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cucina e badante roma

Roma, Storie di Badanti. Quando la Cucina Unisce

La Nonna Maria aveva trascorso tutta la vita nella sua casa accogliente e aveva sempre amato prendersi cura del suo giardino e cucinare deliziosi piatti per la sua famiglia.

Tuttavia, col passare degli anni, il suo corpo si era indebolito e aveva bisogno di assistenza.

La ricerca della badante a Roma cadde su una figura che controllasse nonna Maria durante alcuni momenti della giornata, che le stesse vicino durante le passeggiate, che le tenesse compagnia, che insieme potessero andare d’accordo per più tempo possibile.

Venne così presa una badante convivente chiamata Anna per prendersi cura di Nonna Maria.

Anna era una giovane donna gentile e premurosa che era appassionata di cucina.

Nonna Maria e Anna si trovarono subito in sintonia e, con il passare del tempo, si sviluppò un legame speciale tra loro.

Nonna Maria amava condividere le sue ricette tradizionali, e Anna era felice di imparare da una maestra così esperta, ogni giorno, le due donne trascorrevano ore in cucina, preparando piatti deliziosi e creando nuove ricette insieme.

La badante imparò a preparare la pasta fresca, e insieme impastavano e tiravano la sfoglia con cura, imparò i segreti di un sugo perfetto, fatto con pomodori maturi dal suo giardino e spezie aromatiche.

Le due donne ridevano e scherzavano mentre lavoravano, creando un’atmosfera di gioia e felicità in cucina.

Ogni giorno, Nonna Maria si sentiva sempre più energica e felice.

Era grata ad Anna per averle restituito la passione per la cucina e per averle dato la possibilità di condividere il suo amore per il cibo con qualcuno di speciale.

Le notizie sulla deliziosa cucina di Nonna Maria e Anna si diffusero nel quartiere, e ben presto amici e vicini cominciarono a chiedere di poter assaggiare i loro piatti.

Nonna Maria e Anna organizzarono delle cene settimanali, dove le persone potevano gustare i sapori autentici della cucina casalinga.

La loro cucina divenne una vera e propria attrazione nel quartiere.

Le persone affollavano la loro casa, desiderose di assaggiare i piatti preparati con amore e passione.

Nonna Maria e Anna erano felici di vedere la gioia che le loro creazioni portavano alle persone.

La loro avventura culinaria continuò per anni e la fama delle loro prelibatezze si diffuse oltre il quartiere.

Nonna Maria e Anna avevano trasformato la loro passione comune per la cucina in un regalo per tutti coloro che avevano la fortuna di assaggiare i loro piatti.

Con il passare degli anni, Nonna Maria si spense serenamente, circondata dall’amore delle persone che aveva nutrito con il suo cibo.

Anche se Nonna Maria se ne era andata, il suo spirito e il suo amore per la cucina continuarono a vivere attraverso Anna.

La badante aveva imparato così tanto dalla vecchietta che decise di aprire un piccolo ristorante in suo onore.

Il ristorante di Anna divenne un luogo accogliente e caldo, dove le persone potevano gustare autentiche prelibatezze casalinghe.

Le ricette di Nonna Maria erano la base del menu, ma Anna aggiungeva il suo tocco personale, mettendo in pratica ciò che aveva imparato.

Anna si assicurava di mantenere vivo lo spirito di Nonna Maria.

Ogni giorno, prima di aprire il ristorante, accendeva una candela accanto alla foto dell’amica e le dedicava un momento di silenzio, ringraziandola per tutto ciò che aveva insegnato.

 

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Roma, Scappare dalla Guerra e Diventare Badante

La guerra in Ucraina ha portato molta gente a lasciare il paese e, con grande coraggio e determinazione, una famiglia composta dal padre Ivan, la madre Maria e i loro due figli, Olga e Dmitri, fuggirono in cerca di una vita migliore.

La famiglia si stabilì a Roma, dove cercarono di ricostruire le loro vite.

Naturalmente la loro situazione finanziaria era precaria e avevano bisogno di un lavoro per sopravvivere.

