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cosa fa la badante roma

Roma, Cosa Fa la Badante

Fare la badante può sembrare un semplice lavoro d’appoggio o di riserva, ma viene trascurato il fatto che fare la badante convivente, il più delle volte, è una scelta consapevole e ben ponderata.

Non tutti quelli che decidono di fare come lavoro la badante a Roma sono persone improvvisate, bensì – il più delle volte! – chi svolge il lavoro di badante è in possesso di molte certificazioni, di una necessaria esperienza, e soprattutto di una grande vocazione alla cura e all’assistenza.

Tuttavia, non sempre la persona da curare è nello stesso pianerottolo della badante, né nello stesso paese, ed a volte nemmeno nella stessa nazione.

Non è un mistero che la maggior parte delle badanti e dei badanti presenti in Italia non sia di nazionalità italiana (almeno di origine); il più delle volte, le badanti  provengono dai più disparati paesi del mondo.

Ma cosa spinge una persona ad intraprendere il lavoro e la mansione di “badante”?

I motivi possono essere numerosissimi, ma noi di AES DOMICILIO abbiamo individuato sicuramente il punto centrale: l’importanza della cura.

Una badante è una persona che “si prende cura” di un’altra persona, ed i modi in cui questo “prendersi cura” si manifestano possono essere molti: dal parlare gentilmente, al volgere una semplice carezza, all’essere disponibili, nonché all’instaurare un rapporto di fiducia e di affetto con la persona badata.

Negli ultimi anni si sta capendo l’importanza di questa figura nelle nostre case.

La badante è diventata, ormai, una “persona di famiglia”, e sono più le case che ospitano una badante che quelle che non la ospitano, per il semplice fatto che l’Italia – ed a parlare sono i dati ISTAT – è un paese “vecchio” e abbiamo un altissimo tasso di persone ultraottantenni e che per fisiologici motivi non sono più in grado di badare a sé stessi e di essere autosufficienti.

È per questo che la badante è diventata una figura ormai necessaria: più il paese Italia invecchierà, più la badante sarà presente nelle case degli italiani; più le badanti saranno presenti, più l’opinione pubblica riuscirà ad accettare questo mestiere come un vero e proprio “lavoro”.

La badante non sempre è supportata dalla propria famiglia. Il più delle volte le badanti non l’hanno vicina, ma lontana.

Ma questo punto, lungi dall’essere un “punto di svantaggio”, negli anni si è trasformato in un “punto di forza”.

Se da una parte è vero quello che circola in giro sul fatto che la badante soffra la lontananza dal proprio Paese e dalla propria famiglia, dall’altro lato si trascura il fatto che proprio questa sofferenza viene trasformata in una maggiore capacità di empatia della badante.

Chi, come la badante, conosce e sa quanto sia faticoso stare lontani dalla propria famiglia, sa maggiormente entrare in un rapporto di dialogo e di empatia con la persona anziana.

Spieghiamoci meglio!

Il più delle volte le persone anziane, per un numerosissimo motivo di ragioni, subisce la solitudine: i figli per gli stremanti orari di lavoro non hanno la possibilità di viversi i propri cari e questo fa soffrire gli anziani.

Una badante che sa perfettamente e conosce questo tipo di emozioni, saprà entrare ancora di più in un rapporto di complicità e confidenza.

Sia la badante che il badato condividono una emozione negativa di solitudine, ma insieme la rendono un qualcosa di positivo, uno spalleggiarsi a vicenda.

La badante e il badato diventano, dunque, quasi “amici”.

La famiglia è un punto stabile per chiunque, è il riferimento imprescindibile che non può essere ignorato, ma niente ci impedisce di poter creare delle “situazioni sociali” – com’è la relazione badante/badato – in grado di restituire e colmare positivamente quel vuoto.

 

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Roma, Intervista alla Badante Maria, Assistente a una Persona Allettata

Raccontiamo anche a  Roma la storia della badante Maria.

Q: Buongiorno, grazie per aver accettato di fare questa intervista. Potrebbe presentarsi?

A: Buongiorno, grazie a voi per l’opportunità. Mi chiamo Maria, sono originaria della Romania e vivo in Italia da 15 anni. Lavoro come badante convivente da quasi 10 anni e ho avuto la fortuna di lavorare con alcune persone meravigliose nel corso degli anni.

