Gli incidenti domestici costituiscono purtroppo un fenomeno in costante aumento, che riguarda soprattutto le persone che trascorrono più tempo in casa: le donne, gli anziani, ma anche i bambini piccoli.
Per queste ragioni diventa essenziale seguire passo dopo passo i movimenti che i nostri cari all’interno delle mura domestiche. E’ molto facile che involontariamente possano scontrarsi con oggetti domestici e farsi del male: perché non evitare questi incidenti. L’infortunio di tipo domestico è un incidente che presenta determinate caratteristiche:
comporta la compromissione temporanea o definitiva delle condizioni di salute di una persona, a causa di lesioni di vario tipo
si verifica indipendentemente dalla volontà umana
si verifica in un’abitazione, intesa come l’insieme dell’appartamento vero e proprio e di eventuali estensioni esterne (balconi, giardino, garage, cantina, scala ecc).
Come ogni malattia tali incidenti possono essere prevenuti: a livello internazionale con il Programma europeo di azione per la prevenzione delle lesioni personali, decisione n. 372/1999/CE del Parlamento europeo e a livello nazionale con il Piano sanitario nazionale 2006-2008 e con la Legge n. 343 del 3 dicembre 1999 “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”, che attribuisce ai dipartimenti di Prevenzione, in collaborazione con i servizi territoriali, i compiti di valutazione e prevenzione dei rischi e di educazione sanitaria in materia di incidenti domestici.
Una maggiore conoscenza di questi sistemi è fondamentale per evitare che i nostri cari restino soli ed in condizioni di rischio.
Basta poco per ridurre tali inconvenienti: una badante costantemente presente può evitare che il vostro caro nell’uso della cucina, o all’interno di una qualsiasi camera della casa, vestendosi, o lavandosi, possa cadere o farsi altrimenti male.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/09/incidente-domestico-roma-es-domicilio-badante.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-10-02 15:21:402021-09-30 15:25:01Farsi male in casa: l’importanza della badante a Roma
Secondo quanto previsto dalla legge, sono diversi i casi 2021 in cui una badante convivente può denunciare i propri datori di lavoro, sia in presenza di regolare contratto di assunzione, sia senza contratto, come, per esempio, per assunzione irregolare e in nero, secondo la legge, infatti, la badante convivente non assunta in maniera regolare ha cinque anni di tempo per denunciare il datore di lavoro, per abusi e violenze, per mancato rispetto di riposi o ferie, permessi, ecc.
Quando una badante convivente può denunciare i propri datori di lavoro? Le badanti sono diventate figure professionali ormai riconosciute nel nostro Paese e anche molto cercate dalle famiglie che hanno persone anziane o anche disabili che non possono più trascorrere del tempo da soli e hanno bisogno di costante assistenza.
Proprio per garantire ai propri familiari che ne abbiano necessità compagnia e assistenza continua, si cercano badanti conviventi che possano garantire una presenza costante. Non sempre, però, i datori di lavoro rispettano persona e diritti della badante. Vediamo allora quali sono tutti i casi in cui una badante può denunciare i propri datori di lavoro.
Casi in cui badante convivente può denunciare datori di lavoro
Badante convivente denuncia datori di lavoro procedura
Secondo quanto previsto dalla legge, la badante convivente può denunciare i propri datori di lavoro, sia in presenza di regolare contratto di assunzione, sia senza contratto, nei seguenti casi:
per assunzione irregolare e in nero, secondo la legge, infatti, la badante convivente non assunta in maniera regolare ha cinque anni di tempo per denunciare il datore di lavoro;
per abusi e violenze;
per mancato regolare pagamento dello stipendio come da contratto previsti;
per mancato rispetto di riposi o ferie;
per rifiuto e mancato riconoscimento di permessi, malattia o infortunio;
per obbligo di lavorare anche oltre l’orario di lavoro stabilito da contratto senza pagamento degli straordinari;
per licenziamento senza preavviso, come da contratto previsto.
Nei casi appena riportati la badante convivente può fare una denuncia nei confronti dei datori di lavoro che non rispettano la lavoratrice e presentare anche una vertenza sindacale, per il riconoscimento dei diritti previsti da contratto badante.
