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Anziano con Demenza Senile a Roma: le Cure della Badante assunta in Regola

La demenza senile è una condizione medica complessa che colpisce principalmente gli anziani, causando una progressiva perdita di memoria, capacità cognitive e funzioni quotidiane.

La gestione da parte di una badante a Roma  di un anziano affetto da demenza senile richiede una comprensione approfondita della malattia e un approccio olistico che tenga conto delle esigenze fisiche, emotive e sociali del paziente.

In questo articolo, esploreremo nel dettaglio la demenza senile, i sintomi associati e forniremo indicazioni alle badanti conviventi su come gestire al meglio questa condizione.

La demenza senile, nota anche come demenza tipo Alzheimer, è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla progressiva perdita delle funzioni cognitive.

Colpisce principalmente gli anziani, ma può manifestarsi anche in persone più giovani.

La causa esatta della demenza senile non è ancora chiara, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e dello stile di vita.

La malattia provoca danni alle cellule cerebrali, interferendo con la trasmissione dei segnali neurali e causando la morte delle cellule stesse.

I sintomi della demenza senile possono variare da persona a persona, ma di solito includono:

  • Perdita di memoria a breve termine
  • Difficoltà nel pensiero astratto
  • Difficoltà nella comunicazione
  • Cambiamenti nell’umore e nel comportamento
  • Perdita delle capacità di svolgere attività quotidiane

Detto questo la gestione di un anziano con demenza senile richiede un approccio comprensivo e adattabile.

Ecco alcune linee guida utili allo svolgimento di un lavoro per una badante Alzheimer il più adeguato possibile.

  1. Educazione e comprensione: le badanti devono informarsi sulla demenza senile per comprendere meglio i sintomi, le sfide e le strategie di gestione.
  2.  Ambiente sicuro: creare un ambiente sicuro e familiare per ridurre i rischi di cadute, incidenti domestici e confusione.
  3. Routine strutturata: stabilire una routine giornaliera prevedibile può aiutare a ridurre l’ansietà e la confusione nel paziente. Mantenere una routine per le attività quotidiane come il sonno, l’alimentazione e l’igiene personale può favorire un senso di sicurezza e stabilità.
  4. Comunicazione chiara e semplice: parlare in modo chiaro, utilizzando frasi brevi e semplici, può facilitare la comprensione del paziente. Evitare di affrettarsi o di sovraccaricare di informazioni può contribuire a mantenere una comunicazione efficace.
  5. Stimolazione cognitiva: incoraggiare attività che stimolino la mente del paziente, come giochi di memoria, puzzle o lettura. Questo può aiutare a mantenere attive le funzioni cognitive e ritardare il declino cognitivo.
  6. Assistenza medica e farmacologica: consultare un medico specializzato nella gestione della demenza senile è fondamentale. Il medico può raccomandare farmaci per controllare i sintomi e offrire suggerimenti per affrontare specifiche sfide mediche.

 

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Roma, la Badante e la Demenza Senile

Quando si tratta di gestione degli anziani dobbiamo sempre tenere presente che essi presenteranno delle patologie e che quindi la badante a Roma debba conoscerle e sapere come gestirle.

Parliamo di una patologia, la demenza senile.

La demenza senile si manifesta con un deterioramento globale, progressivo e legato ad alterazioni organiche del cervello, di tutte le attività psichiche e del comportamento, con particolare cedimento delle funzioni intellettive, affettive e volitive. L’insorgenza della malattia, eccetto i casi che fanno seguito a un grave trauma, è insidiosa e l’andamento di solito, ma non necessariamente, è cronico e irreversibile.

È caratterizzata dal costante deterioramento delle capacità intellettive, delle abilità psicomotorie, comprese la scrittura e il linguaggio, del controllo degli sfinteri e da un declino cognitivo.

Le modificazioni patologiche a livello dell’encefalo sono:

  • perdita neuronale
  • atrofia generalizzata 
  • comparsa di nuovi elementi strutturali, quali le placche senili
  • la degenerazione granulo vacuolare
  • gli intrecci neurofibrillari neuronali

La prima cosa da fare è educare la badante sulla demenza senile; è fondamentale che la badante convivente comprenda appieno la demenza senile.