Q: Puoi parlarci della tua esperienza? Quali sono stati i tuoi ruoli e responsabilità nella cura dell’anziana allettata con catetere?

A: Sì, certo. La mia principale responsabilità era di prendersi cura delle sue esigenze quotidiane. Questo includeva preparare i pasti, aiutarla con l’igiene personale, assicurarmi che prendesse i suoi medicinali e gestire il catetere. Quest’ultimo compito era particolarmente delicato, poiché richiedeva un’attenzione costante per prevenire infezioni, assicurarsi che il flusso di urina fosse normale e che non ci fossero perdite. Ho dovuto anche aiutare con esercizi di fisioterapia leggeri secondo le indicazioni del suo fisioterapista, per mantenere il più possibile la sua forza muscolare e la mobilità.

Q: Come hai gestito il catetere e quali erano le tue responsabilità riguardo?

A: Gestire un catetere richiede una cura molto attenta e una buona igiene. Dovevo assicurarmi che il catetere fosse sempre pulito, che non ci fossero perdite e prevenire le infezioni. Ogni giorno, dovevo monitorare il flusso di urina e segnalare qualsiasi cambiamento nel colore, nell’odore o nella quantità al medico. Questo era essenziale per monitorare la sua salute e prevenire eventuali problemi.

Q: Potrebbe descrivere come era la signora con cui lavoravi?

A: La signora con cui lavoravo era una persona eccezionale. Nonostante le sue condizioni di salute, aveva sempre un sorriso sul volto e un atteggiamento positivo. Aveva una forte volontà e non si arrendeva mai, nonostante le sfide che doveva affrontare ogni giorno. Aveva un grande senso dell’umorismo e sapeva come far ridere tutti intorno a lei. Era molto grata per l’aiuto che le fornivo e ciò rendeva il mio lavoro molto gratificante.

Q: Quali erano i momenti più gratificanti del tuo lavoro con lei?

A: I momenti più gratificanti erano quando potevamo ridere insieme. Nonostante le sue difficoltà, aveva un grande senso dell’umorismo e sapeva come far ridere tutti intorno a lei. Inoltre, era molto gratificante vedere qualsiasi miglioramento nella sua salute o nel suo benessere, anche se piccoli, ogni miglioramento era un grande passo avanti per lei e per me. E poi, c’erano i momenti in cui condivideva con me storie della sua gioventù, dei suoi viaggi, della sua famiglia. Questi erano momenti preziosi che mi hanno permesso di conoscerla non solo come paziente, ma come persona.

Q: E quali erano le sfide più grandi che hai affrontato?

A: Le sfide più grandi erano legate alla gestione del suo stato di salute. Vedere una persona a cui tieni soffrire è sempre difficile. A volte, i giorni erano molto lunghi e faticosi, sia fisicamente che emotivamente. La gestione del catetere, in particolare, richiedeva molta attenzione e cura. Però, nonostante le sfide, ho sempre cercato di rimanere positiva e di fare del mio meglio per lei.

Q: C’è qualcosa che vorresti condividere con le persone che potrebbero considerare una carriera come badante?

A: Fare la badante può essere un lavoro molto gratificante, ma è anche un lavoro impegnativo. È importante avere pazienza, empatia e la capacità di gestire situazioni emotivamente difficili. Devi essere pronto a dedicare molto del tuo tempo e delle tue energie a prenderti cura di un’altra persona. Tuttavia, la possibilità di fare la differenza nella vita di qualcuno, di portare un po’ di sollievo e di felicità nei loro giorni, è un’esperienza che non ha prezzo. È un lavoro che ti può insegnare molto sulla vita, sulla resilienza e sull’umanità.

Q: Grazie mille per il tuo tempo e per aver condiviso la tua esperienza con noi.

A: È stato un piacere. Grazie a voi. Spero che la mia esperienza possa essere utile a qualcuno e possa dare un’idea di cosa significhi realmente fare la badante.

 

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La Cultura della Badante e l’ impatto sull’Anziano a Roma

La cura degli anziani è un compito complesso che va oltre la pura assistenza fisica.

Coinvolge la necessità di comprendere e rispettare la dignità, l’individualità e i bisogni emotivi dell’individuo che si sta assistendo.