La badante convivente, con o senza contratto, che vuole denunciare i propri datori di lavoro deve rivolgersi al sindacato di categoria che, a sua volta, raccoglie prove e documenti presentati dalla badante per dimostrare la negligenza degli stessi datori di lavoro e procede ad una loro convocazione per provare il tentativo di una conciliazione. Se il tentativo di conciliazione non va a buon fine ed entro un tempo di 60 giorni al massimo non si trova un accordo tra badante convivente e datore di lavoro, allora la causa finisce in Tribunale e spetta poi al giudice competente chiudere il contenzioso. In tal caso, è bene sapere che le cause di questo genere possono andare avanti anche per anni.
Il costo della pratica per fare una denuncia ai datori di lavoro dipende dal sindacato a cui ci si rivolge: generalmente la spesa è di circa 100 euro a cui aggiungere eventualmente le spese di consulenza.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/09/badante-covivente-denuncia-datore-di-lavoro-Roma.jpg6691000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-09-26 13:37:032021-09-30 13:39:03La badante che denuncia il datore di lavoro: il caso di Roma
Badanti a Roma e il rimborso del Canone della RAI.
Ancora pochi giorni per richiedere l’esenzione del canone Rai anceh per gli anziani di Roma. Vediamo quali sono i requisiti necessari e quando è fissata la scadenza per la domanda.
Generalmente, il canone Rai ammonta a 90 euro annui e viene messo direttamente in bolletta. Generalmente, la scadenza per inoltrare la domanda di esonero dal pagamento del canone Rai è fissata al 31 luglio. Ma quest’anno, causa la sospensione di Ferragosto delle scadenze fiscali il termine è fissato al prossimo 20 agosto.
Tuttavia, possono richiedere l’esenzione del canone Rai solo determinate categorie. I requisiti per fare domanda sono i seguenti: aver compiuto 75 anni di età entro il 31 luglio; avere un reddito annuo che non superi gli 8mila euro, risultato della somma tra il reddito della persona che avanza richiesta e il reddito del coniuge; non essere conviventi con soggetti titolari di reddito proprio (ma fanno eccezione colf, badanti e altri collaboratori domestici); essere in possesso di una televisione o più televisori nell’abitazione nella quale è fissata la residenza; nel caso di un’abitazione che non è la stessa in cui si è fissata la residenza, non è possibile accedere all’esenzione dal pagamento del canone Rai.
Come ottenere l’esonero per gli anziani e le badanti di Roma
Per ottenere l’esonero dal pagamento dei 90 euro dell’abbonamento televisivo, gli over 75 devono rispettano i seguenti termini:
il 30 aprile per richiedere l’esonero totale (per coloro che hanno compiuto 75 anni entro il 31 gennaio);
il 31 luglio, ovvero il 20 agosto, per richiedere l’esonero parziale (per i contribuenti che hanno compiuto gli anni da febbraio a luglio).
L’Agenzia delle Entrate collega l’intestazione di un’utenza elettrica al possesso di almeno un televisore, anche se non sempre è così. I contribuenti che non possiedono alcun televisore in casa, quindi, possono richiedere la disdetta del canone ed evitare il pagamento. Diversa è la situazione di una famiglia che possiede il televisore, ma non sfrutta i canali in chiaro: la tassa si applica a prescindere, essendo collegata al possesso dell’apparecchio. Per vedersi cancellati dalla lista dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che non possiedono alcun televisore possono compilare l’apposito modulo nel quale dichiarano di essere titolari di un’utenza elettrica senza possedere apparecchi televisivi. In tal modo è possibile ottenere l’esonero dal pagamento dei 90 euro annui. In questi casi, però, la dichiarazione di non possesso di un televisore va presentata ogni anno fino a quando la situazione non cambia e le scadenze da considerare sono diverse. Chi risponde a tutti i requisiti accede alla cancellazione della metà del totale del canone annuo. Se invece si sono compiuti 75 anni d’età entro il primo gennaio di quest’anno, l’esenzione dal pagamento del canone è del 100%, (ma la scadenza è già trascorsa lo scorso 20 aprile 2021).
