Roma: Professionista in Ucraina, Badante in Italia

Le nostre badanti sono tutte professioniste, arrivano da ogni Paese del mondo, abbiamo persone che nel loro Paese d’origine svolgevano lavori completamente diversi, addirittura ad un livello di dirigenza.

La storia al giorno d’oggi ci porta ad avere molto personale ucraino anche a Roma, soprattutto donne che scappano dalla guerra e che arrivano in Italia a fare le badanti.

Ecco una di queste storie:

Liliana 56 anni faceva l’infermiera ai civili feriti dalle esplosioni russe.

Giorno e notte in emergenza a curare uomini, donne e bambini colpiti all’improvviso all’interno delle loro abitazioni.

Abitava a Charkiv e un giorno anche la sua abitazione è stata colpita:

«Finestre rotte, stanze distrutte, era diventato impossibile restare a vivere dentro la nostra casa».

Così Liliana insieme al figlio e al marito va a vivere sottoterra, nella stazione della metropolitana insieme a tanti altri sfollati.

«Sono rimasta tre mesi in quelle condizioni, è stato terribile, avevamo poco da mangiare, indossavamo sempre il giubbotto anti proiettile».

Ma ancora più terribile è stato il giorno in cui ha perso suo marito:

«Lui stava tornando a casa per raccogliere alcune cose e sono arrivati i russi con i carri armati, sparavano dappertutto, hanno centrato in pieno il palazzo, lui non ce l’ha fatta a sopravvivere».

Piange ancora Liliana.

Oggi vive a Prato e fa la badante a un signore anziano.

Sta imparando velocemente l’italiano, studia tutti i giorni sul cellulare. Ogni giorno impara una parola nuova.

Ha grinta da vendere.

Pensa a suo marito che non c’è più, ricorda quelle ore drammatiche:

«È stato impossibile perfino portarlo al cimitero perché le persone morte sotto le esplosioni non sono integre, tutti quei morti li hanno seppelliti in una fossa comune, quando tornerò in Ucraina non avrò neppure una tomba su cui piangere mio marito».

Adesso suo figlio di 30 anni è in guerra nel battaglione di Azov.

Ogni giorno Liliana prega per lui:

«Non so esattamente dove si trovi in questo momento».

L’ha salutato prima di partire per l’Europa.

Ricorda quei giorni, nove ore di pullman dalla sua città fino al confine con la Polonia:

«Poi ho dormito tre giorni dentro uno stadio allestito per i profughi».

Infine il viaggio in pullman stavolta direzione Italia.

Prima Napoli dove c’era una comunità di amici, poi la Toscana dove ha trovato lavoro:

«In Ucraina ero infermiera e quindi la badante è un lavoro che so fare bene».

In due mesi ha ottenuto il permesso di soggiorno:

«La vita è dura ma cerco di essere felice perché ho un tetto sotto il quale vivere, un posto letto, il pane tutti i giorni, durante la guerra ho dormito nella metropolitana e non avevamo tutte questi confort».

 

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Regolarizziamo la Badante a Roma! Esiste il Contratto Nazionale

Ricordiamo sempre anche a Roma che fare la badante è fare uno dei tanti lavori: non è niente di diverso e per questo motivo esiste un contratto nazionale che permette di assumere la badante in regola.

La famiglia è il datore di lavoro.

Bisogna considerare è che la percentuale di disoccupazione del personale qualificato nel settore dell’assistenza agli anziani e ai disabili è prossima allo 0.

Questo significa che se una persona ha:

  • buone referenze
  • carichi pendenti e casellario giudiziale pulito
  • manualità
  • documenti in regola
  • padronanza della lingua

può andare in qualsiasi associazione e trovare un impiego “in regola” in massimo 2 settimane.

Per impegno in regola si intende:

  • contratto con 13 mensilità + TFR
  • regolarità nella gestione della parte contributiva
  • orario di lavoro definito e gestione straordinari
  • diritto al riposo e alle ferie

Questo significa che il pubblico di operatori che rappresenta la “prima scelta” è accessibile solo tramite canale ufficiale. E meno male!

