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contratto e provvedimenti badanti roma

Roma il Contratto Nazionale dei Collaboratori Domestici i Provvedimenti Disciplinari

“Badante” è un termine italiano che viene utilizzato anche a Roma per descrivere una persona che si occupa del sostegno e dell’assistenza di individui che non sono in grado di prendersi cura di se stessi a causa di età avanzata, malattia o disabilità.

Questo può includere l’assistenza con le attività quotidiane come il cibo, la pulizia, i bagni e la mobilità, nonché la compagnia e il supporto emotivo.

Alcune badanti a Roma vengono assunte per gestire la persona alcune ore durante la giornata (badante ad ore), in base a quali sono le esigenze ed il momento di maggiore necessità; alcune badanti vivono con la persona di cui si prendono cura ( badante convivente), altre ancora lavorano durante la notte (badante notturna) per le problematiche della persona da assistere.

Il termine “badante” si riferisce specificamente a coloro che forniscono questo tipo di assistenza in un ambiente domestico, piuttosto che in un ospedale o in una struttura di assistenza a lungo termine.

Detto questo trattiamo l’argomento delle sanzioni.

Le sanzioni disciplinari vengono effettuate a secondo della gravità attraverso:

  • un rimprovero verbale, che viene dato in caso di lieve mancanza ai doveri
  • una censura scritta, che è data in caso di recidiva di rimproveri verbali
  • sospensione dal lavoro nel caso in cui nonostante le precedenti ammonizioni, ha commesso mancanze che hanno portato danni a cose o persone che assiste
  • il licenziamento viene fatto dunque per giustificato motivo, con il rispetto dei termini di preavviso (art. 35).
    In caso di situazione come l’essere ubriachi al lavoro, o di situazioni che precludono la fiducia, la badante può essere licenziata in tronco.

Vediamo la procedura:

Inviare lettera di contestazione all’indirizzo della badante, o raccomandata a mano. Dopo 5 giorni dal ritiro della lettera stessa, se non vi è risposta di giustificazione oppure, nel caso in cui non è stata ritirata, dopo 5 giorni dal ritorno al datore della raccomandata del mancato ritiro è possibile il licenziamento.

Se la badante presenta invece un certificato medico si potrà eventualmente licenziare seguendo le pratiche del licenziamento dopo malattia.

Naturalmente è necessario consegnare alla badante copia di tutta la documentazione di chiusura.

Dal 2017, da comunicazione da varie questure d’Italia, è confermato che non è necessario comunicare alla questura stessa la cessazione del rapporto di lavoro con la badante convivente.

È importante ricordare che bisogna utilizzare il licenziamento per giusta causa con attenzione, perché è importante comunicare con la badante nel caso in cui sia assente.

Per capire cosa è successo, e quindi non rischiare di fare un licenziamento non giustificato.

 

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badante roma lontananza paese origine

Roma, la Lontananza dal Paese d’Origine, le Badanti e la Sindrome Italia

Anche a Roma la sindrome Italia, in relazione al dramma delle badanti straniere, rappresenta una serie di problematiche profonde e complesse che riguardano l’impiego delle badanti provenienti da paesi stranieri in Italia.

Queste difficoltà sono spesso associate a condizioni di lavoro precarie, mancanza di diritti e protezioni adeguate, nonché il rischio di sfruttamento e abusi.

In Italia, molte persone anziane, disabili o con esigenze di assistenza quotidiana dipendono dalle badanti straniere per la cura e l’assistenza a domicilio.

Uno dei principali problemi è rappresentato dal lavoro irregolare e sommerso.

Molte badanti straniere lavorano senza contratti regolari, in nero, senza benefici o protezioni previste dalla legge.

Questa situazione le espone a una grande vulnerabilità, in quanto i datori di lavoro possono sfruttare la loro posizione di svantaggio per pagare salari bassi, imporre orari di lavoro eccessivi o privarle di diritti fondamentali.

Le badanti che vengono da paesi extracomunitari si trovano ad affrontare difficoltà nell’ottenere i permessi di lavoro e di soggiorno in Italia.

Questo crea una situazione di instabilità e incertezza legale, che le rende facilmente sfruttabili.