Grazie a una conoscenza, Ivan venne a sapere di una famiglia italiana che cercava una coppia di badanti conviventi per assistere i loro anziani genitori.

La famiglia gentile era composta da un anziano signore di nome Giuseppe e sua moglie, Anna, che avevano bisogno di cure costanti a causa delle loro condizioni di salute.

Ivan e Maria andarono a colloquio e furono accolti calorosamente; Giuseppe e Anna erano persone gentili e comprensive, che avevano bisogno di assistenza ma che trattavano i loro badanti come membri della famiglia.

Olga e Dmitri, i figli di Ivan e Maria, si unirono anche a questa nuova famiglia.

Olga si prese cura di Anna, trascorrendo del tempo con lei, leggendole libri e tenendole compagnia.

Dmitri si preoccupava di Giuseppe, accompagnandolo nelle passeggiate e giocando a scacchi con lui.

Nonostante le difficoltà e le barriere linguistiche, la famiglia ucraina e quella italiana si compresero a vicenda. Ogni giorno, attraverso piccoli gesti di gentilezza e affetto, si creava un legame sempre più forte tra le due famiglie.

Ivan e Maria erano grati per questa opportunità che avevano avuto di rifarsi una vita e di fare la differenza nella vita di Giuseppe e Anna, offrendo loro il comfort e l’amore di cui avevano bisogno.

La reciproca gratitudine e affetto si manifestavano quotidianamente.

Ivan e Maria si sentivano fortunati ad aver trovato una famiglia così accogliente e generosa, che li aveva trattati con rispetto e considerazione.

Giuseppe e Anna, d’altra parte, erano grati per l’amore e l’attenzione che ricevevano dai loro badanti ucraini.

Al termine del lavoro presso questa famiglia, la coppia di badanti continuò a vivere e lavorare a Roma, portando con sé la loro storia di coraggio, resilienza e amore.

La storia di questa famiglia è un’esempio di come l’umanità possa superare le divisioni e le barriere culturali per creare un mondo migliore.

La solidarietà e l’accoglienza mostrate dalla famiglia italiana verso la famiglia ucraina sono un ricordo indelebile di quanto sia importante tendere la mano ai bisognosi e accogliere gli stranieri con gentilezza e compassione.

 

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La Storia di Judy, Badante a Roma

Ogni giorno vengono selezionate badanti a Roma da ogni parte del mondo e la fortuna di avere personale qualificato con esperienze nel proprio paese di origine portano anche novità e curiosità che stimolano positivamente il paziente.

Nel cuore di Manila, nelle Filippine, vivono migliaia di persone che sognano di un futuro migliore.

Tra queste persone, c’era una donna di nome Judy.

Con il suo sorriso contagioso e il suo spirito indomabile, Judy aveva un sogno: quello di lavorare all’estero per poter garantire un futuro più luminoso ai suoi tre figli.

Quando Judy ottenne la sua prima offerta di lavoro come badante convivente in Italia, non esitò a prendere quella difficile decisione.

Sapeva che la lontananza dai suoi figli sarebbe stata un sacrificio enorme, ma era determinata a offrir loro una vita migliore.

Arrivata in Italia, Judy fu accolta dalla famiglia di Antonio, un anziano signore che soffriva di una malattia degenerativa.

Antonio era un uomo di poche parole, ma il suo sguardo esprimeva una tristezza profonda.

La sua famiglia, pur volendolo tenere in casa, non poteva garantirgli le cure di cui aveva bisogno.

Ecco perché Judy fu assunta: per garantire ad Antonio le cure di cui aveva bisogno e per regalargli un po’ di compagnia.

I primi giorni furono difficili, il signore era riluttante all’idea di essere assistito da una estranea e Judy, pur avendo esperienza nell’assistenza agli anziani, si sentiva spaesata in un paese così lontano e diverso dal suo.

Passarono i mesi e la loro routine divenne più fluida.

Judy si svegliava prima dell’alba per preparare la colazione di Antonio, poi lo aiutava a vestirsi e lo accompagnava nelle sue passeggiate mattutine.

