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contratto badante 2023 roma

Roma, Contratto Badanti Conviventi 2023

Innanzitutto è bene precisare che il “contratto per lavoro domestico” può essere utilizzato esclusivamente per l’assunzione diretta della badante convivente a Roma da parte dell’assistito o della sua famiglia e, a causa delle sue particolarità ed agevolazioni fiscali e contributive, non può essere utilizzato da altri soggetti.

Servizi familiari: i collaboratori domestici sono coloro che svolgono mansioni relative alla vita familiare e non addetti all’assistenza di persone.

I livelli di riferimento sono:

  • Livello A e A Super: per i collaboratori domestici senza esperienza professionale o con un’esperienza professionale non superiore ai 12 mesi (maturata anche presso datori di lavoro diversi), che svolgono compiti generici, manuali o di fatica, di natura esecutiva, sotto il diretto controllo del datore di lavoro.
  • Livello B: lavoratori con esperienza superiore ai 12 mesi, che svolgono mansioni, sempre di natura esecutiva, implicanti specifiche capacità professionali.

Vediamo ora di cosa si occupano in particolare le badanti e le collaboratrici domestiche addetti all’assistenza e alla cura delle persone, con mansioni di carattere non sanitario:

  • Livello B Super lavoratori che assistono persone autosufficienti, svolgendo mansioni connesse al vitto ed alla pulizia della casa
  • Livello C Super lavoratori che possiedono specifiche capacità professionali, che gli permettono di svolgere la propria attività godendo di totale autonomia e responsabilità. Viene qui inquadrato l’assistente a persone non autosufficienti, senza diploma professionale, che svolge anche le mansioni connesse al vitto ed alla pulizia della casa
  • Livello D Super lavoratori provvisti di diploma nello specifico campo oggetto della propria mansione, che svolgono con piena autonomia decisionale e responsabilità attività di gestione e di coordinamento. Questo livello include l’assistente a persone non autosufficienti in possesso di un diploma professionale o di un attestato specifico (es. infermiere diplomato generico, assistente geriatrico), che svolge anche le mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa. La formazione si intende conseguita quando il lavoratore è in possesso di un diploma nello specifico campo oggetto della propria mansione, conseguito in Italia o all’estero, purché equipollente, anche attraverso corsi di formazione aventi la durata minima prevista dalla legislazione regionale e comunque non inferiore a 500 ore (es. infermieri, OSS).

La selezione è un momento fondamentale e ci si può decidere di scegliere una badante autonomamente, oppure di rivolgersi ad un’agenzia per badanti o socio-assistenziale (come AES DOMICILIO) per poter essere meglio pronti ad ogni evenienza, superando, anche, le difficoltà che comporta lo scegliere una badante; dalla scelta ad hoc per le patologie dell’anziano che dovrà accudire, a finire dalla sequela di cavilli burocratici quali ore di lavoro, ferie, ore di riposo, ripartizione delle ore, busta paga, e così via

 

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Roma: La Disoccupazione e le Naspi per le Badanti

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (Badante a Ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (Badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (Badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento della disoccupazione e della richiesta della Naspi.

Spieghiamo che il governo, con decreto legislativo del 4 marzo 2015, n.22, ha previsto l’entrata in vigore della nuova assicurazione sociale per l’impiego chiamata NASPI, che è operativa per gli eventi di disoccupazione che si verificano a decorrere dal 1° maggio.

Vediamo come deve essere presentata la domanda di disoccupazione:

il collaboratore domestico appena licenziato dovrebbe subito rivolgersi al centro per l’impiego per sottoscrivere il DID ovvero la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

Di conseguenza chi ha diritto a ricevere la Naspi sono i badanti che hanno perduto involontariamente il lavoro  e che presentano questi tutti questi requisiti:

  • Stato di disoccupazione involontaria (licenziamento), se un lavoratore si dimette o risolve il rapporto consensualmente non può ricevere l’indennità di disoccupazione
  • Almeno 13 settimane di contributi nei ultimi 4 anni precedenti alla disoccupazione
  • 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi prima della disoccupazione (come da circolari inps num 142 e 194 del 2015)

La Naspi sarà rapportata alla retribuzione imponibile previdenziale degli ultimi 4 anni di impiego (anche non consecutivi).

