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Roma, la Badante in Malattia si può Licenziare?

Spieghiamo anche a Roma in che modalità si può interrompere il rapporto di lavoro con una badante.

In particolare durante la malattia, si può? No… o meglio dipende.

Di certo non è come un normale contratto di lavoro quello che stabilisce il contratto delle badanti.

Innanzitutto precisiamo che per il contratto nazionale dei collaboratori domestici, il datore di lavoro può licenziare la propria badante senza motivo dando regolare preavviso, o pagando l’indennità sostitutiva, mentre con il contratto a tempo determinato non è possibile licenziare la lavoratrice prima del termine, se non con giusta causa.

Se la badante è in malattia, il datore di lavoro non può licenziarla, neppure dandole un termine di preavviso, salvo non superi il periodo di comporto.

Il periodo di comporto è il tempo massimo di conservazione del posto di lavoro durante la assenza per malattia della badante e viene calcolato secondo tempi stabiliti:

  • con una anzianità di servizio fino a 6 mesi ha diritto a conservare il posto di lavoro fino a 10 giorni
  • con una anzianità di servizio fino a due anni, ha diritto a 45 giorni di conservazione del posto di lavoro
  • con una  anzianità di servizio oltre i 2 anni ha diritto a 180 giorni di conservazione del posto di lavoro

Il comma 6 dell’articolo 26 aggiunge che : “tali periodi sono soggetti a un incremento pari al 50% in caso di malattia oncologica, a patto che questa venga documentata dall’ASL competente”.

Naturalmente durante la malattia il datore di lavoro è obbligato a corrispondere la retribuzione alla badante per un periodo massimo di :

  • 8 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità  di servizio fino a 6 mesi
  • 10 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio da 6 mesi a 2 anni
  • 15 giorni complessivi nell’anno, per anzianità di servizio oltre i 2 anni

Il CCNL stabilisce che i giorni di malattia vanno calcolati all’interno dell’anno solare.

Pertanto, il periodo per la conservazione del posto di lavoro non riparte daccapo per ogni malattia, ma va conteggiato come somma di più malattie.

Il datore deve contare il numero di giorni di malattia di cui ha usufruito la collaboratrice nei 365 giorni di calendario che precedono la malattia in corso.

Se la malattia subentra nel periodo di prova o di preavviso, ne sospende la decorrenza.

 

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Roma: Ricette Gustose per Anziani Diabetici

La nostra associazione si prende carico di anziani con varie tipologie di problematiche, selezionando anche a Roma assistenti domiciliari che siano competenti per ogni situazione che capita.

La selezione delle badanti a volte richiede anche una preparazione rispetto alla gestione di persone con diabete.

Un po’ di diabete mellito è frequente nell’anziano ma, se non c’è, meglio prevenire.

E’ un mito da sfatare quello secondo il quale l’alimentazione delle persone diabetiche debba essere particolarmente restrittiva, scondita, insapore.

In realtà, la ripartizione giornaliera dei nutrienti non differisce molto da quella consigliata nell’ambito di una sana alimentazione in generale.

L’apporto calorico deve essere adattato alle specifiche esigenze metaboliche e tenere conto del peso corporeo desiderabile per il paziente.

L’alimentazione della persona diabetica dovrà essere finalizzata a un controllo glicemico ottimale.

In linea generale: le scelte alimentari devono ricadere sui carboidrati complessi e sulle fibre contenuti nei cereali integrali, negli pseudo cereali, nei legumi e nelle verdure.

L’apporto di zuccheri semplici dovrebbe limitarsi, il più possibile, al consumo della frutta di stagione, in grado di apportare anche importanti micronutrienti fondamentali per la salute complessiva.

Le proteine dovrebbero essere ricavate sia da fonti vegetali, che oltre a legumi e cereali già citati in merito ai carboidrati, comprendono anche frutta secca e semi, sia da fonti animali, come pesci magri e carni bianche.

Nella dieta del paziente diabetico, non dovrebbe mancare la giusta quantità di olio extravergine di oliva, contenente grassi buoni e sostanze antiossidanti.

Carpaccio di finocchio e tonno

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 gambi di finocchio
  • 500 g di tonno sott’olio
  • olive (a piacere)
  • limone
  • olio d’oliva
  • erba cipollina
  • aceto
  • sale
  • pepe rosa

Preparazione:

Tagliare il finocchio e unirlo al tonno e alle olive disossate. Servire il tutto insieme a una vinaigrette di olio, sale, aceto, pepe ed erba cipollina.

