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Roma, come funziona la malattia per la badante livello CS

Affrontiamo un argomento molto importante che riguarda tutte le tipologie di badante a Roma, ma sappiamo bene che la maggior parte delle collaboratrici lavora come convivente.

La badante convivente livello Cs, da contratto nazionale ha diritto come tutti i lavoratori alla malattie e/o infortunio.

Ecco specificate direttamente dal contratto nazionale delle badanti la parte relativa al caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale; spetta al lavoratore, convivente o non convivente, la conservazione del posto per i seguenti periodi:

  1. per anzianità fino a sei mesi, superato il periodo di prova, 10 giorni di calendario;
  2. per anzianità da più di sei mesi a due anni, 45 giorni di calendario;
  3. per anzianità oltre i due anni, 180 giorni di calendario.

I periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro si calcolano nell’anno solare.

Al lavoratore, nel caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, spettano le prestazioni previste del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni e integrazioni.
Le prestazioni vengono erogate dall’INAIL, al quale il datore di lavoro deve denunciare tutti gli infortuni o malattie professionali nei seguenti termini:

  • entro le 24 ore e telegraficamente per quelli mortali o presunti tali;
  • entro due giorni dalla ricezione del relativo certificato di infortunio o di malattia professionale, per gli eventi prognosticati non guaribili entro tre giorni;
  • entro due giorni dalla ricezione del relativo certificato di prosecuzione, per gli eventi inizialmente prognosticati guaribili entro tre giorni ma non guariti entro tale termine.

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L’infortunio e la malattia professionale

L’ infortunio e la malattia professionale in periodo di prova o di preavviso sospendono la decorrenza degli stessi.
Per quanto riguarda invece la malattia standard, il lavoratore dovrà avvertire tempestivamente il datore di lavoro salvo cause di forza maggiore o obbiettivi impedimenti, entro l’orario contrattualmente previsto per l’inizio della prestazione lavorativa. dovrà successivamente far pervenire al datore di lavoro il relativo certificato medico, rilasciato entro il giorno successivo all’inizio della malattia. Il certificato, indicante la prognosi di inabilità al lavoro, deve essere consegnato o inviato mediante raccomandata al datore di lavoro entro due giorni dal relativo rilascio.
Per i lavoratori conviventi non è necessario l’invio del certificato medico.

In caso di malattia, al lavoratore, convivente o non convivente, spetta la conservazione del posto per i seguenti periodi:

  1. per anzianità fino a 6 mesi, superato il periodo di prova, 10 giorni di calendario;
  2. per anzianità da più di 6 mesi a 2 anni, 45 giorni di calendario;
  3. per anzianità oltre i 2 anni, 180 giorni di calendario

I periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro si calcolano nell’anno solare, intendendosi per tale il periodo di 365 giorni decorrenti dall’evento. I periodi di cui al comma 4 saranno aumentati del 50% in caso di malattia oncologica, documentata dalla competente ASL. La malattia in periodo di prova o di preavviso sospende la decorrenza degli stessi.

 

Roma, nascita del contratto nazionale dei collaboratori domestici

Le badanti a Roma svolgono un ruolo cruciale nelle famiglie, in particolare quando ci sono membri della famiglia che necessitano di assistenza a causa di malattia, disabilità o età avanzata.

Le badanti aiutano le persone a svolgere le attività quotidiane come mangiare, vestirsi, fare il bagno e usare il bagno. Questo supporto è fondamentale per le persone anziane le quali possono non essere in grado di svolgere queste attività da sole.

Alcune badanti sono competenti anche per svolgere compiti come come somministrare i farmaci, monitorare i sintomi e aiutare con gli esercizi di fisioterapia, possono agire come collegamento tra il paziente e il medico, comunicando eventuali cambiamenti nel benessere del paziente.

Avere una badante in famiglia può fornire un senso di sicurezza e comfort sia per la persona che necessita di assistenza sia per gli altri membri della famiglia. Sapere che c’è qualcuno che può rispondere immediatamente alle necessità della persona amata può ridurre lo stress e l’ansia.
Molte volte, i membri della famiglia assumono il ruolo di caregiver; ma questo può essere emotivamente e fisicamente stressante.
Le badanti non forniscono solo assistenza fisica, ma offrono anche compagnia. Questo può essere particolarmente importante per le persone anziane che possono sentirsi sole o isolate.
Infatti molti persone preferiscono vivere nella propria casa il più a lungo possibile ed è per questo che la badante può fornire il livello di assistenza necessario per permettere a queste persone di mantenere la loro indipendenza.