Da qui si capisce come la persona che diventa badante per lavorare ha tutti i diritti di ogni lavoratore.

Ma la famiglia può aver paura a sentirsi datore di lavoro, e per questo e perché vi è ancora poca conoscenza in merito, tengono le badanti in nero.

Attenzione però, non c’è niente di peggio, è come se voi siete assunti in nero nell’azienda dove lavorate!

Le famiglie che tengono il personale non in regola si auto-rassicurano pensando che le badanti che lavorano a nero non dispongano della cifra necessaria per poter affrontare una causa legale.

La verità è che per la badante è sufficiente recarsi a qualsiasi sportello badante o sindacato per poter avviare un dialogo con un avvocato specializzato nel settore, che per prima cosa valuterà quanto si potrà richiedere, poi se la famiglia dove ha lavorato è solvibile (immobili di proprietà, risparmi in banca, tipologia di reddito) ed alla fine andrà ad introdurre un giudizio per ottenere l’importo massimo da richiedere sulla base delle violazioni che ha constatato.

AesDomicilio ha ovviamente la soluzione per assumere una badante, che è quella di stipulare un regolare contratto di assunzione per badanti.

Il lavoro delle badanti è, infatti, disciplinato da apposito Ccnl badanti 2022 che è stato tra l’altro oggetto di recente rinnovo e che prevede norme specifiche relative a Livelli di inquadramento delle lavoratrici, mansioni, ruoli e relativi stipendi per maturazione di ferie e permessi, riposi, malattia e infortunio, dimissioni e licenziamento, maturazione del Tfr, nuove indennità.

 

AES Domicilio assistenza anziani a domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province del Nord Italia e in Lazio. Per maggiori informazioni sulle badanti conviventi… chiamaci! Siamo una referenziata Agenzia con tariffe badanti estremamente competitive, attiva in tutta la Lombardia, in Lazio e in particolare nelle province di Milano e Roma, se cerchi Badanti  Milano, badante Monza, Badante Como, Badante Lecco e Badante a Roma.

 

Il Rischio nel Trovarsi la Badante da Soli a Roma

Le badanti che prestano servizio presso le famiglie di Roma sono persone con un vissuto, con delle emozioni, con delle vite.

La famiglia dell’assistito, l’anziano e la badante hanno lo stesso bagaglio, si certo diverso per via delle diversità di paesi e cultura, ma sono tutti uguali.

È perciò difficile sapere se la badante andrà poi bene nella situazione familiare, non tanto per le competenze, ma per il carattere, per la compatibilità con la persona da assistere.

Nessuno, nemmeno Aes Domicilio può mettere la mano sul fuoco per garantire la perfezione nella badante, insomma il rischio che non possa andar bene c’è. Ma c’è anche la associazione con il suo personale a disposizione per qualsiasi situazione che si viene a creare e quindi aiutare la famiglia in altre selezioni.

Se siete da soli invece il rischio è più alto.

Ecco cosa può capitare.

Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, sembra che una donna 36enne di origini georgiane fosse stata assunta dai familiari dell’anziana, un’88enne con problemi di salute, come collaboratrice domestica: secondo gli accordi la donna avrebbe potuto occupare una stanza della casa dell’assistita e trasferirvi il proprio domicilio, oltre a ricevere un compenso, in cambio di aiuto.

Ma le condizioni di salute dell’anziana, dopo il suo arrivo, sarebbero peggiorate repentinamente, tanto da portare i suoi familiari ad installare dei sistemi di video-sorveglianza all’interno dell’abitazione per capire cosa succedesse in casa.

I filmati hanno permesso loro di scoprire che la donna, in diverse occasioni, avrebbe abbandonato l’anziana in casa di sera, per fare rientro solo nella tarda mattinata successiva, lasciandola senza cibo e acqua, visto che non poteva muoversi.

Ma non è tutto: sembra infatti che la badante abbia anche maltrattato fisicamente l’88enne impossibilitata a reagire.

