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Roma, Chi è la Badante

La badante è quella persona che si occupa di uno o più anziani aiutandoli e sostenendoli anche in ambito domestico.

Si tratta di una vera e propria collaboratrice domestica che anche a Roma opera nel domicilio della persona anziana, di solito malata, fragile o non autosufficiente.

Il compito principale della badante è quello della compagnia, accanto a sorveglianza e cura.

L’assistente familiare, durante il suo lavoro, dovrà quindi cercare di accudire l’anziano con solerzia e premura, cercando di fargli vivere gli ultimi anni della sua vita nel modo più sereno possibile.

È bene ricordare che gli anziani non sono tutti uguali: ognuno presenta delle proprie caratteristiche e necessità, diverse per ognuno, come è già stato ripetutamente accennato, per questo nel lavoro della badante occorre prestare molta attenzione all’individualità di ognuno, cercando di garantire all’assistito sempre il massimo del benessere.

L’esercizio delle funzioni che deve essere svolto quindi è unico e si differenza tra assistito ed assistito.

Avere in casa una persona anziana e saperla accudita e sorvegliata da una badante competente, allevia sicuramente le preoccupazioni della famiglia in quanto sanno di aver lasciato il proprio caro nella mani di un brava collaboratrice.

Naturalmente tale mestiere può essere assunto indifferentemente sia dagli nomini che dalle donne.

Vedremo più avanti le false credenze su chi sia o non sia una badante.

A questo punto è d’uopo riassumere e vedere in modo schematico quali siano le effettive mansioni della badante, onde poter avere un rapido elenco da consultare, quando necessario.

Nel presente volume l’argomento è già stato trattato in modo esteso e, proprio per questo, si è scelto di stilare una breve tavola riassuntiva, che può sicuramente tornare utile.

Il primo compito della badante è, e rimane, quello di aiutare le persone non autosufficienti o solo parzialmente autosufficienti nella soddisfazione dei loro bisogni primari, nonché l’assistenza durante lo svolgimento di attività tipiche della vita quotidiana.

La persona che riveste questo ruolo deve infatti occuparsi anche di:

  • Pulire e tenere in ordine la casa
  • Fare la spesa oppure segnalare al familiare che se ne occupa ciò che manca in casa
  • Preparare i pasti
  • Occuparsi della movimentazione dell’assistito e del sostegno alla deambulazione
  • Curare l’igiene personale della persona seguita
  • Somministrare le terapie mediche prescritte
  • Tenere compagnia e fornire supporto morale
  • Accompagnare durante passeggiate giornaliere o ad appuntamenti medici

Tutti questi aspetti rendono evidente l’importanza dell’instaurarsi di una relazione di fiducia e personale, basata sull’empatia e sulla trasparenza.

Una badante convivente deve saper ascoltare, alleviare il senso di solitudine, mostrarsi positiva per poter fornire un supporto adeguato all’assistito, essere in grado di motivarlo e spingerlo all’azione e alla
cura di sé.
Deve inoltre dar sicurezza ed essere competente nel caso in cui siano necessari interventi di primo soccorso in attesa dell’arrivo dei sanitari.

Le mansioni della badante, talvolta, vanno ben oltre il mero compito da eseguire, cucinare, lavare l’anziano e aiutarlo a camminare, andando a coinvolgere anche la sfera psicologica, ascoltandolo sia nei giorni buoni che in quelli di sconforto, dandogli quel supporto e quella parola in più che potrebbe aiutarlo a sentirsi vivo e presente.

Questo aspetto non può essere “legalizzato”, naturalmente, ma è soltanto legato alla sensibilità e capacità personale e al rapporto che si potrà instaurare con l’assistito.

Di seguito quelle che dovrebbero essere le caratteristiche della badante ideale:

  • Empatia
  • Esperienza
  • Saper ascoltare
  • Tatto
  • Non essere irruenta
  • Saper cucinare italiano
  • Avere conoscenze di base di mobilitazione
  • Saper leggere e scrivere italiano.
  • Deve saper fare la spesa, quindi un po’ di economia domestica
  • Avere una patente valida in Italia

 

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Alla Ricerca della Collaboratrice Domestica a Roma, il Manuale della Badante

Un libro può essere una delle scelte migliori per conoscere qualcosa, Aes Domicilio come casa editrice ha raccontato la badante e la famiglia, per aiutare entrambe le figure ad entrare una nel mondo dell’altra.

