Roma: la Badante In Regola 2023, perché è Fondamentale
Purtroppo il lavoro della badante è uno dei pochi a essere ancora parzialmente riconosciuto come serio e quindi associabile ad un altro qualsiasi lavoro con regolare contratto.
Anche a Roma bisogna sdoganare questa cosa, bisogna far conoscere il contratto di lavoro della badante e anche che la famiglia, che non fa fatica a vedersi come datore di lavoro, deve obbligatoriamente assumere.
L’assunzione non è una libera scelta delle parti, né è rimessa alla volontà della colf o della badante: è invece obbligatoria per legge.
L’omessa regolarizzazione della lavoratrice domestica costituisce tuttavia un illecito amministrativo punito solo in capo al datore di lavoro e non della lavoratrice.
Le sanzioni sono di carattere amministrativo e non penale.
I rischi per il datore di lavoro che prende presso di sé una lavoratrice domestica in nero sono innanzitutto legati alle sanzioni che lo Stato può irrogare, sanzioni che – come detto al precedente paragrafo – sono però solo di carattere amministrativo.
In particolare:
- se la badante ha svolto attività in nero per non oltre 30 giorni, c’è una sanzione da un minimo 1.800 euro a un massimo 10.800 euro
- se la badante ha svolto attività in nero per non oltre 60 giorni, la sanzione parte da un minimo di 3.600 euro e arriva ad un massimo di 21.600 euro
- se la badante ha svolto lavoro in nero per oltre 60 giorni, la sanzione oscilla tra un minimo di 7.200 euro e un massimo di 43.200
Ci sono poi altri rischi per chi fa lavorare una colf o una badante in nero.
Il primo scatta in caso di infortunio sul lavoro: se la lavoratrice infatti non è assicurata, il datore di lavoro deve rispondere del danno fisico patito dall’interessata risarcendone tutte le conseguenze.
La cifra per una banale frattura può raggiungere diverse migliaia di euro.
Il secondo rischio invece è collegato alla possibilità di contestazioni da parte della dipendente.
Se questa, infatti, un giorno dovesse chiedere il pagamento di tutti i contributi che mai le sono stati versati, le differenze retributive, le straordinarie, le ferie e soprattutto il Tfr – il trattamento di fine rapporto di lavoro – il datore non avrebbe come difendersi.
Dinanzi a un’ipotesi del genere c’è il rischio di vedersi pignorare la stessa casa, attesa l’entità delle cifre in ballo.
A regolare l’orario di lavoro dei contratti per badanti è l’articolo 14 del ccnl per lavoro domestico, il quale rimanda all’accordo tra le parti.
Tuttavia, il medesimo articolo non stabilisce un minimo di ore ma solo un massimo di ore giornaliere differenti a seconda che si tratti di badanti conviventi con vitto e alloggio o di badanti non conviventi:
- il contratto badanti conviventi può prevedere fino a 10 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali
- il contratto badanti non conviventi può prevedere 8 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali distribuite su 5 oppure 6 giorni
- in caso di lavoro esclusivamente notturno, il massimo di ore per contratti badanti 54 ore, solitamente 9 dal lunedì al sabato con la domenica libera.
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