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Tag Archivio per: La vita della badante

carattere badante roma

Roma, il carattere della badante può influire

da Aes Domicilio

Quanto il carattere di una badante è importante nella gestione dell’anziano?

Abbiamo pensato di capire quali aspetti del carattere di una badante sono fondamentali anche nel suo lavoro di assistenza anziani a domicilio; ricordiamo anche a Roma che la badante è una figura di supporto che si occupa di prendersi cura delle esigenze fisiche, emotive e sociali della persona anziana.

Iniziamo con il dire che una badante empatica è in grado di comprendere e condividere le emozioni e le necessità dell’anziano. Questa capacità di mettersi nei panni della persona anziana le consente di fornire un sostegno emotivo adeguato, alleviando la solitudine e l’ansia che possono affliggere l’anziano. L’empatia aiuta a creare un legame di fiducia e conforto tra la badante e l’anziano.

L’anziano può avere bisogno di più tempo per svolgere le attività quotidiane o per comunicare i propri bisogni, quindi la badante deve essere molto paziente, in grado di affrontare situazioni con calma e comprensione, senza mostrare frustrazione o impazienza.
Altri aspetti del carattere che sono importanti sono il rispetto e la dignità. La badante che dimostra rispetto e dignità verso l’anziano contribuisce a preservare la sua autostima e il suo senso di valore. Questo si traduce in un trattamento rispettoso delle sue abilità e dei suoi desideri, consentendo all’anziano di mantenere un senso di indipendenza e autodeterminazione, sempre nel rispetto dei suoi limiti e delle sue condizioni.
Una buona comunicazione è essenziale per una gestione adeguata dell’anziano. Avere buone capacità comunicative è in grado di ascoltare attentamente le esigenze e i desideri dell’anziano, nonché di comunicare chiaramente e in modo comprensibile.

Per  trovare una badante, affidati ad AES Domicilio, agenzia di selezione badante in 24 ore. Se parliamo di prezzi dell’assistenza domiciliare anziani , disponiamo di tariffe badanti estremamente competitive e siamo attivi su tutta la Lombardia, in Lazio e in particolare nelle province di Milano e Roma se cerchi Badante a Milano, Badanti Monza, Badante Como, Badanti Lecco e Badanti a Roma.

Naturalmente si sa che un’anziano può avere esigenze che cambiano nel corso del tempo, sia dal punto di vista fisico che emotivo. È importante che la badante sia dunque flessibile e adattabile, in grado di modificare le sue pratiche di cura in risposta a questi cambiamenti. Questo richiede una predisposizione a imparare e adattarsi, nonché una capacità di gestire situazioni impreviste o sfide che possono sorgere durante l’assistenza all’anziano.
Visto che sappiamo come la badante svolge un ruolo cruciale nella vita dell’anziano e nella gestione delle sue necessità quotidiane.

È importante che la badante sia affidabile, rispettando gli orari prestabiliti, adempiendo agli impegni presi e garantendo la continuità dell’assistenza. L’anziano deve poter contare sulla presenza costante e affidabile della badante per sentirsi sicuro e supportato.

La badante infine deve possedere le competenze necessarie per svolgere le attività di assistenza richieste, come la cura personale, l’igiene, la gestione dei farmaci e l’assistenza nelle attività quotidiane, perché una badante competente è in grado di fornire cure adeguate e di rispondere alle esigenze specifiche dell’anziano in modo professionale.

https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/09/carattere-badante-roma.jpg 667 1000 Aes Domicilio https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.png Aes Domicilio2023-09-14 22:01:202023-09-23 12:55:00Roma, il carattere della badante può influire
anziano e badante roma

Non Accettare la Badante, Cosa Fare se l’Anziano di Roma fa i Capricci

da Aes Domicilio

Ci sono anziani a Roma che, una volta conquistata la fiducia in questa misteriosa figura che, da un giorno all’altro, entra nella loro vita e inizia a star loro attaccata come un francobollo, in poco tempo diventano zii o nonni della loro badante  a Roma, sono felici della sua presenza e a volte, ahimè, diventa figlia, confessore, balia… a volte un sogno di cui innamorarsi a qualche livello.

In altri casi, invece, l’anziano non vuole proprio saperne, diventa perfino sadico verso questa persona: pretende molto più di quanto veramente gli occorra, vuole una cosa per pranzo e, quando ce l’ha, non vuole saperne e la butta via, vuole essere cambiato o portato in bagno, anche se non ne ha alcun bisogno.