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/08/badanti-rimborso-canone-RAI.jpg6621000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-08-16 16:09:302021-08-31 16:11:29Badanti Roma: il Rimborso Canone Rai
È vero infatti che le difficili condizioni vissute nel proprio paese di origine hanno fortemente contribuito alla decisione di migrare, ma questa è stata determinata, in ultima istanza e nella maggior parte dei casi, dalla certezza di avere un lavoro qui in Italia, e in particolare a Roma.
La chiamata dell’amica o della madre sembra quindi essere decisiva: molte donne sanno cosa verranno a fare e realizzano l’effettiva partenza proprio in virtù della certezza di questo impiego. Molte donne non hanno la certezza di avere un posto come badanti (badante convivente, badante ad ore o anche soltanto badante di condominio), sanno che troverebbero più facilmente lavoro rispetto al loro paese, ma soprattutto che avranno una paga maggiore. Rispetto all’ipotesi formulate quindi si può dire che in effetti quasi tutte le donne sanno della presenza di un mercato di lavoro per badanti o per babysitter e colf conviventi o colf ad ore, e chi comunque non era a conoscenza della sua specificità sapeva, attraverso le notizie di parenti e amici, che le possibilità di trovare un impiego erano qua molto più alte, poiché alcuni lavori vengono rifiutati dagli italiani.
In tutto questo quindi, pur sottolineando l’importanza dei fattori pull, non devono essere trascurate le situazioni di difficoltà presenti nel paese di origine, anche se queste risultano essere di povertà relativa, piuttosto che di completa assenza di risorse. Questo però non è un particolare di poco conto: è proprio infatti la possibilità di guadagnare più facilmente rispetto al proprio paese che fa prendere in considerazione l’idea di partire. L’idea è quella di “sopportare” anni di sacrifici per poi tornare “a casa” e godersene i frutti, cosa che non potrebbe accadere restando a lavorare una vita, in condizioni magari non migliori, nel paese di origine. Per quanto riguarda la badante italiana, le sue esperienze lavorative sono molteplici. Da sempre però si è occupata dell’assistenza, sia a bambini che ad anziani; riportiamo una testimonianza di Luana: “Io in realtà volevo fare l’infermiera… poi però non ho potuto studiare e quindi non se n’è fatto di nulla… Però a me accudire le persone, che siano bimbi o anziani, m’è sempre piaciuto… sicché ho cominciato così… la prima anziana l’ ho guardata più di 20 anni fa… Ora dalla signora di ora ci sono da 14 anni… a me questo lavoro piace… mi piace prendermi cura delle persone… secondo me ci vuole passione per farlo… non è un lavoro come un altro…”.
Questa signora non è una donna che, in momento di crisi, ha deciso di diventare badante. Per Luana, anche se inizialmente tra i suoi progetti c’era quello di diventare infermiera, l’assistenza all’anziano è quasi una passione. Non è cioè stato un semplice ripiego, in mancanza di altro: tra le varie altre esperienze lavorative, questa è stata quella che le è piaciuta di più e che si avvicinava maggiormente a quella da infermiera. Passando invece alla presenza straniera c’è un dato che pare interessante prendere in considerazione: il ruolo del passaparola. Quando le famiglie cercano un’assistente familiare si fidano delle badanti straniere già conosciute. La ricerca quindi resta in questo ambito: si accetta, per necessità o per sopraggiunta fiducia, che queste non siano italiane, alimentando, e stabilizzando, la loro presenza all’interno di questo mercato. Questa forte presenza aveva già trovato conferma nei capitoli precedenti: prendendo in considerazione i dati relativi alla ricerca Irs83 si stima che su 740 000 collaboratrici domestiche, circa 700 000 siano straniere. Anche a livello regionale si può notare come il numero di donne straniere sia elevato: il 60% di tutte le collaboratrici risulta esserlo84, percentuale che scende al 51,7 se rivolgiamo lo sguardo alla sola Provincia di Lucca. Il dato, pur essendo fortemente ridimensionato rispetto alle stime Irs è comunque significativo perché si riferisce solo a coloro che risultano essere regolarmente assunte. E’ quindi chiaro che la presenza straniera è fortemente radicata e non ne esiste un’unica spiegazione: la richiesta di donne immigrate per svolgere questo lavoro non deriva solo dal rifiuto delle italiane, ma anche dal loro, più o meno forzato, assenso alle paghe e a impiegare praticamente tutto l’arco della giornata al servizio dell’anziano da assistere.