Insalata di pasta fredda integrale

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 g di pasta integrale
  • 2 petti di pollo
  • pomodorini freschi
  • olive fresche
  • olio d’oliva
  • sale

Preparazione:

Cuocere prima di tutto la pasta integrale, nello scolarla passare velocemente sotto l’acqua, condire con un filo d’olio e lasciare raffreddare in frigo per qualche ora.
Grigliare i petti di pollo fino alla cottura desiderata.
Unire i pomodorini freschi, le olive e il pollo a dadini alla pasta fredda.
Si consiglia di cuocere la pasta più del normale in modo da averla più morbida e, in caso di problemi di masticazione e deglutizione, tagliare il tutto fine.

Torta di mele, uvetta e cannella

Ingredienti:

  • 350 g di farina integrale
  • 4 mele
  • 2 uova
  • 4 cucchiai di olio di arachidi
  • 40 g di uvetta passa
  • 15 g di stevia naturale
  • 6 g di cannella in polvere
  • Un limone
  • Una bustina di lievito per dolci
  • Sale

Preparazione:

Lavare le mele e il limone in acqua e bicarbonato, dunque tritare la buccia di limone, e metterla in una ciotola capiente.
Tagliare tre mele a cubetti e la restante mela a fettine sottili, quindi bagnare con succo di limone per evitare l’ossidazione.
Aggiungere la cannella alle mele, mescolare il tutto, mettere da parte.
Nella ciotola contenente la buccia di limone aggiungere la farina integrale, le uova, un filo d’olio, la stevia, l’uvetta passa e un pizzico di sale; con l’aiuto di una frusta mescolare gli ingredienti, infine aggiungere il lievito e i cubetti di mela al composto, amalgamando il tutto delicatamente.
Ricoprire una teglia da 24 cm con un foglio di carta da forno, e versare l’impasto all’interno della stessa. Disporre le fettine di mela sulla superfice dell’impasto.
Cuocere in forno a 180 °C, per circa 30 – 35 minuti. Porzionare e servire.

 

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Roma, Chi è la Badante

La badante è quella persona che si occupa di uno o più anziani aiutandoli e sostenendoli anche in ambito domestico.

Si tratta di una vera e propria collaboratrice domestica che anche a Roma opera nel domicilio della persona anziana, di solito malata, fragile o non autosufficiente.

Il compito principale della badante è quello della compagnia, accanto a sorveglianza e cura.

L’assistente familiare, durante il suo lavoro, dovrà quindi cercare di accudire l’anziano con solerzia e premura, cercando di fargli vivere gli ultimi anni della sua vita nel modo più sereno possibile.

È bene ricordare che gli anziani non sono tutti uguali: ognuno presenta delle proprie caratteristiche e necessità, diverse per ognuno, come è già stato ripetutamente accennato, per questo nel lavoro della badante occorre prestare molta attenzione all’individualità di ognuno, cercando di garantire all’assistito sempre il massimo del benessere.

L’esercizio delle funzioni che deve essere svolto quindi è unico e si differenza tra assistito ed assistito.

Avere in casa una persona anziana e saperla accudita e sorvegliata da una badante competente, allevia sicuramente le preoccupazioni della famiglia in quanto sanno di aver lasciato il proprio caro nella mani di un brava collaboratrice.

Naturalmente tale mestiere può essere assunto indifferentemente sia dagli nomini che dalle donne.

Vedremo più avanti le false credenze su chi sia o non sia una badante.

A questo punto è d’uopo riassumere e vedere in modo schematico quali siano le effettive mansioni della badante, onde poter avere un rapido elenco da consultare, quando necessario.

Nel presente volume l’argomento è già stato trattato in modo esteso e, proprio per questo, si è scelto di stilare una breve tavola riassuntiva, che può sicuramente tornare utile.

Il primo compito della badante è, e rimane, quello di aiutare le persone non autosufficienti o solo parzialmente autosufficienti nella soddisfazione dei loro bisogni primari, nonché l’assistenza durante lo svolgimento di attività tipiche della vita quotidiana.

La persona che riveste questo ruolo deve infatti occuparsi anche di:

  • Pulire e tenere in ordine la casa
  • Fare la spesa oppure segnalare al familiare che se ne occupa ciò che manca in casa
  • Preparare i pasti
  • Occuparsi della movimentazione dell’assistito e del sostegno alla deambulazione
  • Curare l’igiene personale della persona seguita
  • Somministrare le terapie mediche prescritte
  • Tenere compagnia e fornire supporto morale
  • Accompagnare durante passeggiate giornaliere o ad appuntamenti medici

Tutti questi aspetti rendono evidente l’importanza dell’instaurarsi di una relazione di fiducia e personale, basata sull’empatia e sulla trasparenza.

Una badante convivente deve saper ascoltare, alleviare il senso di solitudine, mostrarsi positiva per poter fornire un supporto adeguato all’assistito, essere in grado di motivarlo e spingerlo all’azione e alla
cura di sé.
Deve inoltre dar sicurezza ed essere competente nel caso in cui siano necessari interventi di primo soccorso in attesa dell’arrivo dei sanitari.

