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Roma: il Contratto Nazionale dei Collaboratori Domestici, lo Straordinario

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (Badante a Ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura (Badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (Badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento del lavoro straordinario.

Secondo l’articolo 15 del contratto nazionale dei collaboratori domestici, ovvero delle badanti, vengono specificati vari punti rispetto al lavoro straordinario proprio della badante.

Partiamo con il fatto che al lavoratore può essere richiesta una prestazione lavorativa oltre l’orario stabilito, sia di giorno che di notte, tenendo conto che questo lavoro straordinario non pregiudica il diritto al riposo giornaliero.

È considerato lavoro straordinario quello che eccede la durata giornaliera o settimanale massima fissata all’art. 14, comma 1.

Lo straordinario è compensato con la retribuzione globale di fatto oraria così maggiorata:

  • del 25%, se prestato dalle ore 6.00 alle ore 22.00
  • del 50%, se prestato dalle ore 22.00 alle ore 6.00
  • del 60%, se prestato di domenica o in una delle festività indicate nell’art. 16

Le ore di lavoro delle badanti non conviventi:

  • oltre le ore 40 e fino alle ore 44 settimanali, se eseguite nella fascia oraria compresa tra le ore 6.00 e le ore 22.00, sono compensate con la retribuzione globale di fatto oraria maggiorate del 10%
  • se vengono superate le 44 ore settimanali la maggiorazione diventa del 25% sulla retribuzione globale
  • per il lavoro straordinario notturno la maggiorazione prevista è del 20% (e si tratta del lavoro svolto dalle 22.00 alle 6.00)

Per quanto riguarda la badante convivente, sulla giornata non è possibile attuare uno straordinario, eventualmente può essere chiesto di lavorare nel giorno di riposo che è il sabato, mai la domenica, e la maggiorazione sarà del 40%.

Se invece la collaboratrice domestica lavora nel giorno di riposo, e questo è indipendentemente dal fatto che sia convivente o ad ore, la maggiorazione sarà del 60%.

Le ore di lavoro straordinario è bene che siano richieste con almeno un giorno di preavviso, salvo casi di emergenza o particolari necessità impreviste.

 

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Roma, Assegno Universale per le Famiglie con le Badanti altrimenti Rischio Incremento di Lavoro In Nero

Anche a Roma le famiglie sono preoccupate per l’incremento degli stipendi delle badanti.

Benché lo stato abbia intenzione di aiutare le famiglie che decidono di tenere il proprio caro in casa con una badante ancora non si sa nulla sui concreti aiuti che hanno intenzione di dare.

Propongono di voler stimolare le famiglie a non mandare i propri cari in una struttura, ma aumentano a dismisura i costi della badante senza pensare che una singola famiglia o addirittura un singolo anziano possa avere tutti questi soldi senza un aiuto.

Con l’aumento dell’inflazione, che dal gennaio 2023 ha fatto scattare un incremento del 9,2% dei minimi retributivi delle badanti, il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia infatti di diventare insostenibile.

Così la pensano quasi 6 famiglie datrici di lavoro domestico su 10.

A motivare l’insostenibilità della spesa per le prestazioni di una badante vi sono ragioni che rimandano soprattutto al crescente bisogno di assistenza da una parte e  all’indisponibilità futura di risorse, avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario, dall’altra.

Nella scala di priorità degli strumenti più urgenti da adottare nell’ambito della tutela della non autosufficienza le famiglie posizionano:

  • al primo posto la previsione di incentivi all’assunzione per ridurre il costo che si deve sostenere per la badante.
  • al secondo posto la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane.
  • al terzo posto il miglioramento dell’invecchiamento attivo con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali

 

Interpellate sui nuovi strumenti di tutela previsti nel disegno di legge delega in favore delle persone anziane 8 famiglie su 10 (l’82,9%) ha dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati.

 

Oltre allo stato d’animo delle famiglie nell’attuale congiuntura lo studio affronta anche questioni di portata più generale come l’invecchiamento della popolazione e le prestazioni irregolari nel lavoro domestico.

Sono poco più di 14 milioni le persone con almeno 65 anni e circa 3 milioni le persone con gravi limitazioni nelle attività svolte abitualmente.

Riportiamo ciò che afferma il presidente dell’associazione datori lavoro italiani:

“Alla soluzione di queste criticità si confida possano, almeno in parte, rispondere alcuni provvedimenti presi di recente come il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il Family Act ma, soprattutto, il disegno di legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, attualmente all’esame del Parlamento.
Il nostro auspicio è che nella stesura definitiva della legge, e successivamente nell’adozione dei decreti delegati, possano essere recepite le indicazioni che arrivano direttamente dalle famiglie, oramai consapevoli di come la gestione della non autosufficienza non possa più essere affidata a soluzioni precarie, provvisorie o fai da te. Al contrario servono aiuti concreti che rendano sostenibile la spesa e, allo stesso tempo, facciano emergere il lavoro irregolare”.