In questo contesto, il background culturale della badante a Roma, le sue credenze, i suoi valori e le sue tradizioni possono avere un impatto significativo sulla qualità e l’efficacia della cura fornita.

Il presente articolo esamina le diverse modalità in cui la cultura personale della badante può influire sul suo lavoro con un anziano, evidenziando le opportunità e le sfide che possono emergere.

La cultura personale della badante convivente può svolgere un ruolo cruciale nel modellare il suo approccio alla cura dell’anziano. Può influenzare il modo in cui interpreta e risponde ai bisogni dell’anziano, il suo atteggiamento nei confronti della malattia e della disabilità, e il suo modo di interagire con l’anziano e la sua famiglia.

Ad esempio, alcune culture possono enfatizzare il rispetto per gli anziani e la responsabilità di prendersi cura di loro, che possono tradursi in un alto livello di dedizione e impegno nel ruolo di badante.

Allo stesso tempo, le credenze culturali possono influenzare le aspettative della badante riguardo al comportamento dell’anziano, al ruolo della famiglia nella cura, e ai metodi preferiti di comunicazione e risoluzione dei problemi.

Nonostante le potenziali differenze culturali, la diversità può offrire molteplici benefici per la cura dell’anziano.

Una badante di una cultura diversa può portare una varietà di risorse uniche, come conoscenze e competenze specifiche, nuove prospettive e pratiche, e la capacità di stimolare l’interesse e la curiosità dell’anziano.

Ad esempio, potrebbe condividere tradizioni culinarie, storie o canzoni della sua cultura, che possono contribuire a migliorare il benessere psicologico e sociale dell’anziano.

Tuttavia, le differenze culturali possono anche creare sfide.

La badante potrebbe avere difficoltà a capire o adattarsi alle abitudini, alle preferenze e alle aspettative dell’anziano e della sua famiglia.

Potrebbe anche incontrare barriere linguistiche o culturali che possono influire sulla sua capacità di comunicare efficacemente e di fornire una cura appropriata.

Inoltre, potrebbe affrontare discriminazione o pregiudizi a causa delle sue differenze culturali, che possono influire sulla sua benessere e sulla sua soddisfazione professionale.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare una prospettiva di competenza culturale nella cura degli anziani.

Questo implica riconoscere e rispettare le differenze culturali, sviluppare una consapevolezza di sé e delle proprie credenze e pregiudizi, e acquisire le competenze necessarie per lavorare efficacemente in contesti culturalmente diversi.

Per gli anziani e le loro famiglie, può essere utile discutere apertamente della cultura e delle aspettative con la badante.

Questo può aiutare a prevenire incomprensioni, a costruire una relazione di fiducia e rispetto, e a garantire che la cura fornita sia in linea con le loro esigenze e preferenze.

L’approccio culturale nella cura degli anziani non è solo una questione di competenza professionale, ma anche di umanità e rispetto per la dignità di ogni individuo.

 

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La Badante Convivente a Roma, la Storia della Badante Maria

Raccontiamo la storia di Maria, che lavorava come badante convivente a Roma, assunta per assistere una signora anziana di nome Luisa, che a causa di una malattia degenerativa era allettata e non poteva più muoversi autonomamente.

Maria era originaria delle Filippine e si era trasferita in Italia molti anni prima in cerca di una vita migliore.

Luisa, invece, era una donna molto orgogliosa e indipendente che, prima di ammalarsi, aveva sempre condotto una vita molto attiva.

All’inizio, come molto spesso accade, aveva avuto difficoltà ad accettare la sua nuova condizione, ma con il tempo aveva imparato ad apprezzare la presenza e l’aiuto della badante.

Maria aveva instaurato un legame molto forte con Luisa e si prendeva cura di lei come se fosse un membro della sua famiglia.

Era felice di poter fare la differenza nella sua vita e di poterle offrire il supporto e l’affetto di cui aveva bisogno.

Luisa, dal canto suo, aveva imparato ad apprezzare molto Maria.

Nonostante la sua condizione, si sforzava di mantenere un atteggiamento positivo e di far sentire Maria apprezzata per tutto quello che faceva.

Spesso le raccontava storie della sua vita, dei suoi viaggi e delle sue avventure.

La figura della badante sta diventando fondamentale nella società moderna, in particolare in un mondo in cui l’aspettativa di vita è in costante aumento e molte famiglie non sono in grado di prendersi cura dei loro cari anziani o disabili a tempo pieno.