Ciò include conoscere i sintomi tipici, come la perdita di memoria, la confusione, i problemi di linguaggio, l’aggressività e la depressione.

La comunicazione con una persona con demenza può essere difficile a causa dei problemi di linguaggio e di comprensione.

La badante dovrebbe utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, parlare lentamente e fornire istruzioni step-by-step.

È importante anche ascoltare attentamente e mostrare pazienza e rispetto durante le conversazioni.

Le persone con demenza beneficiano di una routine stabile e prevedibile.

Possono essere soggette a cadute e incidenti domestici a causa della perdita di equilibrio e della confusione, quindi la badante dovrebbe assicurarsi che l’ambiente in cui il paziente vive sia sicuro.

La badante deve sapere che le persone con demenza possono dimenticare di mangiare o bere e di conseguenza devono assicurarsi che il paziente riceva pasti nutrienti e che sia adeguatamente idratato.

Oltre magari a preparare cibi facili da masticare o assistere durante i pasti, se necessario.

È importante incoraggiare l’indipendenza e rispettare la dignità del paziente, consentendo loro di fare quello che possono autonomamente e offrendo assistenza solo quando necessario, quindi la badante aiuta il paziente durante il bagno, l’igiene personale, il vestirsi e il pettinarsi, magari non sovrapponendosi a lui ma con un iniziale controllo.

Le persone con demenza possono trarre beneficio da attività che stimolano la mente e mantengono l’interesse e l’engagement; l’assistente badante può organizzare attività come puzzle, giochi da tavolo, lettura, ascolto di musica, guardare vecchi album di foto o fare passeggiate all’aperto.

La demenza può manifestarsi attraverso dei comportamenti problematici come l’aggressività, l’agitazione, l’errare senza meta o l’irrequietezza , la badante deve saper gestire tali comportamenti in modo efficace; per esempio può includere tecniche di distrazione, creare un ambiente calmo e sicuro, offrire comfort e rassicurazione, o utilizzare la terapia occupazionale.

Naturalmente alla fine di tutto si sa che essere una badante di una persona con demenza può essere estenuante e stressante; per questo deve riuscire ad avere il suo spazio e il suo riposo, dove potersi prendersi cura di sé stessa per evitare l’esaurimento fisico e emotivo.

 

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Il Manuale della Badante a Roma: la Gestione del Malato di Demenza

Di seguito un piccolo vademecum per la gestione quotidiana del malato di Alzheimer non in fase terminale che può aiutare la badante di Roma a organizzare al meglio il suo prezioso lavoro di accudimento:

