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Cura ed Igiene, come Vengono Gestiti dalla Badante a Roma

Il sole stava sorgendo e il cielo si stava tingendo di rosa e arancione mentre Olga, una badante a Roma esperta, si stava preparando per la sua giornata di lavoro.

La sua professione era impegnativa ma gratificante: era responsabile della cura e dell’igiene personale degli anziani presso una casa di riposo locale.

Olga iniziò la sua giornata con un sorriso, come sempre.

Sapeva che la sua positività era contagiosa e che il suo atteggiamento avrebbe avuto un impatto profondo sulla giornata dei residenti per cui si prendeva cura.

Appena arrivata, fu accolta dai sorrisi dei residenti e dai saluti affettuosi dei colleghi.

Il suo primo compito del giorno era assistere il signor R, un gentiluomo di 85 anni, con la sua routine di igiene personale.

Maria bussò delicatamente alla porta della sua stanza, entrò e lo salutò con un caloroso “Buongiorno, signor R”.

Il signor R era una persona orgogliosa e gli piaceva mantenere la sua indipendenza il più possibile.

Olga rispettava questo desiderio, offrendogli assistenza solo quando necessario. Lo aiutò ad alzarsi dal letto, a raggiungere il bagno e gli diede il supporto necessario per fargli mantenere l’equilibrio durante il lavaggio.

Dopo aver aiutato il signor R a vestirsi, Olga si prese cura della signora B, che aveva bisogno di più assistenza a causa delle sue condizioni di salute.

La signora B aveva bisogno di aiuto per fare la doccia, vestirsi e pettinarsi i capelli, la signora B non riusciva a comunicare verbalmente a causa della sua malattia, ma da brava assistente Olga era in grado di capire le sue esigenze attraverso i gesti e le espressioni del viso.

Successivamente, si prese cura di signora M, un’anziana signora che soffriva di demenza.

Con lei, la routine di igiene personale richiedeva più tempo e pazienza: le parlava dolcemente, spiegandole ogni passaggio del processo.

Questo aiutava la signora M a capire cosa stava succedendo e a sentirsi meno ansiosa.

Nonostante le difficoltà, Olga non mostrava mai frustrazione o impazienza. Sapeva che questo era il suo ruolo e che doveva farlo con amore.

La cura e l’igiene personale degli anziani non sono solo una questione di pulizia o di salute fisica. Si tratta di garantire che le persone anziane si sentano amate, rispettate e dignitose.

L’igiene a letto è una pratica essenziale quando ci si prende cura di individui anziani o infermi che non sono in grado di muoversi autonomamente. Il processo richiede competenza, pazienza e delicatezza per garantire che l’individuo sia pulito e si senta confortevole durante l’intero processo

In primo luogo, ci si assicura di avere tutto il necessario a portata di mano: acqua tiepida, sapone delicato, asciugamani, una bacinella, guanti monouso, lenzuola pulite e vestiti.

Si informa sempre l’individuo di ciò che sta per fare. Questo è particolarmente importante per i pazienti con demenza o altre condizioni cognitive, poiché può aiutare a ridurre l’ansia o la confusione.

Indossando i guanti inizia pulendo il viso dell’individuo con un panno morbido imbevuto di acqua e sapone. Utilizza movimenti delicati e si prende cura di pulire delicatamente le aree sensibili come gli occhi. Poi pulisce il collo e le orecchie, prestando attenzione a non causare disagio.

Pulisce un braccio e poi l’altro, iniziando dalle mani e procedendo fino alle ascelle. Fa lo stesso con le gambe, pulendo da piedi a inguine. Per ogni area del corpo, si deve risciacquare il sapone con un altro panno imbevuto di acqua pulita e poi asciuga con un asciugamano.

Infine si cambiano le lenzuola del letto,  Olga aiuta l’individuo a mettersi vestiti puliti e pettina i capelli.

Si assicura che l’individuo si senta fresco e confortevole prima di concludere l’igiene a letto.