Arriva anche a Roma il momento in cui il proprio caro non è più in grado di gestire da solo la propria vita.

Spesso è semplicemente perché ha problemi di equilibrio e si ha paura che possa cadere, a volte si è dimenticato un paio di volte il gas acceso e non ci si può permettere che succeda di nuovo, altre volte si tratta di cose più gravi.

In ogni caso… se non è possibile per i figli o parenti prenderlo a vivere con loro, oppure se non vuole lasciare la sua casa, bisogna decidersi ad assumere una badante.

Per anni i familiari hanno visto amici o colleghi assumere badanti, parlarne a volte bene e a volte meno, li hanno visti affidare la mamma, il papà, uno zio a questa misteriosa figura e ora tocca a loro.

E come si deve fare?

A chi ci si rivolge?

Al collega, che racconta come la badante di fiducia sia eccezionale?

Agli annunci sui giornali o magari sui social?

E come deve essere, questa badante?

Chi è, esattamente?

Ebbene, attenzione: prima di tutto bisogna capire che la badante è un lavoratore, non un missionario, né un figlio/figlia supplente.

A lei interessa lavorare e portare a casa la pagnotta e, a parte alcune eccezioni, non proverà alcun trasporto per il nostro congiunto, soprattutto all’inizio del rapporto di lavoro.

Se ne occuperà perché è li per questo, lo aiuterà a vestirsi, chiacchiererà con lui, lo accompagnerà nella passeggiata e, se è una brava persona, lo tratterà gentilmente, ma questo, per lei, non sarà altro che lavoro.

Può cambiare, questa situazione?

Può, si vedrà andando avanti, ma bisogna tener conto prima di tutto di questo: al posto di “badante” potremmo mettere la parola “idraulico”, “insegnante”, “commesso” e sarebbe la stessa cosa.

Un lavoratore, una lavoratrice, nella maggior parte dei casi, che svolgerà il suo servizio a casa dell’anziano.

Quindi, si proceda con ordine iniziando la nostra avventura alla ricerca della badante ideale, tenendo conto che… l’ideale non è lo stesso per tutti.

Un tempo, neppure troppo lontano, essere vecchi non rappresentava né una vergogna, né un peso.

L’anziano non era un “vecchio bacucco”, un rimbambito da trattare come un ammalato, né uno scarto sociale.

Era, al contrario, un saggio, qualcuno cui rivolgersi per avere sostegno nei momenti difficili, un consiglio, una conoscenza in più, dall’alto di una grande esperienza.

Ancora oggi, nelle società indigene di ogni parte del mondo, Anziano, scritto maiuscolo, è indice proprio di valore, di conoscenza, di saggezza.

Ma in questa società, che mi guardo bene dal definire “civile”, l’anziano è… il vecchietto che non so dove mettere, quello pieno di acciacchi, che fa un po’ paura, perché potrebbe essere svampito, perso in un mondo di vacuità.

Tempo fa una signora raccontò, con molta rabbia, che suo padre era stato trattato in modo vergognoso da una operatrice di call center che, avendo chiamato per un’intervista, nel sentire che suo padre aveva settantatré anni (settantatré, non centoventi), aveva iniziato a chiedergli se fosse in grado di rispondere autonomamente a un’intervista, se fosse in grado di intendere e di volere.

Scandaloso, non è vero?

Eppure, che si creda o no, molto comune, come comune è vedere persone che si rivolgono a un anziano urlando, perché convinti che altrimenti non capisca, per stupidità o sordità.

Ebbene, signori, la vecchiaia non è una malattia!

Su, ancora una volta: la vecchiaia non è una malattia!

La società in cui viviamo oggi, che ha innalzato velocità e produttività a principi fondamentali e irrinunciabili, ha relegato la figura dell’anziano in un angolo, in ombra, orfano del suo posto di primo piano.

L’esperienza sviluppata nel corso di una vita, che un tempo gli avrebbe portato prestigio sociale e familiare uniti a un senso di utilità, di gratificazione, è oggi di scarso o nessun interesse.