Sarebbe stata così allontanata dall’abitazione e denunciata.

Al termine delle attività investigative svolte dai carabinieri della compagnia di Gioia Tauro (Reggio Calabria), sarebbe ora stata arrestata a Pordenone – dove, nel frattempo, era stata assunta regolarmente da un’altra famiglia – in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palmi.

Dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e abbandono di persona incapace.

Per “maltrattamenti in famiglia” si intende la fattispecie delittuosa commessa da “chiunque […] maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte”.

Non si riferisce, dunque, ai soli familiari della vittima, ma anche ad eventuali collaboratori domestici, qualora vi sia, da parte loro, l’omissione delle cure richieste dalla propria figura professionale.

 

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A Roma la Storia di Elma, Badante Convivente dalla Georgia

A volte ci piace raccontare anche a Roma le storie delle badanti, le avvicina alla gente, le fa conoscere a tutte le famiglie che nel bene e nel male si trovano ad aver bisogno di una badante.

Rende le badanti vicine, le rende persone che cercano un lavoro, con una storia che a volte viene dimenticata perché vediamo soltanto la badante al lavoro.

Questa è la storia di una ragazza di Kutaisi, cittadina capoluogo dell’Imerezia.

Elma lavora in Italia come badante e domestica dal 2005, quando ha sostituito la madre che era partita qualche anno prima di lei per le stesse necessità.

Quando ha lasciato il suo paese aveva due figlie di 10 e 12 anni.

Da allora li ha sempre visti crescere da lontano, tornando qualche volta all’anno per brevi periodi.

Ha lavorato con diverse persone Elma, ultima la signora con un nome strano per Elma, mai sentito e che le ha fatto tenerezza, Bambina.

La sig.ra Bambina si è ammalata, come tanti anziani, dopo una caduta e la rottura del femore.

La malattia non l’ha sconfitta ma l’ha debilitata al punto di non poter più camminare ed essere autonoma.

Elma tutti i giorni la accudisce, la lava, le prepara da mangiare e le due donne ora sono unite da un rapporto d’amicizia e intesa.

Elma a differenza di molte concittadine è cattolica, così come la sua famiglia.

Ogni sera, da qualche tempo, chiama suo marito e recitano il rosario per telefono.

Pregano soprattutto per le vite delle loro figlie e per le loro famiglie.

Il cellulare diventa così un oggetto fondamentale che li aiuta a mantenere stretta la loro relazione.

Alla domanda come ti senti? Elma risponde:

“Mi sembra di vivere divisa tra due cieli. Trascorro serenamente le mie giornate, mi prendo cura di Bambina e la faccio ridere, ma il mio cuore piange e grida a distanza. Le cure di una persona anziana, soprattutto quando non è autonoma, richiedono quasi tutta la mia attenzione durante il giorno lasciandomi solo poche ore per poter comunicare con i miei cari.”

Qual è la difficoltà maggiore nella quale ti sei trovata lavorando come badante ?

«Bisogna imparare a proteggersi dalla sofferenza che vedi ogni giorno, altrimenti non reggi. C’è tanto dolore, in certi momenti troppo. Qualcuno mi ha chiesto di aiutarlo a farla finita. Ricordo un anziano farmacista che mi suggeriva di fargli una puntura di insulina nella pancia, dove non si sarebbe mai visto e non mi avrebbero mai potuto accusare di niente. Non me la sono mai sentita, ma qualche volta il pensiero mi ha sfiorato…».

Cosa hai imparato dai tuoi pazienti, cara Elma?

«Mi hanno insegnato la dignità. Nel dolore hanno sempre mantenuto una certa compostezza. Qualcuno, pur soffrendo, aveva anche la forza di scherzare».

 

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Badante Convivente che Cura Due Persone a Roma

Possono essere in molti a Roma ad avere i genitori anziani che vivono soli e a cercare una persona di fiducia che li assista.

La badante convivente si può trovare ad affrontare un servizio nel quale vi sono presenti due persone, solitamente marito e moglie ma può trattarsi  anche di fratelli e sorelle o di figli e genitori.

