Roma, sentenze su dubbio testamento alla badante
Un nonno solo e malato che negli ultimi giorni di vita nomina come erede universale la donna che gli sta facendo da badante. La decisione scatena la reazione dell’erede precedentemente nominata, figlia di primo letto della moglie dell’anziano, una donna morta da tempo. La badante viene denunciata per circonvenzione di incapace, nonché citata in una causa civile. Ma l’inchiesta penale viene archiviata.
Di recente anche la causa civile dà ragione alla badante. E ora, a ritrovarsi sul banco degli imputati, è proprio la figliastra, accusata di aver redatto un falso testamento, nonché di appropriazione indebita. Il processo penale davanti al giudice monocratico di Venezia, Sonia Bello, si sta avviando alle sue fasi finali. Ieri è stato ascoltata come parte offesa la badante, assistita dalle avvocatesse Damiana Danesin e Daniela Beccarello. Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 3 maggio per sentire gli ultimi teste.
Poi arriverà la sentenza. La morte dell’anziano risale al luglio 2016. In quei giorni, nella sua casa di Chirignago, lo assiste una signora che già da tempo si occupava della pulizia della casa. Negli ultimi giorni di vita dell’uomo gli fa da badante. Ed è in questi giorni che l’anziano contatta un notaio per nominare la donna sua erede universale.
L’atto è del 21 luglio, solo 4 giorni dopo l’anziano muore. E inizia la guerra per l’eredità, rappresentata dalla casa e da qualche soldo in banca. La figliastra, che da anni vive all’estero, accusa la nuova erede di aver manipolato l’anziano. Il procedimento per circonvenzione di incapace, però, viene archiviato già nel 2018. E anche la sentenza del giudice civile, passata in giudicato in questi giorni, riconosce, sulla scorta di una consulenza medica, che l’uomo era in grado di decidere. A complicare questa vicenda già triste, spunta poi un altro testamento, redatto il giorno dopo quello a favore della badante, che torna a nominare come erede universale la figliastra.
Un falso, come accerta il grafologo, che ora viene contestato alla donna, accusata di aver «falsificato il testamento olografo apparentemente scritto» dall’anziano e pubblicato dopo la sua morte. C’è poi l’accusa di appropriazione indebita per i beni che la figliastra avrebbe preso da casa, subito dopo la morte dell’ottantenne: due orologi d’oro, qualche migliaio di euro di contanti e l’auto. Beni che con il testamento erano passati alla badante. Accuse che l’imputata, difesa dall’avvocato Elisa Bertuzzi, ha sempre respinto. Ora la decisione spetta al giudice.
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