Questo cambiamento radicale, ovviamente, non è stato senza conseguenze: la percezione di inutilità sociale genera nelle persone in età senile un aumento verticale di stress e depressione, con conseguente Somatizzazione di questi stati negativi.

La solitudine è poi una grande piaga sociale dovuta al cambiamento nella struttura della famiglia: un tempo nella stessa abitazione convivevano più generazioni, in un regime di collaborazione e supporto reciproci, mentre oggi procediamo a passo svelto verso una frammentazione del nucleo familiare, con le persone di terza età frequentemente abbandonate a vivere da sole, in case fatiscenti, senza scambiare una parola con anima viva per l’intera giornata, che si ripete giorno dopo giorno sempre uguale, oppure parcheggiate in strutture inefficienti, incapaci di trasmettere il calore di cui ogni essere umano ha bisogno.

Se già negli anni ’80 del secolo scorso, alcuni film di fantascienza mostravano una società nella quale gli anziani (spesso pochissimo anziani, secondo i nostri canoni) venivano “congedati”, “riciclati” o, nel caso di “Soylent Green”, del 73, trasformati in gallette, non molto tempo fa alcuni politici si sono ripetutamente espressi sull’inutilità delle persone anziane, ritenute non produttive, e del loro costo sociale, dovuto a pensioni e terapie di diverso genere.
Questo è un grande male sociale, una trasformazione che, forse, non si è in grado di fermare, non in tempi brevi, ma cui ci si può sicuramente opporre, restituendo ai nostri anziani il massimo del valore e tutte le attenzioni che siamo in grado di donare.

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La Badante a Roma e i Piatti della Tradizione Italiana

La figura della badante è diventata sempre più comune a Roma e in Italia negli ultimi anni, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione e della necessità di assistenza per le persone anziane.

La badante è colei che si occupa della cura e dell’assistenza di una persona anziana e tra le sue mansioni, oltre alla cura della persona assistita, vi è anche la gestione della casa, compresa la cucina.

La cucina italiana è famosa in tutto il mondo per la sua ricchezza di sapori e la varietà dei suoi piatti.

Essa rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico di inestimabile valore, fatto di tradizioni e di abitudini alimentari che si sono conservate nel tempo e che vengono tramandate di generazione in generazione. La cucina italiana è anche un’importante fonte di benessere e di salute, grazie alla presenza di ingredienti freschi e naturali, e alla cura nella preparazione dei piatti.

La badante che si occupa della cucina italiana deve essere in grado di preparare piatti gustosi e sani, rispettando le tradizioni e le preferenze della persona assistita, tenendo naturalmente delle eventuali patologie o intolleranze alimentari della persona assistita, e adattare di conseguenza i piatti da preparare.

La cucina italiana è caratterizzata dalla presenza di numerosi ingredienti freschi e naturali, come frutta, verdura, carne, pesce, formaggi e oli, che vengono utilizzati per preparare piatti sani e gustosi.

Tra i piatti tipici della cucina italiana vi sono le famose paste, come spaghetti, lasagne, gnocchi, ravioli e tortellini.

La badante deve essere in grado di preparare le paste seguendo le ricette tradizionali, utilizzando ingredienti freschi e di qualità, e rispettando i tempi di cottura.

Vi sono numerosi piatti a base di carne, come arrosti, spezzatini, scaloppine, e pollo alla cacciatora.

La badante deve essere in grado di selezionare la carne di qualità, e di prepararla utilizzando tecniche di cottura appropriate, come la griglia, la padella, o il forno.

Anche il pesce è un ingrediente molto presente nella cucina italiana, soprattutto nelle regioni costiere.

La badante che si occupa della cucina italiana deve inoltre avere una buona conoscenza delle tecniche di conservazione degli alimenti, per evitare sprechi e garantire la freschezza degli ingredienti

Cosa non meno importante è che la badante deve essere in grado di gestire gli acquisti, scegliendo gli ingredienti giusti in base alle esigenze alimentari e alle preferenze della persona assistita, e valutando la qualità dei prodotti.

In questo modo, si può garantire una dieta equilibrata e sana, che tenga conto delle esigenze nutrizionali e delle preferenze alimentari della persona assistita.

 

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La Storia della Badante Olga a Roma

Raccontiamo a Roma la storia di Olga.

