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Perdita di Forza, l’aiuto della Badante: quale Scegliere a Roma?

La badante si sta riscontrando essere una figura sempre più presente e fondamentale per la famiglia di Roma.

Assistono l’anziano con cura, sapendo che con il passare degli anni purtroppo si va a modificare la nostra vita.
Un po’ per stanchezza e un po’ perché con gli anni insorgono alcune patologie tipiche della terza e quarta età, risulta ogni giorno più complicato fare la spesa, le pulizie e prendersi cura della propria salute.

La famiglia deve sapere a che punto dover far intervenire una badante.

La perdita di autonomia di un proprio caro è un evento che si verifica in quasi tutte le famiglie: arriva il momento in cui un genitore anziano, un coniuge o un parente, non trova più la forza o la lucidità necessarie.
Per la badante è importante essere a conoscenza del fatto che l’anziano può avere difficoltà ad ammettere di non essere più autosufficiente e non è affatto semplice, soprattutto per chi ha avuto una vita molto attiva e indipendente.

Quindi all’inizio la persona anziana potrebbe avere delle difficoltà ad accettare la badante e rifiutare  il suo aiuto esterno.

Allo stesso tempo anche i suoi cari potrebbero sperimentare preoccupazione e senso di colpa per non avere abbastanza tempo ed energie da dedicarle.

Ci sono diversi tipi di badanti:

  • La badante convivente, che si trasferisce a casa della persona anziana e si occupa di tutto, dalle faccende domestiche alla somministrazione dei farmaci, facendole anche compagnia
  • la badante diurna, che assiste la persona anziana e le sta accanto solo durante il giorno, quando la famiglia è al lavoro
  • la badante notturna, che invece presta assistenza solo di notte.

Il lavoro delle badanti è regolato dal CNL del lavoro domestico e sebbene le statistiche ci dicano che circa la metà delle badanti lavora senza contratto, è bene ricordare che è un’attività regolamentata, a tutela della persona anziana, della famiglia e dell’assistente.

 

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Roma, l’aiuto della Badante durante la Notte

Anche a Roma la badante che svolge solo il servizio notturno, lavora solo nella relativa fascia oraria della notte, con regole da CNNL.

Chi fa la badante convivente ha infatti diritto a un riposo pari a 11 ore

Quando si rende indispensabile, secondo la nostra esperienza, chiamare una badante per la notte?

La badante notturna non sempre è necessaria, infatti principalmente vi è la badante convivente che è presente qualora dovesse esserci un’emergenza.

Quindi i casi dove è richiesta la notte sono tutti i casi di convalescenza, quando l’anziano ha una malattia in corso o ha subito un’operazione e nessuno dei familiari può restare con lui durante la notte.

Ma può darsi che la persona non sia autosufficiente e debba esserle garantita una badante in presenza o un’assistenza fissa, anche per sorvegliarne il riposo, per l’accompagnamento in bagno o per l’intervento tempestivo in caso di cadute.

Tra presenza e assistenza della badante per servizio notturno c’è una differenza sottolineata anche dai contratti CCNL:

una badante che si limita a fare compagnia all’assistito e resta a sua disposizione per ogni eventuale necessità effettua un servizio di sola presenza, chi invece si dedica a cure specifiche sta prestando un’assistenza effettiva.

Gli anziani che hanno bisogno della badante durante la notte è perché soffrono di gravi disturbi del sonno, perché fanno fatica ad addormentarsi o si svegliano frequentemente e restano vigili a lungo, con episodi di ansia e iperattività.

E’ dunque necessario che la badante per servizio notturno si attivi per migliorare la vita dell’assistito anche sotto questi aspetti.
Spesso insonne e durante la notte tende a girovagare per casa (o, addirittura, ad uscire di casa!) mettendo in pericolo sé stesso e svegliando i familiari conviventi che hanno un bisogno assoluto di dormire.

Se l’anziano può infatti recuperare il giorno successivo la stanchezza accumulata nelle ore notturne, la stessa possibilità non è concessa a chi lavora o studia.

 

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Roma: Licenziare la Badante in Malattia

Anche a Roma, per la badante in malattia (certificata dal medico) vige il divieto di licenziamento da parte del datore.

L’art. 27 del Ccnl colf e badanti stabilisce però un limite a tale divieto indicando che il collaboratore ha diritto alla conservazione del suo posto di lavoro per i seguenti periodi:

a) per anzianità fino a 6 mesi, superato il periodo di prova, 10 giorni di calendario;
b) per anzianità da più di 6 mesi a 2 anni, 45 giorni di calendario;
c) per anzianità oltre i 2 anni, 180 giorni di calendario.

Il co. 6 dell’articolo poi aggiunge che i periodi suddetti vanno aumentati del 50% in caso di malattia oncologica, documentata dalla ASL competente.

Al superamento del periodo di conservazione del posto il datore può scegliere se licenziare la collaboratrice oppure continuare a mantenerle il posto di lavoro magari assumendo nel frattempo una collaboratrice sostitutiva .

