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Roma: il Contratto Nazionale dei Collaboratori Domestici, lo Straordinario

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (Badante a Ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (Badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (Badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento del lavoro straordinario.

Secondo l’articolo 15 del contratto nazionale dei collaboratori domestici, ovvero delle badanti, vengono specificati vari punti rispetto al lavoro straordinario proprio della badante.

Partiamo con il fatto che al lavoratore può essere richiesta una prestazione lavorativa oltre l’orario stabilito, sia di giorno che di notte, tenendo conto che questo lavoro straordinario non pregiudica il diritto al riposo giornaliero.

È considerato lavoro straordinario quello che eccede la durata giornaliera o settimanale massima fissata all’art. 14, comma 1.

Lo straordinario è compensato con la retribuzione globale di fatto oraria così maggiorata:

  • del 25%, se prestato dalle ore 6.00 alle ore 22.00
  • del 50%, se prestato dalle ore 22.00 alle ore 6.00
  • del 60%, se prestato di domenica o in una delle festività indicate nell’art. 16

Le ore di lavoro delle badanti non conviventi:

  • oltre le ore 40 e fino alle ore 44 settimanali, se eseguite nella fascia oraria compresa tra le ore 6.00 e le ore 22.00, sono compensate con la retribuzione globale di fatto oraria maggiorate del 10%
  • se vengono superate le 44 ore settimanali la maggiorazione diventa del 25% sulla retribuzione globale
  • per il lavoro straordinario notturno la maggiorazione prevista è del 20% (e si tratta del lavoro svolto dalle 22.00 alle 6.00)

Per quanto riguarda la badante convivente, sulla giornata non è possibile attuare uno straordinario, eventualmente può essere chiesto di lavorare nel giorno di riposo che è il sabato, mai la domenica, e la maggiorazione sarà del 40%.

Se invece la collaboratrice domestica lavora nel giorno di riposo, e questo è indipendentemente dal fatto che sia convivente o ad ore, la maggiorazione sarà del 60%.

Le ore di lavoro straordinario è bene che siano richieste con almeno un giorno di preavviso, salvo casi di emergenza o particolari necessità impreviste.

 

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Quali sono i Livelli del Contratto Nazionale delle Badanti a Roma

La badante a Roma è appartenente per quanto riguarda le assunzioni al contratto nazionale dei collaboratori domestici.

Ci sono vari livelli tra i quali si può contrattualizzare una figura di assistente familiare.

Vediamo quali sono, perché nel contratto di lavoro domestico, i 4 livelli delle retribuzioni vengono indicati con le lettere, dalla lettera A alla lettera DS ed i lavoratori sono classificati in:

Livello A

assistenti familiari, non addetti all’assistenza di persone, sprovvisti di esperienza professionale, nonché gli assistenti familiari che svolgono con competenza le proprie mansioni, relative ai profili lavorativi indicati, a livello esecutivo e sotto il diretto controllo del datore di lavoro.

Profili livello A:

  • Livello A Addetto alle pulizie: svolge esclusivamente mansioni relative alla pulizia della casa
  • Livello A Super Addetto alla compagnia: svolge esclusivamente mansioni di mera compagnia a persone adulte autosufficienti, senza effettuare alcuna altra prestazione di lavoro

Livello B

assistenti familiari che svolgono con specifica competenza le proprie mansioni, ancorché a livello esecutivo.

Profili livello B:

  • Livello B Collaboratore familiare generico polifunzionale. Svolge le plurime incombenze relative al normale andamento della vita familiare, compiendo, mansioni di pulizia e riassetto della casa, di addetto alla cucina, di addetto alla lavanderia, di assistente ad animali domestici, nonché altri compiti nell’ambito del livello di appartenenza.
  • Livello B Super Assistente familiare che assiste persone autosufficienti, ivi comprese, se richieste, le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti. Assistente familiare che assiste bambini (baby sitter), ivi comprese, se richieste, le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti.

Livello C:

assistenti familiari che, in possesso di specifiche conoscenze di base, sia teoriche che tecniche, relative allo svolgimento dei compiti assegnati, operano con totale autonomia e responsabilità.

  • Livello C super Assistente familiare che assiste persone non autosufficienti (non formato), ivi comprese, se richieste, le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti.