AES Domicilio (assistenza anziani a domicilio) è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lazio ed in particolare nella città metropolitana di Roma. Siamo anche presenti attraverso i nostri uffici o i nostri partner in franchising in Lombardia, ad esempio nelle province di Milano (badante Milano), Badante Monza, Badante Como, Badante Lecco, Badante Bergamo.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/05/badante-colf-ad-ore.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-04-28 10:24:332021-05-11 10:49:38Roma: una certezza di lavoro per le badanti?
AES DOMICILIO ci tiene a sottolineare che tutti gli articoli compilati hanno un fine puramente ‘informativo’ o ‘esplicativo’ e non hanno alcuna pretesa di esaustività, né entrano nello specifico dei casi. Per questi motivi si invitano i lettori a verificare e comunque a rivolgersi, in ogni caso, agli organi competenti per avere maggiori informazioni e sottoporre le proprie esigenze ed i casi personali. Altresì garantiamo che tutte le informazioni sono desunte da fonti accreditate e per quanto possibile riportate fedelmente.
Quante volte abbiamo trattato casi di maltrattamenti causati da una badante convivente o badante ad ore assunta senza affidarsi a professionisti del settore?
Ebbene oggi ci occuperemo dell’aspetto “legale”, nel senso più ampio del termine: ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 572 cod. pen., infatti, è sufficiente la sussistenza di un rapporto di convivenza caratterizzato dalla situazione di fatto della sottoposizione di una persona all’autorità di un’altra, che non deriva da un rapporto di familiarità o di lavoro, ma si sviluppa in un contesto di affidamento e di soggezione del sottoposto rispetto a chi assume una posizione di supremazia.
Indicazioni queste fondamentali se pensiamo alla fattispecie di nostro interesse: in un caso la Corte ha riconosciuto la configurabilità del reato commesso da una persona, da tutti riconosciuta come “badante” della vittima, pur in mancanza della consacrazione di tale relazione in un formale rapporto di lavoro. Questo perché in effetti una tale relazione può essere senz’altro definita nei contorni dell’affidamento e della soggezione di una persona malata nei confronti della badante che anziché sostenere, proteggere e curare, molto spesso maltratta e si astiene dai suoi doveri.
Invero, per evitare episodi del genere, occorrerebbe distinguere tra la badante assunta senza nessuna garanzia, e quella selezionata accuratamente in base alle vostre richieste, esigenze e necessità: proteggere i nostri cari è un dovere tutelato dalla Costituzione, pertanto occorre fare attenzione alle scelte che facciamo; piuttosto occorre propendere per una informazione corretta e mirata.
Oggigiorno reperire le più importanti notizie non è difficile, basta avvalersi di internet. Infatti, online, è possibile trovare tanti siti che si occupano di informazione, tanti sedicenti professionisti, tante vicende di cronaca, non solo italiana, ma anche estera. Tuttavia, è bene specificare che non tutti sono veramente validi ed efficienti: il web, infatti, è soggetto al fenomeno delle fake news. Pertanto, è importante tenere gli occhi aperti e scegliere solo i portali affidabili e costantemente aggiornati.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/04/maltrattamento-anziani-badanti-vittime.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-04-22 16:09:072021-04-22 16:09:07Roma: reato di maltrattamento in famiglia e badante della vittima
AES DOMICILIO ci tiene a sottolineare che tutti gli articoli compilati hanno un fine puramente “informativo” o “esplicativo” e non hanno alcuna pretesa di esaustività, né entrano nello specifico dei casi. Per questi motivi si invitano i lettori a verificare e comunque a rivolgersi, in ogni caso, agli organi competenti per avere maggiori informazioni e sottoporre le proprie esigenze ed i casi personali. Altresì garantiamo che tutte le informazioni sono desunte da fonti accreditate e per quanto possibile riportate fedelmente.
La persona legata da un rapporto di lavoro subordinato all’assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica non può succedere nel rapporto di locazione alla morte di questi.