 

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Vantaggi e Svantaggi nella Scelta tra l’Istituzionalizzazione e la Badante a Roma

La scelta tra l’inserimento di un anziano in una casa di riposo o l’assunzione di una badante convivente dipende da vari fattori, tra cui le esigenze specifiche dell’anziano, le risorse finanziarie disponibili e il livello di supporto e assistenza necessario.

Vediamo quali possono essere alcuni tra vantaggi e svantaggi sia dell’inserimento in una casa di riposo che dell’impiego di una badante a Roma.

Vantaggi dell’inserimento in una casa di riposo:

  1. Assistenza professionale: come cure mediche, terapie, attività ricreative e supporto quotidiano.
  2. Socializzazione
  3. Strutture e servizi

Svantaggi dell’inserimento in una casa di riposo:

  1. Mancanza di familiarità e indipendenza: l’anziano potrebbe doversi adattare a un nuovo ambiente e a una routine strutturata. Questo può essere difficile per alcune persone che preferiscono rimanere nella loro casa e conservare la loro indipendenza. Inoltre, l’anziano potrebbe sentirsi lontano dalla famiglia e dagli amici, aumentando il senso di isolamento emotivo.
  2. Costi finanziari: le case di riposo possono essere costose, specialmente se si richiedono servizi aggiuntivi o cure specialistiche. Le tariffe possono variare notevolmente a seconda della posizione, delle strutture e dei servizi offerti.

Vantaggi dell’impiego di una badante:

  1. Assistenza personalizzata: con una badante, l’anziano può ricevere un’assistenza personalizzata nel comfort della propria casa. La badante può adattarsi alle esigenze specifiche dell’anziano, fornendo un livello di cura e attenzione individualizzato.
  2. Familiarità e comfort: gli anziani spesso preferiscono rimanere nella loro casa, circondati dagli oggetti familiari e dall’ambiente a cui sono abituati. L’impiego di una badante consente loro di rimanere nel loro ambiente familiare, che può favorire il senso di comfort, sicurezza e indipendenza.
  3. Flessibilità e controllo: con una badante c’è una maggiore flessibilità nella gestione della routine giornaliera e delle attività. Gli anziani possono avere un maggiore controllo sulla loro vita quotidiana e sulle decisioni riguardanti la loro cura. Possono anche mantenere la loro routine e partecipare alle attività che preferiscono, come incontri con amici o partecipazione a eventi locali.

Svantaggi dell’impiego di una badante:

  1. Competenza e affidabilità: la scelta di una badante richiede una ricerca accurata e una valutazione delle competenze e dell’affidabilità del candidato.
  2. Supporto limitato: anche se una badante può fornire assistenza diretta all’anziano, potrebbe non essere in grado di fornire lo stesso livello di supporto medico e terapeutico

In conclusione, la scelta tra l’inserimento in una casa di riposo o l’impiego di una badante dipende dalle esigenze individuali dell’anziano e dalle risorse disponibili.

Entrambe le opzioni presentano vantaggi e svantaggi e sarà importante valutare attentamente le circostanze specifiche e le preferenze dell’anziano e della sua famiglia prima di prendere una decisione.

 

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L’uso Eccessivo del Cellulare, a Roma la Storia di Elisa

Ai giorni nostri l’unica cosa immancabile in mano ad ogni persona, giovane o anziana, è il cellulare.

Strumento utilissimo in molti casi: chiamare soccorsi, sentirsi con i figli lontani, comunicare con la propria badante a Roma.

Ma purtroppo a volte il cellulare viene usato troppo, anche sul luogo di lavoro.

L’uso eccessivo del cellulare può avere vari effetti negativi sulla nostra salute e benessere.

Stare a lungo davanti a uno schermo può causare affaticamento visivo, secchezza o arrossamento degli occhi, dolore agli occhi e mal di testa.

Inoltre, la luce blu emessa dagli schermi può interferire con il nostro ritmo circadiano, rendendo più difficile addormentarsi, ecco perché mai usare il cellulare pensando di prendere sonno.

Può portare a dolori al collo, alle spalle e alle mani. Questo è spesso dovuto a posture scorrette o a movimenti ripetitivi.

Se passiamo troppo tempo seduti ad usare il cellulare, ciò può contribuire a uno stile di vita sedentario, che è associato a vari problemi di salute, come l’obesità, le malattie cardiache e il diabete.