Livello D:

assistenti familiari che, in possesso dei necessari requisiti professionali, ricoprono specifiche posizioni di lavoro caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale e/o coordinamento.

  • Livello D super Assistente familiare che assiste persone non autosufficienti (formato), ivi comprese, se richieste, le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti.

Le retribuzioni lorde sono per il livello A : 725.00€ ; livello B: 922.00€; livello C: 1054.00€; livello CS: 1120.00€; livello D: 1318,00€ e livello DS : 1384.00€.
Inoltre dal 1 Gennaio 2023 l’indennità sostitutiva per e badanti e colf conviventi è pari a 6.47€ e sono previste delle indennità variabili a seconda della mansione.

 

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Roma: quanto Costa una Badante?

La prima cosa che deve conoscere la famiglia di Roma che decide di assumere una badante per i suoi cari è che per stipulare un contratto con una badante, diurna, notturna o convivente è che tutte le regole per l’assunzione sono disponibili per intero all’interno del CCNL, ovvero il contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, necessario per mettere in regola un badante.

Il contratto nazionale per le badanti stabilisce l’inquadramento retributivo minimo delle lavoratrici e dei lavoratori, al quale andranno aggiunti alcuni elementi fondamentali come il TFR, i contributi INPS, la tredicesima, le ferie e i permessi retribuiti.

Vediamo le tipologie di contratti delle badante:

  • contratto badante convivente: il/la badante vive nell’abitazione dell’assistito e alterna il lavoro (massimo 54 ore lavorative) a momenti di riposo definiti nel contratto stipulato prima dell’assunzione
  • contratto badante non convivente: in questo caso lo stipendio dei badanti non conviventi si calcola sulle effettive ore di lavoro. Il CCNL non stabilisce nessun requisito minimo di ore lavorative ma soltanto il tetto massimo ovvero 40 ore settimanali
  • contratto badante per assistenza anziani notturna: il ruolo della badante è quello rimanere accanto alla persona assistita durante la notte per sorvegliarla costantemente, solitamente accanto al letto
  • contratto badante presenza notturna: da un punto di vista legislativo questo contratto può essere definito come una prestazione d’attesa che prevede la retribuzione per 54 ore settimanali, suddivise in base all’accordo tra le parti. La presenza implica che il collaboratore sia disponibile su richiesta dell’assistito

In merito alle retribuzioni ecco gli stipendi lordi per le tipologie più richieste per le badanti:

  • Badante convivente: stipendio di 1.120,76€ per 54 ore settimanali;
  • Badante non convivente: stipendio orario di 7,79€ per un massimo di 40 ore settimanali;
  • Badante notturna: stipendio di 1.288,87€;

oltre allo stipendio la badante matura mensilmente la 13esima, il tfr, ferie e contributi.

Al termine del rapporto lavorativo, che può avvenire per dimissioni o licenziamento, la badante ha diritto alla liquidazione come ultima busta paga, ovvero il tfr e le eventuali ferie non godute.

 

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Come Gestire la Spesa della Badante a Roma

Il principale servizio che svolge la badante e che è richiesto dalle famiglie di Roma è la convivenza.

La badante convivente copre tutto l’arco della giornata e tutta la settimana (esclusi i riposi).

Quindi un tema importante per la badante convivente è il  tema del vitto e dell’alloggio che tra i temi legati alla cura della persona anziana è probabilmente uno dei più complessi e merita di essere trattato con particolare attenzione.

La badante convivente fornendo assistenza continua deve vedersi riconosciuto insieme alla retribuzione  anche il vitto ed un alloggio idoneo.

Sicuramente la gestione affrontata insieme famiglia e badante, al di la del contratto, è molto importante.

Non permettere alla badante di approfittare della gentilezza della famiglia che si sente magari in dovere di dare di più; non permettere alla famiglia di non dare abbastanza perché tanto la badante lavora e quindi non può pretendere.

Vitto e alloggio si configurano come adempimento obbligatorio al quale il datore di lavoro deve necessariamente attenersi.

Quando ci riferiamo al vitto parliamo degli alimenti che vengono corrisposti giornalmente.

Esso deve essere corrisposto non solo quotidianamente per contratto, ma anche durante una trasferta o una vacanza.

Per alloggio, diversamente, ci riferiamo al “riparo” o ancora all’accomodamento fornito per un determinato periodo di tempo.