Alcuni datori di lavoro disonesti possono minacciare di denunciarle alle autorità per costringerle a lavorare in condizioni ingiuste o a basso costo.

È importante sottolineare che non tutte le esperienze di badanti straniere in Italia sono negative.

Ci sono datori di lavoro che trattano le badanti con rispetto, garantendo loro stipendi adeguati e rispettando i loro diritti.

Per affrontare questa situazione complessa, sono necessari sforzi coordinati da parte delle istituzioni, delle organizzazioni della società civile e della comunità nel suo complesso. È fondamentale che le istituzioni italiane si impegnino a garantire la protezione dei diritti dei lavoratori stranieri, comprese le badanti.

Ciò potrebbe comportare l’introduzione di leggi e regolamenti più rigorosi che disciplinano l’impiego delle badanti, garantendo loro condizioni di lavoro dignitose, salari adeguati e benefici previsti dalla normativa.

È altrettanto cruciale migliorare il sistema di concessione dei permessi di lavoro e di soggiorno per le badanti straniere, semplificando le procedure e riducendo gli ostacoli burocratici.

Ciò contribuirebbe a garantire una maggiore stabilità e sicurezza per le badanti, consentendo loro di lavorare in condizioni più favorevoli e di godere di diritti adeguati.

Parallelamente, è importante promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sulle problematiche legate all’impiego delle badanti straniere in Italia.

Questo può aiutare a combattere gli stereotipi e la discriminazione nei confronti di queste lavoratrici, promuovendo una maggiore solidarietà e accoglienza nella società italiana.

Infine, è fondamentale collaborare con le organizzazioni della società civile, le associazioni di categoria e gli esperti del settore per affrontare in modo efficace le problematiche legate alle badanti straniere in Italia.

Queste organizzazioni possono svolgere un ruolo fondamentale nel fornire assistenza legale, consulenza e sostegno alle badanti, e nel promuovere un dialogo costruttivo con le istituzioni per migliorare la legislazione e le politiche in materia di lavoro domestico.

La sindrome Italia riguardante le badanti straniere è un problema complesso che richiede soluzioni integrate e un impegno a lungo termine.

È essenziale lavorare insieme per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori stranieri e creare un ambiente di lavoro dignitoso e giusto per le badanti in Italia.

 

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Roma, Violenze Domestiche tra Anziani e Badanti

Un problema molto grave e delicato da affrontare anche a Roma, che emerge sempre più spesso dai notiziari e su Internet, è quello delle violenze domestiche tra anziani e badanti: il più delle volte si condannano le badanti a Roma, ma non è raro che queste ultime siano le vittime.

Se ad essere accusato di violenza è l’assistito, la situazione deve essere analizzata con attenzione, poiché i suoi atti potrebbero non dipendere dalla sua volontà, ma essere dettati da gravi malattie quali la demenza senile o l’Alzheimer.

Le reazioni violente, però, possono essere dettate da stati particolari quali forte disidratazione, assenza di nutritivi essenziali, shock da caduta, per fare qualche esempio, che possono provocare stati ansiosi e conseguente perdita di lucidità.

Sono da considerare anche situazioni, forse non così comuni, ma registrate, di cambio repentino di medicinali, quali stabilizzatori dell’umore, antidepressivi, sonniferi.

Questo, sia chiaro, è compito esclusivo del medico curante, ma è comunque un fattore da tenere presente, quando si verifichi.

I metodi che una brava badante deve attuare per evitare una reazione violenta da parte dell’anziano sono diversi, sebbene non infallibili, e riguardano l’approccio alle attività dell’assistito.

Alcuni esempi possono essere:

  • adattarsi ad orari, modalità e quantità dei pasti
  • sorvegliare durante tutto l’arco del pasto l’anziano per evitare soffocamenti, ferite auto-inflitte con posate e imboccarlo se necessario
  • creare un ambiente accogliente e tranquillo
  • non sostituire l’anziano nelle operazioni che è in grado di gestire da solo
  • mantenere l’ambiente domestico pulito e in ordine
  • disporre l’arredamento in modo che non sia pericoloso

Al momento della presa in carico di una badante convivente i familiari dovrebbero essere a conoscenza delle tendenze aggressive del loro caro a causa di disturbi, e saranno quindi tenuti a comunicarlo alla badante, anche se badante a ore.