Nel pomeriggio, giocavano a carte o guardavano la televisione insieme, e la sera Judy lo aiutava a prepararsi per la notte.

Nonostante le difficoltà, iniziò a formarsi un legame tra Judy e Antonio.

Lei iniziò a vedere in lui una figura paterna, mentre lui vedeva in lei la figlia che non aveva mai avuto.

Insieme, riuscirono a superare la solitudine e l’alienazione che entrambi sentivano.

Ma la vita di Judy non era solo lavoro.

Dopo una giornata passata ad assistere Antonio, Judy passava le sue notti a parlare con i suoi figli via videochiamata, raccontando loro delle sue avventure in Italia e ascoltando le loro storie sulle Filippine.

Nonostante la distanza, Judy riuscì a rimanere una presenza costante nella vita dei suoi figli.

La storia di Judy è una storia di sacrificio e di resilienza.

Nonostante le difficoltà e la lontananza dalla sua famiglia, Judy non ha mai smesso di lottare per un futuro migliore.

 

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Roma, Amiche e Badanti Georgiane Dialogano tra loro

Riportiamo anche a Roma un dialogo tra due badanti georgiane.

Nana: Buongiorno, come sta la signora oggi?

Elena: Buongiorno, oggi sembra essere un po’ più stanca del solito. E la sua signora?

Nana: La mia signora sta bene, ha dormito tutta la notte e si è svegliata di buon umore. Mi sembra che sia migliorata molto da quando sono qui.

Elena: Anche la mia signora ha fatto progressi. Dopo qualche settimana, è diventata più socievole e aperta alla conversazione. Mi sembra che si sia abituata alla mia presenza.

Nana: Sì, la routine quotidiana aiuta molto a creare un clima familiare. La mia signora sa che ogni mattina le preparo la colazione e la aiuto a vestirsi, quindi si sente più sicura e a suo agio con me.

Elena: Esatto, la routine è importante. Anche la mia signora si aspetta che io segua una routine precisa ogni giorno. Ad esempio, ogni sera prima di andare a letto le preparo una tisana e le leggo un po’ di un libro che le piace.

Nana: La mia signora adora la musica, soprattutto quella classica. A volte la ascoltiamo insieme e parliamo di come ci fa sentire.

Elena: È bello trovare attività che possiamo fare insieme alle persone a cui ci prendiamo cura. La mia signora adora fare la passeggiata ogni giorno, quindi la porto fuori spesso.

Nana: Anche la mia signora adora fare la passeggiata, ma a volte ha difficoltà a camminare. In quei casi, mi assicuro che abbia una sedia a rotelle comoda e la porto fuori comunque.

Elena: È importante adattarsi alle esigenze delle persone a cui ci prendiamo cura e trovare soluzioni per soddisfare i loro desideri. A volte può essere difficile, ma è molto gratificante vedere che le persone sono felici e soddisfatte.

Nana: Esatto, il nostro lavoro può essere molto impegnativo ma anche molto gratificante. Dobbiamo essere pazienti, attenti e premurosi con le persone a cui ci prendiamo cura.

Elena: Concordo pienamente. Dobbiamo anche essere pronti ad affrontare situazioni difficili e impreviste, come ad esempio eventuali malattie o problemi di salute delle persone a cui ci prendiamo cura.

Nana: Esatto, la nostra formazione e la nostra esperienza ci aiutano a gestire queste situazioni, ma dobbiamo anche essere sempre pronti ad imparare e a migliorare le nostre competenze.

Elena: Sì, dobbiamo sempre essere aggiornati sulle nuove tecniche e sulle nuove tecnologie che possono aiutarci nel nostro lavoro. Dobbiamo essere sempre pronti ad adattarci ai cambiamenti.

Nana: Esatto, dobbiamo essere flessibili e aperti al cambiamento. Il nostro lavoro richiede anche una forte dose di empatia e di comprensione delle esigenze delle persone a cui ci prendiamo cura.