Può portare a una dipendenza da internet o dai social media, limitando le attività quotidiane, il lavoro, la scuola e le relazioni personali.

Alcuni studi suggeriscono addirittura un legame tra l’uso eccessivo dei social media e problemi di salute mentale come ansia, depressione e bassa autostima.

Ciò non significa che non possiamo usarlo anche come svago, ma per ridurre questi rischi, è importante fare pause regolari, cercare di mantenere una postura corretta, limitare l’uso dello schermo prima di andare a letto e cercare di equilibrare il tempo trascorso online con attività offline, come l’esercizio fisico e le interazioni sociali.

Ora , il problema di usare il cellulare sul posto di lavoro anche per le badanti può diventare motivo di licenziamento per mancanze che possono succedere.

La storia di Elisa può essere da monito.

La badante Elisa ha svolto moltissimi lavori come badante presso svariate case con anziani con vari problemi.

Ultimo lavoro in una casa di riposo a Napoli, Elisa aveva una vera passione per la tecnologia e i social media.

Trascorreva molte ore al giorno a scorrere le notizie, a chattare con gli amici e a postare foto su Instagram.

Questo, tuttavia, iniziò a influenzare il suo lavoro.

Essendo responsabile della cura di diversi anziani, per cui si occupava di tutto, dal preparare i pasti alla somministrazione dei medicinali.

Ma la sua dipendenza dal cellulare iniziò a interferire con i suoi doveri. Gli altri collaboratori iniziarono a notare la sua mancanza di attenzione. Le fu detto più volte di limitare l’uso del suo cellulare durante l’orario di lavoro, ma Elisa non sembrava prendere sul serio questi avvertimenti.

Sentiva che era in grado di gestire sia il suo lavoro che la sua vita sui social media.

Un giorno, un anziano signore, cadde mentre Elisa era distratta dal suo telefono.

Fortunatamente non si fece male gravemente, ma l’incidente fece capire a tutti la gravità della situazione.

L’incidente fu segnalato, le spiegarono che la sua distrazione aveva causato un incidente e che non potevano più tollerare il suo comportamento.

Elisa fu licenziata sul posto. Fu un duro colpo per lei, ma capì che aveva sbagliato.

Dopo essere stata licenziata, Elisa si ritrovò a riflettere sul suo comportamento.

Si rese conto che la sua dipendenza dal cellulare aveva avuto effetti negativi non solo sul suo lavoro, ma anche sulla sua vita personale.

Decise di fare un cambiamento.

Tornò a lavorare come badante presso una famiglia con due persone anziane, marito e moglie da assistere dove poté mettere a frutto le sue competenze e professionalità.

 

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Un Consiglio da Manuale a Roma: Quando forse è Meglio non Prendere la Badante

A volte le famiglie rendendosi conto di non poter più seguire da sole il congiunto, decidono di prendere una badante, molto controvoglia.

Dapprima si rivolgono al passaparola e hanno un’esperienza pessima, la badante di Roma li lascia dopo pochi giorni e allora si rivolgono a un’agenzia, ritenendo sicuramente a ragione, che abbiano personale più selezionato e competente.

Queste famiglie si sono rivolte all’agenzia perché prima sono passati da una badante in nero, si sono trovati male ed è nato il senso di colpa di colpa e quindi si sono rivolte all’agenzia, pensando che fosse tutto più facile perché sono professionisti.

Va male con la prima, ne provano una seconda, poi una terza e poi una quarta finché capiscono che non è colpa delle badanti, né delle agenzie, ma che è il momento di inserire l’anziano in RSA.

Ed ecco che la famiglia si arrabbia: la badante è cattiva e, se c’è di mezzo l’agenzia, la colpa sarà sicuramente dell’agenzia.

Quando c’è necessità di trovare un cattivo, un capro espiatorio, sarà la badante o ancor meglio l’agenzia.