È quello che stabilisce in una sua sentenza la Suprema Corte di Cassazione: nel caso di morte dell’assegnataria di un alloggio di edilizia economica e residenziale pubblica, non subentrano nel diritto di godimento, tra gli altri, “il convivente di fatto” nel caso di un anziano non autosufficiente e della sua badante convivente, badante ad ore e badante di condominio.
La L.R. Liguria n. 10 del 2004, art. 12 va infatti interpretato nel senso che il “convivente di fatto” ivi previsto sia soltanto il convivente more uxorio poiché depongono in tal senso l’interpretazione letterale, l’interpretazione sistematica e l’interpretazione finalistica: dal punto di vista letterale, l’espressione “convivente di fatto” compare in una pluralità di testi normativi, sempre quale sinonimo di “convivente more uxorio”, ma il rapporto di servizio o di lavoro domestico esula dal novero delle convivenze di fatto; dal punto di vista sistematico, la L.R. Liguria n. 10 del 2014, art. 12, nell’elencare gli aventi diritto a subentrare nel diritto di godimento dell’alloggio, inserisce il “convivente di fatto” subito dopo il coniuge, e subito prima dei figli: il che rende evidente l’assimilazione, nella intenzione del legislatore, della convivenza di fatto al rapporto di coniugio; dal punto di vista finalistico, infine, la ratio delle norme sul diritto dei familiari dell’assegnatario d’un alloggio di edilizia residenziale pubblico a permanere nel godimento dell’immobile, dopo la morte dell’assegnatario, è la solidarietà familiare ed il diritto alla casa, ratio insussistente rispetto al coabitante per ragioni di lavoro, di servizio o di ospitalità.
La mera coabitazione per esigenze lavorative, infatti, non dà luogo ad un consorzio familiare, e non legittima l’equiparazione del dipendente ai membri della famiglia.
Sembra chiara e priva di lacune la decisione della Corte, occhio dunque ai furbetti, non sempre farsi ragione è la via più semplice per fare giustizia, e non sempre la convivenza – pur essendo lunga – comporta necessariamente un “debito” come quello di cui si discorre.
AES Domicilio (assistenza anziani a domicilio) è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lazio: selezioniamo collaboratori domestici professionali, anche specializzati nell’assistenza di malati di Alzheimer e malati di Parkinson (badante Alzheimer, badante Parkinson).
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/04/AES-domicilio-casa-popolare-Roma-badante-convivente.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2021-04-08 10:19:462021-04-13 10:20:48Case popolari a Roma: la badante può subentrare in luogo della persona assistita?
Oggi il termine “anziano” è sulla bocca di tutti, a causa del Covid-19 viene visto come un pericolo, un peso per chi deve occuparsene, ma non è così, e non deve esserlo.
Le vicende legate alla diffusione del Covid-19 stanno evidenziando, anche in modo drammatico, le difficoltà a gestire i problemi della terza e quarta età e l’esigenza di riformare profondamente il sistema socio sanitario esistente.
Ma il tema degli anziani è molto più ampio, molto più complesso ed insidioso: prendersi cura degli anziani vuol dire prendersi cura della loro rete sociale, creare sistemi alternativi, organizzando un’assistenza domiciliare diffusa che sappia affrontare i problemi della demenza e della solitudine.
Le strutture non sono in grado di far fronte alle crescenti esigenze della popolazione non autosufficiente, la politica sociale del Comune per la terza età ha bisogno di un vero cambio di passo, di una riforma complessiva che consenta di voltare pagina, di migliorare questo settore così importante!
I dati Istat indicano che l’85 per cento dei decessi per coronavirus ha colpito la popolazione con più di 70 anni. Oggi i prototipi delle vittime sono l’uomo di 79 e la donna di 84 anni con due patologie. Allora occorre capire come affrontare il problema: come garantire sicurezza evitando la solitudine? E, più in generale, come organizzare la gestione di una fascia di popolazione sempre più ampia con servizi e politiche adeguate ai bisogni?
E ancora, cosa occorre fare di fronte a questa emergenza, e soprattutto, cosa devono accertare le badanti conviventi nell’assisterli? Cosa bisogna fare per prevenire il contagio e per proteggere se stessi e gli altri?