C’era una volta una badante russa di nome Olga che lavorava per una famiglia italiana.

Olga era una donna forte e coraggiosa che aveva lasciato la sua terra natale per cercare lavoro in Italia e mandare soldi alla sua famiglia rimasta in Russia.

La sua giornata iniziava presto la mattina, quando si svegliava per prendersi cura del signor Giovanni, un anziano malato che aveva bisogno di assistenza continua.

Olga si occupava di lui con grande dedizione e amore, facendogli la doccia, aiutandolo a vestirsi, preparandogli i pasti e facendogli compagnia durante la giornata.

Ma la vita di Olga non era facile, doveva affrontare la solitudine e la nostalgia della sua patria, senza avere la possibilità di tornare a casa spesso.

Inoltre, la lingua italiana era ancora difficile per lei, anche se aveva frequentato dei corsi per migliorare la sua conoscenza della lingua.

Nonostante tutto, Olga non si arrendeva.

Era determinata a svolgere il suo lavoro con la massima cura e professionalità possibile.

Ogni giorno cercava di imparare qualcosa di nuovo, leggendo libri o guardando programmi televisivi in italiano.

Un giorno, mentre stava portando il signor Giovanni in giardino per una passeggiata, Olga notò che una pianta era stata danneggiata da una tempesta.

Senza esitare Olga prese una paletta e cominciò a ripulire il giardino, rimuovendo i rami spezzati e i detriti.

La signora Maria, la moglie del signor Giovanni, rimase impressionata dalla dedizione di Olga e le chiese di fermarsi per prendere un caffè insieme.

Iniziò così una conversazione tra le due donne, che si rivelò molto interessante.

Olga raccontò la sua storia, di come aveva lasciato il suo paese per cercare lavoro all’estero e di come aveva incontrato molte difficoltà.

La signora Maria fu colpita dalla determinazione di Olga e le propose di aiutarla a migliorare la sua conoscenza della lingua italiana.

Così, ogni sera, dopo aver finito il suo lavoro con il signor Giovanni, Olga si sedeva con la signora Maria e insieme studiavano la lingua italiana.

Grazie all’aiuto della signora Maria, Olga migliorò rapidamente la sua conoscenza della lingua italiana: iniziò a parlare con più sicurezza e ad avere maggiori opportunità di socializzare e fare amicizie.

Inoltre, la signora Maria la aiutò a trovare un corso di formazione che le permise di ottenere la certificazione come badante professionale, aprendole nuove opportunità di lavoro.

Con il passare del tempo Olga divenne una badante molto richiesta, grazie alla sua competenza e al suo amore per il lavoro.

Grazie alla sua determinazione e alla generosità della signora Maria, Olga riuscì a superare le difficoltà e a costruirsi una nuova vita in Italia.

Ma non dimenticò mai la sua patria e la sua famiglia, a cui mandava regolarmente i soldi guadagnati con il suo lavoro.

La storia di Olga è un esempio di come la determinazione e l’impegno possano aiutare a superare le difficoltà e a costruire una nuova vita.

Olga ha dimostrato che, anche in un paese straniero, è possibile trovare l’amore e l’appoggio di persone generose e buone.

 

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Badante Convivente che Cura Due Persone a Roma

Possono essere in molti a Roma ad avere i genitori anziani che vivono soli e a cercare una persona di fiducia che li assista.

La badante convivente si può trovare ad affrontare un servizio nel quale vi sono presenti due persone, solitamente marito e moglie ma può trattarsi  anche di fratelli e sorelle o di figli e genitori.

La badante nonostante sia in casa con due persone magari non deve necessariamente assistere completamente entrambi però lavora, soprattutto se convivente, alla gestione della quotidianità per tutti.

Nella società odierna gli anziani in piena salute sono una grande risorsa soprattutto per i propri figli e per i nipoti.

Ma con il passare degli anni le cose possono cambiare e molte donne e uomini “di mezza età” si trovano ad affrontare una sfida difficile: da una parte fare da genitori ai propri figli e dall’altra fare da genitori ai propri genitori o doversi comunque occupare di una persona cara bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto affetta da una malattia cronica, da disabilità o da qualsiasi altra condizione di non autosufficienza.