Elena: Sì, l’empatia è fondamentale per il nostro lavoro. Dobbiamo essere in grado di metterci nei panni delle persone a cui ci prendiamo cura e di capire le loro esigenze e i loro desideri.

Nana: Esatto, l’empatia ci aiuta anche a creare un rapporto di fiducia e di stima con le persone a cui ci prendiamo cura. La fiducia e la stima sono fondamentali per creare un ambiente sereno e tranquillo in cui le persone si sentono al sicuro e protette.

Elena: Sì, la sicurezza e la protezione delle persone a cui ci prendiamo cura sono la nostra priorità assoluta. Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza e il loro benessere.

Nana: Esatto, è il nostro dovere e la nostra responsabilità. Siamo qui per prendersi cura delle persone che hanno bisogno di aiuto e di assistenza, e dobbiamo farlo con il massimo impegno e la massima dedizione.

 

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Prepararsi a Roma alle Ferie dell’Anziano, la Badante in Vacanza

La badante è una figura professionale che si occupa dell’assistenza domiciliare di persone anziane o disabili.

Il suo ruolo consiste nel fornire supporto nelle attività quotidiane dell’assistito, come la cura personale, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa (magari affidandosi anche ad una impresa di pulizia a Roma) e l’accompagnamento in caso di necessità.

In alcuni casi, la badante di Roma può anche essere chiamata a seguire l’assistito in momenti di svago e di relax, come ad esempio al mare.

Seguire l’assistito al mare rappresenta una sfida particolare per la badante, poiché richiede di gestire diverse variabili e di prevenire eventuali situazioni di rischio.

Innanzitutto, è necessario accertarsi che l’assistito si trovi in condizioni di salute adeguate per affrontare una giornata al mare.

In caso contrario, la badante dovrà valutare se sia possibile rimandare l’uscita o se sia necessario chiedere il parere di un medico.

Una volta verificato lo stato di salute dell’assistito, la badante dovrà organizzare tutta la logistica dell’uscita al mare.

Ciò significa prenotare il posto in spiaggia, preparare il pranzo e le bevande, portare l’ombrellone, le sedie e tutti gli altri accessori necessari per trascorrere una giornata al mare in sicurezza e comfort.

Durante l’uscita al mare, la badante dovrà prestare particolare attenzione alla sicurezza dell’assistito.

Questo significa vigilare sulla sua esposizione al sole, evitando le ore più calde e garantendo l’utilizzo di creme solari e di indumenti protettivi.

Inoltre, la badante dovrà essere pronta a intervenire in caso di problemi legati alla balneazione, come crampi o difficoltà respiratorie.

La badante dovrà anche gestire le esigenze dell’assistito durante la giornata al mare.

Questo significa assisterlo nelle attività di cura personale, come la toilette e l’utilizzo del bagno, e fornirgli il supporto necessario per spostarsi sulla spiaggia e fare il bagno se lo desidera.

Inoltre, la badante dovrà essere in grado di gestire eventuali situazioni di disagio o di stress dell’assistito, fornendogli l’aiuto e il conforto di cui ha bisogno.

La badante dovrà coordinarsi con gli altri membri della famiglia o con i responsabili dell’assistito per garantire che la giornata al mare si svolga nel migliore dei modi.

Ciò significa comunicare tempestivamente eventuali problemi o difficoltà incontrate durante l’uscita e collaborare per trovare le soluzioni più appropriate.

In conclusione, seguire l’assistito al mare rappresenta una sfida importante per la badante, che dovrà prestare attenzione a diverse variabili per garantire la sicurezza e il benessere dell’assistito.

Tuttavia, se la badante è competente e preparata, questa esperienza può rappresentare un momento di svago e di relax per l’assistito, contribuendo a migliorare la sua qualità della vita e a rafforzare il rapporto di fiducia e di affetto con la badante stessa.

 

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Il Manuale della Badante a Roma: gli Anziani e la Tecnologia

Un libro può essere una delle scelte migliori per conoscere qualcosa: Aes Domicilio come casa editrice ha raccontato la badante e la famiglia a Roma, per aiutare entrambe le figure ad entrare una nel mondo dell’altra.