Quando parliamo in definitiva di vitto e alloggio ci riferiamo concretamente alla messa a disposizione di una sistemazione e di tre pasti considerati base e, che nell’articolo 31 del CCNL, devono essere tali da salvaguardare la dignità e la riservatezza della lavoratrice.

Le funzioni della badante includono il prendersi cura dell’assistito con l’aiuto alla movimentazione, all’igiene personale, alla salute, alla somministrazione delle medicine, al pulire e tenere ordinata la casa e preparare i pasti.

La badante convivente si occupa anche di tenere compagnia all’anziano ed accompagnarlo fuori oppure alle visite mediche .

L’anziano potrà usufruire da un lato di un’assistenza sempre disponibile (o quasi), dall’altra parte la lavoratrice potrà riuscire a conciliare vita lavorativa con quella di tutti i giorni.

C’è da aggiungere poi che lavoro h24 non significa lavorare senza nessuna sosta.

Anche per la badante con contratto 24 ore su 24 o in regime di convivenza deve essere garantito da CCNL un tot ore di riposo che deve essere tassativamente rispettato. 

Inoltre, grazie ai vari corsi di formazione, molte badanti si sono formate professionalmente con diplomi ed attestati e sono capaci di intervenire in situazioni di emergenza con tecniche di primo soccorso e nello svolgimento di terapie domiciliari.

 

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Roma, Assegno Universale per le Famiglie con le Badanti altrimenti Rischio Incremento di Lavoro In Nero

Anche a Roma le famiglie sono preoccupate per l’incremento degli stipendi delle badanti.

Benché lo stato abbia intenzione di aiutare le famiglie che decidono di tenere il proprio caro in casa con una badante ancora non si sa nulla sui concreti aiuti che hanno intenzione di dare.

Propongono di voler stimolare le famiglie a non mandare i propri cari in una struttura, ma aumentano a dismisura i costi della badante senza pensare che una singola famiglia o addirittura un singolo anziano possa avere tutti questi soldi senza un aiuto.

Con l’aumento dell’inflazione, che dal gennaio 2023 ha fatto scattare un incremento del 9,2% dei minimi retributivi delle badanti, il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia infatti di diventare insostenibile.

Così la pensano quasi 6 famiglie datrici di lavoro domestico su 10.

A motivare l’insostenibilità della spesa per le prestazioni di una badante vi sono ragioni che rimandano soprattutto al crescente bisogno di assistenza da una parte e  all’indisponibilità futura di risorse, avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario, dall’altra.

Nella scala di priorità degli strumenti più urgenti da adottare nell’ambito della tutela della non autosufficienza le famiglie posizionano:

  • al primo posto la previsione di incentivi all’assunzione per ridurre il costo che si deve sostenere per la badante.
  • al secondo posto la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane.
  • al terzo posto il miglioramento dell’invecchiamento attivo con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali

 

Interpellate sui nuovi strumenti di tutela previsti nel disegno di legge delega in favore delle persone anziane 8 famiglie su 10 (l’82,9%) ha dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati.

 

Oltre allo stato d’animo delle famiglie nell’attuale congiuntura lo studio affronta anche questioni di portata più generale come l’invecchiamento della popolazione e le prestazioni irregolari nel lavoro domestico.

Sono poco più di 14 milioni le persone con almeno 65 anni e circa 3 milioni le persone con gravi limitazioni nelle attività svolte abitualmente.

Riportiamo ciò che afferma il presidente dell’associazione datori lavoro italiani:

“Alla soluzione di queste criticità si confida possano, almeno in parte, rispondere alcuni provvedimenti presi di recente come il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il Family Act ma, soprattutto, il disegno di legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, attualmente all’esame del Parlamento.
Il nostro auspicio è che nella stesura definitiva della legge, e successivamente nell’adozione dei decreti delegati, possano essere recepite le indicazioni che arrivano direttamente dalle famiglie, oramai consapevoli di come la gestione della non autosufficienza non possa più essere affidata a soluzioni precarie, provvisorie o fai da te. Al contrario servono aiuti concreti che rendano sostenibile la spesa e, allo stesso tempo, facciano emergere il lavoro irregolare”.