La famiglia deve rendersi conto che, per poterlo tenere in casa e affidarlo a una badante, l’anziano deve essere di un certo tipo, ma è difficile arrendersi all’evidenza: non è mai colpa dell’anziano, lui è una persona ottima, è colpa della badante che non lo sa capire che lo fa innervosire, che è incompetente.

Questo è dovuto, in parte, allo scatenarsi di quei sensi di colpa visti in precedenza.

Ebbene, il senso di colpa è fisiologico, fa parte della natura umana.

Uno può essere duro o superficiale, ma se il genitore sta male è naturale che voglia stargli accanto e inizia la dinamica tra un po’ se ne andrà, è arrivato il momento in cui mio papà non sta più bene, sta diventando vecchio, ora tocca a me aver cura di lui, io non riesco perché lavoro e sono ingabbiato nella società crudele.

La famiglia, il figlio è costretto a chiedere aiuto, vuole il meglio, ma è necessario anche fare i conti col portafoglio: né la badante, né tantomeno le strutture, almeno le buone strutture, sono alla portata di tutti, anche se si hanno dei buoni stipendi.

Arrendersi all’evidenza, con tutto ciò che comporta, è sempre dura, non è cosa che si può decidere in un giorno, a meno che non succeda qualcosa di veramente grave.

Se l’anziano è instabile, se rifiuta di mangiare nonostante la badante, se sputa le medicine e diventa violento, non si può continuare a tenerlo in casa.

Succede non così di rado che l’anziano minacci la badante col coltello.

In genere non succede niente di grave, veramente, ma è sempre un pericolo.

La badante deve chiudersi nella sua stanza chiamare immediatamente il 118 e poi la famiglia.

Se c’è un problema psichico, se l’assistito diventa violento, non si può pensare di continuare a lasciarlo a casa.

La famiglia deve essere sempre chiara sulla situazione, spiegare esattamente alla badante cosa deve fare e come deve comportarsi, preparando un protocollo da seguire, in modo da prevenire situazioni estreme.

La famiglia deve assolutamente informare la badante se esiste una possibilità di questo tipo.

Dire: «Mio papà si agita» non vuol dire niente.

Che significa? Si agita e gli si alza la pressione, ha crisi di ansia, oppure diventa in qualche modo aggressivo, verbalmente o addirittura fisicamente?

È possibile gestire la violenza verbale: ci sono un sacco di anziani che prendono a parolacce la badante, ma se si riesce a trovare la badante che, avvisata dalla famiglia, si fa scivolare queste cose, allora si può fare, ma se diventa aggressivo fisicamente, prende il bastone e lo dà addosso alle persone, se prende il coltello e minaccia, non si può lasciare in casa, agenzia o badante non possono prendere il servizio, l’anziano va in struttura.

Se l’anziano con Alzheimer scappa, non si può pensare di affidarlo a una singola persona, per quanto preparata, e va in struttura.

La badante non può chiudere l’anziano in casa perché è sequestro di persona, ma allo stesso tempo diventa legalmente pericoloso se la badante se lo perde.

Così come non si può prendere un anziano terminale: si è già ripetuto che la badante non è un’infermiera, quindi l’anziano terminale deve andare in struttura, dove ci sono cure palliative ed è assistito ventiquattro ore su ventiquattro ma, se ha veramente poco da vivere, vicino a lui è giusto che rimanga la famiglia.

Se l’anziano viene nutrito col sondino, non parla o è in stato vegetativo, la badante non serve.

L’anziano non deve essere accompagnato nei suoi ultimi momenti da un estraneo.

Bisogna accettare che, se il proprio familiare ha bisogno di un contenimento diverso da quello della badante, non gli si sta facendo del male a metterlo in struttura, gli si sta salvando la vita.

Quindi bisogna sempre tenere presente che ci sono casi in cui la badante non è la soluzione.

 

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L’anziano di Roma e il Desiderio di Stare nella Propria Casa, quando è Meglio la Badante

Svolgendo il ruolo di gestione badanti, sappiamo come le famiglie di Roma preferiscano tenere i loro cari in casa.

Per questo si appoggiano a associazioni come Aes Domicilio per la ricerca della badante perfetta, della propria badante a Roma.