Peggio ancora quando dovrebbe fare degli esercizi e si rifiuta, finendo per peggiorare le sue condizioni.

Parlavamo della complicità tra famiglia e badante, ecco, questo è proprio il caso classico in cui è necessario prendere l’anziano e metterlo di fronte al suo comportamento e alle conseguenze sugli altri e su se stesso.

Servirà? O l’assistito si mostrerà ancora più cocciuto e capriccioso?

Naturalmente non c’è una risposta unica, poiché ogni persona è un mondo a sé, con reazioni individuali, ma spesso l’impuntatura scapperà.

L’anziano accuserà la badante di non capirlo, di trattarlo male, di essere pedante, se non addirittura prepotente ed è difficile capire, di primo acchito, fin dove possa essere vero o meno.

Anche in questo caso, ogni individuo è un caso a sé, questo vale per l’anziano, ma anche per la badante: non è possibile escludere a priori che una badante possa trattare davvero male un anziano, anche se le probabilità sono minime, almeno con una professionista seria.

Ci si trova a doversi districare tra Scilla, il congiunto, e Cariddi, la badante, anzi, la necessità dell’anziano di avere la badante e spesso sarà davvero difficile: bisognerà mettersi d’impegno, presenti i familiari e la badante con l’anziano, osservare, studiare ogni sfumatura e sperare di aver capito la situazione fino in fondo.

Se la badante è convivente, avrà sott’occhio la situazione sempre e le sarà piuttosto facile controllare che l’assistito si lavi, mangi, beva quello che gli viene preparato, mentre è molto più complicato quando la badante arriva, prepara il pranzo, le medicine da prendere, le bottiglie di acqua o di tè, e poi lascia la casa: questa situazione rende difficile mantenere un controllo costante.

Appena solo, l’anziano potrebbe buttare via il cibo e l’acqua con conseguenze che non è difficile immaginare e il rischio è che la colpa cada sulla persona che lo segue.

La disidratazione e la mancanza di molti elementi nutritivi, portano a stati allucinatori, perdita del controllo delle emozioni e reazioni a catena che fanno peggiorare drasticamente non solo la salute dell’anziano, ma anche il suo stato psicologico, estremizzando la situazione.

E vero, non è un caso ordinario, questo, ma non è neppure così raro come si potrebbe pensare.

Non grave come appare, in genere è sufficiente una buona reidratazione (possibilmente in flebo, e qui ci vorrà il medico curante o un paio di giorni di ricovero), una altrettanto buona nutrizione e l’assistito tornerà come nuovo, probabilmente anche più ben disposto verso chi lo assiste.

A volte, però, questo diventa un vero e proprio ricatto, si rischia un effetto yo-yo, per cui ci saranno giorni di rifiuto del cibo, dell’acqua e di lavarsi, poi una breve cura per poi trovarsi da capo.

Il consiglio è di farsi assistere da uno psicologo, almeno da un counselor, per poter evitare un trasferimento in struttura.

Se l’anziano sta bene, molto meglio di quanto voglia far credere…

Si sta parlando, in questa sede, di pazienti non affetti da patologie degenerative che potrebbero alterarne il comportamento, mentre i casi più specifici verranno affrontati più avanti.

Se il congiunto ha bisogno di aiuto ma non lo accetta, è necessario affrontare l’argomento con tatto e delicatezza, cercando di comprendere le ragioni del genitore, il motivo per cui sia così riluttante a farsi aiutare.

Per questo, a volte, diventa necessario fingere che la badante sia un’amica, una persona lì per una sera, ad esempio, perché l’anziano non debba cenare da solo e avere un po’ di compagnia.

Così sarà più facile: ho qualcuno con cui chiacchierare e guardare la tele, stasera, ma non mi sento invaso.

Gradualmente diventerà più facile l’inserimento, questo sarà un buon punto di partenza, si valuteranno attentamente gli aspetti della vita quotidiana nei quali c’è bisogno di aiuto, in modo da incoraggiare l’anziano nel processo di accettazione.

Prendersi cura di una persona anziana è una sfida che prosciuga energie fisiche ed emotive, soprattutto quando non vuole farsi aiutare e, se sempre ogni caso è complesso, è anche una situazione piuttosto comune.

Si è già citata la difficoltà di accettare la propria fragilità, la vecchiaia che rende “bisognosi”, che toglie prontezza e autonomia e si è accennato a quanto questo sia spesso umiliante, per chi vive questa situazione, e fa paura.