Ricordiamo inoltre che, anche se i giorni retribuiti di malattia possono già essere terminati da tempo, i ratei di tfr, ferie e 13esima maturano al 100% all’interno del periodo di conservazione del posto.

Il periodo per la conservazione del posto di lavoro quindi non riparte da capo per ogni inizio di malattia ma va conteggiata nel suo complesso, come somma di più malattie. Il datore perciò dovrebbe contare il numero di giorni di malattia di cui ha usufruito la collaboratrice nei 365 giorni di calendario precedenti alla malattia in corso (non quindi dal 1° gennaio al 31 dicembre).

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Di seguito si propone un fac-simile di lettera di licenziamento che si può utilizzare; é importante indicare il motivo del licenziamento e cioé il superamento del periodo di comporto in quanto é l’unico caso in cui si può validamente licenziare una collaboratrice che si trova ancora in malattia:

Oggetto: SUPERAMENTO COMPORTO DI MALATTIA

Con la presente siamo spiacenti di comunicarle la ns. decisione di interrompere il suo rapporto di lavoro domestico a causa del superamento del periodo di conservazione del posto per malattia, ai sensi e nei modi previsti dalle leggi in vigore e dall’art. 27 co. 4 del contratto collettivo, considerato che negli ultimi 365 giorni ha fatto registrare ________ giorni di malattia.

Per quanto sopra il rapporto si concluderà in data odierna e in luogo del regolare preavviso previsto dal contratto collettivo le verrà corrisposta un’indennità sostitutiva che verrà inserita nell’ultima busta paga.

Le precisiamo che le sue ultime spettanze saranno corrisposte nel normale giorno di pagamento.

Ringraziandola per la collaborazione prestata, Le chiediamo una firma in calce alla presente quale segno di accusa di ricevimento.

Cordiali saluti.

FIRMA DATORE

____________________

                                                                                           
Per ricevuta, il collaboratore

 

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La badante convivente e la notte: come funziona a Roma

Il contratto per badante e badante convivente, nel caso specifico della badante convivente che quindi trascorre teoricamente con l’anziano anche le ore notturne, prevede in realtà un orario lavorativo settimanale di 54 ore, con un massimo di 10 ore giornaliere.

Quando  la persona assistita ha bisogno di una breve assistenza durante la notte la badante convivente la assisterà; la badante che lavora con un anziano o un disabile è chiamata anche a garantire la presenza notturna, perché il bisognoso di assistenza non può essere lasciato da solo nemmeno la notte.

Le famiglie che hanno a che fare con un parente in queste condizioni spesso hanno la necessità di una persona che resti in casa anche durante la notte. In tal caso è necessario assumere un collaboratore con gli appositi contratti notturni di presenza o assistenza, disciplinati dal Ccnl. In effetti il Ccnl di categoria ha un articolo in cui cita una particolare prestazione, la cosiddetta “prestazione di attesa notturna” che si riferisce proprio al “personale assunto esclusivamente per garantire la presenza notturna”. Una lavoratrice non può essere in servizio 24 ore su 24, perché lo stesso Ccnl prevede che al dipendente vengano concesse le 11 ore di riposo consecutive.

Il  problema di un anziano che necessita di presenza continuativa di una badante come può essere gestito, Aes Domicilio seleziona il personale in base alle richieste della famiglia. Occorre fare una distinzione tra presenza e assistenza.

Il Ccnl prevede una particolare fattispecie di contratto di lavoro notturno domestico, e Aes Domicilio prevede le soluzioni di badante notturna.

Una tipologia è l’assistenza notturna, quindi relativa a mansioni che diventano necessarie nel caso in cui l’assistito abbia bisogno di cure continue e quindi la badante debba rimanere sveglia tutta la notte. In questo caso la famiglia dell’anziano dovrebbe essere costretta ad assumere una seconda badante, dal momento che la badante convivente non può lavorare anche la notte.

Sempre notturna ma solo presenza è un’altra tipologia di necessità che alcuni anziani o alcune famiglie spesso hanno. Una situazione che si verifica quando l’anziano non ha bisogno di assistenza continua e la badante che dorme in stanza separata, presta assistenza raramente durante la notte.

Aes Domicilio durante la selezione comunica alle famiglie che solitamente l’impegno notturno non è uguale a quello diurno, e che le attività sono molto diverse. Per  esempio, durante la notte la badante non è tenuta a uscire di casa, non deve preparare pasti se non richiesto, non deve svolgere alcuna faccenda domestica né tantomeno di pulizia. .

Fra le mansioni che può fare la badante durante la notte che assiste un anziano possono esservi l’aiuto ad alzarsi la notte in caso di dolori dovuti all’età, a periodi post-operatori o all’insonnia, la somministrazione di medicinali durante precise ore della notte, un’attenzione particolare per determinati soggetti. In generale, può accadere che la semplice presenza e compagnia notturna sia l’unica cosa richiesta da fare in queste situazioni.

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