona ossimorico o, con un po’ di cinismo in più, una gran presa in giro.

Abbiamo visto ed esaminato come la figura della badante convivente sia sempre più fondamentale per il sostegno delle famiglie nell’assistenza ai propri cari e, spesso, si riveli importante non solo per l’assistito in sé, ma per i congiunti che la prendono come punto di riferimento e confidente.

Ebbene, una società evoluta probabilmente dovrebbe trovare soluzioni tali da riportare il nonno al centro della famiglia, rendendolo sempre più in salute, sia fisica che mentale, autonomo e vitale ma, in ogni caso, con una figura in grado di sostenerlo, assisterlo e supportarlo in ogni momento della giornata.

 

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