Sì perché imparare a prendersi cura di chi prima si prendeva cura di noi non è uno scherzo e non ci si inventa in questo ruolo: è la sfida che devono affrontare gli uomini e le donne che sono coinvolti nell’assistere un anziano.

Se marito e moglie anziani vivono insieme possono essere aiutati o accuditi da una badante per entrambi.

Quali sono le regole per l’inquadramento contrattuale e lo stipendio in questi casi?

In altre parole la badante di una coppia di anziani ha diritto ad una maggiorazione della paga?

Assumere una badante quando si hanno persone anziane è sempre una rassicurazione per tutti i parenti che si preoccupano di come può trascorrere la vita di una persona anziana sola a casa soprattutto nel caso in cui la persona anziana avesse bisogno di qualcosa e di aiuti nello svolgimento di determinate attività quotidiane.

Le badanti possono occuparsi, infatti, come da contratto previsto di diverse mansioni e attività come preparare pasti, fare pulizie in casa, fare spesa, fare lavatrici, accompagnare le persone anziani a fare passeggiate, ecc.

La tipologia di assunzione con il contratto nazionale prevede:

  • il livello CS: 1.120,76  euro
  • Livello CS: 1.288,87 euro per persone non autosufficienti
  • Livello CS / C Super per assistenti familiari a persone non autosufficienti che, in possesso di specifiche conoscenze di base sia teoriche che tecniche, operano con totale autonomia e responsabilità.

 

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La Badante e il Credo a Roma

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Anche a Roma nel mondo del lavoro, e soprattutto nel mondo delle badanti, si affronta molto spesso il fattore “fede”.

A livello di diritto internazionale si è affrontato il tema del “lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici, un lavoro invisibile, particolarmente esposto a discriminazione e in molti posti anche alla violazione dei diritti umani”.

Questa convenzione impone agli Stati di intervenire per prevenire fenomeni come la “tratta di esseri umani, l’eliminazione del lavoro forzato, e la protezione dei bambini e delle famiglie dei migranti”.

Tra i diritti umani c’è, naturalmente, quello alla libertà di professare la propria fede e non importa se sia o meno scritto in qualche codicillo è uno dei più fondamentali diritti umani.

Ci sono badanti che, pur dichiarandosi appartenenti a una ben precisa religione comune nel paese d’origine, non professano e non ne sentono il bisogno se non in occasione delle festività più importanti.

Ce ne sono altre che, pur nel disagio di vivere con una famiglia del tutto diversa dalla loro, sentono il desiderio o il bisogno di mantenere viva la loro fede ogni giorno, il loro spazio di preghiera o meditazione.

Non importa se l’anziano o la famiglia siano di un credo diverso o siano del tutto non praticanti, o addirittura atei: la persona che accudisce l’anziano ha il diritto al mantenere la sua fede quale che sia.

Quali sono le più comuni religioni del grande popolo delle badanti?

Dipende prima di tutto dal paese di provenienza ma possiamo vedere che, per la massima parte, le badanti dei paesi dell’Est Europa sono perlopiù cristiane ottodosse, con diverse sfumature, quali la Chiesa Ortodossa Rumena, Russa, Serba, Bulgara, Ucraina ma Orientali”.

In generale, sono perlopiù definite “Chiese Ortodosse Autocefale”

Le badanti Estoni o Lettoni saranno, probabilmente, di confessione protestante.

Per quanto riguarda le badanti filippine possono essere buddiste, musulmane, ma più spesso cristiane di confessione cattolica o evangelica, mentre dai vari paesi sudamericani arrivano per la massima parte badanti di confessione cattolica, anche se in parte fusa con tradizioni precedenti alla colonizzazione, che creano delle colorate variazioni sul tema (si pensi alla Testa dei Morti Messicana di origine Azteca).

In ogni caso sarà sempre assolutamente importante il rispetto reciproco per la fede dell’altro, quale che sia… o non sia.

Per quanto si possa essere di diverse confessioni o credo non significa che non si possa pregare o meditare insieme creando un ulteriore connessione tra badante, assistito, famiglia.

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Il Lavoro di Badante per i Giovani di Roma

Anche a Roma i dati dell’Istat relativi ai giovani tra i 15 e i 24 anni dimostrano che sin dall’adolescenza si prendono cura dei genitori con problemi fisici o psichiatrici, ma anche di altri familiari malati.