Innanzitutto per salvaguardare l’incolumità delle persone anziane è fondamentale avere una certa accortezza e un certo riguardo, specie da parte di parenti e familiari: di seguito qualche consiglio su quali comportamenti adottare.
cercare di farli uscire solo per esigenze contingenti (es. visite mediche);
mantenere un distanziamento sociale, senza esagerare, perché sono loro ad avere bisogno di massima assistenza e conforto, non dimentichiamoci che siamo di fronte a persone ammalate, bisognose d’aiuto e di sostegno quotidiano;
evitare luoghi affollati dove è impossibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale;
evitare il più possibile di andare a trovarli in caso di sintomatologia evidente;
adottare prima e durante la visita un’igiene personale importante;
limitare il numero di persone e la durata delle visite.
Anziani e badanti e le misure di protezione
Buona norma è che anche gli anziani seguano sempre le misure di protezione personale indicate dal Ministero della Salute, e anche se non escono di casa, in particolare:
lavare frequentemente le mani;
evitare il contatto con le mani di occhi, naso e bocca;
starnutire o tossire in un fazzoletto (o nell’incavo del gomito) evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie e buttare subito il fazzoletto;
evitare baci, abbracci e strette di mano.
Anche i soggetti asintomatici sono contagiosi, se pur in piccola percentuale, e quindi una possibile fonte di rischio per gli anziani, è pertanto necessario mantenere i contatti sociali, e in una percentuale tale da poter ridurre al minimo le probabilità del contagio stesso. Anche le mascherine costituiscono la prima arma a disposizione, mezzi utili alle badanti per assisterli quotidianamente. Esistono poi le patologie più a rischio, rispetto alle quali occorre un occhio di riguardo, come i pazienti anziani che presentano importanti patologie respiratorie, ad esempio l’asma bronchiale cronica, perché le infezioni respiratorie peggiorano la risposta immunitaria ed esacerbano eventuali episodi.
Basterebbe rispettare alcune piccole, ma efficaci regole, tutti insieme, per potere garantire maggiore sicurezza: i nostri cari sono in nucleo della nostra vita, le basi da cui ripartire, ed è per lo stesso motivo che essi rappresentano il trampolino da cui ripartire, su cui puntare per migliorare le nostre famiglie, per responsabilizzare noi stessi ed i nostri figli.
Non possiamo ignorare la disperazione dei figli che non riescono ad avere notizie dei loro genitori ospitati nelle residenze per anziani, ed è per questo che il sostegno e l’assistenza di una badante può in questo periodo facilitare moltissimo gli equilibri di casa.
La badante offre una mano costante, agisce con professionalità, segue giornalmente la salute e le difficoltà dei vostri cari, sa cosa è più giusto perché conosce i bisogni reali e concreti di chi spesso tace e non manifesta nessuna richiesta per timore di sentirsi un peso o peggio abbattendosi non trovando alcuna ragione per migliorarsi.
Aes Domicilio resta a disposizione anche in questo periodo per assecondare ogni vostra richiesta, nel pieno rispetto delle regole, in trasparenza e sicurezza.
AES DOMICILIO seleziona la badante che occorre alle vostre esigenze. Grazie al nostro team di screening il quale oltre che a vagliare le competenze della badante, cerca, immediatamente, di creare un profilo che possa soddisfare le esigenze.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/02/coppia-di-anziani-assistenza-domiciliare-lombardia.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2020-12-18 10:19:592021-02-18 10:21:05L’anziano è Vittima, non Pericolo: le nostre Badanti attive su Roma
Con l’entrata in vigore del nuovo Ccnl sono state ridotte le ore contributive ai fini della Cassa Colf per i contratti di assistenza e presenza notturna e da ottobre, le ore contributive su cui calcolare la Cassa colf non corrisponderanno a 54 ore settimanali ma a 48 ore per l’assistenza notturna e 30 per la presenza notturna. Le ore lavorative e quelle contributive ai fini Inps invece resteranno di 54 ore settimanali.
Quando il datore, o l’assistito, é non autosufficiente spesso si sente il bisogno di una persona che resti in casa anche durante la notte: spesso è proprio nell’orario notturno che la malattia si manifesta creando timore e apprensione per i propri cari. Ebbene, le possibilità sono ben due: se l’assistito ha bisogno di cure continue e quindi la badante deve rimanere sveglia tutta la notte allora la collocazione temporale della prestazione è ricompresa tra le ore 20.00 e le ore 8.00 potendosi applicare il contratto di c.d. “assistenza notturna” con livello solitamente CS o DS (il livello DS se la badante é formata professionalmente).