L’importo verrà calcolato dividendo tale retribuzione per le settimane contributive e moltiplicate per 4.33 con questi limiti:

  • se la retribuzione non supera i 1.195 euro mensili, l’indennità mensile sarà uguale al 75% della retribuzione
  • se la retribuzione supera i 1.195 euro mensili, l’indennità mensile sarà uguale al 75% della retribuzione + il 25% della differenza tra retribuzione e 1.195
  • l’ importo massimo è comunque di 1300 euro (per il 2015)

Per i collaboratori domestici la retribuzione su cui si basa il calcolo della Naspi non è quella percepita mensilmente ma la retribuzione convenzionale che si basa sui contributi versati che, solitamente, risulta più bassa rispetto alla retribuzione totale percepita.

 

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Roma, quando la Badante Decide di Dimettersi

Il lavoro delle badanti a Roma è molto spesso impegnativo e può capitare che le condizioni della persona da assistere sono peggiorate o modificate a tal punto che non si riesce a gestire e la badante convivente o la badante a ore può decidere di dimettersi.

Può anche decidere di dimettersi perché non si trova più bene, perché deve tornare al suo paese, perché ha trovato una nuova e migliore sistemazione lavorativa.

Vediamo dunque come funziona il licenziamento della badante, partendo con i tempi di preavviso, per licenziamento o dimissioni, che variano in base all’impegno settimanale e all’anzianità acquisita dal lavoratore presso lo stesso datore di lavoro.

  • Se il rapporto di lavoro è superiore alle 24 ore settimanali, il preavviso di licenziamento dovrà essere di 15 giorni di calendario, se il lavoratore ha acquisito un’anzianità di servizio inferiore a cinque anni presso lo stesso datore di lavoro. Sarà invece di 30 giorni di calendario, nel caso in cui l’anzianità di servizio superi i cinque anni presso lo stesso datore di lavoro.
  • Se il rapporto di lavoro è pari o inferiore alle 24 ore settimanali, il preavviso di licenziamento dovrà essere di 8 giorni di calendario, fino a due anni di anzianità, oppure di 15 giorni di calendario, oltre i due anni di anzianità.
  • Per i lavoratori che usufruiscono con la famiglia di un alloggio, il preavviso dovrà essere di 30 giorni fino a un anno di anzianità e di 60 giorni oltre un anno di anzianità.

Tali termini sono ridotti del 50% nel caso di dimissioni da parte del lavoratore.

In caso di mancato preavviso da parte del datore di lavoro è dovuta al lavoratore un’indennità pari alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso spettante. In caso di dimissioni, invece, al lavoratore che non effettua la comunicazione nel periodo di preavviso viene trattenuto dalla liquidazione l’importo che gli sarebbe spettato in tale periodo.

Quando cessa il rapporto di lavoro, per licenziamento o per dimissioni, il lavoratore domestico ha sempre diritto alla liquidazione, anche se il lavoro è precario, saltuario e di poche ore a settimana.

Ciò anche nel caso di risoluzione del rapporto di lavoro durante il periodo di prova, se superiore ai 15 giorni.