Approfondendo il capitolo precedente, si può analizzare il nuovo tipo di rapporto dell’anziano con le novità delle “diavolerie” tecnologiche.

Per stare al passo con i tempi, infatti, molti anziani si cimentano con quello che la tecnologia mette a loro disposizione e, una volta apprese le dinamiche, magari con l’aiuto di figli o nipoti, i “nonni” sono in grado di utilizzare le numerose opzioni che offre la modernità.

L’immagine nella cultura popolare, che vuole l’anziano osservare “sospettoso” quegli strani aggeggi illuminati e pieni di colori come i computer, sta ormai tramontando, a favore di un’indipendenza anche informatica dei nuovi nonni.

Inoltre, la molteplicità di siti, applicazioni, prodotti e servizi che un anziano può utilizzare gli permettono di compiere le operazioni più varie con estrema semplicità.

Grazie alle nuove tecnologie può, per esempio:

  • informarsi sul mondo che lo circonda
  • monitorare la propria salute e il proprio benessere
  • fissare dei promemoria per assumere medicinali o fare attività fisica
  • effettuare pagamenti e acquisti online senza doversi muovere né trasportare pesi
  • utilizzare le mappe per orientarsi meglio
  • fare progetti per la realizzazione di una vacanza
  • essere sempre reperibile per i parenti che se ne prendono cura e videochiamare qualche fratello all’altro capo del mondo
  • trovare svago e divertimento grazie ai contenuti e ai giochi più vari
  • Fare nuove conoscenze e sviluppare amicizie con persone lontane

Negli ultimi tempi moltissime associazioni o enti del settore hanno dato avvio a un gran numero di corsi di alfabetizzazione digitale per anziani ma, affinché la tecnologia possa davvero raggiungere tutti, è la famiglia stessa e chi si prende cura di loro, a rivestire un ruolo chiave, sia nell’apprendimento sia nel controllo.

La tecnologia per essere utilizzata dagli anziani, in particolare i più fragili, non può essere solo uno strumento offerto ma necessita di facilitatori della comunicazione, ovvero di persone che sostengano e accompagnino la persona anziana nell’utilizzo in modo da renderla a poco a poco autonoma, come le badanti.

Ecco allora che molti nipoti, volontari, operatori sanitari e tantissime assistenti familiari a domicilio hanno assolto a questo ruolo: le badanti isolate con gli anziani presso le abitazioni hanno offerto agli assistiti la possibilità di videochiamare i propri cari, di accedere a informazioni locali e territoriali di consultare medici e servizi sanitari colmando distanze e mantenendo relazioni.

I nuovi nonni piacciono alla rete, essi conquistano follower sui social network, sono un nuovo tipo di star.

Basta guardare Instagram, Tik Tok o Twitter, per esempio, per rendersene conto.

In video, in foto da soli o magari insieme ai nipoti, affascinano un pubblico trasversale, a sorpresa in gran parte composto da giovani e giovanissimi, che in alcuni casi, arrivano perfino a chiedere di farsi – virtualmente s’intende – adottare come “nipoti”.

Il loro successo non è eccezione ma segno di una rivoluzione in atto.

Gli esperti parlano di “greynaissance”, una sorta di rinascita “grigia” che vede protagoniste influencer “over”, pronte a parlare di moda, stile, vita quotidiana.

Insomma, le “nonne” dei nativi digitali sono le influencer e blogger più trendy del momento.

Su Instagnam, sono sempre di più i nonni che si mettono in mostra e in gioco: ballano, cantano, aprono una finestra sul loro quotidiano con ironia, accettano le varie “challenge” lanciate in Rete, offrono consigli, rispondono a domande, suggeriscono ricette di cucina, indicando come realizzarle.

Tutto questo ha dato i natali alla pagina AES.DOMICILIO un successo completamente dedicato ai nuovi anziani rock, con oltre centomila followers.

Non è difficile capire il perché del grande, anzi grandissimo, consenso: non hanno timore di mettersi alla prova, affrontano il mondo – anche quello digitale – con l’esperienza degli anni passati, senza rimanere intrappolati nei meccanismi del web.