  1. Procurarsi delle lavagnette o dei bloc-notes a quadretti dove annotare l’elenco delle cose da fare ogni giorno e gli orari, meglio se in stampatello e a colori, e posizionarle in bella vista. Si potrà quindi definire una sorta di routine della giornata (colazione, passeggiata, esercizi, pranzo, medicine, di nuovo passeggiata ecc.)
  2. Eliminare dagli ambienti domestici tutti gli elementi che potrebbero causare danno all’assistito, un po’ come si fa per i bambini piccoli, e cercare di precludere loro l’uso di cucina, gas, fornelli ecc. Anche la rimozione degli specchi può essere molto utile: infatti i pazienti affetti d’Alzheimer tendono a non riconoscersi allo specchio e l’immagine può provocare molta agitazione
  3. Tenere una luce accesa di notte può favorire un clima più distensivo che può conciliare maggiormente il sonno.
  4. Sistemare in zone protette (off limits per l’assistito) medicine e prodotti potenzialmente tossici, inclusi i detersivi.
  5. Attenzione anche al bagno: mai permettere loro di chiudersi in bagno o di lavarsi da soli.
  6. Lasciare l’incombenza della spesa a familiari o a terza persona, quindi avere sempre una lista pronta e cucinare una o due volte alla settimana porzionando le pietanze e sistemandole in congelatore. Se l’assistito/a è in grado di uscire, si può andare insieme a fare la spesa. Le persone con Alzheimer perdono presto il gusto del cibo e diventano inappetenti, per questo è utile studiare dei menù semplici ma gustosi, che possano stuzzicare l’appetito, magari facendo leva sulla memoria. In questo i familiari potranno essere di grande aiuto, sia per suggerire alla badante delle ricette, che portando al congiunto i suoi piatti preferiti di persona.
  7. Per dare una spinta emotiva e tenere al fresco la mente non limitare il paziente quando questi vuole fare qualcosa, piuttosto può essere utile coinvolgerlo nelle faccende quotidiane. Ad esempio svolgere piccoli lavoretti d’aiuto in casa come indicargli dove mettere a posto le tovaglie, ecc. Questi banali gesti quotidiano possono aiutare tantissimo l’anziano a far riaffiorare ricordi passati, e siccome il ricordo è “contagioso” il ricordare un episodio può scatenare un meccanismo a catena che faccia ricordare altri episodi.
  8. Non stravolgere la sua vita quotidiana, né la disposizione della casa: i punti di riferimento spaziali sono importantissimi agli occhi di un malato di Alzheimer: una sedia che è sempre stata in un posto, se spostata in un altro posto smetterà di “essere una sedia”, non la riconoscerà più, né riconoscerà essere quella una sedia, quindi limitate i cambiamenti.
  9. Tenere foto e oggetti importanti della vita dell’anziano ben in evidenza affinché nel guardarli possa ricordare qualcosa e tenere presente le persone care; magari ristampandole in un formato più grande, mettendovi delle etichette sopra per farlo orientare meglio.
  10. E utile anche mettere dei segnali particolari alle porte delle diverse stanze per renderle più riconoscibili.
  11. Far fare attività motoria all’anziano è importantissimo: infatti mantenere vivo il corpo può essere un fattore fondamentale per favorire anche la memoria , una semplice passeggiata, questo comporterà sicuramente un maggiore clima di serenità.
  12. I piccoli gesti ripetuti, le abitudini e i vari momenti del vissuto quotidiano possono aiutare l’anziano a restare calmo e a non perdere il suo senso dell’orientamento. Mutamenti improvvisi di abitudini o ambienti possono facilmente turbare l’anziano e farlo agitare, facendogli perdere il senso della quotidianità.
  13. Poiché, come tutti sanno, la malattia di Alzheimer incide prepotentemente sulla memoria a breve termine, è necessario dare la massima importanza al dialogo. La badante deve formulare frasi brevi e semplici, in modo che l’anziano non abbia grosse difficoltà a ricordarle, ripetere con dolcezza e con un tono pacato il concetto che si vuole esprimere. Sarà molto importante accettare gli eventuali tempi di risposta, spesso lunghi, ripetere attirando l’attenzione dell’assistito facendo attenzione anche al linguaggio del corpo. Soprattutto si dovrà dare importanza alla RI-CAPITOLAZIONE, cioè riprendere il più possibile le fila di un discorso senza dare per scontato ciò che si è detto un attimo prima.
  14. Un altro punto importante è il contatto fisico. Se viene gradito è importante che la badante dimostri affetto al paziente toccandolo mentre gli parla, così da farlo sentire accudito e risvegliare la sua attenzione.

 

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Assistenza con Badante al Malato di Alzheimer a Roma

Le badanti svolgono un lavoro a volte molto faticoso: hanno a che fare con i nostri familiari malati che necessitano assistenza, controllo e compagnia tutto il giorno.

Una badante di Roma che lavora con una persona malata di Alzheimer deve avere molte esperienze e preparazioni.

Fornire assistenza a una persona che soffre di morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza può essere gratificante e stimolante: nelle fasi iniziali della demenza, un individuo può rimanere indipendente e richiedere pochissima assistenza, tuttavia, quando la malattia progredisce, i bisogni si intensificano, portando infine alla necessità di un’assistenza costante, 24 ore su 24.

Spesso le persone che assistono l’anziano e i suoi familiari dicono che uno degli aspetti più sconvolgenti del morbo di Alzheimer sono i cambiamenti che provoca nel comportamento.

Prendersi cura di una persona malata di Alzheimer è, a ben vedere, un impegno a tempo pieno che richiede qualità umane e organizzative non comuni.