Una badante offre assistenza pratica e quotidiana, come aiutare con l’igiene personale, preparare i pasti, somministrare i farmaci e svolgere le faccende domestiche.

Ma il suo ruolo va oltre queste attività di base.

Una badante a Roma fornisce anche un supporto emotivo indispensabile, può diventare una compagna, una confidente e una fonte di conforto per coloro che assiste.

Le badanti come Maria svolgono anche un ruolo cruciale nel supportare le famiglie delle persone che assistono.

Possono fornire un sollievo indispensabile per i familiari, che spesso si trovano a gestire il peso emotivo e fisico di prendersi cura di un parente anziano o malato.

Questo sostegno può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia e a migliorare il benessere generale della famiglia.

In conclusione, l’importanza della figura della badante non può essere sottovalutata.

Oltre a svolgere un’ampia gamma di compiti pratici, le badanti offrono un supporto emotivo inestimabile e aiutano a mantenere la dignità e la qualità di vita delle persone che assistono.

 

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Roma, Decreto Flussi Badanti 2023-2025

Argomento tratto da ciò che è stato riportato sulla G.U. n. 231/2023 e che può essere d’interesse per le badanti a Roma:

è stato pubblicato il DPCM 27 settembre 2023 che, attuando l’art. 1 del DL 20/2023 (convertito nella Legge 50/2023), determina per il triennio 2023-2025 i flussi d’ingresso di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sia nell’ambito delle quote che al di fuori di esse.

A fine di contrastare l’immigrazione clandestina e semplificare l’ingresso legale dei lavoratori stranieri, il Governo italiano ha adottato d’urgenza il DL 10/03/2023 n.20 (in G.U. n. 59/2023) che, in deroga all’art. 3 del T.U. immigrazione, prevede che le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio italiano per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, non siano più solo fissate annualmente, ma per il triennio 2023-2025.

Detto decreto viene sempre approvato dal Consiglio dei Ministri, con la novità che viene chiesto un parere anche alle competenti Commissioni parlamentari, da rendersi entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta. Se al termine dei 30 giorni il parere non è stato reso, il decreto viene comunque adottato.

Il decreto stabilisce le quote d’ingresso per ciascuno dei tre anni, tenendo conto dell’analisi dei fabbisogni del mercato del lavoro effettuata dal Ministero del lavoro, previo confronto con le organizzazioni sindacali.

Anche se le quote d’ingresso sono definite per un triennio, nel caso in cui se ne ravvisi la necessità, verranno adottati ulteriori decreti.

In via generale, il DPCM prevede che sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini stranieri residenti all’estero entro le seguenti quote complessive: 136.000 unità per l’anno 2023, 151.000 unità per l’anno 2024 e 165.000 unità per l’anno 2025.

Tra le novità di maggior rilievo contenute nel DPCM 27 settembre 2023, si segnala che vengono riattivate le quote specifiche riservate a colf e badanti (9.500 unità per ogni anno del triennio).

Le istanze di nulla osta per lavoro subordinato o autonomo riservate ai lavoratori stranieri che provengono da uno degli specifici Paesi sopra citati dovranno essere inoltrate a decorrere dalle ore 9.00 di sabato 2 dicembre 2023.

Invece, i termini per la presentazione delle richieste di nulla osta al lavoro per gli anni 2024 e 2025 decorreranno dal 5, dal 7 e dal 12 febbraio di ciascun anno per le varie tipologie di ingressi.

La data ultima in tutti i casi è il 31 dicembre di ogni anno, salvo che le quote non si esauriscano prima.

 

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Roma, la Storia di Integrazione della Badante Ester

Ester era una giovane donna moldava che aveva deciso di trasferirsi in Italia per cercare migliori opportunità di lavoro.

Grazie alla sua esperienza nel settore dell’assistenza agli anziani, trovò un impiego come badante a Roma presso una famiglia italiana.

Il suo compito principale era prendersi cura di un anziana di nome Gioia, che aveva bisogno di assistenza nella vita di tutti i giorni a causa di problemi di salute.

Gioia era dolce e gentile, ma si sentiva spesso sola e triste.