La cessazione nei contratti a tempo determinato di colf e badanti fatta prima della scadenza contrattuale (a causa di licenziamento o dimissioni) é ammessa soltanto nei seguenti casi e senza periodi di preavviso:

  1. entro la fine del periodo di prova, se previsto al momento dell’assunzione
  2. se si verifica una giusta causa che impedisce il proseguimento del rapporto di lavoro. La giusta causa si concretizza con fatti di particolare gravità che compromettono irrimediabilmente il rapporto di fiducia tra il datore di lavoro e il lavoratore, al punto da impedire la prosecuzione anche temporanea del rapporto di lavoro
  3. Risoluzione consensuale in cui le parti liberamente si accordano per la cessazione del rapporto di lavoro
  4. Quando viene meno l’oggetto del contratto cioè non é più possibile effettuare la prestazione in quanto decede il datore/assistito o questo viene trasferito in una casa di riposo o in un centro assistenziale.

 

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Roma, il Licenziamento della Badante durante la Gravidanza

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (Badante a Ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (Badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (Badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento del licenziamento in gravidanza.

Innanzitutto dobbiamo conoscere il periodo di astensione obbligatoria previsto dalla legge, dove la badante ha diritto a conservare il posto di lavoro.

Dall’inizio della gestazione fino al momento della astensione obbligatoria dal lavoro, la badante può essere licenziata solo per mancanze gravi che non consentono la prosecuzione del rapporto, nemmeno in via provvisoria.

La tutela non è imposta dalla legge ma dal contratto collettivo.

Periodo in cui vige il divieto:

  • durante i due mesi precedenti la data presunta del parto
  • durante il periodo che va dalla data presunta a quella effettiva del parto
  • durante i 3 mesi successivi al parto

Vediamo ora, prendendo spunto da sentenze del tribunale di Roma, un licenziamento particolare ovvero il licenziamento comunicato oralmente.

Con una sentenza del 20 ottobre 2015 n. 8965 in materia di licenziamento di una badante in gravidanza ha precisato che il licenziamento orale della lavoratrice domestica in gravidanza non porta alla reintegrazione nel posto di lavoro considerato che il rapporto di lavoro domestico è escluso dalla tutela dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Il licenziamento in questione porta invece al diritto del risarcimento dei danni, pari alla retribuzione non percepita nei cinque mesi in cui opera, il divieto di licenziamento della badante.

Per quanto sopra si ricorda che il CCNL lavoro domestico, all’art. 25, comma 3, prevede che “dall’inizio della gravidanza, purché intervenuta nel corso del rapporto di lavoro, e fino alla cessazione del congedo di maternità, la lavoratrice non può essere licenziata, salvo che per giusta causa. Le dimissioni rassegnate dalla lavoratrice in tale periodo sono inefficaci ed improduttive di effetti se non comunicate in forma scritta o se non intervenute nelle sedi di cui all’art. 2113, 4° comma del codice civile.
Le assenze non giustificate entro i cinque giorni, ove non si verifichino cause di forza maggiore, sono da considerare giusta causa di licenziamento della lavoratrice.”

Si fa presente che per il lavoro domestico si applica l’articolo 62, comma 1, del D.Lgs. 151/2001 che prevede espressamente il pagamento del congedo di maternità obbligatoria.

 

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Roma il Contratto Nazionale dei Collaboratori Domestici i Provvedimenti Disciplinari

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (badante ad ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura ( badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento delle sanzioni.

Le sanzioni disciplinari vengono effettuate a secondo della gravità attraverso:

  • un rimprovero verbale, che viene dato in caso di lieve mancanza ai doveri
  • una censura scritta, che è data in caso di recidiva di rimproveri verbali
  • sospensione dal lavoro nel caso in cui nonostante le precedenti ammonizioni, ha commesso mancanze che hanno portato danni a cose o persone che assiste
  • il licenziamento viene fatto dunque per giustificato motivo, con il rispetto dei termini di preavviso (art. 35).
    In caso di situazione come l’essere ubriachi al lavoro, o di situazioni che precludono la fiducia, la badante può essere licenziata in tronco.

Vediamo la procedura:

Inviare lettera di contestazione all’indirizzo della badante, o raccomandata a mano. Dopo 5 giorni dal ritiro della lettera stessa, se non vi è risposta di giustificazione oppure, nel caso in cui non è stata ritirata, dopo 5 giorni dal ritorno al datore della raccomandata del mancato ritiro è possibile il licenziamento.