La badante, convivente o a ore, dovrà imparare a capire le esigenze del suo assistito anche quando questo non sarà in grado di esprimerlo e dovrà essere dotata di molta pazienza e sangue freddo.

Con il tempo che andrà sempre avanti, la badante non potrà perderlo di vista un attimo, dovrà aiutarlo a mangiare, vestirsi, alzarsi dal letto e coricarsi, a prendere le medicine, fare gli esercizi per la memoria se previsti dal suo piano terapeutico, confortarlo nei momenti di angoscia acuta.

Il paziente Alzheimer ha improvvisi sprazzi di lucidità in cui torna, per forse pochi minuti, ad essere pienamente se stesso e in quei momenti prova sensazioni di disperazione e malinconia intense.

E’ l’aspetto più doloroso di questa malattia, più del vedere il congiunto non riconoscere i figli, i parenti, le persone che lo circondano.

In quel momento il paziente è in un mondo suo, fatto di oblio per cui non può fare i conti con ciò che è diventato o ciò che ha perso.

A volte è rabbioso o violento, ha comportamenti compulsivi o di apatia, ma non è se stesso, non è consapevole di quello che gli sta succedendo, soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia.

I momenti di lucidità sono invece i più devastanti per il paziente stesso e per chi è accanto a lui in quei frangenti.

L’Alzheimer è probabilmente la più crudele delle malattie, in tutte le sue forme.

Vedere il proprio congiunto cambiare sotto i propri occhi, diventare, a volte, aggressivo e cattivo, o apatico, incapace di riconoscere la famiglia porta a un senso di disperazione e solitudine che probabilmente nessun’altra malattia provoca nelle famiglie.

La ricerca oggi sta facendo qualche progresso, ma poiché le cause scatenanti della malattia non sono a oggi note, le terapie si concentrano sul suo rallentamento.

Dal 2020 è in sperimentazione un farmaco, l’Aducanumab, che agisce riducendo la quantità di proteina amiloide nei tessuti cerebrali delle persone affette dalla patologia.

L’accumulo di questa proteina è infatti un marker chiave dell’Alzheimer ed è coinvolto nel processo di degenerazione nervosa, sebbene in modi ancora in parte da comprendere.

Parallelamente a questo farmaco, al San Raffaele di Milano, è partita la sperimentazione su un farmaco, il GV-971 estratto da un’alga e già approvato in Cina che agisce sul microbiota intestinale.

Studi recenti hanno inoltre dimostrato che il sistema immunitario dei topi è in grado di rimuovere i peptidi beta-amiloidi, principale causa delle placche nel cervello che provocano l’Alzheimer, ma è ancora più attuale la dimostrazione di come questo avvenga anche negli esseri umani: aumentando la risposta immunitaria dell’organismo potrebbe essere possibile curare i sintomi della patologia neurodegenerativa.

Questo è quanto è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Rejuvenation Research.

 

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Le 5 Patologie Geriatriche che deve Conoscere la Badante a Roma

Per la  badante di Roma è importante avere una conoscenza di base sulle patologie geriatriche per essere preparati a fornire un’adeguata assistenza ai tuoi assistiti anziani.

Tra le molte patologie che possono interessare gli anziani, alcune sono più comuni e possono richiedere cure speciali.

Ecco cinque patologie geriatriche comuni da conoscere.

La prima è una malattia al giorno d’oggi molto conosciuta e si tratta dell’Alzheimer e altre forme di demenza:

queste condizioni possono causare confusione, perdita di memoria e difficoltà nelle funzioni cognitive.

È importante comprendere i sintomi della demenza, come la perdita di memoria, la confusione mentale, l’alterazione del linguaggio e i cambiamenti comportamentali proprio perché le badanti possono essere poi formate per aiutare i pazienti a gestire questi sintomi e per fornire la stimolazione e la cura necessarie.

Un’altra malattia sempre molto conosciuta è il Parkinson:

è una patologia neurodegenerativa caratterizzata da tremori, rigidità muscolare, lentezza dei movimenti e problemi di equilibrio. I pazienti affetti da Parkinson possono avere difficoltà nel camminare e nell’eseguire compiti quotidiani.