È possibile che, nonostante tutte queste precauzioni, qualche elemento al di fuori del controllo della badante scateni una reazione del malato, che potrebbe agire violentemente o sovragitarsi.

In questi casi va mantenuta la calma e seguito un certo comportamento:

  • mantenere un atteggiamento calmo e controllato, cercare di distrarlo, magari tramite un’esca visiva che lo distragga dalla causa della sua rabbia o del suo disagio
  • trattenerlo fisicamente solo in casi estremi, come il tentativo di aggressione pericolosa o il rischio di autoinfliggersi ferite o traumi
  • individuare la causa scatenante e, se possibile, risolverla e cercare di evitare che si ripresenti in futuro
  • Nel caso qualcosa sfugga al controllo della badante, è necessario chiamare il 118 e i familiari

Queste soluzioni sono lo standard per gestire un rapporto con qualsiasi tipo di anziano problematico e sono nozioni che ogni badante degna di questo nome conosce e applica quando necessario.

 

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Prevenire il Burnout per le Badanti a Roma

La cura personale è fondamentale per prevenire il burnout.

Le badanti dovrebbero fare attenzione alla propria salute fisica e mentale. Le badanti devono imparare a gestire lo stress in modo efficace.

È importante che le badanti a Roma si sentano a proprio agio nel comunicare apertamente con la persona a cui prestano assistenza o con i familiari.

Poiché queste figure professionali possono trovarsi a dover affrontare situazioni emotivamente difficili, devono avere una rete di supporto su cui fare affidamento, come amici, familiari o gruppi di supporto.

Le badanti possono beneficiare di programmi di formazione e aggiornamento professionale. Questi corsi possono fornire loro nuove competenze e strumenti per affrontare le sfide quotidiane del lavoro. La formazione può includere argomenti come la gestione del tempo, le tecniche di comunicazione efficace, la gestione dello stress e la salute mentale.

Favorire l’autonomia e l’indipendenza della persona assistita può alleviare il carico di lavoro della badante.

Ciò può includere l’insegnamento di abilità di base per svolgere alcune attività quotidiane da parte della persona assistita stessa o l’uso di dispositivi di assistenza tecnologica per ridurre la dipendenza costante dalla badante.

Il riconoscimento del duro lavoro e dell’impegno delle badanti è fondamentale per mantenere alto il loro morale e ridurre il rischio di burnout.

Un ringraziamento sincero, un complimento per un lavoro ben fatto o un piccolo gesto di gentilezza possono fare molto per migliorare la soddisfazione lavorativa e l’autostima delle badanti.

Un ambiente di lavoro sano e positivo può contribuire a ridurre il rischio di burnout.

Questo può includere condizioni di lavoro sicure, un buon rapporto con la persona assistita e la sua famiglia, e un’atmosfera di rispetto e comprensione reciproca.

Una buona pianificazione e organizzazione può aiutare a ridurre il carico di lavoro e lo stress.

Ciò può includere la creazione di un programma di attività quotidiane, l’organizzazione del tempo in modo efficace, e la delega di alcune attività a altre persone quando possibile.

Le badanti spesso si prendono cura sia della persona assistita che della propria famiglia. È importante trovare un equilibrio tra queste responsabilità. Ciò può includere l’organizzazione di un programma che tenga conto sia delle esigenze della persona assistita che di quelle della propria famiglia.

Ovviamente non esiste una soluzione unica per tutti per prevenire il burnout.

Ogni badante è unica e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra.

Tuttavia, seguendo questi consigli, le badanti possono aumentare le loro possibilità di evitare il burnout e mantenere la propria salute e benessere.

 

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L’uso Eccessivo del Cellulare, a Roma la Storia di Elisa

Ai giorni nostri l’unica cosa immancabile in mano ad ogni persona, giovane o anziana, è il cellulare.

Strumento utilissimo in molti casi: chiamare soccorsi, sentirsi con i figli lontani, comunicare con la propria badante a Roma.

Ma purtroppo a volte il cellulare viene usato troppo, anche sul luogo di lavoro.

L’uso eccessivo del cellulare può avere vari effetti negativi sulla nostra salute e benessere.

