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Il problema degli anziani raggirati a Roma

Si sente molto spesso parlare di anziani raggirati dalle loro badanti, è utilizzata soprattutto la manipolazione psicologica, è quella condotta rivolta a sottomettere una persona alla volontà di un’altra. Così facendo, il manipolatore schiavizza il manipolato fino a cancellare la sua autonomia decisionale, distruggendone l’autostima e rendendolo dipendente a sé.

Questo può esistere e può succede anche agli anziani, anzi soprattutto, sia da persone sconosciute che dalle badanti.

Per stabilire come difendersi da un manipolatore mentale bisogna innanzitutto comprendere come avviene la manipolazione mentale. Aes Domicilio spiega di cosa di cosa si tratta,  il più delle volte chi fa manipolazione è una persona già unita da qualche legame in forza del quale una di queste prende il sopravvento sull’altra fino a soggiogarla. Il che avviene con ricatti, minacce, pretese intervallate da finte e strumentali concessioni: il classico gioco del bastone e della carota; purtroppo possono essere anche le badanti, specie le badanti conviventi che trascorrono con l’anziano molto tempo al giorno.

Proprio perché il concetto di manipolatore mentale è talmente ampio da abbracciare condotte lecite ed illecite, nel 1981 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il reato di plagio. Prima di questa data, plagiare – ossia manipolare – una persona costituiva reato. Il punto però era che la condotta descritta dal Codice penale era talmente ampia e generica da non potersi definire con precisione. Non si riusciva cioè a capire chi fosse colpevole di plagio e chi no.

Prima del 1981, chi manipolava psicologicamente una persona poteva essere incriminato e condannato penalmente.

Nell’ambito dei rapporti di convivenza, il reato di maltrattamenti non deve essere inteso solo come le vessazioni ma come il comportamento di chi causa un dolore psicologico o una manipolazione nei confronti del convivente. Secondo la Cassazione, infatti, nei maltrattamenti non rientrano soltanto i pugni, gli schiaffi, le lesioni, le ingiurie e le minacce, ma anche gli atti di disprezzo e di offesa alla dignità, idonei a causare sofferenze morali.

Se la sofferenza si tramuta in una soggezione psicologica totale, potrebbero allora integrarsi gli estremi del reato di maltrattamenti in famiglia.

Anche la badante, che si fa sposare dall’anziano, non può essere ritenuta responsabile di manipolazione ai suoi danni se l’assistito aveva integre le proprie capacità mentali. Ma se lo ha minacciato di lasciarlo da solo, al freddo, senza cibo e medicine, allora c’è responsabilità penale e per di più il matrimonio è annullabile.

Troppo spesso gli anziani sono raggirati proprio da persone a loro vicine, che approfittano della loro relazione e della fiducia in loro riposta. Nulla volendo togliere ai legami di sincero affetto reciproco, che si instaurano fra un soggetto anziano e la badante,  può talvolta accadere che alcuni soggetti tentino di ottenere di più di quanto spetterebbe loro; è frequente, ad esempio, il caso in cui l’anziano faccia una donazione alla persona che lo assiste.

La circonvenzione degli anziani, oggi, ricade nel reato di truffa previsto dall’art. 640 del codice penale, con pene da uno a cinque anni di carcere e multa da 51 a 1032 euro. Con la nuova legge diventerà un reato autonomo applicabile a chiunque che “abusando della condizione di debolezza o di vulnerabilità dovuta all’età di una persona, induce taluno a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lui o per altri dannoso”.

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