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante convivente h24”, o “badante notturna”.

Come è stato riconosciuto il contratto delle badanti?

Vediamo come è stato riconosciuto il contratto delle badanti.

Un primo riconoscimento del lavoro domestico avviene nel 1942 con il nuovo Codice Civile italiano, che dedica sette articoli al rapporto di lavoro domestico (artt. 2240-2246), introducendo le ferie retribuite e, seppur in casi circoscritti, l’indennità di fine rapporto. Tra il 1950 e il 1953 vengono introdotti l’assegno di maternità, l’assicurazione malattia e la tredicesima mensilità.
Nel 1958 arriva la prima legge organica sul lavoro domestico, Legge n. 339 del 2.4.1958: vengono regolamentati il collocamento e l’avviamento al lavoro, l’assunzione, il periodo di prova, i diritti e i doveri del lavoratore e del datore di lavoro, il riposo settimanale, l’orario di lavoro e il riposo, i giorni festivi, le ferie, il congedo matrimoniale, il preavviso, l’indennità di anzianità, l’indennità in caso di morte e la tredicesima. Il preludio al Contratto Collettivo di categoria, firmato il 22 maggio 1974 presso il Ministero del Lavoro.

Nel CCNL vengono recepite le norme legislative della legge del 1958 con la specifica che si applica a tutti coloro che svolgono con continuità tale lavoro, a prescindere dalla prestazione minima di 4 ore giornaliere previste dalla legge.
Viene inoltre definita una classificazione suddivisa in tre categorie, con diversi livelli di competenza professionale e, di conseguenza, di autonomia e responsabilità.
L’orario massimo settimanale, viene fissato in 11 ore giornaliere e 66 ore settimanali, superando la precedente norma che fissava solamente il diritto ad un periodo di riposo adeguato.
Dal 1974 il CCNL è stato rinnovato periodicamente, apportando di volta in volta alcune novità richieste dalle parti sociali e dai mutamenti in corso nel mercato del lavoro domestico.

Roma: la Legalità nell’assunzione della Badante, Evitate il Nero!

Avere badanti a Roma in nero, ossia non registrate ufficialmente e pagate senza adeguato rispetto delle leggi sul lavoro, è un problema significativo per varie ragioni.

Sia il datore di lavoro che la badante potrebbero affrontare sanzioni legali se scoperti.

Soprattutto il datore potrebbe essere multato o, in alcuni casi, potrebbe persino affrontare accuse penali.

Le badanti in nero non godono dei diritti e delle protezioni legali che sono garantite ai lavoratori registrati, che tra le altre cose possono includere l’accesso a cure mediche, ferie pagate, ore di lavoro regolamentate e un salario minimo, il rischio può anche essere quello di sfruttamento e condizioni di lavoro ingiuste.

Poi in caso di infortunio sul lavoro, la badante non avrebbe diritto a un’assicurazione che copra le spese mediche o la perdita di reddito.

La badante in nero non avrebbe diritto a contributi previdenziali, cosa che può essere problematica in futuro quando, per esempio, sarà in età da pensione.

Si sa che l’impiego di badanti in nero contribuisce all’economia sommersa e all’evasione fiscale, il che è dannoso per la società nel suo complesso poiché riduce le risorse disponibili per i servizi pubblici.

Per tutte queste ragioni, è importante che tutti i lavoratori, comprese le badanti, siano adeguatamente registrati e retribuiti in conformità con le leggi sul lavoro.

Bisogna sapere che assumere una badante richiede una serie di passaggi che comprendono la definizione delle esigenze del lavoratore, l’assunzione legale e il rispetto dei diritti del lavoratore.

Prima di tutto, è importante capire bene quali sono le esigenze della persona che ha bisogno di assistenza.

Questo include il tipo di assistenza (assistenza personale, pulizia, cucina, ecc.), l’orario di lavoro (part-time, full-time, live-in, ecc.), e le competenze particolari che potrebbero essere necessarie (come l’esperienza nel gestire particolari condizioni mediche).