Stare a lungo davanti a uno schermo può causare affaticamento visivo, secchezza o arrossamento degli occhi, dolore agli occhi e mal di testa.

Inoltre, la luce blu emessa dagli schermi può interferire con il nostro ritmo circadiano, rendendo più difficile addormentarsi, ecco perché mai usare il cellulare pensando di prendere sonno.

Può portare a dolori al collo, alle spalle e alle mani. Questo è spesso dovuto a posture scorrette o a movimenti ripetitivi.

Se passiamo troppo tempo seduti ad usare il cellulare, ciò può contribuire a uno stile di vita sedentario, che è associato a vari problemi di salute, come l’obesità, le malattie cardiache e il diabete.

Può portare a una dipendenza da internet o dai social media, limitando le attività quotidiane, il lavoro, la scuola e le relazioni personali.

Alcuni studi suggeriscono addirittura un legame tra l’uso eccessivo dei social media e problemi di salute mentale come ansia, depressione e bassa autostima.

Ciò non significa che non possiamo usarlo anche come svago, ma per ridurre questi rischi, è importante fare pause regolari, cercare di mantenere una postura corretta, limitare l’uso dello schermo prima di andare a letto e cercare di equilibrare il tempo trascorso online con attività offline, come l’esercizio fisico e le interazioni sociali.

Ora , il problema di usare il cellulare sul posto di lavoro anche per le badanti può diventare motivo di licenziamento per mancanze che possono succedere.

La storia di Elisa può essere da monito.

La badante Elisa ha svolto moltissimi lavori come badante presso svariate case con anziani con vari problemi.

Ultimo lavoro in una casa di riposo a Napoli, Elisa aveva una vera passione per la tecnologia e i social media.

Trascorreva molte ore al giorno a scorrere le notizie, a chattare con gli amici e a postare foto su Instagram.

Questo, tuttavia, iniziò a influenzare il suo lavoro.

Essendo responsabile della cura di diversi anziani, per cui si occupava di tutto, dal preparare i pasti alla somministrazione dei medicinali.

Ma la sua dipendenza dal cellulare iniziò a interferire con i suoi doveri. Gli altri collaboratori iniziarono a notare la sua mancanza di attenzione. Le fu detto più volte di limitare l’uso del suo cellulare durante l’orario di lavoro, ma Elisa non sembrava prendere sul serio questi avvertimenti.

Sentiva che era in grado di gestire sia il suo lavoro che la sua vita sui social media.

Un giorno, un anziano signore, cadde mentre Elisa era distratta dal suo telefono.

Fortunatamente non si fece male gravemente, ma l’incidente fece capire a tutti la gravità della situazione.

L’incidente fu segnalato, le spiegarono che la sua distrazione aveva causato un incidente e che non potevano più tollerare il suo comportamento.

Elisa fu licenziata sul posto. Fu un duro colpo per lei, ma capì che aveva sbagliato.

Dopo essere stata licenziata, Elisa si ritrovò a riflettere sul suo comportamento.

Si rese conto che la sua dipendenza dal cellulare aveva avuto effetti negativi non solo sul suo lavoro, ma anche sulla sua vita personale.

Decise di fare un cambiamento.

Tornò a lavorare come badante presso una famiglia con due persone anziane, marito e moglie da assistere dove poté mettere a frutto le sue competenze e professionalità.

 

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Il Benessere della Badante a Roma: Prevenzione della Burnout

La collaboratrice domestica viene assunta dalle famiglie per essere aiutate nella gestione di un loro caro, qualcuno a cui tengono, di cui conoscono ogni aspetto.

Entrare in una famiglia per la badante di Roma è già solo questo un compito delicato.

Sono tutte persone che si devono abituare l’una all’altra; per questo il benessere delle badanti è di fondamentale importanza per garantire una corretta assistenza agli anziani e alle persone che necessitano di cure.

La prevenzione del burnout è un aspetto cruciale per promuovere il benessere e la salute mentale delle badanti.

Prevenire il burnout significa fornire alle badanti un ambiente di lavoro sicuro, confortevole e stimolante. Assicurarsi che abbiano accesso a strumenti e risorse necessarie per svolgere il loro lavoro in modo efficace.