 

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Roma, Aumento del Costo Badante ma non Aumentano gli Aiuti

Anche a Roma gli stipendi delle badanti crescono ancora, quelli delle famiglie no.

Il recente adeguamento delle paghe di queste figure domestiche sta generando molta preoccupazione all’interno dei nuclei familiari che devono avvalersi del loro servizio a causa di un parente anziano o non autonomo.

“C’è molta preoccupazione nelle famiglie, se da una parte sono aumentati gli stipendi di queste figure, anche di 120-150 euro, quelli delle famiglie o le pensioni degli anziani no. Comprensibile che molti di essi si stiano domandando come fare a sostenere questa spesa”.

Il rischio concreto per un anziano con una pensione molto bassa è di non riuscire a fare fronte a questo esborso e di dover intaccare i propri risparmi o, se presente, chiedere aiuto ai propri familiari.

“Gli adeguamenti ci sono sempre stati, vengono fatti circa ogni anno e tutto viene ridimensionato. Se al lavoratore l’aumento risulta circa di 120 euro, per il datore di lavoro è molto più alto, più che raddoppiato”.

Le famiglie quindi stanno chiedendo, anche nelle agenzie, se esistano bonus o sgravi che possano aiutarli a sostenere queste spese.

“Al momento non sappiamo se arriveranno dei contributi per aiutare coloro che devono affrontare questo problema ma sono in molti che stanno chiedendo informazioni sulla possibilità di usarli. Il problema è che non sappiamo quali saranno i criteri con cui verranno assegnati. Se ad esempio si dovessero basare sulla presentazione di un Isee molte persone non potrebbero accedervi. In una ipotesi di un anziano con un’ottima pensione, questa sarebbe troppo alta per entrare in alcuni parametri di sgravi, ma comunque troppo bassa per sostenere la spesa della badante”.

Con il nuovo adeguamento alcune figure che effettuano circa 40 ore settimanali potrebbero ad arrivare a ricevere anche oltre 1.500 euro al mese, ma al datore di lavoro costerebbero oltre 1.700.

Il rischio è di incentivare il lavoro in nero per risparmiare qualcosa.

Appoggiarsi ad una agenzia garantisce di avere una persona selezionata e professionale scelta in maniera accurata e anche di cambiarla facilmente in caso non ci sia sintonia.

 

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Roma, Aumento Stipendi Badanti 2023

Anche a Roma rendiamo noto che:

Nessun accordo trovato tra le parti sul tavolo del ministero del Lavoro nella terza riunione della Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo nel contratto nazionale del lavoro domestico: confermato quindi da gennaio l’aumento stipendio colf e badanti 2023.

Si tratta di un incremento nella retribuzione del 9,2 per cento, per seguire l’adeguamento all’indice Istat.

In sostanza: colf, badanti e baby sitter vedranno in busta paga un aumento di stipendio, mentre le famiglie che si avvalgono della loro collaborazione dovranno sborsare più soldi per retribuirli con notevole aggravio economico.

Questi incrementi si aggiungono ai precedenti aumenti 2022, grazie all’accordo sui minimi retributivi, raggiunto lo scorso anno fa tra il Ministero del Lavoro e le sigle sindacali.

Assumere un badante o una colf costerà in media dai 100 ai 145 euro in più al mese.

Vediamo in dettaglio tutti i nuovi aumenti da gennaio 2023.

La variazione dell’indice ISTAT al 30 novembre 2022 è stata dell’11,3%, per cui l’adeguamento all’80% di questa variazione si traduce in un aumento del 9,2% dello stipendio colf e badanti 2023.

Per fare qualche esempio un lavoratore domestico non convivente di categoria C Super che lavora 30 ore a settimana vedrà il minimo orario passare da 7,13 euro nel 2022 a 7,69 euro nel 2023.

Di conseguenza uno stipendio mensile di 926,9 euro passerà a 1012,7 euro per un aumento totale di oltre 85 euro.

Per una badante convivente a servizio intero i minimi retributivi sono definiti a livello mensile.

Restando sempre nella categoria C Super lo stipendio mensile 2022 era di 1.026,34 euro. Con l’aumento a partire da gennaio 2023 lo stipendio passerà a 1.120,76 euro, ovvero oltre 94 euro in più al mese.

Gli aumenti dei minimi retributivi si traducono in un costo maggiore per le famiglie che non si limita a quello dato dall’aumento dello stipendio.