Se la badante presenta invece un certificato medico si potrà eventualmente licenziare seguendo le pratiche del licenziamento dopo malattia.

Naturalmente è necessario consegnare alla badante copia di tutta la documentazione di chiusura.

Dal 2017, da comunicazione da varie questure d’Italia, è confermato che non è necessario comunicare alla questura stessa la cessazione del rapporto di lavoro con la badante convivente.

È importante ricordare che bisogna utilizzare il licenziamento per giusta causa con attenzione, perché è importante comunicare con la badante nel caso in cui sia assente.

Per capire cosa è successo, e quindi non rischiare di fare un licenziamento non giustificato.

 

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La Badante a Roma e la Cassa Colf

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (badante a ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti conviventi vivono con la persona di cui si prendono cura, altre ancora lavorano durante la notte per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento degli articoli riguardanti la cassa colf e il fondo colf del contratto nazionale dei collaboratori domestici, di cui naturalmente fanno parte le badanti, ed è l’unico mezzo per fare assunzioni in regola.

Art. 50 Cas.Sa.Colf:

  1. Cas.sa.Colf è un organismo paritetico composto per il 50% da FIDALDO e DOMINA e per l’altro 50% da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf.
  2. Cas.sa.Colf ha lo scopo di fornire prestazioni e servizi a favore dei lavoratori e datori di lavoro, comprensivi di trattamenti assistenziali sanitari e assicurativi, integrativi e aggiuntivi delle prestazioni pubbliche.

Art. 51 Fondo Colf:

  1. Il Fondo Colf è un organismo paritetico composto per il 50% da FIDALDO e DOMINA e per l’altro 50% da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf.
  2. Il suo scopo istituzionale è quello di ricevere il contributo versato ai sensi del successivo art. 52 e destinarlo per il funzionamento degli strumenti contrattuali di cui ai precedenti articoli 44 e seguenti.

 

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Badante e la Risoluzione del Rapporto di Lavoro a Roma

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata, in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono (badante convivente) con la persona di cui si prendono cura, altre ancora lavorano durante la notte per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento della risoluzione del rapporto di lavoro.

Il rapporto di lavoro può essere risolto da ciascuna delle parti con l’osservanza dei seguenti termini di preavviso.

Per i rapporti non inferiori a 25 ore settimanali:

  • fino a 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario
  • oltre i 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 30 giorni di calendario

Nel caso di dimissioni da parte del lavoratore, per i rapporti inferiori alle 25 ore settimanali:

  • fino a 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 8 giorni di calendario
  • oltre i 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario

Il preavviso dopo il termine di maternità cambia, ed è di 30 giorni di calendario, sino ad un anno di anzianità, e di 60 giorni di calendario per anzianità superiore.

Alla scadenza del preavviso, l’alloggio dovrà essere rilasciato, libero anche da cose personali.

In caso di mancato o insufficiente preavviso, è dovuta alla badante un’indennità pari alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso non concesso.

In caso di morte del datore di lavoro il rapporto può essere risolto con il rispetto dei termini di preavviso indicati nel presente articolo.

I familiari coabitanti, i coniugi, le persone unite da unione civile o da stabile convivenza di fatto ai sensi della L. n. 76/2016 e successive modificazioni ed integrazioni, il cui stato familiare sia certificato da registrazione storico anagrafica, sono obbligati in solido per i crediti di lavoro maturati dal prestatore di lavoro.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”. Guarda anche la nostra pagina dedicata all’Assistenza domiciliare anziani prezzi

 

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Badante a Roma e il Diritto al Congedo e allo Studio

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (badante a ore) , in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte per le problematiche della persona da assistere (badante notturna).

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento del diritto allo studio, dei congedi per matrimonio e per le donne vittime di violenza.