Esse possono affrontare situazioni complesse e stressanti nel loro lavoro quotidiano ed è fondamentale riconoscere che il lavoro delle collaboratrici domestiche può essere impegnativo e richiedere molte ore di lavoro.

È importante promuovere un equilibrio sano tra il tempo dedicato al lavoro e il tempo libero, incoraggiando le badanti a prendersi cura di sé stesse e delle proprie esigenze personali; a prendersi cura di sé stesse fisicamente, emotivamente e mentalmente .

Prevenire il burnout delle badanti richiede un approccio olistico che comprenda un ambiente di lavoro sano, il supporto emotivo, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la formazione continua, il riconoscimento e l’apprezzamento e le attività di auto-cura.

La storia che riportiamo riguarda proprio questo aspetto nella quale qualsiasi lavoratore può incappare.

Maria era una badante dedicata e compassionevole che si occupava di una signora anziana affetta da demenza.

Aveva scelto questo lavoro perché amava prendersi cura degli altri e sentiva che poteva fare la differenza nella vita delle persone che assisteva.

Col passare del tempo, le responsabilità aumentarono notevolmente, infatti la signora richiedeva sempre più attenzione e assistenza, e Maria si trovava costantemente sotto pressione per garantire il suo benessere e sicurezza.

Si svegliava presto al mattino per preparare la colazione, fare la doccia, aiutarla a vestirsi e assisterla nelle attività quotidiane.

Durante il giorno doveva gestire le sue continue dimenticanze, confusione e momenti di agitazione.

La sera era responsabile di somministrare i farmaci e di aiutarla a prepararsi per la notte.

Nonostante il suo impegno le giornate diventavano sempre più pesanti e il suo entusiasmo iniziale svaniva lentamente, tanto che la badante iniziò a provare ansia e depressione e il suo rendimento sul lavoro ne risentì.

La situazione raggiunse un punto critico quando Maria si ammalò a causa dello stress accumulato.

Era esausta, fisicamente e mentalmente esausta.

Capì che aveva bisogno di prendersi cura di sé stessa e di affrontare la situazione in modo diverso.

Maria decise di cercare aiuto e supporto.

Parlò con il suo datore di lavoro e condivise le sue difficoltà e il suo stato emotivo.

Fortunatamente, il suo datore di lavoro si dimostrò comprensivo e collaborativo.

Insieme trovarono soluzioni per alleviare il carico di lavoro di Maria.

Assunsero un’altra badante per condividere le responsabilità e stabilirono orari di lavoro più flessibili.

 

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Un Consiglio da Manuale a Roma: Quando forse è Meglio non Prendere la Badante

A volte le famiglie rendendosi conto di non poter più seguire da sole il congiunto, decidono di prendere una badante, molto controvoglia.

Dapprima si rivolgono al passaparola e hanno un’esperienza pessima, la badante di Roma li lascia dopo pochi giorni e allora si rivolgono a un’agenzia, ritenendo sicuramente a ragione, che abbiano personale più selezionato e competente.

Queste famiglie si sono rivolte all’agenzia perché prima sono passati da una badante in nero, si sono trovati male ed è nato il senso di colpa di colpa e quindi si sono rivolte all’agenzia, pensando che fosse tutto più facile perché sono professionisti.

Va male con la prima, ne provano una seconda, poi una terza e poi una quarta finché capiscono che non è colpa delle badanti, né delle agenzie, ma che è il momento di inserire l’anziano in RSA.

Ed ecco che la famiglia si arrabbia: la badante è cattiva e, se c’è di mezzo l’agenzia, la colpa sarà sicuramente dell’agenzia.

Quando c’è necessità di trovare un cattivo, un capro espiatorio, sarà la badante o ancor meglio l’agenzia.

La famiglia deve rendersi conto che, per poterlo tenere in casa e affidarlo a una badante, l’anziano deve essere di un certo tipo, ma è difficile arrendersi all’evidenza: non è mai colpa dell’anziano, lui è una persona ottima, è colpa della badante che non lo sa capire che lo fa innervosire, che è incompetente.

Questo è dovuto, in parte, allo scatenarsi di quei sensi di colpa visti in precedenza.

Ebbene, il senso di colpa è fisiologico, fa parte della natura umana.