Usano le varie piattaforme per dialogare con i loro follower, tra coetanei e nuove generazioni.

L’aiuto dei familiari rimane essenziale per far avvicinare gli anziani sia ai social che alla tecnologia, in generale.

La tecnologia deve essere fatta a misura di anziano perché, se consideriamo in particolare gli over ottantacinque, hanno bisogno di device a parte, sia per un discorso di decadimento fisico, quali contatti più grandi con meno funzioni, tanto più che fanno parte di un momento storico precedente all’era digitale e spesso nemmeno per lavoro si erano in precedenza avvicinati alla tecnologia, sia per una questione di vista o manualità.

Anziano e tecnologia può diventare una combinazione virtuosa, anche in funzione delle possibili finalità di utilizzo del mezzo, dagli aspetti relazionali a quelli più informativi.

L’approccio a strumenti tech, inoltre, migliora le capacità cognitive, come visto nel precedente capitolo, e aiuta le persone a restare attive, riducendo perdita di memoria e di stimoli, emarginazione sociale e senso di isolamento o solitudine, ma è necessario un perfezionamento alla base per quanto concerne le competenze, anche grazie allo scambio intergenerazionale o attraverso nuove forme di inserimento in contesti sociali differenti, utili per cercare di apportare un plus alla qualità della vita di persone.

Aes Domicilio coglie l’occasione del suo primo manuale per far conoscere com’è realmente il mondo della badante.

Il manuale è acquistabile direttamente dal sito Aes domicilio.

 

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La Storia di Maria, Badante Cubana, a Roma

Anche a Roma raccontiamo la storia della badante cubana che è una storia di determinazione, speranza e sacrificio.

La protagonista della storia è Maria, una donna cubana che ha trascorso gran parte della sua vita svolgendo lavori precari e mal pagati nell’industria della canna da zucchero.

Dopo aver visto i suoi figli crescere in condizioni di povertà, Maria decide di cercare fortuna altrove e si reca in Italia in cerca di lavoro.

Una volta arrivata in Italia, Maria si rende conto che trovare lavoro non è facile come pensava.

Non parla la lingua, non ha esperienza in altre professioni al di fuori dell’agricoltura e non conosce nessuno nel Paese.

Dopo mesi di ricerche, Maria riesce a trovare lavoro come badante per una famiglia italiana.

Il suo lavoro consiste nel prendersi cura di un anziano signore che si trova in condizioni di salute precarie; si dimostra molto attenta e premurosa nei confronti del suo assistito, dedicandogli tutto il suo tempo e la sua energia.

Grazie alla sua dedizione, l’anziano signore migliora la sua salute e la famiglia di Maria ne è molto grata.

Nonostante il suo lavoro sia molto impegnativo, non si scoraggia e continua a lavorare sodo per assicurarsi un futuro migliore per sé stessa e per i suoi figli.

Dopo alcuni anni, riesce a mettere da parte abbastanza soldi per comprare una casa in Cuba e per garantire ai suoi figli un’istruzione migliore di quella che aveva avuto lei stessa.

La vita di Maria non è stata facile, ma grazie alla sua determinazione e alla sua forza di volontà, è riuscita a superare le difficoltà e a garantirsi un futuro migliore.

La storia di questa badante ci insegna l’importanza della perseveranza, del lavoro duro e della dedizione.

Nonostante le difficoltà e le sfide che ha dovuto affrontare, Maria non si è mai arresa e ha continuato a lottare per garantirsi un futuro migliore per sé stessa e per la sua famiglia.

La sua storia ci ricorda che, con impegno e determinazione, è possibile superare ogni ostacolo e raggiungere i propri obiettivi, anche quando sembrano impossibili da realizzare.

 

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La Tutela Legale per Badanti e Famiglie a Roma

Visti i diritti e doveri di entrambe le parti, vediamo ora l’aspetto più delicato e cioè casi in cui anche qua a Roma possano esserci o meno dei contenziosi tra la famiglia e la badante.