Le mansioni della badante, talvolta, vanno ben oltre il mero compito da eseguire, cucinare, lavare l’anziano e aiutarlo a camminare, andando a coinvolgere anche la sfera psicologica, ascoltandolo sia nei giorni buoni che in quelli di sconforto, dandogli quel supporto e quella parola in più che potrebbe aiutarlo a sentirsi vivo e presente.

Questo aspetto non può essere “legalizzato”, naturalmente, ma è soltanto legato alla sensibilità e capacità personale e al rapporto che si potrà instaurare con l’assistito.

Di seguito quelle che dovrebbero essere le caratteristiche della badante ideale:

  • Empatia
  • Esperienza
  • Saper ascoltare
  • Tatto
  • Non essere irruenta
  • Saper cucinare italiano
  • Avere conoscenze di base di mobilitazione
  • Saper leggere e scrivere italiano.
  • Deve saper fare la spesa, quindi un po’ di economia domestica
  • Avere una patente valida in Italia

 

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Interruzione del Rapporto di Lavoro con la Badante a Roma

Aes Domicilio si è sempre battuta per la contrattualizzazione in regola delle badanti, ricordando alle famiglie di Roma l’importanza di avere in casa una persona assunta in regola, e alla badante l’importanza di lavorare tutelata.

Quindi argomento importante rispetto al contratto è il licenziamento, in particolare trattiamo la modalità di consegna.

Quali sono le modalità di consegna della lettera di licenziamento o di dimissione?

La lettera può essere:

  • spedita tramite raccomandata all’indirizzo di residenza, per conservare una ricevuta di comunicazione; in tal caso si deve indicare che il preavviso parte dal giorno di ricevimento della lettera.
  • consegnata a mano; si consiglia di inserire la frase “raccomandata a mano” nella lettera e di farsi firmare una copia da conservare in caso di contestazione.

Se il lavoratore o il datore si rifiutano di firmare la lettera di licenziamento o di dimissione che cosa si fa?

Questi atti vengono considerati atti recettizi e quindi hanno effetto nel momento in cui i soggetti ricevono la comunicazione, è necessario inviare la lettera tramite posta, o consegnarla a mano, con un testimone, o al giorno d’oggi basta inviarla tramite whatsapp ed attendere la conferma di lettura.

Altro punto da trattare è la necessità di inserire una motivazione nella lettera di licenziamento o di dimissioni.

No, per il contratto di lavoro domestico non è necessario dare una motivazione.

Nel caso si voglia terminare il rapporto subito, il giorno stesso, è possibile.

Infatti si può terminare il rapporto il giorno stesso della consegna della lettera.

In tal caso però spetta l’indennità di mancato preavviso e in particolare:

  • se il lavoratore si dimette senza preavviso dovrà essere detratta dalla sua busta paga finale il preavviso mancato, importo corrispondente alla retribuzione che avrebbe percepito se avesse lavorato per i giorni di preavviso
  • se il datore licenzia senza preavviso dovrà essere aggiunta alla busta paga  finale del collaboratore l’indennità sostitutiva di mancato preavviso che corrisponde alla retribuzione che avrebbe percepito lavorando per il periodo di preavviso dovuto

Ora veniamo ad un punto molto delicato, ovvero il licenziamento per giusta causa.

Molti datori di lavoro domestico sono convinti che il “licenziamento per giusta causa” significhi che il datore ha una “giusta motivazione” per poter risolvere il rapporto di lavoro.

Nei termini del diritto del lavoro “licenziare per giusta causa” significa invece licenziare un collaboratore perché ha messo in atto dei comportamenti talmente gravi da ledere la fiducia tra datore e collaboratore, tali che non sia più possibile proseguire il rapporto di lavoro (si veda art. 2119 codice civile).

Il licenziamento per giusta causa presuppone che vi sia un atto di contestazione disciplinare che prova la causa del licenziamento stesso così grave da non permettere nemmeno temporanea del rapporto di lavoro.

Si tratta di gravissimi inadempimenti degli obblighi contrattuali o di un fatto esterno al rapporto, tali da venir meno la fiducia del datore di lavoro verso il collaboratore e la relativa puntualità nei successivi adempimenti.

Le motivazioni più frequenti riconosciute come giusta causa di licenziamento sono i seguenti:

  • falsa malattia e falso infortunio del dipendente
  • rifiuto ingiustificato e reiterato del dipendente di eseguire la prestazione lavorativa
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro da parte del dipendente e periodo di assenza non giustificato
  • il collaboratore, durante l’esercizio delle sue mansioni,  sottrae beni al datore di lavoro
  • il lavoratore ha una condotta extralavorativa penalmente rilevante e idonea a far venir meno il vincolo fiduciario

 

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Alla Ricerca della Collaboratrice Domestica a Roma, il Manuale della Badante

Un libro può essere una delle scelte migliori per conoscere qualcosa, Aes Domicilio come casa editrice ha raccontato la badante e la famiglia, per aiutare entrambe le figure ad entrare una nel mondo dell’altra.