Uno può essere duro o superficiale, ma se il genitore sta male è naturale che voglia stargli accanto e inizia la dinamica tra un po’ se ne andrà, è arrivato il momento in cui mio papà non sta più bene, sta diventando vecchio, ora tocca a me aver cura di lui, io non riesco perché lavoro e sono ingabbiato nella società crudele.

La famiglia, il figlio è costretto a chiedere aiuto, vuole il meglio, ma è necessario anche fare i conti col portafoglio: né la badante, né tantomeno le strutture, almeno le buone strutture, sono alla portata di tutti, anche se si hanno dei buoni stipendi.

Arrendersi all’evidenza, con tutto ciò che comporta, è sempre dura, non è cosa che si può decidere in un giorno, a meno che non succeda qualcosa di veramente grave.

Se l’anziano è instabile, se rifiuta di mangiare nonostante la badante, se sputa le medicine e diventa violento, non si può continuare a tenerlo in casa.

Succede non così di rado che l’anziano minacci la badante col coltello.

In genere non succede niente di grave, veramente, ma è sempre un pericolo.

La badante deve chiudersi nella sua stanza chiamare immediatamente il 118 e poi la famiglia.

Se c’è un problema psichico, se l’assistito diventa violento, non si può pensare di continuare a lasciarlo a casa.

La famiglia deve essere sempre chiara sulla situazione, spiegare esattamente alla badante cosa deve fare e come deve comportarsi, preparando un protocollo da seguire, in modo da prevenire situazioni estreme.

La famiglia deve assolutamente informare la badante se esiste una possibilità di questo tipo.

Dire: «Mio papà si agita» non vuol dire niente.

Che significa? Si agita e gli si alza la pressione, ha crisi di ansia, oppure diventa in qualche modo aggressivo, verbalmente o addirittura fisicamente?

È possibile gestire la violenza verbale: ci sono un sacco di anziani che prendono a parolacce la badante, ma se si riesce a trovare la badante che, avvisata dalla famiglia, si fa scivolare queste cose, allora si può fare, ma se diventa aggressivo fisicamente, prende il bastone e lo dà addosso alle persone, se prende il coltello e minaccia, non si può lasciare in casa, agenzia o badante non possono prendere il servizio, l’anziano va in struttura.

Se l’anziano con Alzheimer scappa, non si può pensare di affidarlo a una singola persona, per quanto preparata, e va in struttura.

La badante non può chiudere l’anziano in casa perché è sequestro di persona, ma allo stesso tempo diventa legalmente pericoloso se la badante se lo perde.

Così come non si può prendere un anziano terminale: si è già ripetuto che la badante non è un’infermiera, quindi l’anziano terminale deve andare in struttura, dove ci sono cure palliative ed è assistito ventiquattro ore su ventiquattro ma, se ha veramente poco da vivere, vicino a lui è giusto che rimanga la famiglia.

Se l’anziano viene nutrito col sondino, non parla o è in stato vegetativo, la badante non serve.

L’anziano non deve essere accompagnato nei suoi ultimi momenti da un estraneo.

Bisogna accettare che, se il proprio familiare ha bisogno di un contenimento diverso da quello della badante, non gli si sta facendo del male a metterlo in struttura, gli si sta salvando la vita.

Quindi bisogna sempre tenere presente che ci sono casi in cui la badante non è la soluzione.

 

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Cosa Fare se la Badante Ruba in Casa a Roma

Se si sospetta che una badante di Roma stia rubando, ecco alcuni passi che si possono seguire:

prima cosa se si notano discrepanze o oggetti mancanti, è importante documentare tutto.

Questo può includere la registrazione di quali oggetti mancano, quando sono stati notati per la prima volta e qualsiasi altro dettaglio rilevante.

Se si sospetta che la badante possa essere responsabile, potrebbe essere utile installare telecamere di sicurezza.

Tuttavia, è importante rispettare le leggi locali e nazionali riguardo alla privacy prima di procedere.

Il primo passaggio però non dobbiamo dimenticare che è quello di discutere direttamente le preoccupazioni con la badante, dirle quali sono le nostre supposizioni, farle vedere cosa è successo, poiché potrebbe essere un malinteso o un errore.