Molti anziani non riescono ad accettare di non essere più come prima, non si riconoscono in quella persona che dimentica di spegnere il fuoco sotto un pentolino, per esempio, o che ha bisogno del pannolone per andare a dormire.

È faticoso accettare questo cambiamento, e ancor di più è faticoso rinunciare alla propria indipendenza.

L’anziano sa che non sarà solo per un periodo, come se si trattasse di una gamba rotta, per esempio.

Quando l’indipendenza se ne va, è per sempre.

La malinconia di questa verità è immaginabile solo per chi la vive.

A volte l’anziano accetta quasi con sollievo un aiuto, a volte scatena sulla persona che gli mette davanti agli occhi i suoi limiti tutta la sua rabbia.

Accettare una badante significa anche rinunciare non solo all’indipendenza, ma alla privacy, alla propria routine, per adattarsi a quella nuova.

Così, l’anziano è inghiottito da un turbinio di emozioni negative, si sente più vulnerabile di quanto la famiglia immagini, si sente un peso, non più utile e pensa a quanto i suoi dovranno sborsare per la sua assistenza, se non dovesse bastare la pensione.

E se la pensione è sufficiente, l’anziano soffrirà pensando di non poter lasciare niente ai nipoti, un giorno.

 

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badante judy roma

La Storia di Judy, Badante a Roma

da Aes Domicilio

Ogni giorno vengono selezionate badanti a Roma da ogni parte del mondo e la fortuna di avere personale qualificato con esperienze nel proprio paese di origine portano anche novità e curiosità che stimolano positivamente il paziente.

Nel cuore di Manila, nelle Filippine, vivono migliaia di persone che sognano di un futuro migliore.

Tra queste persone, c’era una donna di nome Judy.

Con il suo sorriso contagioso e il suo spirito indomabile, Judy aveva un sogno: quello di lavorare all’estero per poter garantire un futuro più luminoso ai suoi tre figli.

Quando Judy ottenne la sua prima offerta di lavoro come badante convivente in Italia, non esitò a prendere quella difficile decisione.

Sapeva che la lontananza dai suoi figli sarebbe stata un sacrificio enorme, ma era determinata a offrir loro una vita migliore.

Arrivata in Italia, Judy fu accolta dalla famiglia di Antonio, un anziano signore che soffriva di una malattia degenerativa.

Antonio era un uomo di poche parole, ma il suo sguardo esprimeva una tristezza profonda.

La sua famiglia, pur volendolo tenere in casa, non poteva garantirgli le cure di cui aveva bisogno.

Ecco perché Judy fu assunta: per garantire ad Antonio le cure di cui aveva bisogno e per regalargli un po’ di compagnia.

I primi giorni furono difficili, il signore era riluttante all’idea di essere assistito da una estranea e Judy, pur avendo esperienza nell’assistenza agli anziani, si sentiva spaesata in un paese così lontano e diverso dal suo.

Passarono i mesi e la loro routine divenne più fluida.

Judy si svegliava prima dell’alba per preparare la colazione di Antonio, poi lo aiutava a vestirsi e lo accompagnava nelle sue passeggiate mattutine.

Nel pomeriggio, giocavano a carte o guardavano la televisione insieme, e la sera Judy lo aiutava a prepararsi per la notte.

Nonostante le difficoltà, iniziò a formarsi un legame tra Judy e Antonio.

Lei iniziò a vedere in lui una figura paterna, mentre lui vedeva in lei la figlia che non aveva mai avuto.

Insieme, riuscirono a superare la solitudine e l’alienazione che entrambi sentivano.

Ma la vita di Judy non era solo lavoro.

Dopo una giornata passata ad assistere Antonio, Judy passava le sue notti a parlare con i suoi figli via videochiamata, raccontando loro delle sue avventure in Italia e ascoltando le loro storie sulle Filippine.

Nonostante la distanza, Judy riuscì a rimanere una presenza costante nella vita dei suoi figli.

La storia di Judy è una storia di sacrificio e di resilienza.

Nonostante le difficoltà e la lontananza dalla sua famiglia, Judy non ha mai smesso di lottare per un futuro migliore.

 

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emilia badante convivente roma

A Roma la Storia di Emilia, Badante Convivente

da Aes Domicilio

Raccontiamo anche a Roma  la Storia di una badante di nome Emilia, proveniente da una piccola città della Romania.

Emilia era una donna gentile e devota che aveva dedicato gran parte della sua vita a prendersi cura degli altri.

Quando decise di trasferirsi in Italia per lavorare come badante, portò con sé amore, compassione e un cuore che desiderava solo aiutare.