Arriva anche a Roma il momento in cui il proprio caro non è più in grado di gestire da solo la propria vita.

Spesso è semplicemente perché ha problemi di equilibrio e si ha paura che possa cadere, a volte si è dimenticato un paio di volte il gas acceso e non ci si può permettere che succeda di nuovo, altre volte si tratta di cose più gravi.

In ogni caso… se non è possibile per i figli o parenti prenderlo a vivere con loro, oppure se non vuole lasciare la sua casa, bisogna decidersi ad assumere una badante.

Per anni i familiari hanno visto amici o colleghi assumere badanti, parlarne a volte bene e a volte meno, li hanno visti affidare la mamma, il papà, uno zio a questa misteriosa figura e ora tocca a loro.

E come si deve fare?

A chi ci si rivolge?

Al collega, che racconta come la badante di fiducia sia eccezionale?

Agli annunci sui giornali o magari sui social?

E come deve essere, questa badante?

Chi è, esattamente?

Ebbene, attenzione: prima di tutto bisogna capire che la badante è un lavoratore, non un missionario, né un figlio/figlia supplente.

A lei interessa lavorare e portare a casa la pagnotta e, a parte alcune eccezioni, non proverà alcun trasporto per il nostro congiunto, soprattutto all’inizio del rapporto di lavoro.

Se ne occuperà perché è li per questo, lo aiuterà a vestirsi, chiacchiererà con lui, lo accompagnerà nella passeggiata e, se è una brava persona, lo tratterà gentilmente, ma questo, per lei, non sarà altro che lavoro.

Può cambiare, questa situazione?

Può, si vedrà andando avanti, ma bisogna tener conto prima di tutto di questo: al posto di “badante” potremmo mettere la parola “idraulico”, “insegnante”, “commesso” e sarebbe la stessa cosa.

Un lavoratore, una lavoratrice, nella maggior parte dei casi, che svolgerà il suo servizio a casa dell’anziano.

Quindi, si proceda con ordine iniziando la nostra avventura alla ricerca della badante ideale, tenendo conto che… l’ideale non è lo stesso per tutti.

Un tempo, neppure troppo lontano, essere vecchi non rappresentava né una vergogna, né un peso.

L’anziano non era un “vecchio bacucco”, un rimbambito da trattare come un ammalato, né uno scarto sociale.

Era, al contrario, un saggio, qualcuno cui rivolgersi per avere sostegno nei momenti difficili, un consiglio, una conoscenza in più, dall’alto di una grande esperienza.

Ancora oggi, nelle società indigene di ogni parte del mondo, Anziano, scritto maiuscolo, è indice proprio di valore, di conoscenza, di saggezza.

Ma in questa società, che mi guardo bene dal definire “civile”, l’anziano è… il vecchietto che non so dove mettere, quello pieno di acciacchi, che fa un po’ paura, perché potrebbe essere svampito, perso in un mondo di vacuità.

Tempo fa una signora raccontò, con molta rabbia, che suo padre era stato trattato in modo vergognoso da una operatrice di call center che, avendo chiamato per un’intervista, nel sentire che suo padre aveva settantatré anni (settantatré, non centoventi), aveva iniziato a chiedergli se fosse in grado di rispondere autonomamente a un’intervista, se fosse in grado di intendere e di volere.

Scandaloso, non è vero?

Eppure, che si creda o no, molto comune, come comune è vedere persone che si rivolgono a un anziano urlando, perché convinti che altrimenti non capisca, per stupidità o sordità.

Ebbene, signori, la vecchiaia non è una malattia!

Su, ancora una volta: la vecchiaia non è una malattia!

La società in cui viviamo oggi, che ha innalzato velocità e produttività a principi fondamentali e irrinunciabili, ha relegato la figura dell’anziano in un angolo, in ombra, orfano del suo posto di primo piano.

L’esperienza sviluppata nel corso di una vita, che un tempo gli avrebbe portato prestigio sociale e familiare uniti a un senso di utilità, di gratificazione, è oggi di scarso o nessun interesse.

Questo cambiamento radicale, ovviamente, non è stato senza conseguenze: la percezione di inutilità sociale genera nelle persone in età senile un aumento verticale di stress e depressione, con conseguente Somatizzazione di questi stati negativi.

La solitudine è poi una grande piaga sociale dovuta al cambiamento nella struttura della famiglia: un tempo nella stessa abitazione convivevano più generazioni, in un regime di collaborazione e supporto reciproci, mentre oggi procediamo a passo svelto verso una frammentazione del nucleo familiare, con le persone di terza età frequentemente abbandonate a vivere da sole, in case fatiscenti, senza scambiare una parola con anima viva per l’intera giornata, che si ripete giorno dopo giorno sempre uguale, oppure parcheggiate in strutture inefficienti, incapaci di trasmettere il calore di cui ogni essere umano ha bisogno.