Gli aumenti che abbiamo analizzato in precedenza infatti riguardano solo lo stipendio mensile al quale si devono aggiungere anche:

  • contributi (Inps, Cassa Colf)
  • rateo Tfr
  • tredicesima
  • ferie

Considerando questi elementi i costi a carico delle famiglie potrebbero aumentare da 1.300 euro all’anno a oltre 1740 euro annui secondo dei calcoli riportati da Il Sole 24 Ore su fonte Assindatcolf.

Questo potrebbe spingere il settore del lavoro domestico a un aumento delle irregolarità, caratteristica che già contraddistingue il settore e che lo pone in cima alla classifica dei settori per tasso di irregolarità, in base a quanto riportato dal quarto rapporto annuale sul lavoro domestico redatto dall’Associazione Domina, l’associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico.

 

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Roma, Stangata per le Famiglie con Badanti

Anche a Roma rendiamo noto che alla fine lo sperato accordo non c’è stato:

dopo la terza riunione della Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo spettante alle figure contemplate nel contratto nazionale del lavoro domestico, non essendosi trovato un accordo tra i rappresentati dei datori di lavoro domestico e le parti sociali, si va quindi verso un adeguamento degli importi dello stipendio di badanti, colf e babysitter, che da gennaio aumenterà del 9,2%.

A questo va aggiunta la spesa per i contributi, con rateo TFR, tredicesima e ferie.

L’aumento, calcolato sulla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo con l’adeguamento all’80% dell’inflazione, dovrebbe scattare già dal 18 gennaio, comportando una importante voce di spesa per le famiglie presso le quali sono in opera badanti, ma anche babysitter e altre figure ricondotte al Contratto Collettivo Nazionale Lavoro domestico.

Una voce di denuncia arriva da Assindatcolf che chiedeva di scaglionare nel corso dell’anno gli aumenti per rendere più sostenibile il rincaro che metterà in seria difficoltà le famiglie, già provate dagli aumenti vertiginosi delle bollette, e in generale del costo della vita.

Secondo le stime e le proiezioni di Assindatcolf  l’impatto maggiore sarà per le famiglie con badante regolarmente assunta a tempo pieno e orario lungo e quella convivente con aumenti che incideranno sostanzialmente nel bilancio familiare dei milioni di italiani che hanno bisogno di queste figure, anche di oltre mille e cinquecento euro all’anno.

Per fare qualche calcolo con un aumento mensile, già da gennaio, del 9,2% dei minimi retributivi, la spesa mensile per il datore di lavoro di una badante non convivente di una persona non autosufficiente per 30 ore settimanali passerà da circa 633,93 Euro a 690,98 Euro al mese. Alla cifra, naturalmente, vanno aggiunti rateo Tfr, tredicesima e ferie

Per le figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza, come nel caso delle badanti (livello Cs) la retribuzione minima passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese a cui si aggiungerà anche l’aumento dei contributi portando il costo totale annuo da 17.177 a 18.752 euro, ovvero 1.575 euro in più.

Insomma una stangata che le famiglie dovranno trovare il modo di affrontare con il rischio di ridurre le ore di assistenza ai propri cari o, segnalano da Assindatcolf, che molti dei lavoratori che oggi sono in regola vengano lasciati a casa e magari fatti lavorare in nero.

Anche in considerazione di questo dal gruppo che rappresenta le famiglie datrici di lavoro domestico viene la richiesta al Governo di intervenire con misure concrete a sostegno delle famiglie: non solo sgravi per la regolare assunzione come previsto dal Piano nazionale per la lotta al sommerso in vigore dal dicembre scorso ma anche aiuti economici mirati.

Non bisogna, infatti, dimenticare che secondo i nostri calcoli il settore domestico sarà quello che subirà l’incremento maggiore rispetto ai principali contratti, come nel caso del commercio e dei metalmeccanici che negli ultimi 10 anni hanno visto – per i livelli contrattuali di inquadramento più diffusi – aumenti retributivi rispettivamente dell’8,4% e dell’8,3%, contro il 17,9% del settore domestico.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

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Roma, gli Stipendi Badante 2023

Siamo venuti a conoscenza a Roma dell’aumento previsto per i contratti nazionale delle badanti.