Fu assunta da una famiglia benestante per prendersi cura di un anziano signore.

Il signore era un uomo stimato nella sua comunità, noto per la sua saggezza e la sua generosità.

Tuttavia, la vecchiaia aveva portato con sé vari problemi di salute, tra cui la necessità di un catetere.

La cura del signore non era un compito facile, bisognava avere pazienza, dedizione e un cuore pieno di amore.

Man mano che passava il tempo, Emilia e l’anziano signore svilupparono un legame speciale, erano in grado di comunicare in un modo che andava oltre le parole.

La gestione del catetere era il principale problema del signore, un compito delicato e impegnativo.

Emilia doveva essere molto attenta a mantenere l’igiene, a monitorare eventuali segni di infezione e a garantire che fosse il più confortevole possibile.

Emilia non era solo una badante per il caro anziano, era diventata una figura fondamentale nella sua vita.

Era la prima persona che vedeva al mattino e l’ultima persona che vedeva alla sera.

Era la sua compagnia durante i lunghi pomeriggi e la sua confortevole presenza durante le notti solitarie.

Con il tempo, Emilia imparò a parlare italiano fluentemente e a capire la cultura e le tradizioni del suo nuovo paese.

Fu accolta con calore dalla comunità locale che la considerava ormai come una nuova compaesana.

Nonostante i momenti difficili e le sfide che doveva affrontare, Emilia non si lasciò mai abbattere.

La sua forza e il suo coraggio erano un’ispirazione per tutti coloro che la conoscevano.

Anche nelle giornate più difficili il suo sorriso e la sua positività riuscivano a illuminare la stanza.

Anni dopo, quando l’anziano signore passò pacificamente nel sonno, Emilia era al suo fianco, tenendogli la mano e sussurrandogli parole di conforto.

Si era presa cura di lui fino alla fine, con la stessa devozione e affetto di sempre.

Emilia continuò a vivere in Italia, prendendosi cura di altre persone anziane con la stessa passione e dedizione che aveva mostrato nel suo primo lavoro, se non di più.

 

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essere badante roma

Roma, Cosa Vuol Dire Essere Badante

da Aes Domicilio

La badante a Roma è una figura professionale molto importante che si occupa di assistere e prendersi cura di persone anziane, malate o con problemi di salute che non sono in grado di occuparsi di se stesse.

Questo ruolo può essere svolto sia a tempo pieno che part-time, a seconda delle necessità della persona assistita.

I compiti di una badante possono variare notevolmente a seconda delle esigenze della persona assistita.

Questi possono includere l’aiuto con le attività quotidiane, come vestirsi, mangiare, fare il bagno e andare in bagno.

Possono anche includere l’amministrazione dei farmaci, l’organizzazione delle visite mediche e, in alcuni casi, la fornitura di supporto emotivo.

La badante, inoltre, può essere responsabile della gestione delle faccende domestiche, come pulire, fare la lavatrice, cucinare i pasti e fare la spesa.

In alcuni casi può essere richiesto che la badante conduca la persona assistita ai vari appuntamenti.

Essere una badante è un lavoro che richiede una grande quantità di pazienza, empatia e dedizione.

Non è un lavoro facile, ma può essere molto gratificante.

Ogni giorno, le badanti fanno una grande differenza nella vita delle persone che assistono, aiutandole a mantenere la loro dignità e indipendenza il più a lungo possibile.

Le badanti possono lavorare autonomamente, oppure possono essere impiegate da agenzie che forniscono servizi di assistenza domiciliare.

In entrambi i casi è importante che abbiano una formazione adeguata e le competenze necessarie per svolgere il loro lavoro in modo efficace.

Alcune badanti hanno una formazione specifica in assistenza sanitaria, mentre altre possono avere esperienza di vita o esperienza personale che le rende adatte per questo tipo di lavoro.

Ad esempio, una persona che ha curato un genitore anziano o un coniuge malato può avere una comprensione profonda di cosa significhi essere una badante.

È importante notare che essere una badante può essere emotivamente impegnativo.

Le badanti spesso si trovano a dover gestire situazioni stressanti e possono sentirsi sopraffatte dal dolore e dalla perdita se la persona che stanno assistendo muore.

Per questo motivo è importante che le badanti abbiano un buon sistema di supporto emotivo.

In conclusione, essere una badante significa dedicare la propria vita ad aiutare gli altri.