Se già negli anni ’80 del secolo scorso, alcuni film di fantascienza mostravano una società nella quale gli anziani (spesso pochissimo anziani, secondo i nostri canoni) venivano “congedati”, “riciclati” o, nel caso di “Soylent Green”, del 73, trasformati in gallette, non molto tempo fa alcuni politici si sono ripetutamente espressi sull’inutilità delle persone anziane, ritenute non produttive, e del loro costo sociale, dovuto a pensioni e terapie di diverso genere.
Questo è un grande male sociale, una trasformazione che, forse, non si è in grado di fermare, non in tempi brevi, ma cui ci si può sicuramente opporre, restituendo ai nostri anziani il massimo del valore e tutte le attenzioni che siamo in grado di donare.

Aes Domicilio coglie l’occasione del suo primo manuale per far conoscere com’è realmente il mondo della badante.

Il manuale è acquistabile direttamente dal sito Aes domicilio.

 

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La Cura della Persona Allettata a Roma

La badante è una persona che si occupa anche a Roma dell’assistenza domiciliare di una persona anziana o disabile, garantendo il supporto necessario per la cura della persona allettata.

In questo articolo verranno approfonditi i diversi aspetti della cura della persona allettata, le competenze richieste alla badante e le modalità di assistenza a disposizione.

La persona allettata è colui che non ha la possibilità di muoversi autonomamente e ha bisogno di assistenza continua.

Questa situazione può essere causata da diverse patologie, tra cui malattie croniche, traumi, disabilità e altre condizioni che limitano la mobilità dell’individuo.

La cura della persona allettata richiede una serie di competenze specifiche, tra cui la conoscenza delle tecniche di movimentazione e trasferimento, la gestione delle lesioni da decubito, la somministrazione dei farmaci e la gestione delle emergenze.

Una delle prime attività della badante è quella di creare un ambiente accogliente e sicuro per la persona allettata.

Ciò significa che la badante deve garantire che il letto sia sempre pulito e confortevole, che la stanza sia ben aerata e che la temperatura sia adeguata alle esigenze della persona assistita.

Inoltre, la badante deve assicurarsi che la persona allettata sia sempre asciutta e pulita, cambiando le lenzuola e gli indumenti di persona quando necessario e aiutandola nella cura dell’igiene personale.

La badante deve anche gestire le lesioni da decubito, ovvero le lesioni cutanee che si verificano quando la persona rimane a lungo in posizione sdraiata.

Queste lesioni possono essere molto dolorose e possono portare a infezioni e complicazioni gravi.

La badante deve quindi controllare regolarmente la pelle della persona assistita e prendere tutte le precauzioni necessarie per prevenire le lesioni, come la rotazione della persona allettata e l’utilizzo di cuscini speciali.

La somministrazione dei farmaci è un’altra responsabilità importante della badante.

La persona allettata potrebbe assumere diversi farmaci per gestire le sue condizioni di salute e la badante deve garantire che questi vengano somministrati correttamente.

Ciò significa che la badante deve conoscere i diversi farmaci e le loro dosi, le modalità di somministrazione e le possibili interazioni tra di essi.

Inoltre, la badante deve tenere traccia dell’assunzione dei farmaci e segnalare eventuali problemi al medico curante.

La gestione delle emergenze è un’altra competenza fondamentale della badante.

La persona allettata potrebbe avere bisogno di assistenza immediata in caso di problemi respiratori, crisi epilettiche, ictus o altre emergenze mediche.

La badante deve quindi conoscere le procedure di primo soccorso e saper gestire queste situazioni in modo efficace, contattando tempestivamente il medico curante o il servizio di emergenza.

Esistono diverse modalità di assistenza domiciliare per la cura della persona allettata.

La badante può essere impiegata a tempo pieno o part-time a seconda delle esigenze della persona assistita.

In alcuni casi, la famiglia della persona allettata potrebbe decidere di assumere più badanti per garantire una copertura 24 ore su 24.

 

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Prepararsi a Roma alle Ferie dell’Anziano, la Badante in Vacanza

La badante è una figura professionale che si occupa dell’assistenza domiciliare di persone anziane o disabili.

Il suo ruolo consiste nel fornire supporto nelle attività quotidiane dell’assistito, come la cura personale, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa (magari affidandosi anche ad una impresa di pulizia a Roma) e l’accompagnamento in caso di necessità.

In alcuni casi, la badante di Roma può anche essere chiamata a seguire l’assistito in momenti di svago e di relax, come ad esempio al mare.