Tenuto conto della funzionalità della vita familiare, il datore di lavoro favorirà la frequenza della badante a corsi scolastici per il conseguimento del diploma di scuola dell’obbligo o di specifico titolo professionale; un attestato di frequenza deve essere esibito mensilmente al datore di lavoro.

Le ore di lavoro non prestate per tali motivi non sono retribuite, ma potranno essere recuperate a regime normale.

In caso di matrimonio spetta al lavoratore un congedo retribuito di 15 giorni di calendario.

Al lavoratore che usufruisca del vitto e dell’alloggio spetta, per il periodo del congedo, il compenso sostitutivo convenzionale.

La retribuzione del congedo sarà corrisposta a presentazione della documentazione comprovante l’avvenuto matrimonio.

Il lavoratore potrà scegliere di fruire del congedo matrimoniale anche non in coincidenza con la data del matrimonio, purché entro il termine di un anno dalla stessa e sempre ché il matrimonio sia contratto in costanza dello stesso rapporto di lavoro.

Per finire vediamo le norme per il congedo per le donne vittime di violenza di genere:

nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio, ha il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al percorso di protezione per un periodo massimo di tre mesi.

Ai fini dell’esercizio del diritto di cui al presente articolo, la lavoratrice, salvo casi di oggettiva impossibilità, è tenuta a preavvisare il datore di lavoro con un termine di preavviso non inferiore a sette giorni, con l’indicazione dell’inizio e della fine del periodo di congedo e a produrre la certificazione attestante l’inserimento nei percorsi di cui al precedente comma.

Il periodo di congedo è computato ai fini dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.

Durante il periodo di congedo, la lavoratrice, ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione e il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa che è corrisposta direttamente dall’Inps.

Il congedo può essere usufruito su base oraria o giornaliera nell’arco temporale di tre anni.

 

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La Badante a Roma e il Codice Deontologico

A dicembre 2019 è nato il codice deontologico del lavoratore domestico.

Con l’approvazione della nuova “Normativa Tecnica Uni 11766:2019” vengono stabiliti i requisiti che deve avere un collaboratore domestico per essere assunto.

Inoltre, la normativa prevede una serie di regole di comportamento che la badante a Roma deve attuare durante il rapporto di lavoro, regole che, secondo i più, dovrebbero essere sottintese, ma che, evidentemente, il settore aveva bisogno di strutturare in forma ufficiale.

Secondo Assindatcolf, il Sindacato dei lavoratori domestici, la grande diffusione del lavoro non contrattualizzato fa sì che ci sia una mancanza di tutele non solo per il lavoratore, ma anche per il datore di lavoro domestico, il quale non ha alcun tipo di garanzia sul dipendente che sta assumendo per prendersi cura di un proprio familiare ammalato, anziano, minore o con qualche tipo di disabilità.

La nascita del nuovo Codice, quindi, innalza la figura di questo lavoratore, dando maggior valore ai lavoratori regolari.

Di seguito alcuni punti del Codice:

  • A badanti, colf e baby-sitter viene chiesto di adottare un linguaggio adeguato, educato, non aggressivo, né autoritario
  • I collaboratori domestici sono tenuti al rispetto della privacy dei datori di lavoro
  • Nel caso in cui badanti o babysitter assistano anziani o minori, sono tenuti a non divulgare informazioni sensibili cui vengono a conoscenza durante lo svolgimento del loro lavoro
  • È vietato percuotere o aggredire i membri della famiglia presso cui si lavora (fatta eccezione per situazioni in cui il lavoratore si trovi nella condizione di doversi difendere)
  • Alle baby-sitter si richiede di attenersi alle indicazioni educative fornite dai genitori per i propri bambini (ad esempio, rispettando i limiti riguardanti l’utilizzo di videogiochi, o la visione di programmi in televisione). Lo stesso principio è adottato anche per le regole che riguardano la gestione e l’organizzazione della casa;
  • Il lavoratore non deve millantare competenze che non possiede realmente. Pertanto, deve astenersi dallo svolgere compiti, seppur su richiesta del datore di lavoro, che non è in grado di portare a termine, per mancanza di capacità e conoscenze.