Sebbene sia un lavoro che può essere fisicamente ed emotivamente impegnativo, può anche essere estremamente gratificante.

Le badanti svolgono un ruolo cruciale nel garantire che le persone anziane e malate possano vivere con dignità e conforto.

 

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la badante roma

Roma, Chi è la Badante

da Aes Domicilio

La badante è quella persona che si occupa di uno o più anziani aiutandoli e sostenendoli anche in ambito domestico.

Si tratta di una vera e propria collaboratrice domestica che anche a Roma opera nel domicilio della persona anziana, di solito malata, fragile o non autosufficiente.

Il compito principale della badante è quello della compagnia, accanto a sorveglianza e cura.

L’assistente familiare, durante il suo lavoro, dovrà quindi cercare di accudire l’anziano con solerzia e premura, cercando di fargli vivere gli ultimi anni della sua vita nel modo più sereno possibile.

È bene ricordare che gli anziani non sono tutti uguali: ognuno presenta delle proprie caratteristiche e necessità, diverse per ognuno, come è già stato ripetutamente accennato, per questo nel lavoro della badante occorre prestare molta attenzione all’individualità di ognuno, cercando di garantire all’assistito sempre il massimo del benessere.

L’esercizio delle funzioni che deve essere svolto quindi è unico e si differenza tra assistito ed assistito.

Avere in casa una persona anziana e saperla accudita e sorvegliata da una badante competente, allevia sicuramente le preoccupazioni della famiglia in quanto sanno di aver lasciato il proprio caro nella mani di un brava collaboratrice.

Naturalmente tale mestiere può essere assunto indifferentemente sia dagli nomini che dalle donne.

Vedremo più avanti le false credenze su chi sia o non sia una badante.

A questo punto è d’uopo riassumere e vedere in modo schematico quali siano le effettive mansioni della badante, onde poter avere un rapido elenco da consultare, quando necessario.

Nel presente volume l’argomento è già stato trattato in modo esteso e, proprio per questo, si è scelto di stilare una breve tavola riassuntiva, che può sicuramente tornare utile.

Il primo compito della badante è, e rimane, quello di aiutare le persone non autosufficienti o solo parzialmente autosufficienti nella soddisfazione dei loro bisogni primari, nonché l’assistenza durante lo svolgimento di attività tipiche della vita quotidiana.

La persona che riveste questo ruolo deve infatti occuparsi anche di:

  • Pulire e tenere in ordine la casa
  • Fare la spesa oppure segnalare al familiare che se ne occupa ciò che manca in casa
  • Preparare i pasti
  • Occuparsi della movimentazione dell’assistito e del sostegno alla deambulazione
  • Curare l’igiene personale della persona seguita
  • Somministrare le terapie mediche prescritte
  • Tenere compagnia e fornire supporto morale
  • Accompagnare durante passeggiate giornaliere o ad appuntamenti medici

Tutti questi aspetti rendono evidente l’importanza dell’instaurarsi di una relazione di fiducia e personale, basata sull’empatia e sulla trasparenza.

Una badante convivente deve saper ascoltare, alleviare il senso di solitudine, mostrarsi positiva per poter fornire un supporto adeguato all’assistito, essere in grado di motivarlo e spingerlo all’azione e alla
cura di sé.
Deve inoltre dar sicurezza ed essere competente nel caso in cui siano necessari interventi di primo soccorso in attesa dell’arrivo dei sanitari.

Le mansioni della badante, talvolta, vanno ben oltre il mero compito da eseguire, cucinare, lavare l’anziano e aiutarlo a camminare, andando a coinvolgere anche la sfera psicologica, ascoltandolo sia nei giorni buoni che in quelli di sconforto, dandogli quel supporto e quella parola in più che potrebbe aiutarlo a sentirsi vivo e presente.

Questo aspetto non può essere “legalizzato”, naturalmente, ma è soltanto legato alla sensibilità e capacità personale e al rapporto che si potrà instaurare con l’assistito.

Di seguito quelle che dovrebbero essere le caratteristiche della badante ideale:

  • Empatia
  • Esperienza
  • Saper ascoltare
  • Tatto
  • Non essere irruenta
  • Saper cucinare italiano
  • Avere conoscenze di base di mobilitazione
  • Saper leggere e scrivere italiano.
  • Deve saper fare la spesa, quindi un po’ di economia domestica
  • Avere una patente valida in Italia

 

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badante elzbeta roma

La Storia di Elzbeta a Roma, Badante per una Signora Allettata

da Aes Domicilio

Elzbeta collaboratrice domestica della Repubblica Dominicana vuole raccontare a Roma la storia della sua esperienza con un’anziana allettata .