Seguire l’assistito al mare rappresenta una sfida particolare per la badante, poiché richiede di gestire diverse variabili e di prevenire eventuali situazioni di rischio.

Innanzitutto, è necessario accertarsi che l’assistito si trovi in condizioni di salute adeguate per affrontare una giornata al mare.

In caso contrario, la badante dovrà valutare se sia possibile rimandare l’uscita o se sia necessario chiedere il parere di un medico.

Una volta verificato lo stato di salute dell’assistito, la badante dovrà organizzare tutta la logistica dell’uscita al mare.

Ciò significa prenotare il posto in spiaggia, preparare il pranzo e le bevande, portare l’ombrellone, le sedie e tutti gli altri accessori necessari per trascorrere una giornata al mare in sicurezza e comfort.

Durante l’uscita al mare, la badante dovrà prestare particolare attenzione alla sicurezza dell’assistito.

Questo significa vigilare sulla sua esposizione al sole, evitando le ore più calde e garantendo l’utilizzo di creme solari e di indumenti protettivi.

Inoltre, la badante dovrà essere pronta a intervenire in caso di problemi legati alla balneazione, come crampi o difficoltà respiratorie.

La badante dovrà anche gestire le esigenze dell’assistito durante la giornata al mare.

Questo significa assisterlo nelle attività di cura personale, come la toilette e l’utilizzo del bagno, e fornirgli il supporto necessario per spostarsi sulla spiaggia e fare il bagno se lo desidera.

Inoltre, la badante dovrà essere in grado di gestire eventuali situazioni di disagio o di stress dell’assistito, fornendogli l’aiuto e il conforto di cui ha bisogno.

La badante dovrà coordinarsi con gli altri membri della famiglia o con i responsabili dell’assistito per garantire che la giornata al mare si svolga nel migliore dei modi.

Ciò significa comunicare tempestivamente eventuali problemi o difficoltà incontrate durante l’uscita e collaborare per trovare le soluzioni più appropriate.

In conclusione, seguire l’assistito al mare rappresenta una sfida importante per la badante, che dovrà prestare attenzione a diverse variabili per garantire la sicurezza e il benessere dell’assistito.

Tuttavia, se la badante è competente e preparata, questa esperienza può rappresentare un momento di svago e di relax per l’assistito, contribuendo a migliorare la sua qualità della vita e a rafforzare il rapporto di fiducia e di affetto con la badante stessa.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

quando meglio badante roma

L’anziano di Roma e il Desiderio di Stare nella Propria Casa, quando è Meglio la Badante

Svolgendo il ruolo di gestione badanti, sappiamo come le famiglie di Roma preferiscano tenere i loro cari in casa.

Per questo si appoggiano a associazioni come Aes Domicilio per la ricerca della badante perfetta, della propria badante a Roma.

L’anziano preferisce spesso vivere a casa propria piuttosto che in una struttura assistenziale perché ciò gli consente di mantenere la propria autonomia e indipendenza, di avere più controllo sulle proprie attività quotidiane e di godere del proprio spazio personale.

Lavorando nel campo anziani siamo anche noi i primi a dire che ci sono situazioni in cui vivere in una struttura assistenziale può essere la scelta migliore per l’anziano.

Ad esempio, se l’anziano ha bisogno di assistenza medica costante o di cure specialistiche, o se vive in una casa che non è sicura o adatta alle sue esigenze, una struttura assistenziale potrebbe offrire la soluzione più adatta.

In ogni caso, la scelta di vivere a casa propria o in una struttura assistenziale dipende dalle esigenze e dalle preferenze dell’anziano, nonché dalle risorse disponibili per garantire un’adeguata assistenza e cura.

E’ sempre importante considerare le esigenze specifiche dell’anziano e le opzioni disponibili nella propria area geografica.

L’anziano che desidera rimanere a casa propria può scegliere di assumere una badante per fornire assistenza e cura.

La badante è colei che si occupa di assistere l’anziano nelle attività quotidiane, come l’igiene personale, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e la gestione delle medicine.

Il ruolo che svolge come selezione dell’assistente domestico, permette ad Aes Domicilio di ricordare come è importante scegliere una badante affidabile e professionale, che abbia esperienza e capacità di assistere l’anziano nelle sue esigenze specifiche.

La badante dovrebbe essere in grado di comunicare efficacemente con l’anziano e la sua famiglia, di rispettare la privacy e la dignità dell’anziano e di garantire un ambiente sicuro e confortevole.

 

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Ricerca della Badante Convivente a Roma

I servizi di assistenza anziani che vengono offerti da Aes Domicilio a Roma garantiscono le assunzioni regolari delle badanti a Roma, nel rispetto del contratto.

Si garantisce sicurezza e legalità sia alla famiglia che al collaboratore domestico, esso sia badante convivente, ad ore, notturno.

Ora trattiamo la ricerca della badante convivente.