Aveva sempre avuto una grande passione per il cucito, ma a causa della sua età e dei suoi problemi di salute, non riusciva più a svolgere questa attività come un tempo.

Un giorno, Ester decise di portare un vecchio telaio da cucito che aveva trovato in soffitta. Era lo stesso tipo di telaio che sua nonna usava quando era bambina e ricordava ancora le ninne nanne che sua nonna cantava mentre cuciva, pensando che potesse essere un modo per ridare a Gioia un po’ di gioia e di conforto.

Con grande entusiasmo, Ester mostrò a Gioia il telaio e gli raccontò delle sue esperienze d’infanzia con sua nonna.

Con pazienza, iniziò a insegnargli le basi del cucito, come infilare l’ago, fare un nodo e cucire punti semplici, si sentiva come un bambina che impara qualcosa di nuovo e si emozionava ogni volta che completava un piccolo progetto.

Trascorrevano ore insieme, cucendo e condividendo storie della loro vita.

Ester raccontava di come sua nonna cuciva abiti meravigliosi per lei e per i suoi fratelli, mentre Gioia condivideva ricordi delle sue creazioni passate e di come il cucito fosse sempre stato una forma di espressione.

Man mano che il tempo passava, Gioia acquisiva sempre più fiducia nelle sue abilità di cucito.

Iniziò a realizzare piccoli progetti come cuscini e tovagliette, e ogni volta che completava un pezzo, il suo viso si illuminava di gioia e soddisfazione.

Era grata a Ester per avergli ridato questa passione e per avergli insegnato le competenze necessarie per realizzare i suoi progetti.

La loro relazione andava oltre il normale rapporto tra badante e assistita.

Con il passare del tempo, dopo aver preso sempre più dimestichezza, organizzò una piccola esposizione nella sua comunità locale, dove espose i suoi cuscini e le sue tovagliette fatte a mano.
La reputazione di Gioia come abile sarta si diffuse rapidamente nella comunità.

Le persone iniziarono a cercarla e insieme alla badante, creavano abiti su misura, riparavano vecchi capi di abbigliamento e realizzavano oggetti unici.

Ester era estremamente orgogliosa di Gioia e del suo successo, aveva sempre creduto nel potere dell’arte e dell’espressione creativa come strumenti per guarire l’anima e riaccendere la gioia di vivere.

 

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Una Badante Esotica Ai Fornelli: Scoprire Nuovi Gusti a Roma

In un appartamento che si affaccia sulla vivace piazza di una città italiana, l’aroma dei piatti tradizionali si fonde con i profumi esotici provenienti da terre lontane.

Questa è la casa di Giuseppe, un anziano signore di 80 anni, e di Maria, la sua badante a Roma, originaria delle Filippine, che non solo si prende cura di Giuseppe con dedizione e amore, ma ha anche introdotto nella loro routine quotidiana un elemento piacevolmente inaspettato: la cucina esotica.

 

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Maria ha trasformato la cucina in una sorta di ponte culturale, un luogo dove l’orizzonte culinario di Giuseppe si espande oltre i confini familiari della pasta e della pizza, e da quando ha iniziato a preparare i suoi piatti tradizionali filippini, Giuseppe ha avuto l’opportunità di assaporare gusti e aromi completamente nuovi.

Molte delle pietanze che la badante prepara sono ricche di riso, verdure e frutti di mare, come l’Adobo, un piatto a base di carne o pesce marinato in una salsa di aceto, salsa di soia, aglio, alloro e pepe.

Il Sinigang, invece, è una zuppa acida a base di pesce, gamberi, costine di maiale o manzo, con verdure come spinaci, peperoni e melanzane.

Giuseppe, che inizialmente era un po’ riluttante a provare questi nuovi piatti, ora aspetta con ansia la cena per scoprire quale nuova delizia la sua badante ha preparato.

Inoltre, l’introduzione di nuovi ingredienti e sapori nella dieta di Giuseppe ha avuto un impatto positivo sulla sua salute.

I piatti che Maria prepara sono ricchi di nutrienti e bassi in grassi saturi, il che ha portato a un miglioramento del suo stato di salute generale. La sua passione per la cucina e l’amore per la persona di cui si prende cura si uniscono in un’esperienza arricchente per entrambi.

Questo è un esempio di come la cura dell’anziano possa andare oltre i compiti basilari e diventare un’opportunità per arricchire la loro vita con nuove esperienze.