Partiamo da fatto che ci sono badanti onestissime, leali, che non toccherebbero mai qualcosa di non loro senza permesso, ma questa non è, ahimè, la regola comune.

Purtroppo la casistica di sparizione di oggetti o denaro è molto ampia e ci sono delle regole da seguire per evitare di trovarsi nei pasticci.

Mai dare alla badante la carta di credito o il bancomat perché la gestisca.

È successo, non molto tempo fa, che in un paio di mesi un anziano si sia trovato ripulito il conto di praticamente tutti i suoi risparmi per aver lasciato la carta alla badante in un impeto di fiducia.

Se si vogliono contrastare episodi sgradevoli prima di tutto è necessario prevenirli, disinnescando il rischio potenziale.

Mettere sotto chiave tutti i preziosi o tutto ciò che non si vuole venga toccato o consultato, di qualunque natura sia.

Se non si è sicuri che sia sufficiente bisognerà preoccuparsi di trasferire altrove documentazioni bancarie, assicurazioni, libretti bancari o postali, preziosi di ogni genere.

Naturalmente è chiaro che la badante si troverà a gestire del denaro dell’assistito per ragioni quali spesa, bollette, commissioni, forse andrà a ritirare la pensione (sarebbe meglio andasse un parente, però).

In questo caso possiamo usare i contanti dando una cifra precisa che serve a quelle cose li (e di cui la badante fornirà scontrino o ricevuta), oppure usare una carta ricaricabile limitando al massimo furtarelli o “cresta” sulla spesa.

Ciò che è personale, infatti, non deve entrare nel budget spesa per l’anziano ma sarà di pertinenza della badante stessa che dovrà usufruire del suo stipendio.

La famiglia deve garantire il vitto sufficiente e sano per legge, ma se la badante pretende tartufi e ostriche.. è giusto che se li paghi!

Per quanto riguarda la controparte, invece, si consideri che la badante, appunto, deve avere orari umani, giorni di riposo, paga giusta, vitto e alloggio dignitosi e garantiti, con riferimento sempre al contratto nazionale dei collaboratori domestici, inoltre deve avere, come visto nel capitolo precedente, un trattamento rispettoso e corretto.

 

AES Domicilio assistenza anziani a domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province del Nord Italia e in Lazio. Per maggiori informazioni sulle badanti conviventi… chiamaci! Siamo una referenziata Agenzia con tariffe badanti estremamente competitive, attiva in tutta la Lombardia, in Lazio e in particolare nelle province di Milano e Roma, se cerchi Badanti  Milano, badante Monza, Badante Como, Badante Lecco e Badante a Roma.

 

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Roma, la Guerra in Ucraina per le Badanti

Sono circa 160mila le donne venute dall’Ucraina per lavorare nelle famiglie italiane e anche di Roma come badanti per assistere anziani e malati non autosufficienti.

Badanti, età media 50 anni, che vivono perlopiù nel domicilio dell’assistito o da sole.

Storie diverse ma simili di emigranti che lavorano per inviare i soldi a casa e dare un futuro ai figli (141 milioni di euro le rimesse nel primo semestre 2021).

Olena, 56 anni, fa le pulizie in appartamenti in un quartiere di Firenze e arriva da Cernivci, nella zona a Sud-Ovest dell’Ucraina vicino al confine con la Romania, è terrorizzata anche se lì la situazione sembra per il momento abbastanza tranquilla.

Il marito e i due figli ormai adulti vivono e lavorano nel loro Paese: avrebbero dovuto raggiungerla in Italia ma le frontiere sono chiuse e le automobili non possono passare. Aerei e treni non possono partire.

Olena: «La mia vita è spezzata in due e i miei cari in queste ore sono presi dall’angoscia, soprattutto di notte, per paura dei bombardamenti, anche se lì la guerra sembra ancora lontana».

Natalka, 52 anni, è collaboratrice domestica in una famiglia di Trieste ed è stravolta, piange e non riesce quasi a parlare.