Per prima cosa la badante che riveste questo ruolo deve infatti occuparsi anche di:

  • Pulire e tenere in ordine la casa
  • Fare la spesa oppure segnalare al familiare che se ne occupa ciò che manca in casa
  • Preparare i pasti
  • Occuparsi della movimentazione dell’assistito e del sostegno alla deambulazione
  • Curare l’igiene personale della persona seguita
  • Somministrare le terapie mediche prescritte
  • Tenere compagnia e fornire supporto morale
  • Accompagnare durante passeggiate giornaliere o ad appuntamenti medici

Tutti questi aspetti rendono evidente l’importanza dell’instaurarsi di una relazione di fiducia e personale, basata sull’empatia e sulla trasparenza.

Una badante deve saper ascoltare, alleviare il senso di solitudine, mostrarsi positiva per fornire un supporto adeguato all’assistito.

Il contratto dei collaboratori domestici a livello di orario prevede una assunzione a 54 ore a settimana di lavoro.

Nello specifico, 10 ore lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, e 4 ore il sabato.

Ci sono poi da considerare anche ferie che in base ai giorni di lavoro effettivi e anche la durata del rapporto lavorativo, influiscono sullo stipendio.

Lo stesso discorso vale anche per permessi retribuiti e malattia.

Tutte le ore disponibili che non vengono sfruttate devono poi essere retribuite dal datore di lavoro.

Lo stipendio del lavoratore dipendente è composto da una serie di elementi, quali:

  • Retribuzione minima che è prevista dall’ordinamento legislativo
  • Scatti di anzianità
  • Ferie non godute
  • Permessi non goduti
  • Vitto e alloggio (Il vitto dovuto al lavoratore deve assicurargli una alimentazione sana e sufficiente; l’ambiente di lavoro non deve essere nocivo all’integrità fisica e morale dello stesso. Il datore di lavoro deve fornire al lavoratore convivente un alloggio idoneo a salvaguardarne la dignità e la riservatezza.)
  • Tredicesima
  • Straordinari che il lavoratore sceglie di fare
  • Contributi versati mensilmente

Il contratto di convivenza non obbliga la badante a trasferire la sua residenza presso l’abitazione del datore di lavoro.

Può farlo oppure no, dipende dagli accordi presi con il datore di lavoro.

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

 

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Raccomandazioni a Roma sull’Assunzione in Regola della Badante

Non si ripeterà mai abbastanza anche a Roma che affidarsi al passaparola nella ricerca di una badante è la cosa peggiore.

Non importa se il collega si è trovato benissimo con quella persona, era il suo caso, non quello di qualcun altro.

Se quella badante era l’ideale per lui, per il suo congiunto, non è assolutamente detto che lo sarà per noi.

Ogni caso è uguale a se stesso e, come abbiamo visto, bisogna selezionare la lavoratrice adatta al proprio caso, al carattere dell’assistito, alle sue necessità, non a quelle di qualche conoscente: la famiglia deve scindere la questione della conoscenza dalla questione della professionalità.

E già stato esaminato un esempio di questionario piuttosto preciso, che potrebbe essere usato, anzi andrà usato come base per la nostra ricerca.

La cosa peggiore che una famiglia può fare per il congiunto, è assumere una badante in nero.

La persona che si è assunta potrebbe essere davvero in gamba ma, attenzione!

Supponiamo che la badante abbia un incidente… Supponiamo che, mentre porta al parco l’assistito, venga fermata per un controllo e si scopra che non solo non ha un contratto di lavoro, ma neppure un permesso di soggiorno!

Ora si immagini che non sia così onesta e che un giorno, improvvisamente, non si presenti più al lavoro, o se ne torni a casa sua senza preavviso.

La badante in nero sa che il datore di lavoro è in difetto e ha parecchie frecce al suo arco.

Per capirci, se ne ha la possibilità di farci una vertenza, la fa sicuramente, giusto per ricavarne un bel tesoretto.

In ogni caso, vertenza o meno, qualsiasi imprevisto può causare parecchi guai.

Se scivola, se l’assistito dà di matto, è un problema qualunque sia la problematica.

Molti assumono la persona a ore, mentre poi nella realtà è convivente, e questa sarebbe una buona causa di vertenza.

La badante è una lavoratrice, come è già più volte stato sottolineato, quindi se trova di meglio saluta la famiglia che l’ha assunta, anzi, se ne va senza salutare.

In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, una badante in nero ha la possibilità di eseguire delle riprese video e audio della casa nella quale lavora.

L’obiettivo è proprio quello di dimostrare che si sta lavorando in nero, senza commettere un reato di violazione della privacy e del domicilio di un’altra persona.