La badante nonostante sia in casa con due persone magari non deve necessariamente assistere completamente entrambi però lavora, soprattutto se convivente, alla gestione della quotidianità per tutti.

Nella società odierna gli anziani in piena salute sono una grande risorsa soprattutto per i propri figli e per i nipoti.

Ma con il passare degli anni le cose possono cambiare e molte donne e uomini “di mezza età” si trovano ad affrontare una sfida difficile: da una parte fare da genitori ai propri figli e dall’altra fare da genitori ai propri genitori o doversi comunque occupare di una persona cara bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto affetta da una malattia cronica, da disabilità o da qualsiasi altra condizione di non autosufficienza.

Sì perché imparare a prendersi cura di chi prima si prendeva cura di noi non è uno scherzo e non ci si inventa in questo ruolo: è la sfida che devono affrontare gli uomini e le donne che sono coinvolti nell’assistere un anziano.

Se marito e moglie anziani vivono insieme possono essere aiutati o accuditi da una badante per entrambi.

Quali sono le regole per l’inquadramento contrattuale e lo stipendio in questi casi?

In altre parole la badante di una coppia di anziani ha diritto ad una maggiorazione della paga?

Assumere una badante quando si hanno persone anziane è sempre una rassicurazione per tutti i parenti che si preoccupano di come può trascorrere la vita di una persona anziana sola a casa soprattutto nel caso in cui la persona anziana avesse bisogno di qualcosa e di aiuti nello svolgimento di determinate attività quotidiane.

Le badanti possono occuparsi, infatti, come da contratto previsto di diverse mansioni e attività come preparare pasti, fare pulizie in casa, fare spesa, fare lavatrici, accompagnare le persone anziani a fare passeggiate, ecc.

La tipologia di assunzione con il contratto nazionale prevede:

  • il livello CS: 1.120,76  euro
  • Livello CS: 1.288,87 euro per persone non autosufficienti
  • Livello CS / C Super per assistenti familiari a persone non autosufficienti che, in possesso di specifiche conoscenze di base sia teoriche che tecniche, operano con totale autonomia e responsabilità.

 

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Come Gestire la Spesa della Badante a Roma

Il principale servizio che svolge la badante e che è richiesto dalle famiglie di Roma è la convivenza.

La badante convivente copre tutto l’arco della giornata e tutta la settimana (esclusi i riposi).

Quindi un tema importante per la badante convivente è il  tema del vitto e dell’alloggio che tra i temi legati alla cura della persona anziana è probabilmente uno dei più complessi e merita di essere trattato con particolare attenzione.

La badante convivente fornendo assistenza continua deve vedersi riconosciuto insieme alla retribuzione  anche il vitto ed un alloggio idoneo.

Sicuramente la gestione affrontata insieme famiglia e badante, al di la del contratto, è molto importante.

Non permettere alla badante di approfittare della gentilezza della famiglia che si sente magari in dovere di dare di più; non permettere alla famiglia di non dare abbastanza perché tanto la badante lavora e quindi non può pretendere.

Vitto e alloggio si configurano come adempimento obbligatorio al quale il datore di lavoro deve necessariamente attenersi.

Quando ci riferiamo al vitto parliamo degli alimenti che vengono corrisposti giornalmente.

Esso deve essere corrisposto non solo quotidianamente per contratto, ma anche durante una trasferta o una vacanza.

Per alloggio, diversamente, ci riferiamo al “riparo” o ancora all’accomodamento fornito per un determinato periodo di tempo.

Quando parliamo in definitiva di vitto e alloggio ci riferiamo concretamente alla messa a disposizione di una sistemazione e di tre pasti considerati base e, che nell’articolo 31 del CCNL, devono essere tali da salvaguardare la dignità e la riservatezza della lavoratrice.

Le funzioni della badante includono il prendersi cura dell’assistito con l’aiuto alla movimentazione, all’igiene personale, alla salute, alla somministrazione delle medicine, al pulire e tenere ordinata la casa e preparare i pasti.