Le associazioni che rappresentano le famiglie datrici di lavoro domestico  sono intenzionate a chiedere che gli aumenti non superino quanto previsto dal governo per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione , cioè il  7,3%, e che comunque gli aumenti siano scaglionati nel corso dell’anno.

I sindacati  dei lavoratori reclamano invece l’applicazione di quanto previsto dal ccnl sottolineando che i lavoratori domestici  hanno  comunque tutele inferiori a quelle di altri lavoratori dipendenti per  malattia,  maternità, e pensioni.

Va ricordato che attualmente il minimo  stipendio orario previsto dal CCNL è pari a 4,83 euro per il livello A,  mentre il valore massimo  della retribuzione per badanti che fanno assistenza a persone non autosufficienti arriva a 8,33 euro orari (1.598 euro mensili per un contratto a tempo pieno).

Da ricordare anche che di pari passo con le retribuzioni si alzeranno  gli importi dei contributi previdenziali da versare trimestralmente.

Gli aumenti di colf,  badanti e baby sitter potrebbero subire forti aumenti per il  2023 a causa dell’inflazione attuale,  misurata dall’ISTAT all’11,8% a novembre e 11,5% a dicembre 2022.

La revisione annuale con adeguamento degli stipendi al valore dell’inflazione  concordata tra le parti sociali è  prevista dall’articolo 38 del Ccnl  del lavoro domestico.

Purtroppo le posizioni sono molto distanti:  né il tavolo  di confronto tenutosi il 21 dicembre né  quello del 3 gennaio 2023  hanno portato ad alcuna decisione ed è stato convocato un nuovo incontro per il 16 gennaio p.v.

Infatti in caso di mancato accordo tra le parti sociali  dopo tre incontri , il contratto prevede che il ministero decida per  l’adeguamento  automatico : all’80% del valore dell’inflazione per le retribuzioni minime, e al 100%  sul valore di vitto e dell’alloggio.

 

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Il Cibo e la Badante a Roma

Quante volte a Roma ci siamo trovati di fronte ad una badante che si fa e ci fa questa domanda: “non mi danno da mangiare, che faccio?”

Le badanti hanno un compito fondamentale che cambia, in meglio, la qualità della nostra vita e quella dei nostri genitori: prendersi cura tutti i giorni dei nostri cari.

È dunque innanzitutto nel nostro interesse che devono essere messe nelle migliori condizioni per fare il loro duro lavoro.

Tre pasti al giorno, di buona qualità.
Però il problema esiste ed è uno dei casi più frequente di attrito tra le famiglie e le badanti.

Che fare dunque?

Proviamo a fare chiarezza.

Cosa dice il contratto?

Art. 35 Vitto e alloggio
Il vitto dovuto al lavoratore deve assicurargli un’alimentazione sana e sufficiente; l’ambiente di lavoro non deve essere nocivo all’integrità fisica e morale dello stesso.

Contrattualmente è chiaramente indicato che l’alimentazione deve essere sana e sufficiente.

Ma il vitto deve essere sufficiente a cosa?” per evitare di creare inutili attriti nella normale gestione della convivenza, non si è obbligati a soddisfare ogni richiesta anche la più assurda.

Ecco che entra in gioco il buon senso.
Un’alimentazione sana e sufficiente non è fatta di capricci e stravaganze.

Per le famiglie il vitto è un costo, previsto dal contratto e propedeutico alla buona riuscita dell’assistenza ma non può e non deve diventare un salasso mensile.

Esiste poi l’indennità di vitto va pagata solo quando la badante non può usufruire gratuitamente dei pasti come ad esempio quando è in ferie.
Pertanto, nei casi di cui abbiamo scritto prima, è stata contrattualmente prevista una cifra convenzionale in sostituzione dei pasti che la badante solitamente consuma durante le normali giornate lavorative.
È evidente dunque che l’indennità in denaro non è l’unico criterio per stabilire qualità e quantità dei pasti ma si deve tenere in considerazione la salute del soggetto e la qualità e la quantità del vitto.

Torniamo ad insistere sul buon senso perché è l’unico parametro infallibile in questi casi.
Un suggerimento che può apparire banale è questo: stabilite sempre prima con chiarezza tutte le pattuizioni che governeranno il rapporto e verificatele nel tempo.

 

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