Se invece il datore di lavoro non ha bisogno di assistenza continua e la badante, che dorme in un’altra stanza separata, non deve prestare assistenza costante, allora é necessario stipulare un contratto di “presenza notturna” che va dalle 21.00 e le ore 8.00 e con un compenso mensile fisso sempre uguale a prescindere dal livello.
Come notiamo abbiamo appena distinto tra presenza e assistenza notturna: di solito per entrambi i contratti l’orario é di 54 ore settimanali, dato che la badante dev’essere convivente e quindi solitamente si indicano 9 ore di lavoro dal lunedì al sabato che saranno le ore pagate e versate ai fini contributivi, più le ore di ferie, di malattia, di festività su cui vanno pagati i contributi).
Chiaramente si tratta di contratti esclusivamente notturni per badanti che non prestano il proprio servizio di giorno; laddove invece si avesse bisogno di una badante sia diurna che notturna, allora è meglio assumere solo una badante convivente diurna full-time 54 ore, perché il regime di convivenza prevede che il vitto e l’alloggio vengano corrisposti in natura e che, quindi, la collaboratrice dorma dal datore di lavoro. I contratti di assistenza e presenza notturna di cui abbiamo appena parlato prevedono sempre la convivenza nonostante poi di giorno il collaboratore ritorna a casa sua, pertanto alla domanda convivenza si o convivenza no, la risposta è si! Inoltre, mentre il contratto esclusivamente di assistenza notturna segue le norme dello straordinario in base al livello e non prevede particolarità, per quanto riguarda il contratto di presenza notturna il CCNL stabilisce un calcolo dello straordinario differente.
Infatti, l’art. 11 comma 2 prevede che laddove venissero richieste al lavoratore prestazioni diverse dalla presenza, “queste non saranno considerate lavoro straordinario, bensì retribuite aggiuntivamente sulla base delle retribuzioni previste per i lavoratori non conviventi, come da tabella C allegata al presente contratto, con le eventuali maggiorazioni contrattuali e limitatamente al tempo effettivamente impiegato.
” Occorre pertanto distinguere tra il collaboratore che durate la presenza notturna fa delle ore in più di lavoro (si pensi ad esempio all’assistito che ha necessità di essere accompagnato in bagno più volte) e allora in tal caso le aggiuntive verranno conteggiate alla voce “Interventi in regime di presenza notturna” applicando la paga prevista per i non conviventi con lo stesso livello (C) ma senza alcuna maggiorazione (dunque in sostanza quell’intervento diverso dalla “presenza” non sarà straordinario); e la badante che viene assunta per presenza notturna ma che fa un’ora di straordinario prima delle fascia oraria prevista per la presenza 21.00/8.00 (in questo caso, quindi, interviene in un orario diverso da quello già previsto) e che verrà conteggiata proprio come straordinario e di conseguenza andrà applicata la paga della tabella C + la maggiorazione prevista indicando la causale S di lavoro straordinario + le ore aggiuntive.
Come notiamo occorre studiare a fondo per regolarizzare questo tipo di rapporto di lavoro, un lavoro peraltro ormai necessario e sempre più richiesto a fronte dei mutamenti sociali che ci interessano quotidianamente. Pertanto, studiare, tenersi aggiornati sulle dinamiche lavorative, sulla disciplina mutevole che interessa ogni rapporto di lavoro è divenuto essenziale per non eludere la legge e soprattutto per evitare di fidarsi e affidarsi ad un malsano “passaparola” che non fa bene ai nostri cari, non fa bene alla nostra famiglia e non fa bene al nostro Paese.
AES Domicilio è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lazio ed in particolare nella provincia di Roma (badante Roma). Siamo anche presenti attraverso i nostri uffici o i nostri partner in franchising ad esempio in Emilia Romagna: Badanti Bologna, badanti Modena, ed in molte altre province del Nord Italia.