La badante convivente si occupa anche di tenere compagnia all’anziano ed accompagnarlo fuori oppure alle visite mediche .

L’anziano potrà usufruire da un lato di un’assistenza sempre disponibile (o quasi), dall’altra parte la lavoratrice potrà riuscire a conciliare vita lavorativa con quella di tutti i giorni.

C’è da aggiungere poi che lavoro h24 non significa lavorare senza nessuna sosta.

Anche per la badante con contratto 24 ore su 24 o in regime di convivenza deve essere garantito da CCNL un tot ore di riposo che deve essere tassativamente rispettato. 

Inoltre, grazie ai vari corsi di formazione, molte badanti si sono formate professionalmente con diplomi ed attestati e sono capaci di intervenire in situazioni di emergenza con tecniche di primo soccorso e nello svolgimento di terapie domiciliari.

 

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La Badante di Roma e l’Assistenza ad un Cieco

Le badanti hanno varie esperienze nel loro curriculum che serve per poter lavorare con una ben precisa situazione piuttosto che un’altra.

La badante anche a Roma, sia come servizio di convivenza che come servizio ad ore, può trovarsi a dover assistere una persona non vedente.

Nonostante le esperienze che la badante matura nel suo percorso di lavoro spieghiamo la malattia della cecità e soprattutto diamo dei consigli su come aiutare e gestire un non vedente.

Queste informazioni possono essere molto utili alle badanti che magari prestano servizio per la prima volta con un cieco.

La cecità consiste in una percezione ottico-visiva ridottissima o nulla (rispettivamente cecità parziale o totale).

Può essere congenita, può derivare da gravi affezioni dell’apparato visivo oppure da un trauma.

La badante si può trovare ad assistere una persona non vedente, quindi è importante che la badante ad ore o  in convivenza sappia bene come approcciarsi a un anziano cieco.

Per aiutare le nostre badanti nella gestione di un assistito cieco ecco alcuni spunti:

  • Saluta la persona ad alta voce
  • Avvisa quando stai per andare via: non presupporre che la persona sarà in grado di sentirti andare via
  • Usare parole come “guardare”, “sembrare” e “vedere” va bene: potrebbe mettere un cieco maggiormente a disagio se gli parlassi in un modo diverso da come parli con altre persone

Naturalmente stando la badante in casa con l’anziano da assistere è bene avere anche delle delucidazioni su come gestire la casa.

Ecco cosa è bene che la badante tenga conto:

  • Non spostare i mobili senza avvisare, infatti i non vedenti memorizzano dove si trovano i mobili in casa, in classe, in ufficio e in altri posti che frequentano. Spostare i mobili potrebbe confondere ed essere pericoloso.
  • Offri il tuo braccio come guida se chiede assistenza per spostarsi da un posto all’altro, offri il tuo braccio toccandogli la mano con il braccio all’altezza del gomito
  • Aiutare il non vedente a sedersi: il modo migliore per farlo è tirare fuori una sedia e mettere le sue mani sulla spalliera della sedia in modo che si possa sedere. Mentre lo fai descrivi l’altezza della sedia e in che direzione è rivolta.
  • Aiutalo a fare le scale dicendo se le scale vanno verso il basso o verso l’alto e descrivi quanto sono ripide e lunghe
  • Aiutalo a spostarsi attraverso le porte, assicurati che l’altro sia dalla parte dei cardini della porta e spiega da che lato si apre la porta. Apri la porta e attraversala per primo
  • Aiutalo a salire in auto, avvisalo da che lato si trova l’auto e quale portiera è aperta

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

Manuale della Badante a Roma, l’incontrarsi, Famiglia e Badante

Un libro può essere una delle scelte migliori per conoscere qualcosa.

Aes Domicilio come casa editrice racconta anche a Roma la badante e la famiglia per aiutare entrambe le figure ad entrare una nel mondo dell’altra.