È necessario verificare che la badante abbia tutti i documenti necessari per lavorare legalmente, come carta identità, codice fiscale, e permesso di soggiorno qualora sia extracomunitaria.

 

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La Badante di Roma e la Possibilità di Avere Finanziamenti o Prestiti

Anche le badanti di Roma hanno come tutti ad un certo momento, bisogno di richiedere un prestito, ma è possibile farlo con il loro lavoro?

Innanzitutto capiamo quali tipi di prestito esistono.

Non tutti i tipi di prestito per il credito al consumo sono uguali.

All’interno di questa categoria analizziamo tutte le tipologie di prestito bancario tra cui troviamo:

  • prestiti personali
  • prestiti finalizzati per l’acquisto di determinati beni o servizi
  • prestiti non finalizzati
  • carte di credito revolving
  • cessione del quinto dello stipendio o della pensione

Solitamente il più richiesto è il prestito personale, che è una tipologia di finanziamento non finalizzata (quindi senza uno scopo predeterminato) erogato ai privati da una banca o da una società finanziaria, utilizzabile per spese come l’acquisto dell’auto, degli elettrodomestici, di corsi o master o in caso di necessità di liquidità.

La somma ricevuta in prestito viene rimborsata con rate mensili in un lasso di tempo prestabilito.

Per una badante il  prestito può avvenire con numerosissime soluzioni online di grande valore oggi:

l’unica cosa che si deve sapere è che la posizione a livello contrattuale influirà e non poco sulla richiesta del prestito,  l’erogazione della somma e sui tassi di interesse della rata da restituire.

Per una badante con un regolare contratto di lavoro, ottenere un finanziamento con la cessione del quinto oppure richiedere un prestito personale badanti senza garanzie è piuttosto facile.

Per quanto riguarda la cessione del quinto significherebbe ottenere un finanziamento le cui rate di rimborso non potranno superare un quinto del tuo stipendio.

Ovviamente non è solo la cessione del quinto l’unico prestito disponibile per le badanti in possesso di un contratto regolare.

Oltre al tipico prestito un’interessante soluzione può essere quello di una carta revolving, è una tipologia di carta prepagata che può essere richiesta presso la maggior parte degli istituti di credito.

Una volta ottenuta, ecco che è possibile ricaricarla con un importo generalmente non superiore ai 3.000 euro.

Questo credito può essere usato liberamente dal proprietario della carta e soprattutto al momento della restituzione ecco che quest’ultimo dovrà pagare gli interessi solo per quella parte che effettivamente ha utilizzato.

Il prestito può essere richiesto anche direttamente al datore di lavoro, il quale chiaramente può decidere di non darlo.

Qualora invece accetti, quindi il datore dovesse concedere un prestito alla badante consigliamo innanzitutto di fare un accordo scritto nel quale sarà importante indicare l’importo totale del prestito oltre al numero e l’importo delle rate mensili utili all’estinzione del prestito.

Successivamente viene inserito in busta paga il totale del prestito e ogni mese inserire in busta paga l’importo mensile concordato da trattenere.

 

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Il Lavoro di Badante a Roma e il Momento della Pensione

L’assistenza domiciliare, il lavoro di badante a Roma è un mestiere che richiede un impegno notevole sia fisicamente che emotivamente.

Le badanti si occupano di assistere le persone anziane, malate o disabili nelle loro attività quotidiane, come mangiare, fare il bagno, vestirsi e prendere i medicinali.

Inoltre, possono essere responsabili di lavori di casa come cucinare, pulire e fare la spesa.

Questo lavoro può essere usurante e può richiedere molte ore, spesso con pochi o nessun giorno di riposo.

In diversi Paesi del mondo, il lavoro di badante è riconosciuto come lavoro usurante , il che può dare diritto a determinate forme di pensionamento anticipato.

Tuttavia, i criteri specifici per la pensione anticipata possono variare da paese a paese e possono dipendere da vari fattori, come l’età, il numero di anni di contribuzione, la natura dettagliata del lavoro e le condizioni di salute del lavoratore.

In Italia, ad esempio, esistono regolamenti che permettono il pensionamento anticipato per lavori usuranti, ma non è chiaro se la badante ne faccia parte.