In questa famiglia che si è creata, la badante ha dimostrato che la cucina non è solo un modo per nutrire il corpo, ma anche l’anima. E Giuseppe, grazie a Maria, ha scoperto che l’apprendimento e la scoperta non hanno età.

La storia descritta sottolinea l’importanza dei rapporti umani nei servizi di assistenza agli anziani.

Il ruolo della badante e assistente anziani a Roma non è solo quello di una figura che fornisce supporto fisico, ma può anche giocare un ruolo fondamentale nell’apportare benessere emotivo e mentale alla persona assistita.

Per esempio la cucina esotica di Maria ha permesso a Giuseppe di viaggiare senza muoversi da casa, attraverso sapori e aromi che raccontano storie lontane.

Ha stimolato la sua curiosità e aperto un dialogo interculturale tra i due, permettendo a Giuseppe di fare domande sulla cultura filippina e di confrontarla con la propria.

La storia di Giuseppe e Maria ci ricorda che l’assistenza agli anziani non riguarda solo la cura fisica, ma anche il nutrimento dell’anima e della mente.

Grazie alla sua badante, Giuseppe ha potuto esplorare nuovi orizzonti culinari, arricchire la sua comprensione del mondo e vivere esperienze gratificanti che hanno migliorato la sua qualità della vita.

 

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Roma, la Storia della Badante Eva e la Dedizione al Lavoro

Raccontiamo la storia di Eva una badante a Roma.

Eva era una donna di mezza età, di origine marocchina, con un cuore gentile e mani laboriose.

Proveniente da una famiglia modesta, aveva imparato a lavorare duramente fin da giovane e a prendersi cura degli altri con grande affetto.

Quando la crisi economica colpì il Marocco, Eva decise di cercare opportunità all’estero per garantire un futuro migliore ai suoi figli.

Dopo molte ricerche e colloqui, ottenne un lavoro come badante convivente in Italia.

Il suo incarico era quello di prendersi cura di una signora anziana, Maria, che viveva su una sedia a rotelle a causa di una malattia degenerativa.

Maria era una donna forte e indipendente, ma la malattia aveva limitato la sua mobilità e aveva quindi bisogno di assistenza quotidiana.

Nei primi giorni, Eva si trovò di fronte a molte sfide.

Non solo doveva adattarsi a un nuovo paese e a una nuova cultura, ma doveva anche imparare a comunicare con Maria, che parlava solo italiano. Eva parlava un po’ d’italiano, ma non abbastanza da avere conversazioni fluide.

Tuttavia, con il tempo, imparò a capire meglio Maria e riuscì a comunicare con lei in modo più efficace.

Eva si prese cura di Maria con grande dedizione, aiutandola nelle attività quotidiane come cucinare, pulire, fare la spesa e assicurarsi che prendesse i suoi farmaci.

Oltre a ciò, Eva era lì per Maria in momenti di bisogno, ascoltava le sue paure e le sue preoccupazioni, le raccontava storie del Marocco e la faceva ridere con i suoi aneddoti.

Col passare del tempo, Eva e Maria svilupparono un legame profondo.

Maria iniziò a vedere Eva non solo come una badante, ma come un’amica e una confidente. Eva, a sua volta, vedeva Maria come una seconda madre.

La loro storia è anche un promemoria dell’importanza del lavoro delle badanti, che spesso sono dimenticate o non apprezzate abbastanza. Eva, come molte altre badanti, ha lasciato il suo paese e la sua famiglia per prendersi cura di qualcun altro, dimostrando una grande forza e un grande spirito di sacrificio.

Infine, la storia di Eva e Maria ci mostra che non importa da dove veniamo o quale lingua parliamo, tutti abbiamo bisogno di amore, cura e compagnia.

E che, nonostante le differenze, possiamo trovare un terreno comune e costruire relazioni significative.

Eva continuò a lavorare per Maria per diversi anni, diventando una figura insostituibile nella sua vita.

Nonostante la sua malattia, Maria sembrava rinvigorita dalla presenza di Eva e dalla loro amicizia. Le risate e le storie che condividevano insieme erano diventate una fonte di comfort e gioia per entrambe.

Anche se Eva sentiva la mancanza della sua famiglia in Marocco, si rallegrava nel sapere che stava facendo la differenza nella vita di Maria.