Se si ha ragionevole certezza che la badante stia rubando, si dovrebbe contattare la polizia e fare una denuncia.

È importante fornire quante più informazioni possibili per aiutare le autorità nelle loro indagini.

Ricordate sempre che la sicurezza e il benessere della persona assistita dovrebbero essere la priorità principale.

Se si sospetta che una badante stia rubando, è importante agire rapidamente per proteggere la vittima e prevenire ulteriori danni.

Nel 2022, una storia ha fatto notizia in Italia riguardante una badante che ha commesso un furto nella casa della persona anziana che assisteva.

La badante, una donna di 45 anni originaria dell’Europa orientale, aveva ottenuto la fiducia della famiglia dell’anziano, una figura rispettata nella sua comunità locale.

La badante, chiamata Elena, era nota per la sua dedizione e l’attenzione che prestava al suo assistito.

Tuttavia, nel corso di alcuni mesi, la famiglia cominciò a notare che alcuni oggetti di valore stavano scomparendo dalla casa.

All’inizio attribuirono le mancanze alla disorganizzazione o all’età avanzata dell’anziano, ma quando scomparvero gioielli di famiglia di notevole valore iniziarono a sospettare che qualcosa non andasse.

Decisero di installare delle telecamere nascoste in casa, nella speranza di scoprire cosa stesse accadendo.

Dopo alcune settimane le telecamere rivelarono che era Elena a prendere gli oggetti.

Le immagini mostravano chiaramente Elena che cercava nei cassetti e nei ripostigli, prendendo gioielli, denaro e altri oggetti di valore.

La famiglia fece immediatamente una denuncia alle autorità locali, che aprirono un’indagine.

Elena fu arrestata e poi processata per furto.

Durante il processo emerse che Elena aveva avuto un passato difficile e che stava rubando per sostenere la sua famiglia in patria.

La storia ha sollevato una serie di questioni importanti sulla sicurezza e la fiducia nelle relazioni tra badanti e le persone che assistono.

Ha anche messo in luce la necessità di un maggiore controllo e regolamentazione nel settore dell’assistenza domiciliare.

Nonostante il caso sfortunato è importante ricordare che la stragrande maggioranza delle badanti svolge il proprio lavoro con dedizione e onestà, e che episodi come questi sono l’eccezione, non la regola.

 

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Roma, la Badante in Malattia si può Licenziare?

Spieghiamo anche a Roma in che modalità si può interrompere il rapporto di lavoro con una badante.

In particolare durante la malattia, si può? No… o meglio dipende.

Di certo non è come un normale contratto di lavoro quello che stabilisce il contratto delle badanti.

Innanzitutto precisiamo che per il contratto nazionale dei collaboratori domestici, il datore di lavoro può licenziare la propria badante senza motivo dando regolare preavviso, o pagando l’indennità sostitutiva, mentre con il contratto a tempo determinato non è possibile licenziare la lavoratrice prima del termine, se non con giusta causa.

Se la badante è in malattia, il datore di lavoro non può licenziarla, neppure dandole un termine di preavviso, salvo non superi il periodo di comporto.

Il periodo di comporto è il tempo massimo di conservazione del posto di lavoro durante la assenza per malattia della badante e viene calcolato secondo tempi stabiliti:

  • con una anzianità di servizio fino a 6 mesi ha diritto a conservare il posto di lavoro fino a 10 giorni
  • con una anzianità di servizio fino a due anni, ha diritto a 45 giorni di conservazione del posto di lavoro
  • con una  anzianità di servizio oltre i 2 anni ha diritto a 180 giorni di conservazione del posto di lavoro

Il comma 6 dell’articolo 26 aggiunge che : “tali periodi sono soggetti a un incremento pari al 50% in caso di malattia oncologica, a patto che questa venga documentata dall’ASL competente”.

Naturalmente durante la malattia il datore di lavoro è obbligato a corrispondere la retribuzione alla badante per un periodo massimo di :

  • 8 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità  di servizio fino a 6 mesi
  • 10 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio da 6 mesi a 2 anni
  • 15 giorni complessivi nell’anno, per anzianità di servizio oltre i 2 anni

Il CCNL stabilisce che i giorni di malattia vanno calcolati all’interno dell’anno solare.

