Roma e la Relazione tra Badante e Famiglia
Roma: prendersi cura di una persona anziana è un’esperienza inter-soggettiva e al tempo stesso etica, in cui i tradizionali ruoli presenti all’interno della famiglia vengono ribaltati.
Accade così che figli e/o nipoti si trovino a “dover essere” e a “dover fare” da soccorritore a uno o entrambi i genitori, spesso malati e fragili.
E’ come se ci si sentisse implicitamente in obbligo di dover restituire quell’aiuto e quel sostegno (sia pratico sia emotivo) che in un altro tempo e in altra forma si è preso dai nostri genitori e/o nonni.
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Chiedere aiuto non è un passo semplice, né delegare parte della cura di un nostro familiare fragile e anziano.
Spesso anche solo pensare di “mettere un badante” disturba, ci disturba:
- disturba l’anziano, che vede entrare in casa sua un estraneo, che si sente invaso nella propria intimità e che, in questo modo, è costretto a fare i conti con quelle perdite e con quei limiti che così ostinatamente non vuole vedere né accettare.
- disturba anche chi si prede cura di lui, gli impone di pensare in modo diverso, di fare la fatica psichica di includere più piani di analisi, di modificare dentro quelle credenze errate che ne determinano le azioni limitandolo, di tollerare la colpa per aver delegato e le ansie e le paure connesse alle domande: ma si prenderà davvero cura di? Chi mi da la sicurezza?
La badante non si sostituisce al familiare, ma fa da ponte tra il familiare e l’anziano, ascolta empaticamente,
sostiene su un duplice fronte:
- da un lato l’anziano, aiutandolo a riguadagnare pezzi di autonomia in quelle attività pratiche in cui l’autonomia era venuta meno,
- dall’altro la sua famiglia, “educandola” a un modo diverso di stare in relazione con il proprio familiare, un modo più libero in cui non ci si deve sostituire alla persona anziana e fragile e in cui è ancora possibile mantenere una propria vita (e vitalità) al di là del ruolo di una badante