L’anziano preferisce spesso vivere a casa propria piuttosto che in una struttura assistenziale perché ciò gli consente di mantenere la propria autonomia e indipendenza, di avere più controllo sulle proprie attività quotidiane e di godere del proprio spazio personale.

Lavorando nel campo anziani siamo anche noi i primi a dire che ci sono situazioni in cui vivere in una struttura assistenziale può essere la scelta migliore per l’anziano.

Ad esempio, se l’anziano ha bisogno di assistenza medica costante o di cure specialistiche, o se vive in una casa che non è sicura o adatta alle sue esigenze, una struttura assistenziale potrebbe offrire la soluzione più adatta.

In ogni caso, la scelta di vivere a casa propria o in una struttura assistenziale dipende dalle esigenze e dalle preferenze dell’anziano, nonché dalle risorse disponibili per garantire un’adeguata assistenza e cura.

E’ sempre importante considerare le esigenze specifiche dell’anziano e le opzioni disponibili nella propria area geografica.

L’anziano che desidera rimanere a casa propria può scegliere di assumere una badante per fornire assistenza e cura.

La badante è colei che si occupa di assistere l’anziano nelle attività quotidiane, come l’igiene personale, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e la gestione delle medicine.

Il ruolo che svolge come selezione dell’assistente domestico, permette ad Aes Domicilio di ricordare come è importante scegliere una badante affidabile e professionale, che abbia esperienza e capacità di assistere l’anziano nelle sue esigenze specifiche.

La badante dovrebbe essere in grado di comunicare efficacemente con l’anziano e la sua famiglia, di rispettare la privacy e la dignità dell’anziano e di garantire un ambiente sicuro e confortevole.

 

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L’anziano a Roma sta meglio in Casa con la Badante

“Allora cosa facciamo? Meglio la badante o la casa di riposo?”

Una domanda alla quale anche a Roma non è facile rispondere quando i familiari si trovano ad avere bisogno urgentemente di un’assistenza continuativa e di cure costanti.
Per assistere nel migliore dei modi una persona anziana con una badante c’è bisogno di spazi per lei abituali.

Arrivati ad una certa età non si ha più la forza di provvedere a se stessi.

Nasce l’esigenza di un punto d’appoggio, umano e istituzionale, per continuare a vivere in maniera dignitosa.

La legge Italiana e i trattati internazionali sanciscono il concetto che ogni essere umano ha il diritto di una vita dignitosa.

Ovviamente la famiglia è la prima a cercare di sostenere e supportare il familiare con tutti i mezzi di cui dispone.

Capita spesso però che non si hanno le possibilità e in questi casi ci si può appoggiare all’assistenza domiciliare cioè ad una badante.

 

La scelta di mantenere l’anziano nella propria casa è una scelta dettata anche dalle condizioni di salute del soggetto.

Non “sradicare” la persona dalla propria casa, dai sui ricordi e dalle sue cose è una scelta importante che permette all’anziano di vivere gli ultimi anni nel “suo ambiente”.

 

La badante è una persona, che accudisce anziani, malati o persone non autosufficienti.

E’ la soluzione ottimale per tutti coloro che non riescono ad accudire il proprio caro e non vogliono nemmeno trasferirlo in una casa di cura.

La badante è una figura che va a convivere con l’anziano, lo accudisce in tutte le faccende e si prende cura della persona e della casa in modo autonomo.

I servizi sono utili per gli anziani che possiedono una certa autonomia, anche se limitata. Ci sono servizi e assistenza per:

  • Preparazione dei pasti
  • Pulizia della casa
  • Cura della persona (igiene personale)
  • Assistenza nelle cure mediche

 

Se cerchi una badante, affidati ad AES Domicilio, agenzia di selezione badante in 24 ore. Disponiamo di tariffe badanti estremamente competitive e siamo attivi su tutta la Lombardia, in Emilia Romagna, in Lazio e in particolare nelle province di Milano, Modena, Bologna e Roma se cerchi Badanti a Milano, Badante a Monza, Badante a Como, Badante a Lecco, Badante Modena, Badante Bologna e Badante a Roma.