“Quando ho iniziato a lavorare con questa signora, vedendola così fragile e indifesa, sono stata colta da un senso di empatia e compassione.

Lei aveva 84 anni e non poteva più muoversi dal letto, perciò aveva bisogno di assistenza continua.

La sua casa era grande e accogliente, ma l’atmosfera era triste e silenziosa.

Ho incontrato i suoi figli, che mi hanno accolto cordialmente, ma allo stesso tempo mi hanno detto che la madre era molto difficile da gestire e che aveva un carattere molto forte.

Non mi sono fatta scoraggiare, ho preso il lavoro con grande serietà e ho deciso di fare del mio meglio per rendere la vita di questa signora il più confortevole possibile.

Le prime settimane sono state impegnative.

La signora era molto diffidente nei miei confronti e non si fidava di me.

Non voleva che la aiutassi ad alzarsi dal letto o a spostarsi sulla sedia a rotelle.

Tuttavia, ho continuato a mostrare la mia disponibilità e la mia pazienza, cercando sempre di farle sentire il mio sostegno.

Pian piano, la signora ha cominciato a fidarsi di me e a chiedermi sempre più aiuto.

Ho imparato a conoscere la sua personalità e le sue abitudini.

Ho scoperto che amava leggere e guardare la televisione, ma soprattutto amava parlare.

Le ho dedicato molte ore della mia giornata, ascoltando le sue storie, i suoi ricordi e i suoi pensieri.

Ho cercato di farla sentire meno sola, di non farla sentire abbandonata.

E così, giorno dopo giorno, la mia assistenza è diventata sempre più indispensabile per lei.

Ho imparato a farle la doccia, a darle da mangiare, a farle le medicazioni.

Ho imparato a conoscerne i problemi di salute e a prendermi cura di lei con attenzione e professionalità.

Ho imparato a gestire le sue emozioni, a supportarla nei momenti difficili e a farla sorridere quando possibile.

Non nego che ci sono stati momenti difficili, come quando la signora ha avuto delle complicazioni di salute o quando ha avuto degli episodi di confusione mentale.

Ma ho sempre cercato di rimanere calma e di fare il mio lavoro con la massima dedizione.

Con il passare dei mesi, la signora è diventata sempre più fragile e debole.

Ho cercato di farle compagnia il più possibile, di farle sentire il mio affetto e la mia vicinanza.

Purtroppo, un giorno la signora è deceduta.

È stato un momento molto difficile per me, ma allo stesso tempo mi sento grata di aver avuto l’opportunità di assistere questa signora fino alla fine della sua vita.

Dopo la sua scomparsa, ho incontrato i figli della signora per salutarli e per ringraziarli per la fiducia che avevano riposto in me.

Mi hanno detto che la loro madre aveva parlato molto bene di me e che la mia assistenza l’aveva aiutata a sentirsi meno sola e abbandonata.

Questa esperienza mi ha insegnato molto, sia a livello professionale che umano.

Ho imparato che il lavoro di badante richiede molta pazienza, dedizione e umanità.

Ho imparato a gestire situazioni difficili e a lavorare sotto pressione.

Ma soprattutto ho imparato l’importanza di essere vicino alle persone più fragili e bisognose, di ascoltarle e di farle sentire amate e rispettate.

Oggi ho iniziato a lavorare con una nuova anziana allettata, ma la mia esperienza con la signora che ho assistito prima sarà sempre nel mio cuore.

Spero di poter essere per questa nuova signora una buona badante, come lo sono stata per la mia precedente assistita.”

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/badante-elzbeta-roma.jpg 667 1000 Aes Domicilio https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.png Aes Domicilio2023-05-27 17:55:352023-05-25 18:13:17La Storia di Elzbeta a Roma, Badante per una Signora Allettata
badante olga roma

La Storia della Badante Olga a Roma

da Aes Domicilio

Raccontiamo a Roma la storia di Olga.

C’era una volta una badante russa di nome Olga che lavorava per una famiglia italiana.

Olga era una donna forte e coraggiosa che aveva lasciato la sua terra natale per cercare lavoro in Italia e mandare soldi alla sua famiglia rimasta in Russia.

La sua giornata iniziava presto la mattina, quando si svegliava per prendersi cura del signor Giovanni, un anziano malato che aveva bisogno di assistenza continua.