Vi sono poi le malattie cardiovascolari:

includono l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca e l’angina.

Le badanti dovrebbero essere a conoscenza dei sintomi di queste condizioni e sapere come gestire eventuali farmaci necessari.

È fondamentale monitorare la pressione sanguigna, il battito cardiaco e seguire le raccomandazioni del medico per una corretta gestione della salute cardiaca.

Conosciamo poi il diabete:

è una malattia cronica che richiede un monitoraggio regolare dei livelli di zucchero nel sangue e una buona gestione della dieta.

Gli anziani possono sviluppare diabete di tipo 2, che è spesso correlato a uno stile di vita poco salutare.

Come badante, è importante aiutare i tuoi assistiti a seguire una dieta equilibrata, a fare attività fisica regolare e a prendersi cura della gestione del diabete.

L’ osteoporosi è una condizione che può rendere le ossa fragili e più suscettibili alle fratture:

si tratta di una diminuzione della densità minerale ossea. Gli anziani sono particolarmente a rischio di osteoporosi, quindi è importante prestare attenzione alla prevenzione delle cadute e promuovere uno stile di vita sano per mantenere la salute delle ossa.

Oltre a queste, ci sono molte altre patologie/ malattie che possono interessare gli anziani come il cancro, la malattia renale cronica, la depressione e le malattie respiratorie croniche.

Le badanti dovrebbero essere formate su come riconoscere i sintomi di queste e altre condizioni e su come fornire la cura appropriata.

Ricordiamo che queste sono solo alcune delle patologie geriatriche più comuni e ogni persona può presentare una combinazione di diverse condizioni.

 

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La Badante a Roma e l’Assistenza Domiciliare con Anziana Malata di Demenza

La badante di Roma si chiamava Larysa ed era una donna di mezza età con una grande esperienza nella cura degli anziani.

Aveva passato gran parte della sua vita a prendersi cura di persone malate e aveva acquisito una grande conoscenza nel campo della geriatria.

Un giorno, durante una ricerca di lavoro, Larysa incontrò una famiglia che cercava una badante per la madre anziana, una signora di nome Anna, che soffriva di demenza senile.

Anna era una signora dolce e gentile, ma la sua malattia aveva fatto sì che fosse diventata sempre più confusa e dimenticava spesso le cose.

Larysa iniziò subito a lavorare cercando di creare un ambiente confortevole per Anna e di aiutarla a gestire le sue giornate.

Larysa capì subito che Anna aveva bisogno di una routine stabile per sentirsi sicura e tranquilla. La badante pianificò quindi una routine giornaliera per Anna, che includeva attività come la lettura, la musica, la ginnastica dolce e la cucina.

Cercava di coinvolgere Anna in tutte le attività possibili, per mantenerla attiva e stimolata.

Tuttavia, Anna spesso si sentiva confusa e disorientata, soprattutto durante la notte.

Larysa decise di dormire nella stanza accanto a quella di Anna per poterla assistere in caso di bisogno.

Durante la notte, cercava di calmare Anna quando era agitata e disorientata, cantandole canzoni e raccontandole storie.

Anna aveva bisogno di prendere molti farmaci e Larysa si assicurava che li prendesse regolarmente e nel giusto dosaggio.

Inoltre, faceva attenzione alla sua alimentazione, preparando pasti sani e gustosi.

Con il passare del tempo, Larysa sviluppò una forte connessione con Anna.

Nonostante la malattia Anna era ancora in grado di comunicare e di esprimere la sua gratitudine per l’attenzione e la cura di Larysa.

La badante trascorreva ore a parlare con Anna, ascoltando le sue storie e i suoi ricordi.

Tuttavia, non tutto era sempre facile: Anna aveva spesso momenti di confusione e di agitazione, che mettevano alla prova la pazienza e la professionalità della badante.

Dopo alcuni mesi, la salute di Anna peggiorò e fu necessario ricoverarla in ospedale.

Larysa accompagnò Anna all’ ospedale e rimase con lei e durante tutto il ricovero passò molte ore al suo fianco , tenendole compagnia e assicurandosi che ricevesse le cure necessarie.