L’immagine del  badante è spesso associata a quella di una donna adulta, più o meno giovane a seconda che sia madre di figli piccoli o già grandi e, talvolta, figlia lei stessa di genitori anziani.

Nell’immaginario collettivo quasi mai si pensa che una anche una persona giovane, un adolescente possa trovarsi nella necessità di prendersi cura di un padre o di una madre con malattie croniche, problemi fisici o di salute mentale, dipendenze da alcol, da droghe o collaborare all’assistenza di un familiare con diverse forme e livelli di disabilità.

Sono invece molte le situazioni che vedono impegnati i giovani badanti: i sibling per esempio sono coloro che si occupano di un fratello o di una sorella con disabilità, oppure sono ragazzi di seconda generazione che fin da giovani si trovano a dover supportare le proprie famiglie in difficoltà rispetto alla burocrazia, le visite mediche, la vita quotidiana in un paese straniero, universi inaccessibili se non si hanno le appropriate competenze.

È stata creata un’associazione che ha come obiettivo di offrire supporto, informazione e tutela ai giovani badanti, ma anche di portare il fenomeno all’attenzione dell’opinione pubblica.

Perché si sa che quando il carico diventa eccessivo si possono generare delle problematiche psicologiche, come l’ansia, la depressione o, più in generale, la difficoltà nel riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni e pertanto si verificano casi di abbandono scolastico.

Inoltre questi giovani puntano su carriere più semplici e meno soddisfacenti.

 

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Il Natale a Casa dell’Anziano e della Badante a Roma

Anche a Roma il Natale è ormai alla porte e rappresenta per molti il periodo più bello dell’anno, l’atmosfera si riempie di magia con gli addobbi, i regali, le luci e si respira ovunque aria di gioia e allegria.

La tradizione di questo periodo richiede molta organizzazione per destreggiarsi tra i regali, le visite dei parenti, i menù delle feste, tanto che, per dare spazio a tutto questo ci si dimentica che il vero significato del Natale è racchiuso nell’affetto sincero e incondizionato della famiglia.

Gli anziani sono l’essenza delle nostre radici familiari e rappresentano il punto di riferimento di questa festività ma può capitare che in queste occasioni le loro esigenze e bisogni passino in secondo piano.

Per loro, il Natale è vissuto da un lato come un momento di gioia e orgoglio nell’avere riunita la famiglia, dall’altro come un evento che può portare a malinconia per il passato.

Se l’anziano è quotidianamente seguito da una badante è bene coinvolgere anche questa persona nelle celebrazioni.

La badante rappresenta per l’anziano un punto fisso, una fonte di sicurezza a cui rivolgersi in caso di bisogno, oltre a essere a tutti gli effetti parte integrante della famiglia.

Cosa può fare la badante per aiutare un anziano a vivere al meglio le feste, ecco alcuni pratici consigli che una badante è bene che impari:

  • Cercare di ascoltare e osservare la persona di cui ci si prende cura per capire ciò che lo disturba, lo rende triste e malinconico
  • cercare di farlo partecipare nei limiti possibili alla preparazione della festa
  • condividere ricette tradizionali dei Paesi d’origine e preparare insieme dei biscotti
  • aiutare ad aggiungere tocchi decorativi alla casa preparando semplici addobbi insieme

La cosa più importante, rimane trascorrere del tempo con un anziano per farlo sentire amato e incluso.

Guardare le foto di famiglia, rivedere dei vecchi filmati, ascoltare della musica natalizia o semplicemente preparare la tavola e piegare la biancheria insieme, è un modo per coinvolgere l’anziano e farlo sentire utile.

Indipendentemente da ciò che si decide di fare, il solo farlo insieme è un regalo prezioso.

 

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A Roma la Storia di Abigail : il Mio Natale

Buon Natale!

Anche a Roma raccontiamo la storia di Abigail:

Tutti si baciano e si scambiano abbracci, e le bollicine di spumante gorgogliano nei calici stretti della festa mentre Abigail, in una casa di un paese in provincia di Trieste, accarezza i capelli spenti di nonna Pia.

Abigail fa parte di quella schiera di badanti straniere che sono arrivate a popolare l’Italia.

