Roma: La Badante senza Residenza Italiana, non Spaventatevi
La selezione di una badante è molto spesso impegnativa, poiché deve tenere conto di competenze richieste da ogni singola famiglia, deve essere caratterialmente in sintonia con la persona da assistere e i familiari.
Aes Domicilio ricorre a Roma ad una tempistica di qualche giorno per garantire la ricerca nel modo il più possibile preciso ed adeguato con la persona da assistere.
In certi casi la badante convivente è una soluzione ideale per i datori di lavoro che cercano assistenza a lungo termine per i propri cari, che possa coprire la giornata aiutando non solo nella cura di sé, ma anche provvedendo alla gestione della casa, delle compere, del cibo.
Per i lavoratori conviventi, il datore di lavoro è tenuto, sempre, a prescindere dalla residenza, a rilasciare una dichiarazione di ospitalità presso gli uffici preposti di questura o vigili sul territorio del luogo di lavoro perché abbiano traccia della presenza di un cittadino nella loro circospezione.
La dichiarazione di ospitalità o comunicazione di cessione di fabbricato deve essere fatta entro 48 ore la data di assunzione della lavoratrice.
Ricordiamo che non sussiste l’obbligo di residenza dal datore di lavoro per poter stipulare un contratto di badante convivente.
La badante può benissimo mantenere un’altra residenza.
Inoltre molto importante la dichiarazione di ospitalità decade con la cessazione del rapporto di lavoro.
Ma veniamo ora al punto più saliente e che preoccupa maggiormente:
quando va necessariamente concessa la residenza alla badante?
Poiché non è possibile comunicare l’iscrizione all’ Inps del rapporto di lavoro domestico senza indicare un indirizzo di residenza della collaboratrice, ci sono due casi in cui il datore non può sottrarsi nel concedere la residenza alla lavoratrice:
- la badante non ha altra residenza in Italia
- la badante ha ancora residenza dal datore precedente con il quale ha cessato il rapporto
Va precisato comunque che il datore non può opporsi all’iscrizione all’anagrafe da parte della collaboratrice ma può solo, se non è d’accordo, decidere di non stipulare il contratto.
La residenza badante convivente può anche essere un’opzione attraente per le badanti che cercano un unico posto di lavoro per un periodo di tempo più lungo in un ambiente accogliente e familiare.
Questo tipo di arrangiamento può offrire maggiore stabilità e sicurezza rispetto ad altre opzioni di lavoro.
La residenza deve essere comunicata direttamente dalla lavoratrice presso il comune del luogo di lavoro.
Sarà la badante, una volta recesso il contratto, a comunicare presso gli uffici del comune il cambio del nuovo indirizzo di residenza.
Concedere la residenza non significa che la badante entri a far parte del nucleo famigliare o incida su reddito o oneri fiscali.
Alla fine del rapporto di lavoro (ultimato il preavviso), il datore di lavoro proprietario dell’alloggio (o un suo erede o delegato) va in comune e informa l’ufficio anagrafe che in casa sua non abita più il suo ex dipendente.
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