Olga si occupava di lui con grande dedizione e amore, facendogli la doccia, aiutandolo a vestirsi, preparandogli i pasti e facendogli compagnia durante la giornata.

Ma la vita di Olga non era facile, doveva affrontare la solitudine e la nostalgia della sua patria, senza avere la possibilità di tornare a casa spesso.

Inoltre, la lingua italiana era ancora difficile per lei, anche se aveva frequentato dei corsi per migliorare la sua conoscenza della lingua.

Nonostante tutto, Olga non si arrendeva.

Era determinata a svolgere il suo lavoro con la massima cura e professionalità possibile.

Ogni giorno cercava di imparare qualcosa di nuovo, leggendo libri o guardando programmi televisivi in italiano.

Un giorno, mentre stava portando il signor Giovanni in giardino per una passeggiata, Olga notò che una pianta era stata danneggiata da una tempesta.

Senza esitare Olga prese una paletta e cominciò a ripulire il giardino, rimuovendo i rami spezzati e i detriti.

La signora Maria, la moglie del signor Giovanni, rimase impressionata dalla dedizione di Olga e le chiese di fermarsi per prendere un caffè insieme.

Iniziò così una conversazione tra le due donne, che si rivelò molto interessante.

Olga raccontò la sua storia, di come aveva lasciato il suo paese per cercare lavoro all’estero e di come aveva incontrato molte difficoltà.

La signora Maria fu colpita dalla determinazione di Olga e le propose di aiutarla a migliorare la sua conoscenza della lingua italiana.

Così, ogni sera, dopo aver finito il suo lavoro con il signor Giovanni, Olga si sedeva con la signora Maria e insieme studiavano la lingua italiana.

Grazie all’aiuto della signora Maria, Olga migliorò rapidamente la sua conoscenza della lingua italiana: iniziò a parlare con più sicurezza e ad avere maggiori opportunità di socializzare e fare amicizie.

Inoltre, la signora Maria la aiutò a trovare un corso di formazione che le permise di ottenere la certificazione come badante professionale, aprendole nuove opportunità di lavoro.

Con il passare del tempo Olga divenne una badante molto richiesta, grazie alla sua competenza e al suo amore per il lavoro.

Grazie alla sua determinazione e alla generosità della signora Maria, Olga riuscì a superare le difficoltà e a costruirsi una nuova vita in Italia.

Ma non dimenticò mai la sua patria e la sua famiglia, a cui mandava regolarmente i soldi guadagnati con il suo lavoro.

La storia di Olga è un esempio di come la determinazione e l’impegno possano aiutare a superare le difficoltà e a costruire una nuova vita.

Olga ha dimostrato che, anche in un paese straniero, è possibile trovare l’amore e l’appoggio di persone generose e buone.

 

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badante professionista roma

Roma: Professionista in Ucraina, Badante in Italia

da Aes Domicilio

Le nostre badanti sono tutte professioniste, arrivano da ogni Paese del mondo, abbiamo persone che nel loro Paese d’origine svolgevano lavori completamente diversi, addirittura ad un livello di dirigenza.

La storia al giorno d’oggi ci porta ad avere molto personale ucraino anche a Roma, soprattutto donne che scappano dalla guerra e che arrivano in Italia a fare le badanti.

Ecco una di queste storie:

Liliana 56 anni faceva l’infermiera ai civili feriti dalle esplosioni russe.

Giorno e notte in emergenza a curare uomini, donne e bambini colpiti all’improvviso all’interno delle loro abitazioni.

Abitava a Charkiv e un giorno anche la sua abitazione è stata colpita:

«Finestre rotte, stanze distrutte, era diventato impossibile restare a vivere dentro la nostra casa».

Così Liliana insieme al figlio e al marito va a vivere sottoterra, nella stazione della metropolitana insieme a tanti altri sfollati.

«Sono rimasta tre mesi in quelle condizioni, è stato terribile, avevamo poco da mangiare, indossavamo sempre il giubbotto anti proiettile».

Ma ancora più terribile è stato il giorno in cui ha perso suo marito:

«Lui stava tornando a casa per raccogliere alcune cose e sono arrivati i russi con i carri armati, sparavano dappertutto, hanno centrato in pieno il palazzo, lui non ce l’ha fatta a sopravvivere».

Piange ancora Liliana.

Oggi vive a Prato e fa la badante a un signore anziano.

Sta imparando velocemente l’italiano, studia tutti i giorni sul cellulare. Ogni giorno impara una parola nuova.

Ha grinta da vendere.