Dopo aver fatto pratica nella fase “ricerca ” e selezione” della badante e aver ben chiarito il rapporto lavorativo e legale con i datori di lavoro, che anche per le badanti è di ricerca e selezione proprio come per i familiari del futuro assistito, viene il momento più delicato ossia quello dell’incontro tra la badante, i  familiari e l’anziano stesso.

Il congiunto, probabilmente, sarà un po’ spaventato: sa di non essere al sicuro, lasciato a se stesso, sa che avrà qualcuno vicino su cui contare ma, se da una parte questo lo fa sentire sollevato, dall’altra è umiliante.

“Ah, quand’ero giovane! Non avevo certo bisogno di qualcuno che mi stesse dietro, e…”

E, si, è normale: la vecchiaia dà molto tempo per pensare e i pensieri sono spesso amari e colmi di malinconia per ciò che si è perduto attraverso gli anni che sono volati nel tempo di un respiro.

C’è il bisogno, la curiosità, ma ci sono anche timore e diffidenza. E amarezza, come appena visto.

E ora la famiglia deve incontrare questa misteriosa figura, quasi leggendaria, e farla conoscere all’anziano e, per questo, ognuna delle parti deve imparare a superare i suoi limiti, essere capace di ampliare il proprio punto di vista.

Perché la famiglia ha una “fifa blu” di affidare mamma o papà a un’estranea che, sarà gentile, avrà referenze da premio Nobel, ma è sempre un’estranea e non è famiglia.

Il desiderio di “starle addosso” e controllare ogni cosa… alzi la mano chi non ce l’ha!

E la badante, per quanto con una lunga esperienza, è di nuovo all’inizio di un rapporto di lavoro, che non è un lavoro qualunque: deve prendere, di nuovo, una persona fragile per mano e portarla attraverso la vita, che è una vita difficile e che, col tempo, lo sarà sempre di più.

Non importa se l’assistito sia stato un esploratore, un militare, un poeta o un grande architetto o che altro… ora è una persona fragile, come un bambino, ma senza l’aspettativa, la sete, di un brillante domani.

E poi c’è chi pensa che fare la badante sia un lavoro semplice!

Ecco: è il momento di sottoscrivere un bel contratto, con esigenze, diritti e regole da ambo le parti e qui si inizia a creare un rapporto su delle solide basi.

Molto terra-terra, ma è ciò che fa sentire tutti “in regola”, rispettati.

Ci si stringono le mani per la prima volta, suggellando il proprio patto che consente una tutela reciproca e fa sì che nulla sia lasciato al caso o che si possano creare incomprensioni.

Sicuramente i familiari saranno intimiditi, per loro è davvero la prima esperienza, e devono parlare di un congiunto a qualcuno che la famiglia ce l’ha a centinaia, forse migliaia, di chilometri e cui viene chiesto di occuparsi della propria, perché, non si può negare che, nel momento in cui si occupa di mamma o papà, si occuperà un po’ anche di figli e nipoti e delle loro “paturnie”.

Anche la badante è intimidita, perché vorrebbe essere in famiglia, la sua, mentre si approccia a sconosciuti che sono un’entità a sé, qualcosa che a lei manca, ed è come girare il coltello nella piaga.

Mantenere i giusti confini nel rapporto con una badante può essere difficile, andando avanti: entra in casa, vive nei stessi spazi dei familiari e dell’anziano e diventa un altro membro della famiglia un po’ alla volta ed è normale (e auspicabile a livello di umanità) che si possa creare un rapporto di affetto.

Bisogna riuscire a creare nell’incontro un clima sereno fin dall’inizio, di rispetto e di aiuto reciproco.

Appena firmato il contratto con la badante sarà d’uopo una bella chiacchierata per capire, dopo le referenze e l’esperienza lavorativa, le sue abitudini, la sua vita, il suo credo, per esempio.

Avrà delle passioni, forse ama la musica o la danza, oppure le piace leggere e vorrebbe leggere libri anche impegnativi in italiano.

Forse ha lasciato dietro di se le sue passioni spinta dalla necessità di sopravvivere e inviare soldi a casa, da qualche parte.