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/02/anziani-cura-solitudine.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2020-11-18 10:14:302021-02-18 10:15:51Badante Notturna: Assistenza O Presenza?
Favorire l’equilibrio dell’occupazione nel settore del lavoro domestico dove è necessario e urgente anche affermare la dignità del lavoro, nel rispetto della Convenzione ILO 189 e dei venti punti del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali adottato il 17 novembre 2017, con proclamazione solenne, da Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione Europea.
E’ questa la finalità della “Piattaforma programmatica degli interventi normativi” essenziali definita dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore – i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, e le associazioni datoriali Fidaldo (costituita da Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc) e Domina – presentata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola, al ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e al ministero della Famiglia.
Sono cinque le azioni proposte dalle Parti Sociali per restituire dignità al settore; a cominciare dall’adozione del trattamento economico di malattia a carico dell’Inps, compatibile con quelle riservate alla generalità dei dipendenti, e dall’estensione della normativa di tutela della maternità e della genitorialità, comparabili con quelli riconosciuti alla generalità delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, fino al riconoscimento ai datori di lavoro della deducibilità dal reddito di tutte le retribuzioni corrisposte ai lavoratori domestici e dei contributi obbligatori e all’istituzione di un assegno universale per la non autosufficienza e detraibilità fiscale dei contributi versati per i lavoratori addetti all’assistenza personale di soggetti non autosufficienti, a condizione della corretta applicazione della contrattazione nazionale sottoscritta dalle associazioni comparativamente più rappresentative della categoria.
Prioritario per le Parti Sociali anche l’immediato ripristino dei “Decreti Flussi” annuali, con la previsione di adeguate quote riservate al settore domestico e l’approvazione della c.d. Legge “Ero Straniero”.
Il lavoro domestico interessa 2,5 milioni di famiglie datrici di lavoro e più di 2milioni di lavoratrici e lavoratori colf e badanti, oltre ai 9,5 milioni di cittadini in Italia che usufruiscono delle prestazioni; più dell’88% dell’occupazione è femminile; i lavoratori stranieri sono oltre il 73% e più del 44% sono cittadini Ue; oltre il 45% dell’occupazione è riconducibile al lavoro di cura e assistenza familiare.
La categoria, sottolineano le Parti nel documento congiunto, è al centro dei fenomeni che costituiscono le chiavi di volta del mercato del lavoro e del diritto sociale nel prossimo futuro e dei punti fondamentali degli interventi chiesti all’Italia dalla Commissione Europa: un intervento a largo spettro quello richiesto dall’Istituzione europea, volto all’aumento dell’occupazione femminile e all’inclusione dei migranti, ma anche finalizzato a supportare il graduale invecchiamento della popolazionee a contrastare il lavoro irregolare, fenomeno quest’ultimo ampiamente frequente nel comparto del lavoro domestico dove la quota del lavoro nero e sommerso, con circa 1,2 milioni di lavoratori irregolari, è pari al 60% di tutti i lavoratori occupati nel settore e al 40% del totale dei lavoratori irregolari in Italia.
Le Parti Sociali «vogliono indicare le soluzioni concrete che congiuntamente datori di lavoro e lavoratori, ritengono debbano essere adottate cogliendo la fase emergenziale che si sta attraversando quale occasione per rivedere assetti normativi obsoleti, che non rispondono alle esigenze di milioni di persone coinvolte, famiglie e lavoratrici, nel settore del lavoro domestico». «Soluzioni che, nell’attuale fase – sottolineano – possono essere supportate da risorse nazionali ed europee, essendo riferite a temi portanti sia del PNRR che del New Generation EU». «Soluzioni – concludono – volte a definire la funzione del lavoro di cura in ambito domestico, sussidiaria al welfare pubblico, necessaria a soddisfare compiutamente i bisogni di vita degli anziani, dell’infanzia, della disabilità, dei genitori, al fine di realizzare il necessario equilibrio dei tempi di vita».
https://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2021/02/anziani-badanti-conviventi-domicilio.jpg6671000Aes Domiciliohttps://www.badanteromaaes.it/wp-content/uploads/2023/05/Badante-Roma.pngAes Domicilio2020-10-18 10:10:312021-02-18 10:15:21Il lavoro domestico: il via alla piattaforma programmatica
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