Questo porterà a una possibile vertenza lavorativa, in seguito alla quale il datore di lavoro sarà tenuto a pagare:

  • I contributi mai versati
  • Eventuali differenze di retribuzione previste dal contratto collettivo del lavoro
  • Il TFR
  • Le ferie retribuite e i permessi non goduti

La badante in nero ha il diritto di denunciare la persona per cui lavora all’Ispettorato del lavoro o in Tribunale, anche in assenza di prove video o audio. In questo caso, sebbene le sue dichiarazioni non bastino a dimostrazione del fatto alla base della denuncia, costituiscono prova le testimonianze di persone che abbiano assistito allo svolgimento della sua attività in nero.

Quali sono, a questo punto, le conseguenze legali che ricadono sulla persona che fa lavorare qualcun altro in nero?

In primissimo luogo, devono prima di tutto essere versate tutte le somme che il denunciante avrebbe ricevuto in caso di assunzione regolare.

Per fare un esempio, l’omissione di contributi previdenziali prevede il versamento di un importo raddoppiato.

Tra i rischi ci sono:

  1. Dover pagare nuovamente tutti gli stipendi in quanto, avendoli versati in contanti, non esiste tracciabilità al riguardo, quindi non c’è prova che siano stati regolarmente versati
  2. Una serie di sanzioni amministrative:
  • La prima è prevista per l’omessa o ritardata comunicazione dell’assunzione all’INPS ed
 è di valore variabile.
    Può essere applicata una sanzione amministrativa per la mancata iscrizione all’INPS per ogni lavoratore in nero, maggiorata di una quota supplettiva per ogni giorno di lavoro svolto.
  • Per l’omesso pagamento dei contributi previdenziali sono previste sanzioni pari a una cifra compresa tra il 30% e il 60% dei contributi evasi su base annua. La sanzione amministrativa è applicabile anche su una sola giornata di lavoro in nero.

Naturalmente la tentazione di assumere in nero è molto forte: nessuna burocrazia, prezzi molto inferiori, in quanto non si devono pagare tasse e contributi, insomma, sembra uno scenario meraviglioso!

Ma ci sono delle trappole, in questo scenario, come abbiamo visto e non è nemmeno tutto qui!

Il minor costo iniziale, si trasformerà in un prezzo molto salato, quando dovremo pagare multe, contributi, stipendi in realtà già versati e così via, senza contare che magari la badante non è poi così tanto preparata.

Ci sono poi i casi estremi, come quelli in cui la badante picchia l’anziano, oppure casi di furto anche grave, oppure quei casi strani, in cui improvvisamente figli e nipoti si trovano diseredati e il testamento è tutto per la badante… e potremmo trovare casi su casi, volendo.

Un caso emblematico è quello in cui una badante ha circuito l’anziano, credendolo molto più ricco di quanto non fosse.

La verità è che la donna aveva sentito i figli parlare di eredità, di bonus e si era convinta di trovarsi in casa di un milionario.

Così ha iniziato a circuirlo, arrivando a infilarsi nel suo letto nuda avendo con lui, per quanto possibile, rapporti sessuali.

Fortunatamente, dopo un po’, i figli hanno iniziato ad accorgersi che qualcosa non quadrava, avevano la sensazione di qualcosa di strano, anche se non riuscivano a raccapezzarsi.

Così hanno deciso di cambiare badante, ma a questa notizia, l’anziano si è opposto con forza, anzi, con eccessiva forza, e non voleva assolutamente sentir parlare di cambiarla e anche questo fatto era strano.

Finché, messo alle strette dai figli, finalmente ha ammesso di aver avuto rapporti con quella donna.

Il fattore umano è imprevedibile.

Neppure un’agenzia, pur selezionando e tenendo sotto controllo ogni collaboratore, è in grado di prevedere determinati comportamenti, figurarsi se un passaparola può essere affidabile!

In nero, davanti a un fatto come questo, la badante può andare alla polizia e dire che l’anziano le è saltato addosso, che l’ha importunata e ha tentato di violentarla.

Può ricattare la famiglia, insomma, può succedere di tutto, perché non c’è nessuna garanzia e nessun intermediario.

In questo caso specifico, l’agenzia cui i figli dell’anziano si erano rivolti, ha chiamato la badante, convincendola a lasciare quel lavoro, con la promessa di un altro lavoro, migliore e meglio pagato di quello, finché lei se n’è andata.

L’agenzia ha poi mandato un’altra persona alla famiglia, ovviamente non facendosi più sentire con la prima.

Sarebbe stato importante fare una denuncia ma, nonostante le insistenze, la famiglia non ha voluto denunciare e la cosa è finita li.

Recentemente si è verificato un caso inquietante, per cui una badante incinta si è fatta sposare dal figlio dell’assistito.

Naturalmente si è licenziata ed è stato necessario assumerne un’altra, in quanto si sarebbe creato un conflitto di interessi.

Sono casi delicati, ma ce ne sono moltissimi.

 

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