Assistere un anziano è un lavoro molto delicato e difficile: richiede attenzione, delicatezza e sensibilità.

La badante entra nelle abitudini, nella routine, nel mondo dell’anziano imparando a conoscerlo e a intuire i bisogni fisici ed emotivi prima che lui li manifesti o senza che debba manifestarli.

Condividendo la quotidianità, scambiandosi confidenze, si crea sempre più vicinanza.

La badante può sostituire, agli occhi di un anziano solo, il ruolo de figli o dei nipoti ma, a volte, diventa figura di riferimento tale da farsi carico, nel bene e nel male, di una figura persa, come una moglie o un marito, per esempio.

L’anziano può riversare nel rapporto affettivo con la persona che lo assiste le delusioni, i rancori o il mancato soddisfacimento di bisogni affettivi da parte di familiari poco attenti o disponibili o, allo stesso tempo, questo nuovo rapporto può rappresentare per l’accudito la nascita di nuovi sentimenti.

Questo è da ricordare sempre, è da ricordare che il congiunto vorrebbe essere libero e, allo stesso tempo, vorrebbe essere accudito dai figli, che vive un momento di conflitto per quanto possa essere lucido.

Così ci si prepara a questo incontro e ci si studia, dapprima si cerca d restare sul vago e poi, un po’ alla volta si parla dei parenti, dei figli del paese, quello qui e quello laggiù, qualsiasi cosa si intenda con “laggiù”.

E’ bene imparare a segnare dei confini, certo, ma non troppo netti, dove ci sia spazio per sforare da entrambe le parti: quel dolcetto a colazione che alla badante piace un sacco, il nonno che vuole guardare quel programma fino alla fine perché si diverte un mondo a veder litigare per personaggi e il presentatore…

E bisogna ricordare che la badante è giovane e forte e non può mangiare pastina come l’assistito, che diamine!

E non si può pensare di dire alla badante: “Ecco, qui ci sono i soldi, fai tu la spesa, fai tutto tu!”

Questo non è un buon modo di porsi: è uno scaricabarile, freddo e sgradevole.

Invece bisogna coinvolgerla, si può provare, quando possibile, a farla insieme questa spesa per l’anziano e per lei, scegliendo insieme e regalando qualcosa a lei e al figlio stesso e poi una chicca per il nonno.

Si dovrebbe cercare di costruire una relazione umana con la badante, ricordando che è una persona, un altro come noi, non inferiore a noi in alcun modo, anche se svolge un lavoro che per molti è umile.

Si ricordi che senza persone come lei le famiglie non saprebbero come fare: la badante sostituisce la famiglia, è lì al suo posto, e l’unico modo per far si che voglia bene al proprio congiunto è farla stare bene con lui e con i figli.

Non si dovrebbe cercare di limitare al massimo gli orari di pausa pretendendo che viva per la famiglia e per l’anziano: se le si andrà incontro sugli orari lei sarà più disponibile in caso di bisogno.

E ci si deve ricordare che quelle due ore sono sue, che lei non può, terminato l’orario, tornarsene ai fatti suoi, tornarsene a casa e dimenticarsi tutto il resto come fanno le famiglie.

Per lei quelle due ore sono la libertà.

Ancora una volta, ci si venga incontro.

Domani sarà lei a rinunciare a qualcosa per i familiari o per il nonno.

Se si accontenterà la badante su qualcosa dall’altra parte si finirà per acquisire più potere d’acquisto.

Sembra cinico ma, alla fine, è davvero così che funziona, c’è un dare avere costante, che farà parte delle vite di entrambe le parti, un po’ come da piccoli quando la mamma diceva: “se fai i compiti, dopo ti compro il gelato”.

Aes Domicilio coglie l’occasione del suo primo manuale per far conoscere com’è realmente il mondo della badante.

Il manuale è acquistabile direttamente dal sito Aes domicilio.

 

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Roma, lettera di Assunzione

Anche a Roma facciamo presente quali informazioni devono essere presenti nella lettera d’assunzione di una badante.