Non appena Anna tornò a casa Larysa si prese cura di lei con ancora maggior dedizione.

Un giorno, Anna si addormentò e non si svegliò più. Era arrivato il momento della sua dipartita.

Larysa fu molto colpita dalla morte di Anna.

Aveva trascorso tanto tempo con lei e le era diventata molto affezionata.

Sentiva la mancanza di Anna e del suo sorriso gentile, ma sapeva che aveva fatto tutto il possibile per farla sentire amata e curata.

La malattia di demenza senile è una malattia difficile da gestire, ma Larysa aveva dimostrato di avere tutte le qualità necessarie per diventare una grande badante.

La sua pazienza, la sua dedizione e la sua capacità di creare un ambiente confortevole e sicuro per Anna avevano fatto la differenza.

La sua esperienza e la sua professionalità erano state decisive per alleviare le sofferenze di Anna e per far sì che trascorresse gli ultimi mesi della sua vita in serenità e tranquillità.

 

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Roma, la Giusta Selezione di Badanti con Malati di Alzheimer

Aes Domicilio ricerca anche a Roma personale domestico, come badante convivente, ad ore o notturna e per farlo si avvale di un primo passaggio esclusivamente con la famiglia, per raccogliere le indicazioni su quale possa essere la miglior badante da presentare.

Tra le patologie che un anziano può presentare vi è anche l’ Alzheimer, ecco ora parleremo di questa malattia.

La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa progressiva che colpisce il cervello, causando la perdita di memoria e altre funzioni cognitive. È la forma più comune di demenza, una condizione che colpisce la capacità di una persona di pensare, ragionare e ricordare le cose.

La malattia di Alzheimer si sviluppa lentamente nel tempo e di solito inizia con la perdita di memoria a breve termine.

Le persone affette da questa patologia possono avere difficoltà a ricordare eventi recenti, nomi di persone e oggetti, o a pianificare e organizzare le attività quotidiane.

Con il passare del tempo, la malattia può peggiorare e comportare la perdita di memoria a lungo termine, problemi di linguaggio, di attenzione, di concentrazione e di giudizio.

La malattia di Alzheimer può anche causare cambiamenti nel comportamento e nell’umore, come l’irritabilità, la depressione, l’ansia e la perdita di interesse per le attività che una volta erano gratificanti.

Inoltre, le persone con Alzheimer possono avere difficoltà a svolgere le attività quotidiane, come vestirsi, mangiare o andare in bagno.

La badante è una figura professionale importante che può entrare in gioco per aiutare le persone con Alzheimer a gestire la loro vita quotidiana.

La badante può fornire assistenza nella cura personale, nell’alimentazione, nell’igiene personale e nell’esercizio fisico ed un eventuale supporto emotivo e sociale, aiutando la persona con Alzheimer a mantenere un senso di connessione con gli altri e ad avere attività gratificanti.

Di conseguenza possiamo elencare alcuni esempi di come la badante può essere di aiuto.

  • Per l’ assistenza personale la badante può aiutare la persona con Alzheimer nella cura personale, come il bagno, la vestizione e la cura dell’igiene personale
  • Per l’assistenza alimentare la badante può preparare i pasti e aiutare la persona con Alzheimer a mangiare, garantendo che riceva la giusta nutrizione
  • La badante può aiutare a gestire i farmaci, garantendo che vengano presi nei tempi e nelle dosi corrette
  • La badante può fornire supporto emotivo e sociale alla persona con Alzheimer, aiutandola a mantenere un senso di connessione con gli altri e ad avere attività gratificanti
  • Ed infine la badante può monitorare la sicurezza della persona con Alzheimer, garantendo che non si metta in pericolo e che la casa sia sicura

 

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Il Manuale delle Badanti: Arteterapia, Anziani e Badanti a Roma

Un libro può essere una delle scelte migliori per conoscere qualcosa: Aes Domicilio come casa editrice ha raccontato anche a Roma la badante e la famiglia, per aiutare entrambe le figure ad entrare una nel mondo dell’altra.