Pensa a suo marito che non c’è più, ricorda quelle ore drammatiche:

«È stato impossibile perfino portarlo al cimitero perché le persone morte sotto le esplosioni non sono integre, tutti quei morti li hanno seppelliti in una fossa comune, quando tornerò in Ucraina non avrò neppure una tomba su cui piangere mio marito».

Adesso suo figlio di 30 anni è in guerra nel battaglione di Azov.

Ogni giorno Liliana prega per lui:

«Non so esattamente dove si trovi in questo momento».

L’ha salutato prima di partire per l’Europa.

Ricorda quei giorni, nove ore di pullman dalla sua città fino al confine con la Polonia:

«Poi ho dormito tre giorni dentro uno stadio allestito per i profughi».

Infine il viaggio in pullman stavolta direzione Italia.

Prima Napoli dove c’era una comunità di amici, poi la Toscana dove ha trovato lavoro:

«In Ucraina ero infermiera e quindi la badante è un lavoro che so fare bene».

In due mesi ha ottenuto il permesso di soggiorno:

«La vita è dura ma cerco di essere felice perché ho un tetto sotto il quale vivere, un posto letto, il pane tutti i giorni, durante la guerra ho dormito nella metropolitana e non avevamo tutte questi confort».

 

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badante elma roma

A Roma la Storia di Elma, Badante Convivente dalla Georgia

da Aes Domicilio

A volte ci piace raccontare anche a Roma le storie delle badanti, le avvicina alla gente, le fa conoscere a tutte le famiglie che nel bene e nel male si trovano ad aver bisogno di una badante.

Rende le badanti vicine, le rende persone che cercano un lavoro, con una storia che a volte viene dimenticata perché vediamo soltanto la badante al lavoro.

Questa è la storia di una ragazza di Kutaisi, cittadina capoluogo dell’Imerezia.

Elma lavora in Italia come badante e domestica dal 2005, quando ha sostituito la madre che era partita qualche anno prima di lei per le stesse necessità.

Quando ha lasciato il suo paese aveva due figlie di 10 e 12 anni.

Da allora li ha sempre visti crescere da lontano, tornando qualche volta all’anno per brevi periodi.

Ha lavorato con diverse persone Elma, ultima la signora con un nome strano per Elma, mai sentito e che le ha fatto tenerezza, Bambina.

La sig.ra Bambina si è ammalata, come tanti anziani, dopo una caduta e la rottura del femore.

La malattia non l’ha sconfitta ma l’ha debilitata al punto di non poter più camminare ed essere autonoma.

Elma tutti i giorni la accudisce, la lava, le prepara da mangiare e le due donne ora sono unite da un rapporto d’amicizia e intesa.

Elma a differenza di molte concittadine è cattolica, così come la sua famiglia.

Ogni sera, da qualche tempo, chiama suo marito e recitano il rosario per telefono.

Pregano soprattutto per le vite delle loro figlie e per le loro famiglie.

Il cellulare diventa così un oggetto fondamentale che li aiuta a mantenere stretta la loro relazione.

Alla domanda come ti senti? Elma risponde:

“Mi sembra di vivere divisa tra due cieli. Trascorro serenamente le mie giornate, mi prendo cura di Bambina e la faccio ridere, ma il mio cuore piange e grida a distanza. Le cure di una persona anziana, soprattutto quando non è autonoma, richiedono quasi tutta la mia attenzione durante il giorno lasciandomi solo poche ore per poter comunicare con i miei cari.”

Qual è la difficoltà maggiore nella quale ti sei trovata lavorando come badante ?

«Bisogna imparare a proteggersi dalla sofferenza che vedi ogni giorno, altrimenti non reggi. C’è tanto dolore, in certi momenti troppo. Qualcuno mi ha chiesto di aiutarlo a farla finita. Ricordo un anziano farmacista che mi suggeriva di fargli una puntura di insulina nella pancia, dove non si sarebbe mai visto e non mi avrebbero mai potuto accusare di niente. Non me la sono mai sentita, ma qualche volta il pensiero mi ha sfiorato…».

Cosa hai imparato dai tuoi pazienti, cara Elma?

«Mi hanno insegnato la dignità. Nel dolore hanno sempre mantenuto una certa compostezza. Qualcuno, pur soffrendo, aveva anche la forza di scherzare».

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/03/badante-elma-roma.jpg 667 1000 Aes Domicilio https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.png Aes Domicilio2023-03-17 14:13:542023-03-16 14:41:18A Roma la Storia di Elma, Badante Convivente dalla Georgia
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