Il contratto di lavoro regola il rapporto tra un datore di lavoro privato e una o un badante convivente, a ore o per il servizio notturno.

Questo documento stabilisce gli obblighi a carico del datore di lavoro e i diritti della badante.

Si tratta di una semplice scrittura privata ma è importante nel caso in cui dovessero sorgere dei conflitti tra le parti.

L’accordo deve essere sottoscritto da entrambe le parti e ciascuna deve conservarne una copia.

Il contratto di lavoro, o lettera di assunzione, deve contenere le seguenti informazioni:

  • la data di inizio del rapporto di lavoro
  • la retribuzione, cioè lo stipendio concordato (solitamente è indicato in misura oraria)
  • le mansioni e il livello in cui è inquadrata l’assistente familiare
  • l’eventuale convivenza della badante con la famiglia
  • l’orario di lavoro, il giorno di riposo settimanale, l’eventuale mezza giornata di riposo settimanale aggiuntiva
  • i contributi aggiuntivi spettanti, da versare alla Cassa Colf, obbligatori per gli aderenti al contratto collettivo nazionale per il Lavoro domestico
  • il luogo in cui la badante deve svolgere l’attività lavorativa
  • se sono previsti eventuali temporanei spostamenti (villeggiatura o altri motivi legati alla famiglia)
  • il periodo di ferie annuali spettanti
  • l’eventuale durata del periodo di prova (non puoi attivare il patto di prova successivamente alla stipula del contratto)
  • eventuali ulteriori clausole specifiche

Una volta inviata la comunicazione di assunzione all’Inps questa ha efficacia anche nei confronti dei servizi competenti, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del ministero della Salute, dell’Inail e della prefettura/ufficio territoriale del Governo.

La badante può essere assunta con un regime orario differente, nello specifico in regime di:

  • non convivenza
  • convivenza

 

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Roma: Sentenze Relative alle Badanti in Italia

Vi sono alcuni esempi di sentenze effettuate in Italia dove c’entra il lavoro della badante.

Abbiamo deciso di affrontare anche a Roma due tematiche con le relative sentenze.

La prima riguarda un problema legato all’alloggio popolare della persona che la badante assiste, ovvero: la badante può subentrare dopo la morte dell’assegnatario?

La persona legata da un rapporto di lavoro subordinato all’assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica non può succedere nel rapporto di locazione alla morte di questi (fattispecie relativa al subentro di una badante in luogo della persona assistita).Cassazione civile sez. VI, 19/10/2017, n.24665.

Un’altra sentenza riguarda il reato di maltrattamenti in famiglia e badante della vittima.

Ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 572 cod. pen. è sufficiente la sussistenza di un rapporto di convivenza caratterizzato dalla situazione di fatto della sottoposizione di una persona all’autorità di un’altra, che non deriva da un rapporto di familiarità o di lavoro, ma si sviluppa in un contesto di affidamento e di soggezione del sottoposto rispetto a chi assume una posizione di supremazia. (Fattispecie in cui la Corte ha riconosciuto la configurabilità del reato commesso da una persona, da tutti riconosciuta come “badante” della vittima, pur in mancanza della consacrazione di tale relazione in un formale rapporto di lavoro). Cassazione penale sez. I, 19/04/2017, n.206

Ultimo esempio è il reato di violenza sessuale tentata alla badante: quando non sussiste?

Non integra il reato di violenza sessuale tentata, la condotta del datore di lavoro che rivolge alla badante della suocera una pressante richiesta di amore “ancillare”, neppure se supportata da un’offerta di denaro, qualora l’avance sia accompagnata da espressioni come “per favore” o “per piacere”, non riscontrandosi, in tali ipotesi, l’elemento della minaccia.

Per la stessa ragione il successivo licenziamento, presumibilmente legato al mancato soddisfacimento delle richieste osé, non sì potrà ritenere illegittimo senza una prova certa della subìta minaccia.

Cassazione penale sez. III, 19/03/2019, n.31195

 

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