La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, una delle città in cui si è spesso manifestata, deriva il suo nome dallo scrittore francese Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle (1783-1842) che, dopo esserne stato colpito personalmente durante il proprio Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione nel libro: “Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio“.

Si tratta di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capo-giro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti particolarmente sensibili, quando si trovino di fronte a opere d’arte di straordinaria bellezza.

E, in pratica, una malattia da “esposizione all’arte”!

Alcuni studiosi confermano come questa “esposizione all’arte” possa agevolare i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer soprattutto se siano seguiti da una badante specializzata proprio in Alzheimer.

Applicata alla demenza, l’arteterapia è un sorta di efficacissima Sindrome di Stendhal al contrario: l’overdose di bellezza, che può stordire una persona particolarmente sensibile in buona salute, può avere anche straordinari effetti benefici su una mente compromessa, provocando emozioni in grado di rallentare il progredire della malattia, in certi casi raggiungendo l’effetto di alcuni farmaci specifici.

I benefici sono generali ed evidenti poiché gli assistiti sono più motivati a partecipare, provano maggior benessere – dunque si riducono i tipici sintomi negativi del comportamento -, cresce l’autostima, migliora la qualità della vita, il tono dell’umore e, di conseguenza, le stesse relazioni con operatori e familiari, i quali vedono con soddisfazione i loro cari nuovamente felici, non importa se si tratti di uno stato transitorio, e coinvolti in attività gratificanti.

Anche se affette da patologia cognitiva, queste persone sono in grado di valutare l’esperienza estetica col risultato che, in non pochi casi, si sono riattivate memorie lontane e una vitalità apparentemente esaurita.

L’arte, agendo come una forma di ipnosi, innocua e in stato cosciente, fa si che il cervello dei pazienti restituisca loro ciò che gli è proprio, l’arte riesce a provocare nella mente compromessa, effetti di riconnessione, restituendo al paziente ciò che la malattia aveva fatto smarrire.

Non a caso questa esperienza di “uscire fuori dalla gabbia dei ricordi perduti” cui induce l’Alzheimer, sia speculare a ciò che lo psicoanalista Hillmann disse a proposito della sindrome di Stendhal:

“Potrebbe essere considerata, pertanto, una sindrome archetipica e le manifestazioni patologiche una rappresentazione mitica, la mimesis, cioè, di un modello archetipico. La crisi, dunque, può essere letta come espressione della necessità di oltrepassare i limiti dell’ordinario, come aspirazione alla trasgressione, alla rottura di schemi comportamentali abituali, come urgente spinta a riscoprire e realizzare tendenze psichiche pro-fonde”.

Dunque lo stimolo di immedesimarsi in essa che un’opera d’arte dona offre al paziente l’occasione di immedesimarsi in se stesso, sfruttando un particolare dettaglio di un’opera che susciti, in realtà, il collegamento con un particolare dettaglio della propria vita, grazie al quale cominciare a ricostruire la propria identità.

Aes Domicilio coglie l’occasione del suo primo manuale per far conoscere com’è realmente il mondo della badante.
Il manuale è acquistabile direttamente dal sito Aes domicilio.

 

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La Badante e la Malattia Mentale a Roma

La badante è una figura professionale che si occupa dell’assistenza di persone anziane, come ben conosciamo grazie al lavoro che svolgiamo anche qua a Roma.

È bene ricordare che questo tipo di lavoro richiede una notevole dose di pazienza, empatia e capacità di relazionarsi con persone fragili e spesso bisognose di una particolare attenzione.

Tra le patologie che le badanti possono incontrare più frequentemente, visto proprio l’aggravarsi della persona anziana, e una delle più difficili da gestire è senza dubbio la malattia mentale.

La malattia mentale, infatti, può manifestarsi in modi molto diversi, a seconda del disturbo specifico di cui si tratta.

Tra i disturbi più comuni che possono richiedere l’assistenza di una badante ci sono la depressione, l’ansia, la demenza.

Ciascuno di questi disturbi presenta sintomi e problematiche specifiche, ma in generale tutti richiedono una particolare attenzione e una grande capacità di adattamento da parte della badante.