 

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Roma, Aumento del Costo Badante ma non Aumentano gli Aiuti

Anche a Roma gli stipendi delle badanti crescono ancora, quelli delle famiglie no.

Il recente adeguamento delle paghe di queste figure domestiche sta generando molta preoccupazione all’interno dei nuclei familiari che devono avvalersi del loro servizio a causa di un parente anziano o non autonomo.

“C’è molta preoccupazione nelle famiglie, se da una parte sono aumentati gli stipendi di queste figure, anche di 120-150 euro, quelli delle famiglie o le pensioni degli anziani no. Comprensibile che molti di essi si stiano domandando come fare a sostenere questa spesa”.

Il rischio concreto per un anziano con una pensione molto bassa è di non riuscire a fare fronte a questo esborso e di dover intaccare i propri risparmi o, se presente, chiedere aiuto ai propri familiari.

“Gli adeguamenti ci sono sempre stati, vengono fatti circa ogni anno e tutto viene ridimensionato. Se al lavoratore l’aumento risulta circa di 120 euro, per il datore di lavoro è molto più alto, più che raddoppiato”.

Le famiglie quindi stanno chiedendo, anche nelle agenzie, se esistano bonus o sgravi che possano aiutarli a sostenere queste spese.

“Al momento non sappiamo se arriveranno dei contributi per aiutare coloro che devono affrontare questo problema ma sono in molti che stanno chiedendo informazioni sulla possibilità di usarli. Il problema è che non sappiamo quali saranno i criteri con cui verranno assegnati. Se ad esempio si dovessero basare sulla presentazione di un Isee molte persone non potrebbero accedervi. In una ipotesi di un anziano con un’ottima pensione, questa sarebbe troppo alta per entrare in alcuni parametri di sgravi, ma comunque troppo bassa per sostenere la spesa della badante”.

Con il nuovo adeguamento alcune figure che effettuano circa 40 ore settimanali potrebbero ad arrivare a ricevere anche oltre 1.500 euro al mese, ma al datore di lavoro costerebbero oltre 1.700.

Il rischio è di incentivare il lavoro in nero per risparmiare qualcosa.

Appoggiarsi ad una agenzia garantisce di avere una persona selezionata e professionale scelta in maniera accurata e anche di cambiarla facilmente in caso non ci sia sintonia.

 

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Roma, Stangata per le Famiglie con Badanti

Anche a Roma rendiamo noto che alla fine lo sperato accordo non c’è stato:

dopo la terza riunione della Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo spettante alle figure contemplate nel contratto nazionale del lavoro domestico, non essendosi trovato un accordo tra i rappresentati dei datori di lavoro domestico e le parti sociali, si va quindi verso un adeguamento degli importi dello stipendio di badanti, colf e babysitter, che da gennaio aumenterà del 9,2%.

A questo va aggiunta la spesa per i contributi, con rateo TFR, tredicesima e ferie.

L’aumento, calcolato sulla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo con l’adeguamento all’80% dell’inflazione, dovrebbe scattare già dal 18 gennaio, comportando una importante voce di spesa per le famiglie presso le quali sono in opera badanti, ma anche babysitter e altre figure ricondotte al Contratto Collettivo Nazionale Lavoro domestico.

Una voce di denuncia arriva da Assindatcolf che chiedeva di scaglionare nel corso dell’anno gli aumenti per rendere più sostenibile il rincaro che metterà in seria difficoltà le famiglie, già provate dagli aumenti vertiginosi delle bollette, e in generale del costo della vita.

Secondo le stime e le proiezioni di Assindatcolf  l’impatto maggiore sarà per le famiglie con badante regolarmente assunta a tempo pieno e orario lungo e quella convivente con aumenti che incideranno sostanzialmente nel bilancio familiare dei milioni di italiani che hanno bisogno di queste figure, anche di oltre mille e cinquecento euro all’anno.

Per fare qualche calcolo con un aumento mensile, già da gennaio, del 9,2% dei minimi retributivi, la spesa mensile per il datore di lavoro di una badante non convivente di una persona non autosufficiente per 30 ore settimanali passerà da circa 633,93 Euro a 690,98 Euro al mese. Alla cifra, naturalmente, vanno aggiunti rateo Tfr, tredicesima e ferie

Per le figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza, come nel caso delle badanti (livello Cs) la retribuzione minima passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese a cui si aggiungerà anche l’aumento dei contributi portando il costo totale annuo da 17.177 a 18.752 euro, ovvero 1.575 euro in più.

Insomma una stangata che le famiglie dovranno trovare il modo di affrontare con il rischio di ridurre le ore di assistenza ai propri cari o, segnalano da Assindatcolf, che molti dei lavoratori che oggi sono in regola vengano lasciati a casa e magari fatti lavorare in nero.

