Roma, Cosa Fa la Badante
Fare la badante può sembrare un semplice lavoro d’appoggio o di riserva, ma viene trascurato il fatto che fare la badante convivente, il più delle volte, è una scelta consapevole e ben ponderata.
Non tutti quelli che decidono di fare come lavoro la badante a Roma sono persone improvvisate, bensì – il più delle volte! – chi svolge il lavoro di badante è in possesso di molte certificazioni, di una necessaria esperienza, e soprattutto di una grande vocazione alla cura e all’assistenza.
Tuttavia, non sempre la persona da curare è nello stesso pianerottolo della badante, né nello stesso paese, ed a volte nemmeno nella stessa nazione.
Non è un mistero che la maggior parte delle badanti e dei badanti presenti in Italia non sia di nazionalità italiana (almeno di origine); il più delle volte, le badanti provengono dai più disparati paesi del mondo.
Ma cosa spinge una persona ad intraprendere il lavoro e la mansione di “badante”?
I motivi possono essere numerosissimi, ma noi di AES DOMICILIO abbiamo individuato sicuramente il punto centrale: l’importanza della cura.
Una badante è una persona che “si prende cura” di un’altra persona, ed i modi in cui questo “prendersi cura” si manifestano possono essere molti: dal parlare gentilmente, al volgere una semplice carezza, all’essere disponibili, nonché all’instaurare un rapporto di fiducia e di affetto con la persona badata.
Negli ultimi anni si sta capendo l’importanza di questa figura nelle nostre case.
La badante è diventata, ormai, una “persona di famiglia”, e sono più le case che ospitano una badante che quelle che non la ospitano, per il semplice fatto che l’Italia – ed a parlare sono i dati ISTAT – è un paese “vecchio” e abbiamo un altissimo tasso di persone ultraottantenni e che per fisiologici motivi non sono più in grado di badare a sé stessi e di essere autosufficienti.
È per questo che la badante è diventata una figura ormai necessaria: più il paese Italia invecchierà, più la badante sarà presente nelle case degli italiani; più le badanti saranno presenti, più l’opinione pubblica riuscirà ad accettare questo mestiere come un vero e proprio “lavoro”.
La badante non sempre è supportata dalla propria famiglia. Il più delle volte le badanti non l’hanno vicina, ma lontana.
Ma questo punto, lungi dall’essere un “punto di svantaggio”, negli anni si è trasformato in un “punto di forza”.
Se da una parte è vero quello che circola in giro sul fatto che la badante soffra la lontananza dal proprio Paese e dalla propria famiglia, dall’altro lato si trascura il fatto che proprio questa sofferenza viene trasformata in una maggiore capacità di empatia della badante.
Chi, come la badante, conosce e sa quanto sia faticoso stare lontani dalla propria famiglia, sa maggiormente entrare in un rapporto di dialogo e di empatia con la persona anziana.
Spieghiamoci meglio!
Il più delle volte le persone anziane, per un numerosissimo motivo di ragioni, subisce la solitudine: i figli per gli stremanti orari di lavoro non hanno la possibilità di viversi i propri cari e questo fa soffrire gli anziani.
Una badante che sa perfettamente e conosce questo tipo di emozioni, saprà entrare ancora di più in un rapporto di complicità e confidenza.
Sia la badante che il badato condividono una emozione negativa di solitudine, ma insieme la rendono un qualcosa di positivo, uno spalleggiarsi a vicenda.
La badante e il badato diventano, dunque, quasi “amici”.
La famiglia è un punto stabile per chiunque, è il riferimento imprescindibile che non può essere ignorato, ma niente ci impedisce di poter creare delle “situazioni sociali” – com’è la relazione badante/badato – in grado di restituire e colmare positivamente quel vuoto.
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