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Raccomandazioni a Roma sull’Assunzione in Regola della Badante

Non si ripeterà mai abbastanza anche a Roma che affidarsi al passaparola nella ricerca di una badante è la cosa peggiore.

Non importa se il collega si è trovato benissimo con quella persona, era il suo caso, non quello di qualcun altro.

Se quella badante era l’ideale per lui, per il suo congiunto, non è assolutamente detto che lo sarà per noi.

Ogni caso è uguale a se stesso e, come abbiamo visto, bisogna selezionare la lavoratrice adatta al proprio caso, al carattere dell’assistito, alle sue necessità, non a quelle di qualche conoscente: la famiglia deve scindere la questione della conoscenza dalla questione della professionalità.

E già stato esaminato un esempio di questionario piuttosto preciso, che potrebbe essere usato, anzi andrà usato come base per la nostra ricerca.

La cosa peggiore che una famiglia può fare per il congiunto, è assumere una badante in nero.

La persona che si è assunta potrebbe essere davvero in gamba ma, attenzione!

Supponiamo che la badante abbia un incidente… Supponiamo che, mentre porta al parco l’assistito, venga fermata per un controllo e si scopra che non solo non ha un contratto di lavoro, ma neppure un permesso di soggiorno!

Ora si immagini che non sia così onesta e che un giorno, improvvisamente, non si presenti più al lavoro, o se ne torni a casa sua senza preavviso.

La badante in nero sa che il datore di lavoro è in difetto e ha parecchie frecce al suo arco.

Per capirci, se ne ha la possibilità di farci una vertenza, la fa sicuramente, giusto per ricavarne un bel tesoretto.

In ogni caso, vertenza o meno, qualsiasi imprevisto può causare parecchi guai.

Se scivola, se l’assistito dà di matto, è un problema qualunque sia la problematica.

Molti assumono la persona a ore, mentre poi nella realtà è convivente, e questa sarebbe una buona causa di vertenza.

La badante è una lavoratrice, come è già più volte stato sottolineato, quindi se trova di meglio saluta la famiglia che l’ha assunta, anzi, se ne va senza salutare.

In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, una badante in nero ha la possibilità di eseguire delle riprese video e audio della casa nella quale lavora.

L’obiettivo è proprio quello di dimostrare che si sta lavorando in nero, senza commettere un reato di violazione della privacy e del domicilio di un’altra persona.

Questo porterà a una possibile vertenza lavorativa, in seguito alla quale il datore di lavoro sarà tenuto a pagare:

  • I contributi mai versati
  • Eventuali differenze di retribuzione previste dal contratto collettivo del lavoro
  • Il TFR
  • Le ferie retribuite e i permessi non goduti

La badante in nero ha il diritto di denunciare la persona per cui lavora all’Ispettorato del lavoro o in Tribunale, anche in assenza di prove video o audio. In questo caso, sebbene le sue dichiarazioni non bastino a dimostrazione del fatto alla base della denuncia, costituiscono prova le testimonianze di persone che abbiano assistito allo svolgimento della sua attività in nero.

Quali sono, a questo punto, le conseguenze legali che ricadono sulla persona che fa lavorare qualcun altro in nero?

In primissimo luogo, devono prima di tutto essere versate tutte le somme che il denunciante avrebbe ricevuto in caso di assunzione regolare.

Per fare un esempio, l’omissione di contributi previdenziali prevede il versamento di un importo raddoppiato.

Tra i rischi ci sono:

  1. Dover pagare nuovamente tutti gli stipendi in quanto, avendoli versati in contanti, non esiste tracciabilità al riguardo, quindi non c’è prova che siano stati regolarmente versati
  2. Una serie di sanzioni amministrative:
  • La prima è prevista per l’omessa o ritardata comunicazione dell’assunzione all’INPS ed
 è di valore variabile.
    Può essere applicata una sanzione amministrativa per la mancata iscrizione all’INPS per ogni lavoratore in nero, maggiorata di una quota supplettiva per ogni giorno di lavoro svolto.
  • Per l’omesso pagamento dei contributi previdenziali sono previste sanzioni pari a una cifra compresa tra il 30% e il 60% dei contributi evasi su base annua. La sanzione amministrativa è applicabile anche su una sola giornata di lavoro in nero.

Naturalmente la tentazione di assumere in nero è molto forte: nessuna burocrazia, prezzi molto inferiori, in quanto non si devono pagare tasse e contributi, insomma, sembra uno scenario meraviglioso!

Ma ci sono delle trappole, in questo scenario, come abbiamo visto e non è nemmeno tutto qui!

Il minor costo iniziale, si trasformerà in un prezzo molto salato, quando dovremo pagare multe, contributi, stipendi in realtà già versati e così via, senza contare che magari la badante non è poi così tanto preparata.

Ci sono poi i casi estremi, come quelli in cui la badante picchia l’anziano, oppure casi di furto anche grave, oppure quei casi strani, in cui improvvisamente figli e nipoti si trovano diseredati e il testamento è tutto per la badante… e potremmo trovare casi su casi, volendo.

Un caso emblematico è quello in cui una badante ha circuito l’anziano, credendolo molto più ricco di quanto non fosse.

La verità è che la donna aveva sentito i figli parlare di eredità, di bonus e si era convinta di trovarsi in casa di un milionario.

Così ha iniziato a circuirlo, arrivando a infilarsi nel suo letto nuda avendo con lui, per quanto possibile, rapporti sessuali.

Fortunatamente, dopo un po’, i figli hanno iniziato ad accorgersi che qualcosa non quadrava, avevano la sensazione di qualcosa di strano, anche se non riuscivano a raccapezzarsi.

Così hanno deciso di cambiare badante, ma a questa notizia, l’anziano si è opposto con forza, anzi, con eccessiva forza, e non voleva assolutamente sentir parlare di cambiarla e anche questo fatto era strano.

Finché, messo alle strette dai figli, finalmente ha ammesso di aver avuto rapporti con quella donna.

Il fattore umano è imprevedibile.

Neppure un’agenzia, pur selezionando e tenendo sotto controllo ogni collaboratore, è in grado di prevedere determinati comportamenti, figurarsi se un passaparola può essere affidabile!

In nero, davanti a un fatto come questo, la badante può andare alla polizia e dire che l’anziano le è saltato addosso, che l’ha importunata e ha tentato di violentarla.

Può ricattare la famiglia, insomma, può succedere di tutto, perché non c’è nessuna garanzia e nessun intermediario.

In questo caso specifico, l’agenzia cui i figli dell’anziano si erano rivolti, ha chiamato la badante, convincendola a lasciare quel lavoro, con la promessa di un altro lavoro, migliore e meglio pagato di quello, finché lei se n’è andata.

L’agenzia ha poi mandato un’altra persona alla famiglia, ovviamente non facendosi più sentire con la prima.

Sarebbe stato importante fare una denuncia ma, nonostante le insistenze, la famiglia non ha voluto denunciare e la cosa è finita li.

Recentemente si è verificato un caso inquietante, per cui una badante incinta si è fatta sposare dal figlio dell’assistito.

Naturalmente si è licenziata ed è stato necessario assumerne un’altra, in quanto si sarebbe creato un conflitto di interessi.

Sono casi delicati, ma ce ne sono moltissimi.

 

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