La pensione è un momento importante nella vita di una persona, è un periodo di cambiamento che può comportare sia sfide che opportunità.

La badante può decidere di ritornare al suo paese di origine oppure rimanere in Italia dove nel frattempo ha costruito la sua vita.

Abbiamo riportato la storia di una badante a cui daremo un nome fittizio, che ha raggiunto l’età pensionabile.

Maria, 60 anni, ha lavorato come badante per 35 anni.

Ha iniziato il suo lavoro in giovane età, assistendo persone anziane e con disabilità nel loro quotidiano.

Il suo lavoro includeva tutto, dall’assistenza personale come aiutare a vestirsi e a mangiare, fino a compiti domestici come pulire, cucinare e fare la spesa.

Ha lavorato lunghe ore, spesso senza pause e il lavoro fisico ed emotivo era intenso.

Col passare degli anni, Maria ha iniziato a sentire il peso del suo lavoro; quindi decide di cercare un consulente del lavoro per capire le sue opzioni per il pensionamento.

Il consulente esamina la sua situazione e conferma che vista la sua età, i suoi anni di contributi e la natura del suo lavoro, Maria ha diritto al pensionamento anticipato.

Dopo aver preso questa decisione, Maria inizia a pianificare la sua pensione.

Decide di trascorrere più tempo con la sua famiglia e di coltivare i suoi hobby, come la giardinaggio e la lettura.

Inoltre, decide di dedicare parte del suo tempo a fare volontariato in una cucina comunitaria, così da mantenere un senso di scopo e connessione con la comunità.

 

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Il Manuale della Badante a Roma

Se la scelta di assumere in nero una badante a Roma è sicuramente pessima per la famiglia, non è molto meglio neppure per la badante stessa.

Il nero fa sì che la lavoratrice non sia tutelata in alcun modo: non avrà contributi, non potrà usare il lavoro, per esempio, per aggiornare il permesso di soggiorno o chiedere, quando ne abbia i requisiti, la cittadinanza italiana qualora lo desideri.

Le badanti che lavorano con agenzia non vengono sfruttate, ma la badante in nero o comunque non tutelata, viene trattata spesso in modo disonorevole e, in caso di maltrattamenti, non ha le spalle coperte, non c’è un’agenzia o un sindacato che la possa aiutare.

E pur vero, come si è appena visto, che la lavoratrice può denunciare il datore di lavoro anche in assenza di filmati di prova, ma spesso la badante ha troppa paura delle conseguenze, si sente in torto in quanto assunta in modo irregolare, dunque subisce finché, non facendocela più, lascia l’assistito senza preavviso.

È importante capire di non farsi sfruttare, non bisogna cadere nella tentazione di lavorare in nero, senza un contratto pur di avere dei soldi subito, perché la famiglia può lasciare a casa la lavoratrice da un momento all’altro e questa non avrà alcuna protezione o garanzia.

Se si lavora in nero per anni, come spesso succede, un domani non si avranno i contributi necessari per una pensione e si saranno buttati via anni di lavoro e di vita.

Di conseguenza trattiamo un punto fondamentale che riguarda la possibilità di andare in disoccupazione terminato un lavoro: cosa possibile solo a chi è stato assunto in regola.

 

La NASPI colf badanti è la nuova assicurazione sociale per la disoccupazione dei lavoratori domestici. Spetta a chi sia assunto con contratto per badante e/o badante convivente regolare, che si trovi a perdere il lavoro in modo involontario, comunemente per decesso dell’assistito o per trasferimento in RSA.

Sottolineiamo che, ovviamente, questo è concesso soltanto a lavoratrici regolari, non spetta invece alcuna disoccupazione a lavoratrici in nero, come è prevedibile.

L’indennità di disoccupazione colf e badanti è stata introdotta dalla riforma del lavoro, Jobs Act del governo Renzi e sostituisce ASPI e MINI ASPI della riforma Fornero.

La NASPI colf badanti offre un sostegno al reddito per i lavoratori domestici che, come detto, perdano involontariamente il loro posto di lavoro regolare.