Ora vediamo alcune di queste che cosa comporta; innanzitutto parliamo della depressione che è una patologia molto frequente anche tra gli anziani.

In generale, si può parlare di depressione quando una persona presenta un umore triste e abbattuto per un periodo prolungato di tempo. La badante deve essere in grado di riconoscere i sintomi della depressione e di capire come interagire con la persona affetta da questo disturbo.

In alcuni casi, infatti, la persona depressa potrebbe avere difficoltà a comunicare o a esprimere le proprie emozioni e la badante dovrà essere in grado di instaurare un rapporto di fiducia con il proprio assistito per comprendere le sue esigenze e offrire il giusto supporto.

Altro disturbo è l’ansia, le persone che soffrono di ansia possono manifestare sintomi come attacchi di panico, per cui la badante dovrà essere in grado di riconoscere le fasi del disturbo e saper gestire la situazione in modo efficace.

In conclusione, la malattia mentale rappresenta una sfida importante per le badanti, che devono essere in grado di adattarsi alle esigenze delle persone che assistono e di gestire situazioni complesse e spesso imprevedibili.

La selezione delle badanti è molto importante in questi casi, perché soltanto delle badanti con la giusta formazione e con la capacità di mettersi in ascolto delle persone che assistono possono essere una figura fondamentale per garantire il benessere e la qualità della vita delle persone affette da disturbi mentali.

Inoltre è importante sottolineare l’importanza di una maggiore attenzione e sensibilizzazione verso le malattie mentali, per garantire un supporto adeguato a chi ne è affetto e per ridurre il rischio di stigmatizzazione e isolamento sociale.

 

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L’inganno dei Sensi: la Badante e la Demenza a Roma

Molte badanti di Roma si ritrovano a dover gestire persone anziane affette da demenza.

Le persone affette da demenza moderata hanno illusioni sensoriali, soprattutto visive come le allucinazioni, percepiscono oggetti e creature viventi che sembrano staccarsi da un tappeto o dalla tappezzeria per esempio.

È utile sapere che, a causa dei loro disturbi mentali, le persone affette da demenza spesso non capiscono più le connessioni.

Per questo cercano di inserire le esperienze in un loro contesto logico.
Siccome le persone affette da demenza e i loro parenti di solito non conoscono la possibile connessione tra questi sintomi e la demenza non ne parlano con il medico.
Spesso inoltre le persone affette da demenza bevono troppo poco o seguono una dieta squilibrata o inadeguata e dunque possono attraversare momenti di confusione.

Non è facile per il profano distinguere tra stato di confusione e illusioni sensoriali.

Nel caso di una confusione mentale ipoattiva il soggetto ha dei comportamenti che sono paragonabili a quelli della depressione, infatti la persona in questione è assopita, narcotica e particolarmente silenziosa.

In questi casi la badante può essere molto utile, per aiutarlo per mantenerlo attivo.

È opportuno comunicare con il soggetto assopito facendo delle domande semplici:

  • che giorno è oggi?
  • come ti chiami?
  • dove ti trovi?
  • che ore sono?

Se la confusione mentale negli anziani è classificata come iperattiva significa che il soggetto che ne soffre avrà un comportamento sopra le righe, con atteggiamenti agitati.

Chi soffre di questo tipo di confusione mentale può avere allucinazioni oppure delirare.

Ed infine, esiste uno stato di alterazione mentale che viene definita mista, in questo caso i sintomi delle due precedentemente descritte sono mescolate e alternate tra loro.

In pratica l’anziano che viene colpito da questo tipo di confusione mentale passa da momenti di schizofrenia ad altri catatonici o di silenzio e assopimento.
È importante svolgere un’azione preventiva e la presenza della badante può essere di grande aiuto.

Per ridurre le probabilità di cadere in uno stato confusionale è importante

  • mantenere ben idratato il corpo
  • seguire una corretta alimentazione ricca di fibre, vitamine e sali minerali
  • garantire un ambiente sereno e rilassato, evitare confusione e cambi di ambienti o traslochi
  • vivere in un ambiente luminoso e armonioso utilizzando la musicoterapia e l’aromaterapia

 

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