I soldi che mandava a casa ogni mese aiutavano i suoi figli a frequentare la scuola e a garantire un futuro migliore.

La morte di Maria fu un colpo duro per Eva. Aveva perso non solo la persona di cui si prendeva cura, ma anche una cara amica.

Tuttavia, Eva sapeva che aveva dato a Maria gli ultimi anni di vita migliori possibili e che Maria era grata per la sua assistenza e amicizia.

Dopo la morte di Maria, Eva decise di rimanere in Italia.

Aveva costruito una vita lì e sentiva che poteva fare la differenza nella vita di altre persone anziane.

Continuò a lavorare come badante, portando con sé l’amore e la cura che aveva mostrato a Maria.

 

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Roma, la Lontananza dal Paese d’Origine, le Badanti e la Sindrome Italia

Anche a Roma la sindrome Italia, in relazione al dramma delle badanti straniere, rappresenta una serie di problematiche profonde e complesse che riguardano l’impiego delle badanti provenienti da paesi stranieri in Italia.

Queste difficoltà sono spesso associate a condizioni di lavoro precarie, mancanza di diritti e protezioni adeguate, nonché il rischio di sfruttamento e abusi.

In Italia, molte persone anziane, disabili o con esigenze di assistenza quotidiana dipendono dalle badanti straniere per la cura e l’assistenza a domicilio.

Uno dei principali problemi è rappresentato dal lavoro irregolare e sommerso.

Molte badanti straniere lavorano senza contratti regolari, in nero, senza benefici o protezioni previste dalla legge.

Questa situazione le espone a una grande vulnerabilità, in quanto i datori di lavoro possono sfruttare la loro posizione di svantaggio per pagare salari bassi, imporre orari di lavoro eccessivi o privarle di diritti fondamentali.

Le badanti che vengono da paesi extracomunitari si trovano ad affrontare difficoltà nell’ottenere i permessi di lavoro e di soggiorno in Italia.

Questo crea una situazione di instabilità e incertezza legale, che le rende facilmente sfruttabili.

Alcuni datori di lavoro disonesti possono minacciare di denunciarle alle autorità per costringerle a lavorare in condizioni ingiuste o a basso costo.

È importante sottolineare che non tutte le esperienze di badanti straniere in Italia sono negative.

Ci sono datori di lavoro che trattano le badanti con rispetto, garantendo loro stipendi adeguati e rispettando i loro diritti.

Per affrontare questa situazione complessa, sono necessari sforzi coordinati da parte delle istituzioni, delle organizzazioni della società civile e della comunità nel suo complesso. È fondamentale che le istituzioni italiane si impegnino a garantire la protezione dei diritti dei lavoratori stranieri, comprese le badanti.

Ciò potrebbe comportare l’introduzione di leggi e regolamenti più rigorosi che disciplinano l’impiego delle badanti, garantendo loro condizioni di lavoro dignitose, salari adeguati e benefici previsti dalla normativa.

È altrettanto cruciale migliorare il sistema di concessione dei permessi di lavoro e di soggiorno per le badanti straniere, semplificando le procedure e riducendo gli ostacoli burocratici.

Ciò contribuirebbe a garantire una maggiore stabilità e sicurezza per le badanti, consentendo loro di lavorare in condizioni più favorevoli e di godere di diritti adeguati.

Parallelamente, è importante promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sulle problematiche legate all’impiego delle badanti straniere in Italia.

Questo può aiutare a combattere gli stereotipi e la discriminazione nei confronti di queste lavoratrici, promuovendo una maggiore solidarietà e accoglienza nella società italiana.

Infine, è fondamentale collaborare con le organizzazioni della società civile, le associazioni di categoria e gli esperti del settore per affrontare in modo efficace le problematiche legate alle badanti straniere in Italia.

Queste organizzazioni possono svolgere un ruolo fondamentale nel fornire assistenza legale, consulenza e sostegno alle badanti, e nel promuovere un dialogo costruttivo con le istituzioni per migliorare la legislazione e le politiche in materia di lavoro domestico.

La sindrome Italia riguardante le badanti straniere è un problema complesso che richiede soluzioni integrate e un impegno a lungo termine.

È essenziale lavorare insieme per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori stranieri e creare un ambiente di lavoro dignitoso e giusto per le badanti in Italia.