Vediamo, a grandi linee, come si effettua il calcolo ore di lavoro per colf e badanti premesso che:

  • 30 giorni di lavoro sono pari a 5 settimane da 6 giorni.
  • Ogni settimana per essere considerata utile ai fini contributivi deve avere almeno 24 ore lavorative.

Le ore di lavoro per colf e badanti vanno calcolate così:

Somma delle ore dei MAV pagati degli ultimi 4 trimestri:24 ore = settimane contributive degli ultimi 12 mesi. Il requisito è soddisfatto quando le settimane risultino essere almeno 5.

Per esempio, se nei MAV risulta un totale di 624 ore degli ultimi 12 mesi, poiché 624:24=26 settimane contributive, significa che possiamo richiedere la Naspi.

Come si calcola l’importo NASPI colf badanti?

L’importo mensile NASPI che spetta a colf e badanti è determinato dalla retribuzione degli ultimi 4 anni, con un tetto massimo mensile.

La durata dell’indennità di disoccupazione colf badanti dipende dal numero di mesi di contributi versati.

Infatti, la NASPI è corrisposta per la metà delle settimane totali di contribuzione negli ultimi 4 anni,fino a un massimo di 24 mesi.

A partire dal 91° giorno di disoccupazione in poi, il sussidio diminuisce del 3% per cento ogni mese

 

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L’Importanza di Assumere una Badante in Regola a Roma

La badante a Roma entra nelle case dei nostri parenti, come figura professionale che assiste il nostro caro.

Ricordiamo nuovamente come l’unica cosa fondamentale è fare un’assunzione seguendo il Contratto Nazionale dei Collaboratori Domestici.

Vediamo quali sono le motivazioni per ricordarci di tenere la nostra badante assunta in regola.

Assumere una badante in modo regolare è un passo importante e necessario per garantire la sicurezza, la salute e il benessere di una persona anziana o disabile.

La decisione di ingaggiare un assistente familiare anche detta una badante è spesso una risposta a un bisogno crescente di assistenza nelle attività quotidiane.

Questa scelta, tuttavia, non è solo una questione di comodità o di sostegno fisico, ma riguarda anche aspetti legali, finanziari e psicologici.

La badante è una figura professionale che ha ricevuto una formazione specifica per assistere persone con diverse esigenze, siano esse fisiche o mentali. Può aiutare con le attività quotidiane come la pulizia, la preparazione dei pasti, l’assistenza personale e l’assistenza medica di base.

Allo stesso tempo, è di supporto per prevenire incidenti domestici, come cadute o problemi di salute improvvisi e garantire che l’assistito riceva cure tempestive e adeguate.

Dal punto di vista legale assumere una badante in modo regolare assicura che sia l’assistito sia la badante siano protetti da eventuali dispute o problemi.

La badante avrà diritto a un contratto di lavoro, con tutti i diritti e i doveri che ne derivano, come le ferie pagate, la copertura previdenziale, la malattia e la maternità.

L’assistito, d’altra parte, avrà la sicurezza di avere un professionista qualificato e legittimo a disposizione.

Dal punto di vista finanziario è vero che assumere una badante in modo regolare può sembrare un investimento costoso.

Ma considerando i costi sanitari e sociali associati alla cura di una persona disabile o anziana, può diventare un’opzione più sostenibile a lungo termine.

Risparmi sui costi sanitari, potenziali incentivi fiscali e aiuti statali e la tranquillità di sapere che il proprio caro è curato in modo adeguato e sicuro possono essere di grande valore.

Infine, ma non meno importante, la presenza regolare di una badante può avere un impatto positivo sulla qualità della vita dell’assistito.

Essere in grado di rimanere nel proprio ambiente familiare, mantenere un certo livello di indipendenza e avere un’interazione sociale regolare può contribuire a migliorare il benessere psicologico e emotivo dell’assistito.

Allo stesso tempo, può offrire un sostegno indispensabile ai familiari, riducendo lo stress e l’ansia legati alla cura.

In sintesi, l’assunzione di una badante in modo regolare è un passo cruciale che richiede considerazione e pianificazione.

Le implicazioni vanno ben oltre il semplice atto di assumere un aiutante; toccano aspetti di sicurezza, legalità, finanza e soprattutto di umanità.

Nonostante le sfide, i benefici possono essere immensi, portando tranquillità, supporto e miglioramento della qualità della vita sia per l’assistito che per la sua famiglia.