Le badanti che vengono accudire anziani e ammalati che sono un fardello troppo pesante sulle spalle degli italiani e invece pesano meno sulle spalle di chi nel proprio paese vive nel bisogno.

Le badanti provengono anche dalla Georgia, terra piena di contraddizioni: bellissima e povera, amabile e ostile.

Le riconosci dagli abiti scoordinati eppure dignitosi, dall’accento incerto, ma soprattutto da quella luce sbiadita che lampeggia negli occhi di tutti coloro che hanno il corpo da una parte e il cuore dall’altra.

La festa va avanti e Abigail, in un angolo, scorre alcune foto sul suo cellulare.
Mostra un video di Tbilisi, capitale della Georgia, con le sue strade che sono una perfetta sintesi tra Oriente e Occidente, gli edifici storici di grandissimo fascino, le fiabesche case colorate della città vecchia.

Mostra con fierezza la fotografia della sua nipotina, due anni, avvolta in un cappello di lana rosa inviato solo qualche settimana prima dall’Italia, in un pacco stracolmo di tanti altri doni usati: cinture, pantaloni, guanti che erano di chi non li vuole più.
E ripensa al suo Natale Abigail, che in Georgia la comunità ortodossa festeggia il 6 gennaio, mentre gli italiani stanno celebrando l’Epifania.

E con il pensiero va alla sua famiglia, che scarterà i regali di Natale sotto un abete la sera del 31 dicembre, per il Capodanno.

Questo racconto vuole essere un augurio sincero per tutte le badanti che arrivano da lontano, che entrano a far parte delle nostre famiglie e vivono con noi le nostre tradizioni, rintanando le proprie in un angolino del cuore.

 

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A Roma una Storia dalla Colombia, parla la Badante Carmen Luz

A roma raccontiamo la storia di Carmen, una badante colombiana.

 

Mi chiamo Carmen Luz e ho 35 anni, appena compiuti.

Sono arrivata in Italia un paio di anni fa, ma non era la prima volta.

Ero già stata qui altre quattro volte, altrettante volte ero ritornata a casa.

Rientravo nel mio paese ogni volta che finiva il lavoro.
La prima volta che sono venuta in Italia avevo 25 anni, li ho compiuti qui e sono rimasta per tre anni. 

Vengo dalla Colombia sono sposata da 15 anni .
Sto bene qui, vado d’accordo con le persone con cui vivo ed è stato così ogni volta.

Però la mancanza delle persone a cui voglio bene è sempre forte.

Questa cosa non cambia mai, non mi sono mai abituata.

È così per tutte le donne straniere che come me fanno le badanti, non solo per me.

 

Il mio lavoro è più o meno uguale tutti i giorni:

  • Ogni giorno ho tre ore libere, nel fine settimana sono libera la domenica.
  • Nelle ore libere incontro le mie amiche, alcune sono anche mie compaesane e abitano vicino a dove lavoro e vivo. 
  • Mangiamo assieme un gelato oppure facciamo un giro nel parco o andiamo al centro commerciale a fare qualche piccolo acquisto.
  • Delle volte, nel tempo libero, faccio qualche altro lavoretto, come andare a stirare per qualche ora.
  • Riesco a mettere da parte quasi tutto lo stipendio.

 

La prima volta che sono venuta in Italia, sono partita dalla Colombia perché, dopo che mi ero sposata, servivano i soldi per finire di ristrutturare la casa.

Da noi la figlia minore, quando si sposa, resta nella casa con i genitori per prendersene cura quando saranno vecchi.

Però la nostra casa era troppo piccola, così abbiamo dovuto creare lo spazio per me e per mio marito.

Il sistema di cura in Italia si è ormai accomodato su questa posizione: delega alle famiglie e quindi alle badanti, prevedendo quando possibile un sussidio economico a copertura parziale della spesa.

E poi penso alla contraddizione che la presenza in famiglia di una badante implica: scegliere di lasciare invecchiare in casa i propri genitori anziani implica la rottura di altri legami familiari, quelli tra le badanti e i loro cari.

Rotture o lunghe separazioni che creano ferite interiori profonde.

Carmen Luz mi sembra serena e in grado di gestire gli effetti di queste contraddizioni, anche se la sofferenza di sua figlia non ha prezzo.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.