 

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Assistenza Sanitaria Badanti Straniere a Roma

Assistenza Sanitaria Badanti Straniere a Roma

Per i cittadini stranieri a Roma, comunitari e non, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) garantisce tutta l’assistenza sanitaria prevista dal nostro ordinamento e comporta parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, per quanto attiene all’obbligo contributivo, all’assistenza erogata in Italia dallo stesso S.S.N. ed alla sua validità temporale.

Chi ha l’obbligo di iscriversi al S.S.N.:

  •  I cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attività di lavoro subordinato, autonomo o che siano iscritti alle liste di collocamento;
  •  i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti o quelli che abbiano chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza o per motivi religiosi;
  •  i familiari a carico (regolarmente soggiornanti) dei cittadini stranieri rientranti nelle categorie sopra indicate.
    Non hanno obbligo di iscriversi al S.S.N. i cittadini stranieri non rientranti fra le suddette categorie, anche se devono assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di polizza assicurativa valida sul territorio italiano, anche per i familiari a carico.

Se non sei in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, hai diritto comunque alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continuative, per malattia e infortunio, nelle strutture pubbliche o private convenzionate.
A tal fine dovrai richiedere presso qualsiasi A.S.L. un tesserino, chiamato S.T.P. (Straniero Temporaneamente Presente), valido sei mesi ma rinnovabile. Per ottenerlo dovrai dichiarare:
– le tue generalità
– di non possedere risorse economiche sufficienti.

 

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Che cosa significa Essere Badanti a Roma?

Roma: Che cosa significa Essere Badanti?

La figura della badante a Roma è divenuta centrale nella società in seguito all’aumento della popolazione anziana e dell’aspettativa di vita.

In Italia, ed a Roma in particolare, i caregiver di Roma non sono delle imprese di pulizie a Roma ricoprono un ruolo di supporto determinante non solo per il malato e l’anziano, ma anche per il welfare: un “esercito” silenzioso che, secondo le stime calcolate in base ai dati ISTAT, potrebbe superare i 7 milioni di persone, ma che, tuttavia, non ha ancora ottenuto un pieno riconoscimento normativo.
La badante è la persona che presta assistenza quotidiana a un familiare non autosufficiente per motivi di salute fisici o mentali.

La badante riveste un ruolo centrale nella vita del malato, perché rappresenta sia il responsabile dell’assistenza, giorno dopo giorno, sia il punto di riferimento emotivo dell’assistito, che trova giovamento dal sostegno quotidiano.

Dedizione quotidiana, sostegno psico fisico, assistenza 24 ore su 24 a una persona cara malata o anziana, gestione di problematiche sensibili e dolorose, rinunce e sacrifici: basta questa descrizione per rappresentare lo straordinario valore della badante oggi e comprendere i tanti compiti che è chiamato ad assolvere.

Sono numerose, infatti, le mansioni che deve svolgere quotidianamente e queste dipendono da svariati fattori, in primo luogo l’età del malato e il suo grado di non autosufficienza. Si va dall’assistenza diretta al familiare (lavare, vestire, stirare, preparare i pasti, ad esempio) a quella indiretta (svolgere commissioni, recarsi in banca, in posta, ritirare la pensione, accompagnare alle visite, ecc.), fino alla sorveglianza attiva (intervenire immediatamente in caso di pericolo) e passiva (vigilare durante il sonno e le ore di riposo o quando l’assistito è allettato).

Può essere inoltre necessario – e spesso lo è – imparare alcune basilari pratiche di assistenza, ad esempio riguardanti le manovre di spostamento del malato, la somministrazione di farmaci e l’utilizzo di particolari apparecchiature.

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La Roma delle badanti di Aes Domicilio

In Italia è necessario provvedere  a potenziare il sistema di assistenza domiciliare, altrimenti chi ne farà le spese saranno soprattutto, e ancora una volta, le persone più anziane.

Aes Domicilio, associazione che offre servizi di ricerca, selezione, somministrazione di assistenti familiari, più comunemente chiamati badanti, lo ben sa. Occorre prendere atto che, in un Paese che è ad oggi il più anziano d’Europa, la valorizzazione del ruolo delle badanti deve essere messo al centro dell’attenzione istituzionale.