 

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Roma, Regole per l’Assunzione di una Badante

Assumere una badante convivente comporta una serie di passaggi e obblighi legali da rispettare per assicurarsi che l’assunzione sia in regola e conforme alle leggi vigenti nel paese in cui si vive.

In questo esempio, assumiamo che l’assunzione avvenga in Italia.

Prima di tutto è importante identificare le esigenze specifiche per cui si sta cercando una badante a Roma convivente, quindi contattare AES Domicilio per avere alle spalle una società che aiuti nella selezione in base proprio alle necessità.

Aes Domicilio, individuata la badante, naturalmente verifica che questa possieda i requisiti richiesti dalla legge per svolgere il lavoro di assistenza domiciliare, oltre che verificare eventuali referenze e esperienze pregresse nel settore.

Per assumere una badante convivente in regola è necessario stipulare un contratto di lavoro scritto che dovrà essere firmato sia dal datore di lavoro (familiare assistito o suo delegato) sia dalla badante.

Il contratto dovrà indicare, tra le altre cose, le mansioni da svolgere, la durata della prestazione lavorativa, la retribuzione, le ferie e i riposi settimanali.

Viene quindi iscritta la badante all’ INPS e all’Inail entro 5 giorni dalla data di inizio del rapporto di lavoro.

Sempre entro 5 giorni dall’inizio del rapporto di lavoro.

Il datore di lavoro, attraverso la gestione effettuata da Aes Domicilio, è tenuto a versare i contributi previdenziali e assistenziali dovuti per la badante convivente.

Nel caso di una badante convivente è necessario stipulare un contratto di alloggio che regoli le condizioni di convivenza, come ad esempio la sistemazione abitativa, l’uso dei servizi e le regole di convivenza.

La badante convivente ha diritto a ferie annuali retribuite e a riposi settimanali.

Le ferie spettanti sono generalmente di 26 giorni all’anno, mentre il riposo settimanale deve essere di almeno 24 ore consecutive, di norma coincidente con la domenica.

È importante garantire che questi diritti siano rispettati e concordare in anticipo le tempistiche e le modalità di fruizione delle ferie e dei riposi.

Nel caso in cui la badante si ammali o subisca un infortunio sul lavoro, il datore di lavoro deve essere informato tempestivamente e fornire le necessarie coperture e sostegni previsti dalla legge.

In caso di malattia, il lavoratore ha diritto a una copertura economica da parte dell’INPS, mentre in caso di infortunio sul lavoro, la copertura è garantita dall’INAIL.

Quando il rapporto di lavoro con la badante convivente giunge al termine, per qualsiasi motivo (ad esempio dimissioni, risoluzione consensuale o licenziamento) è necessario provvedere a comunicare la cessazione del rapporto all’INPS e all’INAIL, nonché a liquidare eventuali ratei di stipendio, TFR e ferie non godute.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

Roma, Bonus per Badanti in Arrivo?

All’ inizio del mese di Giugno si è sentito parlare nella legge di conversione del decreto del lavoro di un bonus badanti.

Innanzitutto specifichiamo meglio quale ruolo importante svolgono le badanti a Roma all’interno delle nostre famiglie.

La badante è una figura che assiste le persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti per svolgere le attività di tutti i giorni a casa o fuori casa.

Nel caso in cui l’assistito abbia bisogno di supporto costante ci sarà bisogno di una badante convivente.

Ecco nel dettaglio di cosa si occupa una badante:

  • fare la spesa, preparare i pasti e servirli agli orari concordati
  • sbrigare le faccende domestiche per mantenere la casa pulita e ordinata 
  • occuparsi della movimentazione e deambulazione nel caso in cui la persona assistita sia costretta a letto o in sedia a rotelle o abbia difficoltà motorie
  • accompagnare la persona nelle uscite e commissioni quotidiane
  • curare la salute e l’igiene personale
  • verificare che la persona segua le terapie prescritte dal medico
  • occuparsi della sfera relazionale e tenere compagnia alla persona assistita

Sappiamo che da inizio 2023 c’è  stato un aumento del costo della badante che rischia di impennare i casi di badante irregolari.