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Roma: Compiti della Collaboratrice Domestica

Come collaboratrice domestica incaricata dell’assistenza a una persona, è importante adottare un atteggiamento attento e rispettoso nei confronti del benessere e della cura della persona assistita.

Sappiamo che il contratto della badante è stipulato nel contratto di collaboratore domestico.

Le badanti a Roma hanno esperienza, hanno qualifiche per poter lavorare nei vari contesti familiari, ma naturalmente è bene conoscere alcune linee guida generali su come comportarsi nella cura personale:

  1.  Assicurati di rispettare la privacy della persona assistita. Chiedi il permesso prima di entrare nella sua camera o di toccare le sue cose personali. Mantieni la confidenzialità delle informazioni personali che potresti venire a conoscenza durante il tuo lavoro.
  2. Assicurati che la persona assistita mantenga una buona igiene personale. Puoi aiutarla nel fare la doccia, nel lavarsi i denti, nel pettinarsi o nel vestirsi, se necessario. Fornisci assistenza rispettando la sua dignità e mantenendo un ambiente confortevole.
  3. Segui le indicazioni specifiche sulla dieta della persona assistita. Prepara pasti bilanciati e salutari, tenendo conto di eventuali restrizioni alimentari o preferenze personali. Assicurati che abbiano accesso a cibo e acqua a sufficienza durante la giornata.
  4. Se la persona assistita deve prendere farmaci, assicurati di seguire le istruzioni correttamente. Supervisiona l’assunzione dei farmaci e tieni traccia degli orari e delle dosi. Comunica con il medico o il responsabile della salute per quanto riguarda eventuali domande o preoccupazioni.
  5. Incentiva la persona assistita a rimanere attiva, se possibile. Puoi aiutarla a fare brevi passeggiate, a fare esercizi leggeri o a partecipare a programmi di riabilitazione, se necessario. Assicurati di rispettare i limiti e le capacità individuali e di adattare le attività di conseguenza.
  6. Monitoraggio della salute: presta attenzione alle condizioni di salute della persona assistita. Osserva eventuali cambiamenti fisici, emotivi o comportamentali e riferiscili al responsabile della salute o alle persone coinvolte nella cura. Segui le istruzioni fornite per il monitoraggio dei parametri vitali, se necessario.
  7. Comunicazione empatica: sii attenta alle esigenze emotive della persona assistita. Mostra empatia, gentilezza e pazienza nelle tue interazioni. Ascolta attentamente le sue preoccupazioni e rispondi in modo appropriato.

Come collaboratrice domestica con un contratto nazionale le mansioni e i compiti specifici possono variare a seconda delle esigenze del datore di lavoro e delle disposizioni del contratto.

Ecco alcune delle mansioni comuni che potresti svolgere:

  • Pulizie domestiche, pulizia generale della casa, compreso il pavimento, le superfici, i bagni, la cucina e gli elettrodomestici. Questo potrebbe includere aspirare, spolverare, lavare i pavimenti, pulire i vetri, pulire i mobili e mantenere l’ordine generale.
  • Potresti essere responsabile di stirare gli abiti e assicurarti che siano puliti e pronti per l’uso.
  • Potresti aiutare nella preparazione dei pasti o essere responsabile della preparazione completa dei pasti, compresa la pulizia e l’organizzazione della cucina.
  • Potresti essere incaricato di fare la spesa per la casa, assicurandoti che ci siano cibi e prodotti di consumo necessari.

Questi sono solo alcuni esempi di compiti che potresti svolgere come collaboratrice domestica.

È importante consultare il tuo datore di lavoro o fare riferimento al contratto nazionale per avere una panoramica precisa delle tue responsabilità specifiche.

 

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