Si trova in uno stato di ansia da quando le truppe russe attaccano il suo Paese: il marito, la figlia e la sorella invalida abitano alla periferia di Kiev e le hanno detto in una breve telefonata che sentono i colpi dell’artiglieria che si avvicinano alla città.

Sonia ci racconta: «Prima tornavo due volte l’anno a casa l’ultima è stata a dicembre per la seconda dose del vaccino anti-Covid e adesso non so quando potrò riabbracciarli» .

Sonia ha lasciato trent’anni fa la sua casa sulla riva del fiume Dnepr per andare a lavorare come badante in tutta Europa.

Sonia: «In Ucraina di lavoro non ce n’è ma io dovevo portare i soldi a casa per far studiare mia figlia che è stata cresciuta dalla nonna e per far curare mia sorella malata».

Sacrifici ripagati. «Ma adesso, con la guerra, ho paura che tutto quello che abbiamo realizzato possa crollare».

“La guerra è il più grande disastro e la più grande pazzia che l’uomo può fare-sostiene il parroco della comunità ucraina di Milano- noi facciamo parte di quella generazione che la guerra la vede solo dai filmati ma in Ucraina la guerra c’è dal 2014: nel Donbass non hanno mai smesso di sparare e tanti ragazzi hanno continuato a morire”.

 

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Roma, il Manuale della Badante: Edizioni Aesdomicilio

L’Associazione AES Domicilio ha messo in opera un manuale per le famiglie e le badanti di Roma: da consultare, da regalare per conoscere meglio questo mondo, sia chi lavora e sia chi da lavoro.

Nella società odierna sta assumendo un ruolo sempre più importante, quasi fondamentale, la figura della badante, soprattutto riferita all’anziano.

In un tempo non tanto distante da noi una figura simile era rara, quasi sconosciuta, e i propri familiari erano gestiti da figli o parenti quando non venivano trasferiti in Case di Riposo.

Questo, oggi, non è più possibile: la durata della vita si allunga ma, ahimè, non sempre felicemente come si vorrebbe.

Gli anziani sono più numerosi ma nessun membro della famiglia può permettersi di non lavorare e restare ad assistere il congiunto.

Ci si trova così a dover prendere la decisione di assumere una badante che abbia cura del proprio anziano al posto della famiglia.

Questo libro vuole essere una guida per le famiglie per destreggiarsi nel mondo dell’assistenza domiciliare e, allo stesso tempo, un aiuto alle badanti per proporsi nel modo migliore e a trovare la famiglia più adatta a ognuno.

Un manuale, insomma, per incontrarsi tra famiglia e lavoratrice.

Verranno così sfatate alcune credenze così da restituire alle lavoratrici un profilo chiaro e professionale in una giungla di nozioni confuse.

In primo luogo, per quanto questo volume sia basato sulla figura della badante, essendo la grande maggioranza di questa figura composta da donne, non significa che non esistano i badanti.

Ci sono, pur se in numero minore, sono bravi e affidabili quanto le colleghe donne e questo è un punto da tener sempre presente e che è bene segnalare per rendere giustizia ai lavoratori del settore.

In generale, però, come dicevamo, la badante è donna e, nella gran parte dei casi, straniera.

Arriva in Italia alla ricerca di un lavoro e si cala in questo ruolo sia perché è un settore in crescita, sia perché, con buona volontà e disponibilità, non richiede formazioni o competenze troppo specifiche.

Si tratta, per molte di queste persone, di un modo veloce di trovare una sistemazione e una paga dignitosa.

Purtroppo, appunto, non sempre la questione è così semplice e lineare: brutte esperienze si contano ogni giorno da entrambe le parti.

La badante sfruttata e sottopagata o l’anziano maltrattato o trascurato riempiono le nostre cronache e spargono timori nell’una e nell’altra parte.

Non è possibile garantire che questa guida sia in grado di cancellare per magia le brutte esperienze, come è logico, ma sarà l’impegno a mettere nelle mani di figli, nipoti o fratelli dell’anziano e a lavoratrici in cerca di un anziano da accudire un prontuario valido per ogni problema che  possa insorgere e da consultare in ogni occasione.

 

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