Tenendo conto che purtroppo nel mondo dell’assistenza domiciliare vi è ancora molto lavoro nero.

Lo stato sta valutando alcuni sgravi fiscali per le famiglie, strutturandolo come bonus sul lavoro domestico. Si sente parlare di un valore di 3.000 euro.

Già il mese scorso si era parlato di questo bonus badanti, nella fase di conversione in legge del decreto lo sgravio potrebbe essere riproposto e varato.

Ricordiamo che ad oggi con i contributi già le famiglie hanno uno sgravio di circa 1.500 euro, a carico del datore di lavoro , quindi è naturale che deve esserci un’ assunzione regolare.

Quindi inizialmente lo sgravio doveva essere solo per il periodo d’imposta 2023.

Le condizioni di questo eventuale bonus per badanti sarebbe assegnato alle famiglie che:

assumono con contratti di lavoro domestico negli anni 2023, 2024 e 2025 a tempo indeterminato o con conversione da tempo determinato a indeterminato e che potranno contare per 36 mesi su un esonero contributivo integrale fino a un massimo di 3.000 euro ogni anno.

Con persona non autosufficiente e con più di 65 anni.

Il testo dell’emendamento approvato prevede che:

“Al fine di supportare le famiglie nell’assistenza agli anziani, per gli anni 2023, 2024, 2025 è previsto un esonero contributivo del 100 per cento, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di sessantacinque anni. Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di ventiquattro mesi. Il beneficio non spetta, altresì, in caso di assunzione di parenti o affini, salvo che il rapporto abbia ad oggetto lo svolgimento delle mansioni di cui all’articolo 1, comma 3, secondo periodo, del d.P.R. 31 dicembre 1971, n. 1403.”

 

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La Relazione tra la Famiglia e la Badante a Roma

La relazione tra una famiglia e la propria badante di Roma può essere complessa e delicata.

Molti fattori influenzano l’efficacia e la qualità del rapporto, tra cui la comunicazione, le aspettative reciproche e la gestione delle responsabilità.

Tuttavia, sebbene ci siano molte famiglie che riescono a instaurare un rapporto positivo e produttivo con la propria badante, ci sono anche situazioni in cui la famiglia sbaglia e il rapporto diventa problematico.

In questo contesto ci sono vari errori che una famiglia può commettere nei confronti della propria badante.

Ecco alcuni esempi:

  • Inadeguata comunicazione: la comunicazione è essenziale per mantenere un buon rapporto tra la famiglia e la badante. Se la famiglia non comunica chiaramente le proprie aspettative e le proprie esigenze, la badante potrebbe non essere in grado di soddisfarle. Inoltre, se la famiglia non fornisce un feedback costruttivo alla badante, questa potrebbe non essere in grado di migliorare le proprie prestazioni.
  • Aspettative irrealistiche: la famiglia potrebbe avere aspettative irrealistiche riguardo alle capacità e alle prestazioni della badante. Ad esempio, potrebbe aspettarsi che la badante sia in grado di gestire compiti che non rientrano nelle sue competenze o di lavorare per lunghi periodi di tempo senza pause.
  • Scarso rispetto: la famiglia potrebbe mancare di rispetto nei confronti della badante, ad esempio non riconoscendo il suo lavoro o non rispettando i suoi diritti come lavoratrice. Questo può portare a una perdita di motivazione e ad una riduzione della qualità del lavoro della badante.
  • Mancata comprensione delle esigenze della badante: la famiglia potrebbe non capire le esigenze della badante, ad esempio non fornendo un adeguato tempo libero o non permettendole di avere una vita sociale. In sintesi, quando la famiglia sbaglia con la badante, il rapporto può diventare problematico e compromettere la qualità del lavoro della badante.

E’ importante che la famiglia mantenga una comunicazione aperta e trasparente con la badante.

In generale, una buona relazione tra la famiglia e la badante richiede impegno e attenzione da entrambe le parti.

La famiglia dovrebbe essere aperta a fornire feedback e ascoltare le esigenze della badante, mentre la badante dovrebbe essere disponibile a lavorare in modo collaborativo e rispettare le esigenze della famiglia.

In questo modo, si può instaurare un rapporto di fiducia e rispetto reciproco che porta a una maggiore soddisfazione e produttività per entrambe le parti.

 

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