Pertanto, il periodo per la conservazione del posto di lavoro non riparte daccapo per ogni malattia, ma va conteggiato come somma di più malattie.

Il datore deve contare il numero di giorni di malattia di cui ha usufruito la collaboratrice nei 365 giorni di calendario che precedono la malattia in corso.

Se la malattia subentra nel periodo di prova o di preavviso, ne sospende la decorrenza.

 

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licenziamento badante roma

Interruzione del Rapporto di Lavoro con la Badante a Roma

Aes Domicilio si è sempre battuta per la contrattualizzazione in regola delle badanti, ricordando alle famiglie di Roma l’importanza di avere in casa una persona assunta in regola, e alla badante l’importanza di lavorare tutelata.

Quindi argomento importante rispetto al contratto è il licenziamento, in particolare trattiamo la modalità di consegna.

Quali sono le modalità di consegna della lettera di licenziamento o di dimissione?

La lettera può essere:

  • spedita tramite raccomandata all’indirizzo di residenza, per conservare una ricevuta di comunicazione; in tal caso si deve indicare che il preavviso parte dal giorno di ricevimento della lettera.
  • consegnata a mano; si consiglia di inserire la frase “raccomandata a mano” nella lettera e di farsi firmare una copia da conservare in caso di contestazione.

Se il lavoratore o il datore si rifiutano di firmare la lettera di licenziamento o di dimissione che cosa si fa?

Questi atti vengono considerati atti recettizi e quindi hanno effetto nel momento in cui i soggetti ricevono la comunicazione, è necessario inviare la lettera tramite posta, o consegnarla a mano, con un testimone, o al giorno d’oggi basta inviarla tramite whatsapp ed attendere la conferma di lettura.

Altro punto da trattare è la necessità di inserire una motivazione nella lettera di licenziamento o di dimissioni.

No, per il contratto di lavoro domestico non è necessario dare una motivazione.

Nel caso si voglia terminare il rapporto subito, il giorno stesso, è possibile.

Infatti si può terminare il rapporto il giorno stesso della consegna della lettera.

In tal caso però spetta l’indennità di mancato preavviso e in particolare:

  • se il lavoratore si dimette senza preavviso dovrà essere detratta dalla sua busta paga finale il preavviso mancato, importo corrispondente alla retribuzione che avrebbe percepito se avesse lavorato per i giorni di preavviso
  • se il datore licenzia senza preavviso dovrà essere aggiunta alla busta paga  finale del collaboratore l’indennità sostitutiva di mancato preavviso che corrisponde alla retribuzione che avrebbe percepito lavorando per il periodo di preavviso dovuto

Ora veniamo ad un punto molto delicato, ovvero il licenziamento per giusta causa.

Molti datori di lavoro domestico sono convinti che il “licenziamento per giusta causa” significhi che il datore ha una “giusta motivazione” per poter risolvere il rapporto di lavoro.

Nei termini del diritto del lavoro “licenziare per giusta causa” significa invece licenziare un collaboratore perché ha messo in atto dei comportamenti talmente gravi da ledere la fiducia tra datore e collaboratore, tali che non sia più possibile proseguire il rapporto di lavoro (si veda art. 2119 codice civile).

Il licenziamento per giusta causa presuppone che vi sia un atto di contestazione disciplinare che prova la causa del licenziamento stesso così grave da non permettere nemmeno temporanea del rapporto di lavoro.

Si tratta di gravissimi inadempimenti degli obblighi contrattuali o di un fatto esterno al rapporto, tali da venir meno la fiducia del datore di lavoro verso il collaboratore e la relativa puntualità nei successivi adempimenti.

Le motivazioni più frequenti riconosciute come giusta causa di licenziamento sono i seguenti:

  • falsa malattia e falso infortunio del dipendente
  • rifiuto ingiustificato e reiterato del dipendente di eseguire la prestazione lavorativa
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro da parte del dipendente e periodo di assenza non giustificato
  • il collaboratore, durante l’esercizio delle sue mansioni,  sottrae beni al datore di lavoro
  • il lavoratore ha una condotta extralavorativa penalmente rilevante e idonea a far venir meno il vincolo fiduciario

 

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