 

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Roma, il Permesso di Soggiorno della Badante

Il lavoro della badante a Roma è prevalentemente composto da persone provenienti da paesi esteri.

Molte figure sono dell’Europa mentre altre provengono da Stati extraeuropei.

Da qui la necessità, per procedere con l’assunzione in regola del contratto nazionale dei collaboratori domestici, di avere tra i documenti in regola anche il permesso di soggiorno.

Vediamo nello specifico proprio di cosa si tratta:

innanzitutto i permessi sono sempre con scadenza, a parte quelli di soggiornante di lungo periodo Ue.

Ma da quest’anno anche le badanti con il permesso illimitato dovranno recarsi presso la Questura per rinnovare il permesso.

Infatti a seguito della legge 238/2021 il permesso UE per soggiornanti di lungo periodo non riporta più la dicitura “durata illimitata”, ma indica la durata di dieci anni (cinque per i minori di anni diciotto). Questa durata è riferita esclusivamente alla validità del documento e non alla regolarità del soggiorno. Nei contenuti invece il permesso attribuisce ancora il diritto permanente al soggiorno.

Occorre tenere a mente però che dal 3 agosto 2023 coloro che abbiano ancora il vecchio modello devono chiederne la sostituzione, ovvero l’aggiornamento.

Infatti a seguito della modifica, il nuovo art. 9 del T.U. Immigrazione prevede espressamente: “il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da oltre dieci anni alla data di entrata in vigore della presente legge non e’ più valido per l’attestazione del regolare soggiorno nel territorio dello Stato”.

I cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo emesso da più di 10 anni devono richiedere l’aggiornamento del titolo recandosi presso gli uffici di Poste Italiane e compilando il kit da inviare in Questura.

La normativa ha introdotto alcune novità anche con riferimento alle carte di soggiorno per i familiari di cittadini dell’Unione Europea:

infatti i documenti di soggiorno cartacei in circolazione cessano di avere validità il 3 agosto 2023 e dovranno essere sostituiti con il nuovo permesso di soggiorno in formato elettronico.

Anche in questo caso si tratta di un semplice aggiornamento del titolo di soggiorno già posseduto, che potrà essere effettuato con due modalità alternative: lo straniero potrà recarsi presso l’ufficio postale e compilare il kit da inviare in Questura.

Vediamo ora come si procede per rinnovare il permesso di soggiorno:

vi sono i kit postali che si trovano presso gli uffici postali, più precisamente presso lo Sportello Amico di Poste Italiane.

È importante tenere presente che non tutti gli uffici postali dispongono dei kit per la richiesta del permesso di soggiorno, ma solo quelli abilitati e contenenti il cd. Sportello Amico. In genere si trovano negli uffici centrali/più grandi di ogni città.

È necessario scrivere in stampatello con penna nera, rigorosamente all’interno degli appositi spazi, seguendo le istruzioni contenute nel kit e sarà inoltre necessario allegare:

  • il passaporto in corso di validità o qualsiasi documento di viaggio equipollente
  • copia dei documenti a supporto della domanda per il tipo di permesso di soggiorno richiesto
  • prova di assicurazione sanitaria. In alcuni casi si ha diritto all’assistenza sanitaria gratuita, mentre in altri è necessario pagare una quota annuale.

Con il kit compilato e i documenti richiesti, è necessario presentarsi allo Sportello Amico, portando con sé anche i documenti originali nel caso sia necessario verificarli.

Assicurati di non firmare la domanda e soprattutto di non chiudere la busta: gli impiegati postali dovranno prima esaminare la tua domanda.

L’ufficio postale rilascerà una ricevuta, che dovrà essere conservata come prova della richiesta del permesso di soggiorno.

La ricevuta, unita all’originale del permesso scaduto o al visto d’ingresso (se si tratta di primo rilascio), deve essere conservata accuratamente.

Infatti, i tempi di attesa di rilascio del permesso di soggiorno sono molto lunghi e la ricevuta costituisce prova di inoltro della domanda, dimostrando quindi di essere legalmente soggiornanti nel territorio italiano.

Successivamente l’interessato riceverà una comunicazione di convocazione nella quale sarà indicato il giorno in cui dovrà presentarsi in Questura munito di fotografie, per essere sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici.

 

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