Anche in considerazione di questo dal gruppo che rappresenta le famiglie datrici di lavoro domestico viene la richiesta al Governo di intervenire con misure concrete a sostegno delle famiglie: non solo sgravi per la regolare assunzione come previsto dal Piano nazionale per la lotta al sommerso in vigore dal dicembre scorso ma anche aiuti economici mirati.

Non bisogna, infatti, dimenticare che secondo i nostri calcoli il settore domestico sarà quello che subirà l’incremento maggiore rispetto ai principali contratti, come nel caso del commercio e dei metalmeccanici che negli ultimi 10 anni hanno visto – per i livelli contrattuali di inquadramento più diffusi – aumenti retributivi rispettivamente dell’8,4% e dell’8,3%, contro il 17,9% del settore domestico.

 

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Roma, gli Stipendi Badante 2023

Siamo venuti a conoscenza a Roma dell’aumento previsto per i contratti nazionale delle badanti.

Le associazioni che rappresentano le famiglie datrici di lavoro domestico  sono intenzionate a chiedere che gli aumenti non superino quanto previsto dal governo per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione , cioè il  7,3%, e che comunque gli aumenti siano scaglionati nel corso dell’anno.

I sindacati  dei lavoratori reclamano invece l’applicazione di quanto previsto dal ccnl sottolineando che i lavoratori domestici  hanno  comunque tutele inferiori a quelle di altri lavoratori dipendenti per  malattia,  maternità, e pensioni.

Va ricordato che attualmente il minimo  stipendio orario previsto dal CCNL è pari a 4,83 euro per il livello A,  mentre il valore massimo  della retribuzione per badanti che fanno assistenza a persone non autosufficienti arriva a 8,33 euro orari (1.598 euro mensili per un contratto a tempo pieno).

Da ricordare anche che di pari passo con le retribuzioni si alzeranno  gli importi dei contributi previdenziali da versare trimestralmente.

Gli aumenti di colf,  badanti e baby sitter potrebbero subire forti aumenti per il  2023 a causa dell’inflazione attuale,  misurata dall’ISTAT all’11,8% a novembre e 11,5% a dicembre 2022.

La revisione annuale con adeguamento degli stipendi al valore dell’inflazione  concordata tra le parti sociali è  prevista dall’articolo 38 del Ccnl  del lavoro domestico.

Purtroppo le posizioni sono molto distanti:  né il tavolo  di confronto tenutosi il 21 dicembre né  quello del 3 gennaio 2023  hanno portato ad alcuna decisione ed è stato convocato un nuovo incontro per il 16 gennaio p.v.

Infatti in caso di mancato accordo tra le parti sociali  dopo tre incontri , il contratto prevede che il ministero decida per  l’adeguamento  automatico : all’80% del valore dell’inflazione per le retribuzioni minime, e al 100%  sul valore di vitto e dell’alloggio.

 

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Proposta del Governo, aumentano gli Stipendi della Badante, ma aumentera’ anche il Lavoro Irregolare a Roma?

Come ogni contratto che si rispetta, anche quello delle badanti di Roma, avrà un cambio, o meglio gli stipendi si adeguano al tasso dell’inflazione: +9% da gennaio.

Fino a 2mila euro l’anno in più a famiglia.

Ma questo potrebbe comportare una minore legalità nello stipulare i contratti in regola?

Le famiglie potrebbero preferire “assumere” in altre forme o a meno ore per risparmiare qualcosa?

Vediamo cosa dovrebbe succedere.

 

Con il nuovo anno, infatti scatteranno gli aggiornamenti automatici delle retribuzioni in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo.

Dal 2023 entrerà in vigore, dunque, un adeguamento degli stipendi all’80% dell’inflazione.

Le stime parlano di un incremento annuale dei costi fino a 2mila euro per una famiglia che ha a libro paga una badante o un collaboratore domestico.

 

“Rispetto agli attuali minimi –spiega Fidaldo- la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, vedremo aumentare la busta paga di circa il 9%”.

Una spesa in più che dovrebbe attestarsi attorno ai 125 euro al mese.

“In assenza di un accordo scatterà l’aumento in via automatica. L’auspicio – aggiunge Fidaldo – è che attraverso un confronto con le parti sociali si possa arrivare a uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi che peseranno sui budget familiari, già gravati dagli aumenti del prezzo del gas e delle bollette“.

L’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ribadisce la necessità di tagliare i costi fiscali dei dipendenti, anche per evitare che l’incremento di gennaio incentivi l’aumento dei rapporti di lavoro irregolari, a nero.

Nello stabilire lo stipendio da corrispondere a colf e badanti, il datore di lavoro privato deve attenersi a quanto stabilito dal contratto nazionale di categoria e ai minimi retributivi da esso fissati: nel 2022 le retribuzioni minime dei lavoratori domestici sono cresciute, sempre per effetto della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, intorno al 3%.

Per un collaboratore domestico la paga oraria è di circa 8 euro: se assunto in regime di convivenza a tempo pieno lo stipendio medio è pari a poco più di mille euro al mese.

Più alto quello per le badanti che superano i 1.200 euro al mese.

 

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