Aes Domicilio è attiva sul fronte selezione di assistenti familiari, e ha la possibilità di osservare quanto l’impegno per arginare la cronica mancanza di badanti sia l’unica via per contrastare le difficoltà della popolazione che diventa sempre più anziana.

Tra l’altro in questo periodo di Covid, è stato messo a dura prova il sistema di sostegno agli anziani fragili: l’impreparazione davanti a un fenomeno tanto disastroso è in parte comprensibile, ma resta un enorme problema di “improvvisazione” nell’affrontare il tema degli anziani in Italia.

Dove stanno oggi gli anziani non autosufficienti? Aes Domicilio ha fatto un riepilogo;  il 10% in RSA o simili, un altro 10% in semi residenziale (si recano in una struttura solo di giorno), il 27% gode di un’assistenza domiciliare e, il 53% con le rispettive famiglie, da sole o con l’aiuto delle badanti.

Aes Domicilio, associazione specializzata nell’assistenza familiare, si pone come obiettivo quello di lavorare in prima persona a fianco delle famiglie e dell’assistente familiare per creare un rapporto di armonia e fiducia da cui non si può prescindere, soprattutto quando la quotidianità e la salute di un proprio caro è nelle mani di una persona estranea alla famiglia.

Vuoi sapere quanto costa una badante? Contattaci! Con Aes Domicilio siamo attivi in tutta la Regione Lazio e in particolare nella città metropolitana di Roma (badante Roma). Siamo presenti con i nostri partner in franchising anche in Lombardia ed in particolare nelle province di Milano (badante Milano) se cerchi Badanti a Milano, Badante Monza, Badante Como, Badante Lecco.

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“Meno RSA e più servizi!”, l’indagine ISTAT su Roma

Noi di AES DOMICILIO, attenti a tutte le voci che si pronunciano in merito all’argomento “badanti” ci teniamo a tenere presente anche l’opinione e il punto di vista di chi normalmente non riceverebbe la giusta risonanza delle proprie parole. Riportiamo, infatti, una interessante intervista (di C. Ludovici) al mons. Paglia il quale si esprime con voce lucidissima sull’argomento badanti.

Gli anziani e la cura di questi rappresentano temi per Lei particolarmente cari e attuali, soprattutto alla luce delle drammatiche carenze evidenziate dalla pandemia. Quando e come gli anziani sono diventati – per dirla nel peggiore dei modi – “un problema”?

Se mi consente le rovescio i termini: quando l’assistenza è diventata un drammatico problema per gli anziani? Le rispondo che la pandemia ha svelato in modo impietoso quanto era già chiaro prima a chi si interessava degli anziani: viviamo in un sistema totalmente sbilanciato verso le cure residenziali, case di riposo e Rsa, che peraltro riescono ad assistere poche centinaia di migliaia di disabili, mentre l’orizzonte epidemiologico di anziani con problemi di mobilità, di perdita delle capacità di svolgere attività della vita quotidiana, di barriere architettoniche, sono milioni! E vivono tutti a casa.

La pandemia ha rivelato che questa costruzione assistenziale, evidentemente priva di un pensiero strategico, è crollata coi primi venti, vittima certamente del coronavirus ma anche della intrinseca insostenibilità dell’approccio residenziale inteso come unico supporto offerto dal sistema.

Quali sono le principali criticità nell’attuale sistema di vita e di cura degli anziani non autosufficienti?

Quel che le accennavo, il monopolio “residenziale”. Che non solo non coglie le dimensioni del problema, ma non contempla un insieme minimo di condizioni che aiuterebbe tanto chi è anziano a vivere e rimanere presso la propria abitazione. L’indagine Istat rivela inoltre che almeno 1, 2milioni di over 75 vivono a casa con gravi difficoltà motorie e senza aiuto alcuno e di questi 1 milione vivono soli o con il proprio coniuge anziano.

Il supporto sociale per costoro è la vera “cura” che dobbiamo offrire, senza medicalizzare tutto ma con la intelligenza di offrire una valutazione, un monitoraggio, un minimo di compagnia, di aiuto domestico nelle pulizie, nella spesa, nell’alimentazione, nella introduzione di un digitale capace di mettere in comunicazione e di prevedere emergenze e difficoltà. Senza di questo la vita di un anziano costretto in casa dalle proprie difficoltà diverrà un declino inarrestabile verso il pronto soccorso, i ricoveri, la istituzionalizzazione.

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Lei ama parlare dell’urgenza di un “nuovo Umanesimo”: in questo contesto, quale dovrebbe essere il posto degli anziani? E che ruolo dovrebbe avere e riconquistare la famiglia nei confronti di questi?

Com’è noto in questi ultimi decenni è sorto un vero “nuovo popolo di anziani”. Si tratta di decine di milioni di persone. In Italia gli ultrasessantacinquenni sono 14 milioni. E’ un frutto straordinario del progresso permettere di vivere venti, trenta anni più rispetto alle generazioni passate. Ma il problema è che non si sa bene per fare cosa e soprattutto come viverli. La vecchiaia è sentita come un naufragio. C’è bisogno di una nuova visione antropologica, appunto, di un nuovo umanesimo, che aiuti a comprendere e quindi a dare un senso a questi lunghi anni da vivere. Potremmo dire che si tratta di “inventare” la vecchiaia per questo nostro tempo.

Nel suo recente dialogo con Luigi Manconi (“Il senso della vita”, Einaudi 2021), in cui dense pagine sono dedicate al tema degli anziani, questi avverte che una maggiore presa in carico da parte della famiglia nei confronti dei suoi anziani rischia di portare a un sacrificio del ruolo sociale e professionale della donna. Come si potrebbe evitare questo?

Fa parte della nuova visione umanistica anche la scoperta dei diritti degli anziani e dei doveri della società verso di loro, dell’intera società e non solo delle singole famiglie. Il piano che abbiamo presentato al Presidente Draghi prevede, ad esempio, la creazione di una rete di relazioni nel quartiere, per evitare la solitudine degli anziani, oltre che l’impiego di nuovi operatori socio-sanitari che se ne prendano cura e che siano di aiuto alle famiglie, permettendo alle donne di non rinunciare al lavoro. Si prevedono un numero adeguato di “centri diurni” per permettere la semiresidenzialità della cura.

Sempre nel Suo dialogo con Manconi, questi afferma che, per garantire agli anziani adeguata assistenza ed evitare che si ripetano gli errori commessi, bisognerebbe tra l’altro aumentare i posti in Rsa. Lei cosa ne pensa?

Penso che occorre, al contrario, bilanciare aumentando sostanzialmente l’assistenza domiciliare. Regioni e cittadini spendono annualmente 12 miliardi per le sole Rsa. Per la Adi, necessaria a milioni di anziani, si stima non si arrivi ai 2 miliardi. Non mi sembra ci sia altro da aggiungere.

Le badanti, altro pilastro dell’attuale sistema di assistenza agli anziani, tuttavia lavorano spesso in condizioni di sfruttamento e sofferenza. Cosa suggerisce per loro?

Gli assistenti familiari vanno formati, certamente per la lingua, gli usi e la cultura del nostro paese, vanno monitorati ma anche garantiti, resi visibili in un processo di emersione non solo fiscale, ma anche umano e civile.

L’assistenza domiciliare professionale, quella che dovrebbe essere garantita dal sistema socio-sanitario, ha svelato tutte le sue debolezze e insufficienze. Come crede che dovrebbe, questa, essere rinforzata e potenziata?

Certamente esiste un imbuto formativo di dimensioni drammatiche che riguarda medici, infermieri ma anche e soprattutto i cosiddetti Operatori socio sanitari (Oss). Stimiamo che la nostra riforma richiederebbe almeno 100 mila posti di lavoro solo per questa figura professionale. Esiste anche però un altro problema, quello di rovesciare una prospettiva: la carriera di chi va a casa delle persone implica disagi e responsabilità di gran lunga maggiori di chi risiede in una struttura e come tale va promossa e incentivata economicamente e previdenzialmente, in un contesto assistenziale di alto livello e con possibilità di carriera autonome.

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